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Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle ...

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Tesi di dottorato in Scienze <strong>della</strong> Governance e Sistemi complessi - XXI ciclo - Dott. Anna Bussu<br />

<strong>Funzioni</strong> e <strong>competenze</strong> <strong>della</strong> <strong>Polizia</strong> <strong>Giudiziaria</strong> <strong>nella</strong> <strong>raccolta</strong> <strong>delle</strong> dichiarazioni probatorie.<br />

La sfida di Musatti e di tutti quelli che, anche dei giuristi, di tutti quelli che criticano e che<br />

mettono in evidenza i rischi di travisamento e d’influenzamento <strong>della</strong> testimonianza,<br />

questa sfida è stata <strong>raccolta</strong> per quanto riguarda i bambini con una raccomandazione che ci<br />

dice pensiamoci prima, mettiamo il bambino testimone in condizioni non solo protette<br />

rispetto all’impatto che può avere ad essere interrogato su un evento come un abuso che<br />

può essere ovviamente perpetrato anche da una persona molto vicina al bambino che<br />

quindi genera in qualche maniera un rischio di rivittimizzazione, di rivittimizzazione<br />

secondaria non solo quindi una preoccupazione protettiva, ma anche una preoccupazione<br />

efficace di capacità di cogliere realmente il valore di una testimonianza che rifletta ciò che<br />

il bambino riporta e non ciò che il bambino sente di dover dire in quella situazione. Quindi<br />

si è incominciato un dibattito su questi aspetti e confrontandoci con la ricchissima<br />

letteratura internazionale che nel frattempo ci metteva a disposizione ricerche sui falsi<br />

ricordi, sui ricordi recuperati, sulle suggestioni che possono essere esercitate nei confronti<br />

dei bambini. Quindi si raccomandava di uscire dal doppio stereotipo del bambino come<br />

testimone innocente che non può che dire la verità, uno stereotipo molto forte,<br />

assolutamente falso, perché il bambino è un testimone innocente, ma può essere<br />

influenzato attraverso varie modalità, il bambino ad un’età molto precoce sa e riesce a<br />

mentire e l’altro stereotipo, l’altro polo rigido, per iniziare, che è quello del bambino che è<br />

così suggestionabile che non dice mai la verità.<br />

Questi due poli sono i rischi di chi lavora in questo ambito perché possono talora generare<br />

<strong>delle</strong> credenze nell’operatore, nel giudice, ma anche negli psicologi e negli operatori sociali<br />

che possono ovviamente influenzare il bambino. Le ricerche ci dicono che il bambino può<br />

essere un buon testimone e che ha capacità testimoniali. La stessa legislazione italiana non<br />

fa riferimento all’età a partire dalla quale il bambino può essere ascoltato, non c’è un’età<br />

minima, il bambino può essere ascoltato a partire da qualunque età. La legge italiana dice<br />

che il bambino può essere sempre ascoltato, ma deve essere valutata la sua attendibilità,<br />

quindi può essere ascoltato anche a tre anni, per ciò che psicologicamente significa<br />

ascoltare, cioè osserva anche prima dei tre anni. Quindi noi possiamo osservare un<br />

bambino e cogliere i segnali del suo disagio e cogliere anche le sue parole fin da quando il<br />

bambino comincia a pronunciarle. Ma è importante ovviamente che noi adulti siamo<br />

responsabili e competenti nell’ interpretare queste parole secondo le <strong>competenze</strong> e secondo<br />

il vaglio, che comunque deve essere fatto. Fra i diritti del processo rimane ed è<br />

fondamentale il diritto dell’accusato ad avere il giusto processo; non è che l’accusato che si<br />

trova accusato in un processo in cui un bambino lo accusa deve limitare i suoi diritti, non<br />

dovrebbe essere così. Quindi la sfida agli esperti è particolarmente alta, perché il problema<br />

è particolarmente difficile.<br />

In Italia oggi ci sono dei centri di eccellenza come quelli presso cui anche molti di noi<br />

lavorano: il Telefono Azzurro di Roma, altri centri che in Italia stanno nascendo in varie<br />

città italiane, e oggi questo Centro per esempio dapprima con il giudice ordinario e il<br />

giudice del tribunale dei minorenni che ascoltano il bambino in modo protetto con persone<br />

che hanno una qualificazione altissima nell’ascoltare il bambino, che sono preparati e che<br />

usano strumenti standardizzati a livello internazionale, come la step wise interview e<br />

l’intervista cognitiva e che continuamente riflettono su queste procedure e su queste<br />

modalità. La psicologia giuridica <strong>della</strong> Sapienza di Roma da cui nasciamo, sia io che la<br />

Prof. Patrizi, ha il vanto di poter dire di aver formato il primo gruppo di psicologi che si<br />

sono proiettati in questa direzione e che oggi contano molti altri operatori in varie parti<br />

d’Italia, in varie regioni, ed io penso che questo potrà succedere anche a Sassari. Qui c’è un<br />

progetto che riguarda anche Sassari.<br />

XII

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