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Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore

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si che provenivano in maggioranza dal conquistato Forte Urbano.<br />

L’assistenza ai militari era a carico della nostra Comunità. Sempre nello stesso<br />

giorno avvenne una gran requisizione <strong>di</strong> cavalli; i più belli furono scelti ed<br />

inviati a Bologna. La stima degli animali requisiti fu fatta da due professori bolognesi:<br />

le spese, in questo caso, furono a carico del Senato Bolognese.<br />

Martedì 22 Giugno, mentre anche Ferrara passava sotto controllo francese<br />

con una rapi<strong>di</strong>tà degna delle manovre del generale Bonaparte, i Commissari<br />

napoleonici presentavano ai Bolognesi il conto della pacifica invasione.<br />

I quadri migliori delle chiese Bolognesi, che già stavano prendendo la via <strong>di</strong><br />

Parigi, non erano che un piccolo anticipo delle richieste che ammontavano a circa<br />

quattro milioni <strong>di</strong> lire, due dei quali in verghe d’argento e d’oro e due in “generi”,<br />

ossia beni <strong>di</strong> varia natura. Del conto non faceva parte quanto già prelevato dalle<br />

casse pubbliche e dai Monti a titolo <strong>di</strong> conquista. Subito il Governo Bolognese si<br />

<strong>di</strong>ede da fare per reperire i fon<strong>di</strong> necessari. Argento venne chiesto alle chiese <strong>di</strong><br />

città e campagna. Con un e<strong>di</strong>tto pubblicato il 25 Giugno si invitavano i citta<strong>di</strong>ni<br />

facoltosi a consegnare oro, argento e contanti: il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Bologna si impegnava<br />

a riconoscere questi cre<strong>di</strong>ti col frutto annuo del cinque per cento. Anche le<br />

nostre chiese vennero ovviamente coinvolte nella contribuzione e così le compagnie<br />

religiose.<br />

Quella del SS.mo inviò Gio. Filippo Golinelli a Bologna con 510 once <strong>di</strong><br />

argenteria, per la quale fu segnato un cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> lire 2.550, moneta plateale <strong>di</strong><br />

Bologna. Erano in gran parte gli argenti donati da Pellegrino Albertini. La Compagnia<br />

dei Battuti inviava invece il Camerlengo Roberto Lamberti e l’Assunto<br />

Stanislao Ferranti. Le sue argenterie, un intero servizio da altare, ammontavano a<br />

ben 121 libbre e mezzo. Arrivavano al peso <strong>di</strong> 122 once le argenterie inviate a<br />

Bologna dalla Compagnia del Rosario che sacrificava alla causa anche un bellissimo<br />

turibolo.<br />

Alla Compagnia dei Poveri fu segnato un cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> lire 766 e sol<strong>di</strong> cinque,<br />

valutando l’argento a norma <strong>di</strong> lire 5 l’oncia, come il Senato aveva stabilito. Non<br />

sfuggirono alla contribuzione le chiese delle campagne: molti oggetti furono asportati<br />

dall’oratorio dei Ronchi, fra cui 14 candelieri d’argento, mentre da Galeazza<br />

furono ceduti oggetti per un valore <strong>di</strong> 782 lire.<br />

Un buon numero <strong>di</strong> oggetti che costituivano il patrimonio storico e artistico<br />

<strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> prendevano la strada <strong>di</strong> Bologna dove, in una fonderia approntata<br />

nella Canonica <strong>di</strong> San Salvatore, venivano fusi assieme a quelli degli altri paesi del<br />

bolognese e trasformati in tante verghe d’argento, necessarie a finanziare la guerra<br />

del Generale Bonaparte.<br />

Giovedì 23 Giugno Pio IV, nel tentativo <strong>di</strong> limitare i danni allo Stato della<br />

Chiesa, chiedeva una tregua ai Francesi che prontamente e generosamente accettavano<br />

in cambio <strong>di</strong> una ventina <strong>di</strong> milioni, la possibilità <strong>di</strong> scegliere nel patrimo-

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