30.05.2013 Views

Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle ...

Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle ...

Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Tesi di dottorato in Scienze <strong>della</strong> Governance e Sistemi complessi - XXI ciclo - Dott. Anna Bussu<br />

<strong>Funzioni</strong> e <strong>competenze</strong> <strong>della</strong> <strong>Polizia</strong> <strong>Giudiziaria</strong> <strong>nella</strong> <strong>raccolta</strong> <strong>delle</strong> dichiarazioni probatorie.<br />

Hanno ragione i miei studenti quando dicono:- i libri non dicono mai le cose come stanno.<br />

Per quanto i libri cerchino di essere onesti, non possono dire le cose come stanno, perché<br />

non possono prevedere le situazioni del quotidiano. Questo è vero per ogni prescrizione,<br />

per ogni mestiere, ma a maggior ragione per le funzioni <strong>delle</strong> quali ci stiamo occupando<br />

adesso, non è possibile prevedere.<br />

È allora il professionista molto giovane, io credo che tutti voi ricorderete il primo giorno, io<br />

lo ricordo benissimo, non so quanti primi giorni nelle varie funzioni diciamo, ma il mio<br />

primo giorno era il primo giorno di qualunque cosa io abbia fatto, penso al primo colloquio<br />

con un ragazzo in carcere, era un giorno in cui avevo la biblioteca in mente e cercavo di<br />

capire quello che dovevo fare, come dirgli di sedersi, come dirgli se era disponibile a parlare<br />

con me, non ero io, erano i libri che cercavo di far parlare. Progressivamente quei libri non<br />

è che non ci stanno più, continuiamo a studiare, a scrivere, a leggere, ma quei libri hanno<br />

cominciato a dialogare con me in situazioni, noi in situazione.<br />

È il professionista riflessivo dice Schön costruisce costantemente a partire dalla pratica un<br />

metodo che diventa il metodo applicato, che dota di nuovi contenuti la teoria che il<br />

professionista ha appreso all’inizio, che può continuare ad approfondire, ma che resta<br />

sempre da un’altra parte. E’ vero quello che dicono gli studenti, i libri non possono dire<br />

tutto, proprio non ci riescono, perché quello che dice tutto è il confronto, l’incontro, il<br />

dialogo fra la professionalità, la professione, le <strong>competenze</strong> del professionista e quello che<br />

la pratica fa emergere, quello che la pratica sollecita. Il professionista però corre, il<br />

professionista ha urgenze, il professionista non ha modo spesso lo so questo, lo so perché è<br />

qualcosa che tutti abbiamo lamentato quando abbiamo lavorato. Io quando lavoravo in<br />

carcere minorile mi lamentavo perché non riuscivo a fermarli, la <strong>Polizia</strong> Penitenziaria si<br />

lamentava, ci lamentavamo tutti perché non c’è modo, lo facciamo <strong>nella</strong> nostra mente, ma<br />

non c’è modo di fermarsi a scrivere, io dico sempre che sono fortunata per il mio mestiere,<br />

il mio mestiere mi impone di scrivere, e allora mi sforzo di trasformare qualcosa che altri<br />

possano capire da quella che è la mia esperienza, ma non sempre questo succede. Il<br />

professionista scrive la relazione, prepara il verbale e lì riflette su quello che fa, ma<br />

raramente ha occasioni belle come queste per tirar fuori che cosa, qualcosa che comunque<br />

fa nel quotidiano.<br />

Dice Schön:- “Il professionista costruisce costantemente la sua teoria quando se ne accorge,<br />

se ne accorge nel momento del caso dubbio, nel momento del caso incerto, nel momento in<br />

cui rapidamente perché non c’è tempo, perché c’è un obiettivo, perché si deve fare una cosa<br />

insomma. Voi sapete di cosa sto parlando, io non lo so <strong>nella</strong> pratica, lo so teoricamente<br />

quello che voi fate, e si chiede:- “Cosa significa per questa situazione?”, “Cosa si fa in<br />

questa situazione?” -queste sono due domande che noi ci facciamo sempre, anche in questo<br />

momento al di la dell’implicito, io mi sono chiesta che cosa è questa situazione, cosa si fa<br />

in questa situazione, ma oramai è implicito, beh lo so cosa si fa in questa situazione, beh lo<br />

so cosa si fa quando si entra in aula per far lezione agli studenti, e lo faccio perché fa parte<br />

del mio mestiere. Ben sapete come si raccoglie una dichiarazione, come si scrive un<br />

verbale, ben sappiamo tutto questo, ma ci sono dei momenti in cui ce lo richiediamo in<br />

maniera esplicita, cioè quelle domande che fanno parte <strong>della</strong> nostra routine, brutta parola<br />

routine, ma che fanno parte del nostro bagaglio, ce le chiediamo perché quello è un<br />

momento di difficoltà. In quel momento il professionista riflessivo, dice Schön, tocca la sua<br />

teoria, la tocca concretamente, e si rende conto se solo avesse tempo di fermarsi o di<br />

scriverlo, a volte lo può fare forse, si rende conto che negli anni <strong>della</strong> sua professione ha<br />

affrontato tante difficoltà e ha individuato tante strategie per gestire quelle difficoltà, per<br />

fronteggiarle. Come utilizziamo il nostro linguaggio psicologico, le strategie di coping, cioè<br />

tutti incontriamo professionalmente <strong>delle</strong> particolari situazioni molto problematiche e<br />

LXVII

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!