3zo Sogno - Nazari - quinta parte - Ermetismo Kremmerziano
3zo Sogno - Nazari - quinta parte - Ermetismo Kremmerziano
3zo Sogno - Nazari - quinta parte - Ermetismo Kremmerziano
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
Se gli rappresenta la Donzella, dalla quale vien confortato, e passando per una.<br />
spelonca pervengono ad una fabricatura.<br />
Cap. 19.<br />
Trascritta con tal ordine la lunga polizia, restai admirativo per il molto numero<br />
delli scrittori, non ostante, che trascorso non haveva se non tre di quattro parti di<br />
questogrande claustrale, poi cominciai a contemplare la maravigliosa fabricatura,<br />
per quale passar mi conveniva volendo dar fine al mio viaggio, e così levando gli<br />
occhi fuori della porta, vidi di nuovo verso me venire la mia tanto desiderata<br />
Donzella; laquale fattasi vicina con grave, e honeto decore cominciò a<br />
dire.Peregrino? e io a lei, Donzella, senza il tuo aiuto non è, non spero pervenire<br />
al fine del mio cominciato viaggio; Et ella con grate parole, sappi che alcuno non<br />
ha saputo mai venire, si in questo luogo; come al mio ricchissimo palaggio, il qual<br />
è posto nella sommità di questo nobile monte , se prima non è stato ammaestrato<br />
della cosmografia di quell'oscuro viaggio, per alcuno di quelli pendenti libri, già<br />
composti per molti cittadini del Rgno nostro, e positi in questo loco come Archivio<br />
secreto dilla cancellaria nostra, e consacrati al suo compositore come ad un<br />
nume. Queste parole mi strinsero talmente il cuore, che non sapeva che mi dire,<br />
che mi fare, ne men che modo prendere, per commuovere la gentil Donzella a<br />
qualche compassione delle mie passate fatiche, e non lasciarmi più andar<br />
vagando per le lunghe, e oscure spelonche, e cavarmi da tanto faticoso studio<br />
delli ritrovati libri: vedendomi la benigna Donzella così d'animo smarrito, e quasi<br />
di speranza privo di poter giongere al desiderato fine, con volto giocondo mosse<br />
queste parole. Peregrino se meco verrai, dicoti che senza trascorrere le tante, e<br />
tante lettioni de' figurati, e enigmatici libri, pieni d'oscuri detti, veder farotti il<br />
misterioso fine del tuo faticoso viaggio, nelquale da te stesso non senza stenti,<br />
studio lungo, solleciti pensieri, e pena, havresti potuto vedere: Però seguitami per<br />
questa via.<br />
Caminato che havessimo per due miglia circa l'arduo monte lasciassimo (non<br />
senza pena, e stenti) la tormentosa via, e poi entrati di nuovo in una oscura<br />
spelonca; quasi ivi restato sarei per il travaglioso viaggio, nel quale intollerabili<br />
fatiche sostener mi conveniva, se la gentil Donzella fusse stata della salute mia<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 1 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
men procuratrice. Usciti adunque di questo intricoso loco, mi ritrovai non molto<br />
lungi dalla sommità dell'altissimo monte, sopra la costiera d'un dilettoso colle,<br />
ove una amena pianura causata da un verdeggiante praticello, pieno di varij, e<br />
odorati fiori circondava una certa cinta di muro fatto di finissimo marmo: Gionto<br />
all'entrata della solenne fabricatura vidi nel suo centro un grande, altissimo<br />
portico rotondo di otto archi, sostenuti da quattro colonne di bellissima corniola,<br />
e da quattro altre di splendidissimo porfido; Questo portico era di diametro circa<br />
cubiti venti, e sosteneva per sua cuba una maravigliosa machina, simile ad un<br />
celeste, e sferico globo, il quale misteriosamente rivolgendosi dal levante, al<br />
ponente, si vedeva il corso del Sole per i dodici sogni del zodiaco, con tutte le<br />
stelle fisse,che ciò pareva il sereno cielo. Fattomi vicino, la benigna Donzella<br />
veniva mostrandomi un grande, e trasparente loco (ma molto ben chiuso) situato<br />
sotto questo rotondo portico:<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 2 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
In questo loco era un spaventoso animale a modo di venenoso Dracone, ilquale<br />
havria spaventato ogni valoroso passaggiere. Gionto appresso, con gran strepito<br />
abbattendo l'ale, e fricolando il becco di ciascun capo, havrebbe spaventato i<br />
leoni; cominciò dipoi quietarsi, e con dolci parole così dire, prima però impostogli<br />
con lusinghe dalla cortese Donzella .<br />
Il mostro inastato dalla Donzella disse molte parole del suo stato.<br />
Cap. 20.<br />
Odi, vedi, e intendi il mio dire, e ogni cosa scolpisci nel intimo del cuore, perché<br />
dirotti quello che molti ricercano, pochi trovano; quello che molti fanno, e<br />
conoscono, ma poco intendono; vedendomi molti, e conoscendomi pochi. Hor odi,<br />
e intendi se tu puoi, perché il tutto havrai, io son la Gallina, o vero il Dracone<br />
pessimo, e feroce, permanente in ogni tempo; resuscitando per me stesso da<br />
morte, io occido la morte, che mi occise. Faccio resurgere i corpi da me creati,<br />
vivendo in morte, mi occido, di cui poi vi rallegrate; senza di me, e di mia vita non<br />
vi potete rallegrare. S'io porto nel capo il veneno, nella mia coda (quale di rabbia<br />
mordo) consiste tutto il rimedio, chi pensa di giocar meco, per il mio penetrante<br />
occhio , li convien morire; Se qualcuno mi morde prima deve morderete se stesso,<br />
o se lo mordo, la morte lo morde prima nella testa, perché prima deve mordere<br />
me, stante che il mordere è medicina del mordere. Se ne gl'alti monti faccio mia<br />
quiete, e riposo nelle pianure, valli della terra, e anco ne i stercolinij abito; Se<br />
nell'acqua vaporosa son concetto, nel aere, e fuoco è il mio nutrimento; il mio<br />
sudore sente di sepulcro; chi ciò non intende, di me non harà notitia alcuna. odi,<br />
io son noto a tutte le genti, popoli, e tribù, così a poveri, come a ricchi, i quali mi<br />
chiamano poco precio, e con altri infiniti nomi e epiteti, ma chi ben mi conoscesse<br />
mi chiamarebbe assai precio. Io son estraneo nella mia patria, e son per i climi<br />
del mondo noto per essere io communi a tutti; Chi mi vide, o mi ha veduto, non<br />
mi ha però conosciuto, e chi non mi vede, ne conosce, mi ricerca il mio padre, e<br />
mia madre, mi hanno generato, e io di prima generai quelli. Io son padre e<br />
figliuolo; Io son madre, padre, e figliuolo; Io son invisibile quando volo, e<br />
impalpabile quando fuggo per aria: Ma toccandomi son visibile, e palpabile.<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 3 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
Adunque conosci me, e occidi me, e sappi che di spada, o d'altra arma non posso<br />
morire; Ma presentandomi il risplendente specchio, per me stesso m'occido, onde<br />
poi se in foco mi nutrirai, per fina che sian prima i membri miei in altra forma<br />
mutati, e poi il corpo mio purificato dal mortale veneno; et poi quando il corpo,<br />
l’anima, e il spirito insieme vedrai congiunti: allhora farai maggior del mondo, chi<br />
mi ode e non intende, consuma il viaggio e la fatica, e spende il tempo senza altro<br />
fine.<br />
La Donzella narra la qualità del mostro, e delli ovi suoi.<br />
Cap. 21.<br />
Con tali parole si tacque il mostro: Onde vedendomi la benigna Donzella di<br />
meraviglia mosso, per le oscure parole del Dracone, dissemi; Sappi Peregrino che<br />
questa Gallina nostra non è volgare, perché vola con i volanti, si quieta con i<br />
riposanti, si bianchisce con i bianchificenti, e si rubefa con i rubeficenti, e si<br />
rallegra con i rallegranti: Et eccoti sei ova da lei partoriti, un rosso, un croceo, un<br />
cenericio, un nero, e un bianco.<br />
Questo Dracone nostro, o Gallina, è preciosiss. e maravigliosa, perchè da sé si<br />
congionge, concepisce, s'impregnai, e partorisce; et questo é, perché questa<br />
Gallina non è solamento gallina, ma anche Gallo, e quantunq; sia un Gallo, e una<br />
Gallina, e il Gallo, però sono tutti in un solo. Doppo dicoti che il loro ovo non è<br />
tanto ovo, ma Gallina, perciò che la Gallina è anche l'ovo; Adunq; l'ovo Gallina, e<br />
gallo sono tre in uno, ciò è in una operatione. Di ciò ti potrei addur gl'essempi<br />
delli sodetti tre padri; Et sappi che quelli, e questi essempi sono la introduttione<br />
Alfabetica della nostra arte, e divino magisterio: Et io a lei, benigna Donzella<br />
fammi più chiaro di quanto desidero; e essa disse, vedi io prendo quello croceo<br />
ovo nostro puro come fu partorito dalla Gallina antica nostra; con questo veder<br />
farotti cose mirabili pero che io penerò esso con la madre sua, o simile altra delle<br />
Gallina nostre, e con il gallo, di modo che mettendo la gallina l’ovo, e il Gallo, nel<br />
suo nido temperatamente caldo, Io chiuderò il nido, acciò che lo spirito, la voce, e<br />
il sudore della gallina, e gallo nostro, non escano fuori insieme con l’essentia del<br />
nostro ovo, e anche acciò che non restasse (come ho detto) l’ovo senza il paterno,<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 4 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
e materno vigore. Poi del nostro solo fuoco, o calore, nutrisco (come salamandra)<br />
la Gallina, e Gallo nostri, perché quasi di simile fuoco, o calore sono nati, di modo<br />
che vinta la Gallina d'un arida sete, e fame, e tutta convertendosi in ira, e sdegno,<br />
con rabbia infinita va poi divorando il gallo, e conseguente l’ovo nostro: Doppo<br />
cominciando essa essere percossa da un'asmo, e intrinseco sudore, pareratti<br />
(vedendola) convertirsi in una putrida, e fetente acqua, o liquore; poi con crearsi e<br />
prendere quasi forma d'un nero corvo, o serpe, poi d'un cigno poi d'un variato<br />
pavone, e finalmente tutta convertirsi in uno più eccellente, miracoloso fanciullo<br />
del mondo: ilqule doppo che sarà nutrito del purissimo latte fraterno, sarà atto ad<br />
acquistare un grandissimo Regno già equale a quello del suo splendidissimo<br />
fratello, e padre. Questo se sarà stato nodrito del latte del fratello padre suo,<br />
d'ivenirà tutto splendido, e con bionda chioma, ma, nodrito del latte della sua<br />
sorella, madre, figliuola, sarà di bianca chioma simile alle candide trezze della<br />
pudica sorella, o di Diana Et sappi che questo è un alto misterio solo noto a i<br />
Cittadini del regno nostro .<br />
Saliscono sopra un'alto monte, ove trovarono uno antico castello.<br />
Cap. 22.<br />
Havendo per le parole della grata Donzella, posto l'animo mio in tale confusione,<br />
che quasi volendo prendere audacia de dimandargli l'epositione della detta<br />
operatione comincio la benigna Donzella prendermi per mano, e condurmi per<br />
una stretta via, che tendeva verso la sommità dell'altissimo monte; Onde entrati<br />
in un certo, e precipitoso calle, a pena tollerar poteva questo diavoloso viaggio, si<br />
per la foltezza delle intricate frondi, e rami, si per i grossi sassi del calle, come per<br />
i pungenti spini, delli quali con grande fatica andava io diffendendomi; Hormai<br />
gionto sopra questo arduo monte, la benina Donzella ogn'hor confortandomi a<br />
pacientia, mi conduccua per lungo la costiera, ove gionti ad uno delicioso bosco,<br />
vidi quello pieno di Aranzi, Cedri, e d'ogni fruttifero Albero, e quivi dico il timo, e<br />
la mortella con i suoi bellissimi fiori empivano l'aria d'un suavissimo odore;<br />
Entrati noi nel detto bosco cominciai vedere (non poco da lungi) una grande<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 5 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
fabricatura, a modo d'uno antico castello, il quale si vedeva in quattro parti<br />
ornato di quattro torrette, dalle quali uscivano fumi.<br />
Giunti più vicino, non poteva saciarmi di guardare il loco, per essere le mura fatte<br />
d'una certa durissima mistura, laquale con certi compartimenti di fogliature, fatte<br />
di certe lucidissime pietre (nel mezzo loro stabilite) rendeva amenissimo il loco.<br />
Quanto poi alla entrata essa era solenne, e magnifica, perciò che era di corinto<br />
artificio fabricata. Nel fregio della detta porta erano queste note isculte.<br />
EX: IL QV: GE: FV: SV: SP: CO: ET: DV: PA: OC: FV: SV : LA: NV. AC: RE: VI: PR:<br />
FR: FI: SV: ME:<br />
Dalle quali note non potendo (per la loro brevità) interpretare il sogetto, stuva<br />
tutto admirativo; Dilché chiedendo alla nobile Donzella il significato, rispose, non<br />
senza qualche misterio il fabricatore di questo luogo, ha collocato nel freggio di<br />
questa entrata quel breve ordine di note, le quali dimostrano che il pregioniero di<br />
questo luogo, è 'Re è possente, con la sua origine, e però si finge che parli il detto<br />
Re in tal modo.<br />
Ex illa, quam genui, fui suo spermate conceptus; e dum parentibus occisus, fui<br />
suo lacte nutritus. Ac Rex resurgens virtute propria fratres filios supero meos.<br />
Et questa è la espositione delle note. Intesa la grata risposta, restai tutto<br />
sodisfatto. Hor acceso un lume, e entrati di dentro, vidi esso fabricato di rotonda<br />
architettura, con tre colonette. Queste sostenevano una trasparente, artificiosa<br />
machina, a modo d'un vaso di vetro, il cui diametro poteva essere cinque o sei<br />
cubiti, e l'altezza circa nove, oltra su poco di piramide, per la quale era la chiusa<br />
entrata: Il diametro poi di tutto il principale loco, poteva essere cubiti dodici, con<br />
la sua proportionata altezza. Non poco ivi stato era che io sentei un calore, che mi<br />
parcea d'essere entrato in una ben ordinata stuffa. Hor stando in questo<br />
spettacolo, e ben considerando, vidi dentro sedere due donne, una vestita di<br />
bianca, e l'altra di croceo, ciascuna poppava un fanciullo, cioè uno coronato di<br />
Regale corona d'argento, l'altro di corona d'oro, con le loro chiome risplendenti<br />
più che il Sole, e la Luna.<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 6 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
Narra come erano le Donne, e i due figliuoli,<br />
poi ritrovasi ove era una nicchia.<br />
Cap. 23.<br />
Somma maraviglia mi faceva, che quelle donne mai prendendo alcuno, cibo,<br />
ogn'hor si convertissero in latte, e di latte in nutrimento per i fanciulli, iquali si<br />
come disse la mia fida scorta, in poco tempo sorgevano grandi, forti, possenti, e<br />
virtuosi, da far stupire il mondo, vincendo, e superando tutta la pessima stirpe de<br />
suoi fratelli.<br />
Ecco all’improvviso sopraggiungere un dotto pastore, e da una sua sonora lira<br />
cantare i seguenti versi.<br />
Qui cupis abstrufae χµήας cognoscere normam,<br />
Aspice quae pastor carmine dixit Amon.<br />
Initio calcina bene, mox adde medelam,<br />
Misce, ac dissolve, coque, descende, cape.<br />
Sit tingens medicina,durans, penetransque, figensque,<br />
Vi solida tractu, liquida tamen erit.<br />
Ve quando Galatea novum mihi ferre butirum<br />
Gaudet, haec solum protulit illa mihi.<br />
Appena havea veduta questa maraviglia, e odito i dotti versi del pastore che mi<br />
sparve questo spettacolo, e entrato in un altra visione, parve che mi ritrovassi<br />
fuori di questa fabricatura, e inviassemi con la nobile Donzella al bosco di questo<br />
altissimo monte. Seguendo queso gratissimo viaggio gionsi sopra un dilettoso<br />
colle, pieno di soavissimi fiori, ove ritrovai un maraviglioso sasso escauto a modo<br />
di nicchia, nellaquale era una solenne figura virile, nuda, di fino alabastro, e<br />
vestita d'una pelle di Leone, alle spalle, e con una mazza in mano: Questa<br />
essendo sopra un finissimo pedestale di bianco marmo, e con quella pelle di<br />
Leone dimostrava la effigie d'Hercole Egittio. sopra l'arco di questa nicchia eran<br />
queste parole isculte.<br />
MULTI PER DIVERSA HUC PERVENERUNT ITINERA.<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 7 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
Nel quadramento del piedestale vidi isculta la figura del cane cerbero, la qual<br />
cosa cominciò travagliarmi molto: Dappo un'intima cogitatione, e un breve<br />
discorso giudicai questo non voler altro dimostrare, che termine di qualche<br />
attione, per il detto dicendo, che molti per diverse vie sono ivi pervenuti.<br />
Considerando più oltra, e tra me investigando di sapere che termine fusse questo,<br />
e non potendomi quietar l’animo, ecco la benigna Donzella presaga del mio intimo<br />
discorso, cominciò dire Peregrino non vedi che questa è opra hieroglifica? All'hora<br />
svegliandomi la cognitione, e discorrendo queste figure, mi rallegrai molto,<br />
vedendo che (secondo Egittij) quella figura o statua, significava virtù collocata<br />
sopra il vero fondamento del fermo piedestale di filosofia, dimostrata per il cane<br />
cerbero. Per questo da un canto, per esser fin quivi pervenuto mi accendeva di<br />
somma allegrezza il cuore,e dall’altro canto confusione mi tormentava ogn'hor più<br />
l’intelletto per non haver più profondamente compreso i passati magisterij. Onde<br />
la benigna Denzella presaga del animo mio, vedendomi così travagliato; disse;<br />
Peregrino sappi che l'animo tuo ha da lasciare questi tuoi occulti proponimenti,<br />
perché nel ritorno nostro meglio tu potrai sapere questi secreti. Io dal disio vinto<br />
pregaila che hormai desse fine a questo faticoso viaggio; Et ella disse chionque è<br />
pervenutosin a questo felice termine, si può chiamar contento di quanto fortuna<br />
lo favoreggia. Hor andiamo più altra che veder farotti la fonte legale del nostro Re.<br />
Inviatisi noi per la descendente via, e solicitando i passi, haveva io fatta una<br />
dimanda della esplatanatione di quanto heveva, per avanti veduto, e ella<br />
apparecchiandosi per risolvermi deltutto, ecco che si scoperse all’improviso sopra<br />
di noi una nebbia folta per cagion della quale io perdei la mia scorta onde mi<br />
ritrovai allhora tutto confuso, e gramo, perché non sapeva anche qual via tener<br />
mi dovessi per ritrovar la Regale fonte: pur seguendo oltre e essendo pervenuto<br />
sopra un colle, vidi la avanti un togato sedersene sopra un sasso: Fatto io vicino<br />
conobbi ch'era il Conte di Treves, ilquale nel fin del passato sogno promesso mi<br />
haveva di esplanarme il grande Magisterio, cosi dattoli il condegno saluto, esso<br />
tutto maraviglioso disse, che via hai tenuta per pervenir fin qui? Et io, la sorte, e<br />
il desiderio, ma son tutto fuor di me havendo persa la fida guida mia, che già<br />
s'era inviata per condurmi al Regale fonte, la ove apieno sarei sta istrutto di<br />
questo divino magisterio; allhora, disse il Conte, essendo tu pervenuto fin qui,<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 8 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
non è stato senza divina gratta, studio forte, e fatica, e conosco che tu hai ben<br />
comprese le mie parole, che ti dissi poco fa, però sedi quivi, che ti dimostrarò con<br />
parole un simile fonte che cerchi ritrovare, e sappi che questo fonte è tutto<br />
parabolico, e sotto questo velo di fonte, si copre il tutto; Ma tu che hai intese<br />
(come io penso) le instruttioni mie, anche intenderai il sequente mio dire; Et<br />
doppo se ti piacerà, tu potrai andartene al detto fonte, la dove effettualmente il<br />
vedrai.<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 9 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
Il Conte con parabola d'un fonte, figura la pratica del<br />
Divino magisterio.<br />
Cap. 24.<br />
Hor tu dei sapere, doppo ch'io hebbi studiato tanto ch'io mi sentiva un poco<br />
letterato, io incominciai a cercar genti vere di questa scienza, disprezzando la<br />
basso, e ignara plebe settatrice de sofistici inganni: perche un'huomo sapiente<br />
può emendar un'insipiente, e non il contrario, e per conclusione ciascun desidera<br />
ilsuo simile. Io me n'andai, e passai per la Città di Pulea, ch'è in India, e udì dire,<br />
che vi era uno de' gran letterati del mondo in tutte le scientie, ilqual’havea<br />
sospesa una gioia per disputa; e quest’era un bel libretto picciolo di finissimo oro,<br />
cioè li foglij, la coperta, e tutto il detto libretto:questo era sospeso per tutti quelli<br />
che vi venivano, e che ne sapevano argumentar, e disputare. Allhora andando per<br />
la Città, e tuttavia desiderando di pervenir a quest'altezza d’honore, che maggior<br />
al mondo impossibile parmi a desiderare, e sapendo che senza mettermi avanti, e<br />
haver buon'animo io non potrei mai venire a laude, e honore per qualunq; scienza<br />
ch'io havesse: Cosi io pigliando animo da un valent'huomo, mettendomi al camino<br />
mi messi in ordine, e me n'andai alla disputa; e in presenza di tutto il popolo<br />
guadagnai il libretto di finissimo oro, avanti tutti gli altri disputanti, e mi fu<br />
presentato per la facultà di filosofia; e tutto il popolo mi cominciò a riguardare<br />
molto forte. Allhora me n’andai pensando fra me stesso per l’ample, e spatiose<br />
campagne, perciò che io mi vidi esser stanco da studiare. Una notte avenne che io<br />
dovendo studiare per disputar il di sequente; Io trovai una picciola fontana bella,<br />
e chiara circondata tutta d'una bella pietra. Questa pietra, era di sopra d'un<br />
ceppo di quercia concavo, e tutto a torno era circondata d'una muraglia, acciò<br />
che le vacche, e altre bestie brutte non ne bevessino, e che gli uccelli non vi si<br />
bagnassero. Allhora io havea tanta voglia di dormire, ch'io mi misi a sedere sopra<br />
della detta fontana, e ivi vidi ch'ella apriva per disopra, e era fermata. Stando così<br />
a sedere vi venne a passar un venerabile sacerdote d'antica, e grave età. Alquale<br />
io dimandai, Perché questa fontana era così serrata di sopra e di sotto, e d'ogni<br />
banda: Egli come benigno, e gratioso cominciò a dir così.<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 10 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
Il Conte comincia la parabola della filosofale opra.<br />
Cap. 25.<br />
Sappi Signor mio caro, che questa fontana è di più maravigliosa virtù, che nissun<br />
altra che sia al mondo: e ch’ella solamente per il Re di questo paese, iliqual<br />
conosce essa, e essa lui. Perilche mai questo Re non passa per di quà, ch’ella non<br />
lo tiri a sé, e sta nella detta fontana a bagnarsi per lo spacio di 282. giorni, in<br />
modo ch'ella fa diventar questo Re tanto giovine, che non vi è huomo che lo possa<br />
vincere, e così vi passa il suo tempo: Ma. questo Re fa serrar la detta fontana<br />
prima d'una pietra bianca, e tonda come voi vedeti, e è la detta fontana così<br />
chiara come argento fino, e di celeste colore. Doppò perché cavalli, né altre bestie<br />
brutte, vi caminino sopra , v’è elevato un ceppo di quercia concavo, e diviso per<br />
mezzo, che prohibisce il Sole, e l'ombra di lui: Poi come vedete tutto attorno è di<br />
grossissima muraglia ben serrata, parché prima ella è chiusa in una pietra fina, e<br />
chiara, poi in concavo legno di quercia rotundo diviso per mezzo. Et quest’è<br />
perché essa fontana è di così terribile virtù, che s'ella fusse infiammata la<br />
penetraria il tutto, e s'ella se ne fugisse noi saremmo tutti ruinati. Adonque io gli<br />
dissi. Havete voi veduto questo Re li dentro e egli mi riospose, si ch'io lo veduto<br />
entrare, ma dopoi ch'egli vè entrato, e che la sua guardia l’hebbe dentro serrato,<br />
egli non si vede mai fin’à 140. giorni, Allhora egli comincia ad apparire, e<br />
risplendere, e il guardiano gli scalda il suo bagno continuamente per conservar il<br />
suo calor naturale, che occultato di dentro in quell'acqua chiara, e lo scalda<br />
continuamente dì e notte senza mai cessare. Allhora dimandandolo io di che color<br />
era questo Re, egli mi rispose, ch'era vestito di drappo d'oro da prima, e che dapoi<br />
havea un giupone di velluto nero, e una camicia bianca come neve, e havea la sua<br />
carne rossa come sangue. Et io desideroso di sapere di queslo Re gli dissi.<br />
Quando queslo Re vien alla fontana mena egli gran compagnia di gente strani, e<br />
di popolo minuto con esso lui? Rispose egli piacevolmente sorridendo un poco.<br />
Certamente il Re quando egli si dispone venire alla fontana, egli lascia tutte le sue<br />
genti strane , e non s'accosta altro che lui a questa fontana: e niun ardisce<br />
accostarvisi se non una sua guardia ch'è un simplice huomo, e il più simplice del<br />
mondo vi potria esser guardiano, perché egli non serve ad altro se non a scaldar il<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 11 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
bagno, ma questo tale non si accosta punto alla fontana. Allhora io lo dimandai: è<br />
egli amico di lei, o ella di lui? Risposemi: l'un e l'altro s'amano maravigliosamente:<br />
e la fontana tira lui a sé, ma lui non tira già essa, perch'ella gli è come madre. Et<br />
io il dimandai. Di qual generation è questo Re? e egli mi rispose. Avertisci bene<br />
che questo Re è fatto dalla fontana, perch'ella l'ha fatto tale qual’egli è senza altra<br />
cosa, Anco io il dimandai; Tien egli gran corte? E mi rispose eh'egli tiene se non<br />
sei persone sole, lequali aspettano, che s'egli potesse morir una uolta , essi<br />
haveriano il reame così bene come lui; e però questi lo serveno, e amministrano,<br />
perch'essi aspettano ogni bene da lui. Di nuovo dissi io: è egli vecchio? e egli<br />
disse. Egli è più vecchio che la fontana, e più maturo che nissuno delle sue genti<br />
che son sotto di lui. Adunque (dissi io) perché questi sei compagni, e soggetti non<br />
lo mettono a morte, conciosia ch'essi aspettano tanti beni per la morte sua,<br />
massimamente essendo egli così vecchio? Allhora egli rispose. Egli è ben vecchio,<br />
ma non è nissuno delle sue genti, e soggetti che patesce tanto il freddo, il caldo,<br />
vento, pioggia, e altre pene, e fatiche, come patiria lui, e io gli dissi; perché non<br />
l'ammazzano essi o mettono a morte? e esso rispose. Che né tutti sei insieme, né<br />
tutta lor forza, né qual si voglia da per sé lo saperian amazzare. Et io gli dissi.<br />
Come dunque haveranno essi il suo regno, non potendolo havere se non da poi la<br />
morte sua, e non potendolo amazzare? Allhora egli mi disse. Tutti sei sono della<br />
fontana; e ne han havuto il lor bene così ben come lui, e perch'esso procede dalla<br />
fontana per questo ella lo tira e piglia a sé, e essa l'amazza, e lo mette a morte. Poi<br />
egli viene risuscitato da lei medesima, e poi della sostanza del suo regno, laqual è<br />
trasmutata in più gran parti, ciascuno ne piglia la sua <strong>parte</strong>, e quantunque<br />
minutissima portone ciascun n'habbia, è però così ricco come lui, e tanto l’uno<br />
quanto l’altro.<br />
Segue il Conte dir la parabola ponendo il Re per la materia.<br />
Cap. 26.<br />
Vedendo che li sacerdote s’era fermato dal suo ragionamento io li dimandai fin a<br />
quanto bisogna ch'eglino aspettino; e lui si mosse a ridere dicendo. Sappiate che<br />
il Re come v'ho detto vi entra solo, e niuno delle sue genti, né strano entra nella<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 12 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
fontana, quantunque; ella gli ami molto, però essi non v'entrano, perché non<br />
hanno anchora meritato. Ma nondimeno quando il Re v'è entrato, prima egli si<br />
spoglia della sua robba d'oro fino battuto in fogli, tutta coperta, e la dà al suo<br />
primo huomo, ch'è Saturno; Adunque Saturno la piglia e la custodisce quaranta o<br />
quaranta dui giorni al più, quando una volta esso l'ha avuta; Doppo il Re si cava<br />
il suo giuppone di buon velluto nero, e lo dà al suo secondo huomo, ch'è Giove, e<br />
egli lo custodisce trenta giorni buoni; Giove per commandamento del Re lo dà alla<br />
Luna ch'è il suo terz’huomo, bello e risplendente, ilqual lo custodisce trenta<br />
giorni; in tal modo il Re resta nella sua pura camicia bianca come neve, e vero<br />
fiore, più che sal fiorito; Allhora egli si spoglia la sua camiscia bianca e fina, e la<br />
dà a Venere laquale finalmente la custodisce quaranta giorni, e alcune volte<br />
quarantadue, Doppo essa Venere la dà, a Marte flavo non chiaro, e egli la<br />
cusdisce quaranta giorni; poi vien'il Sole bellissimo e sanguineo, il quale la piglia<br />
ben tosto, e così esso la guarda, e conserva del tutto fin'a tanto che sia del bello<br />
colore del papavero campestre, o del zaffrano. Et io gli dissi, che si fa, doppo tutto<br />
questo? Apresi la fontana, egli rispose, poi che lui gli ha dato la camiscia, il<br />
giuppon, e la veste; La fontana s'apre, e ella tutta in un tempo da a lor la sua<br />
carne sanguinea vermigliosa, e eccellentisima a mangiare. Et allhora essi hanno<br />
tutti i lor desiderij. Io gli dissi: Aspettano essi fin a questo tempo? e non puon essi<br />
haver ben nissuno fin alla fine? Et egli mi disse. Quando eglino han la camiscia<br />
quattro di lor se volesse potria trionfare, e far allegrezza: ma essi non haveriano<br />
se non la metà del Regno: e così per un poco di vantaggio, eglino voglion più<br />
presto aspettar il fine acciò siano coronati della corona del suo Signore. Et io li<br />
dimandai. Non vi s'accosta mai nissun medico, o altri? Non dic'egli, altro non v'è<br />
che un sol guardiano, ilquale fa di sotto calor continuo, circular, e vaporo<br />
senz'altra cosa. Et io gli dissi: Adunque questo guardiano non ha molta fatica:<br />
egli mi rispose ch'egli ha più fatica nel fine che nel principio, perché la fontana<br />
tuttavia s'infiamma, e io gli dissi. L'hanno veduta molte persone? egli mi rispose<br />
tutto il mondo, l'ha innanzi a gli occhi, e non la conosce: e io li dimandai: Fanno<br />
eglino più oltre doppo? e egli mi disse: Se questi sei Re vogliono, essi lo<br />
purgan'anchora per tre dì nella fontana circondando, e continuando il fuoco, e<br />
mettendo al contenuto della continenza contenuta come da prima: Dandogli il<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 13 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
primo dì il suo giuppone, il dì seguente la camicia, e il dì doppo la sua carne<br />
sanguinea. Et io gli dissi, A che serve questo? Egli mi disse. Dio fece uno, e dieci,<br />
e cento: mille, e diecimilla, e cento milla doppo, e dieci volte tutto multiplico: e io<br />
gli dissi: Non intendo questo; e egli mi disse, non te ne diro più, perché egli mi<br />
vien in fastidio. Allhora vidi io ch'egli era veramente fastidiato, e ancor io havea<br />
voglia di dormire, per haver studiato il giorno avanti. Io me n'andai seco e gli feci<br />
compagnia, e conosceva che questo vecchio era così sapiente, che superava gli<br />
altri di dottrina. Adunq; io me ne tornai alla fontana tutto secretamente, e<br />
cominciai ad aprir le serrature, lequali erano ben chiuse, e cominciai a riguardar<br />
il mio libretto ch'io haveva guadagnato, qual era tanto risplendente e tanto fino: e<br />
anchora perch'io haveva gran voglia di dormire, lo gettai nella fontana: Onde fui<br />
attonito smarrito, e in gran maraviglia, perché io lo voleva confermar per la gloria<br />
del mio honore, con che io l'haveva guadagnato. Adunque io cominciai a<br />
riguardar dentro la detta fontana, e perdei la vista del detto libretto totalmente.<br />
Allhora io cominciai a cavar la detta fontana, la cavai si bene che non vi restò se<br />
non la decima <strong>parte</strong> d'esso insieme con le dieci parti della detta fontana. Et io<br />
volendola tutta cavare, esse erano troppo forte radunate, e affaticandomi io a far<br />
questo, vi sopragionsero genti all'improviso talche non potei più cavare.Ma avanti<br />
ch'io me n'andasse, io haveva benissimo serrate tutte le aperture, accioche non si<br />
potessero accorgere, ch'io havesse cavato niente della detta fontana, né anchora<br />
ch’iol'havesse veduta; e accioche lor non mi rubassero il mio libretto. Allhora il<br />
calor del bagno che v'era attorno per bagnar il Re, si riscaldava, e s'accese, e io fui<br />
in prigione per un delitto quaranta giorni: ma al fin delli quaranta giorni, io ne fui<br />
liberato, e venni a riguardar la fontana: Io vidi nebule nere, e oscure che duravan<br />
per lungo tempo. Ma, finalmente io vidi tutto quello che il mio cuor desiderava e<br />
non hebbi troppo fatica. Così tu non gli havrai se tu declini da queste male vie, e<br />
erronee, e seguiti l'opere che la natura richiede. E ti dico in verità che ciascuno<br />
che leggerà questo mio dire: s'egli non l'intenderà con questo parlare, mai non<br />
l'intenderà per nissun’altro, faccia ciò che si voglia: perhé nella mia parabola<br />
tutta ci è la prattica dell'opera, i giorni, i calori, il reggimento, la via, la<br />
dispositione, la continuatione, e tutto in miglior modo ch'io ho saputo fare, per la<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 14 di 15
Della Trasmutazione Metallica Sogni Tre – di – G.B. <strong>Nazari</strong><br />
nostra degna riverentia, e anchora per pietà, e carità, et compassione delli poveri<br />
operanti in questa preciosa arte.<br />
Io voleva sopra la presente parabola qualche espositione dimandare.<br />
Quando in un subito si mosse un malissimo tempo con tuoni, e frequenti fulgori,<br />
che pareva volesse la terra aprirse; la onde preso di terrore volendo io fuggire, e<br />
retirarmi insieme col Conte in una picciola concavità del colle, per coprirsi noi<br />
dalla vehemente furia del maligna, e tempestuoso aere, e svegliandomi in un<br />
tratto, non solamente perdei la dolce conversatione del Conte, ma insieme<br />
qualche espositione sopra la parabola sua, laquale mi fu un stimulo di vedere<br />
molti trattati del divino magisterio della filosofale medicina, da i quali havendo<br />
fatto un breve estratto, delle cose più secrete, e notande, presto il darò in luce,<br />
sotto il nome della concordantia di Filosofi, insieme con la pratica figuratamente<br />
descritta, dove si vede tutti i gradi, e termini della pratica d'esso divino<br />
magisterio.<br />
FINE<br />
III <strong>Sogno</strong> – della Divina Trasmutazione detta Reale Filosofica - <strong>parte</strong> 5nta - pag. 15 di 15