Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle ...
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Tesi di dottorato in Scienze della Governance e Sistemi complessi - XXI ciclo - Dott. Anna Bussu Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle dichiarazioni probatorie. La replicabilità della ricerca (codifica esterna) è insita nell’impianto metodologico, perché abbiamo selezionato un “campione teorico”, così come suggerito dalla Grounded Theory, esperto, per antonomasia, sulle dichiarazioni probatorie e sulle esigenze, personale e di gruppo, di formazione. I partecipanti hanno una modalità operatività legata allo specifico Corpo a cui appartengono, che si “specializza” seconda la sede di lavoro in risposta per esempio, ma non solo, alla particolarità delle organizzazioni criminali radicate nel contesto (per es. sequestri e attentati in Sardegna, organizzazioni mafiose in Sicilia, n’drangheta in Calabria e camorra in Campania, etc.). I partecipanti dei focus group, avendo un’esperienza pluridecennale ed essendo stati “in mobilità” in tutta Italia, hanno rielaborato con le loro riflessioni esperienze fatte durante la loro carriera nelle diverse sedi, questo dimostra che non si tratta di modalità operative che rispecchiano solamente le esigenze di un contesto locale, ma realtà nazionali, aspetti che confermano la replicabilità della ricerca. Infine il nostro processo di interpretazione oltre ad essere stato iterattivo e progressivo (perché, come abbiamo affermato precedentemente, non si è trattato di un percorso di analisi “lineare”, ma “siamo tornati indietro” in merito alla riflessione di diversi nodi concettuali, “scoprendo” e riflettendo su aspetti nuovi, che prima non avevamo evidenziato adeguatamente) e ricorsivo (ci siamo riferiti a fasi e obiettivi di percorso precedenti) è stato anche olistico perché in ogni elemento è presente l’intero processo (Seidel, 1998). Abbiamo cercato inoltre di rispettare i criteri sulla qualità previsti dall’approccio della “Grounded theory”(Henwood, Pidgeon, 1992; Strauss e Corbin, 1990, 1998), citati nel capitolo dei metodi. 206
Tesi di dottorato in Scienze della Governance e Sistemi complessi - XXI ciclo - Dott. Anna Bussu Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle dichiarazioni probatorie. 10. Conclusioni e implicazioni della ricerca: Quali prospettive? Diversi studi internazionali, volti a individuare l'abilità degli operatori delle Forze dell’Ordine nel comprendere se un resoconto sia o meno falso (Vrij, Edward, Bull, 2001; Vrij, Mann, 2001), hanno fatto emergere che, in merito allo “smascheramento della menzogna”, contrariamente a quanto si possa immaginare, non si è riscontrata una maggiore competenza tra investigatori, Magistrati e Forze dell’Ordine, rispetto a persone che non operano nei contesti legati alla Giustizia e non hanno specializzazioni in merito. L’unica eccezione è data dagli agenti federali per i quali la capacità di discriminare un falso racconto arriva al 70% di accuratezza (Ekman, O'Sullivan,1991; Ekman, O'Sullivan, Frank,1999). Altri studi sulla falsa testimonianza fanno emergere, poi, la predisposizione dei sospetti rei a ingannare e manipolare l’operatore giudiziario per occultare la veridicità del fatto criminoso, al fine di evitare la condanna. A tale proposito Vrij e Semin (1996) hanno scoperto che i detenuti, se messi a confronto con Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, doganieri, investigatori e studenti, risultano la categoria maggiormente consapevole rispetto ai comportamenti esperiti e di aver un più elevato autocontrollo degli stessi in situazione di “menzogna”. Aspetto che potrebbe essere spiegato con l’aver ottenuto grazie alla strutturazione di “strategie dell’ inganno”, acquisite durante l’evoluzione della propria carriera deviante, diversi rinforzi positivi, in termini di obiettivo raggiunto, riconoscimento altrui etc., messe in atto nel corso della propria vita. In relazione a studi specifici sulle caratteristiche del profilo criminale e della carriera deviante del deviante, in seno ad una ricerca regionale coordinata dalla Prof. Antonietta Mazzette, Responsabile del Centro Studi Urbani (Dipartimento di Economia Istituzioni e Società dell'Università di Sassari), la Prof. Patrizi e la sottoscritta si sono occupate in una prima fase degli stalkers (Patrizi, Bussu, 2006a; 2006b) e, nella seconda fase, del profilo del sex offender. 207
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Tesi di dottorato in Scienze <strong>della</strong> Governance e Sistemi complessi - XXI ciclo - Dott. Anna Bussu<br />
<strong>Funzioni</strong> e <strong>competenze</strong> <strong>della</strong> <strong>Polizia</strong> <strong>Giudiziaria</strong> <strong>nella</strong> <strong>raccolta</strong> <strong>delle</strong> dichiarazioni probatorie.<br />
10. Conclusioni e implicazioni <strong>della</strong> ricerca: Quali prospettive?<br />
Diversi studi internazionali, volti a individuare l'abilità degli operatori <strong>delle</strong><br />
Forze dell’Ordine nel comprendere se un resoconto sia o meno falso (Vrij, Edward,<br />
Bull, 2001; Vrij, Mann, 2001), hanno fatto emergere che, in merito allo<br />
“smascheramento <strong>della</strong> menzogna”, contrariamente a quanto si possa immaginare,<br />
non si è riscontrata una maggiore competenza tra investigatori, Magistrati e Forze<br />
dell’Ordine, rispetto a persone che non operano nei contesti legati alla Giustizia e<br />
non hanno specializzazioni in merito.<br />
L’unica eccezione è data dagli agenti federali per i quali la capacità di<br />
discriminare un falso racconto arriva al 70% di accuratezza (Ekman,<br />
O'Sullivan,1991; Ekman, O'Sullivan, Frank,1999). Altri studi sulla falsa<br />
testimonianza fanno emergere, poi, la predisposizione dei sospetti rei a ingannare e<br />
manipolare l’operatore giudiziario per occultare la veridicità del fatto criminoso, al<br />
fine di evitare la condanna.<br />
A tale proposito Vrij e Semin (1996) hanno scoperto che i detenuti, se messi a<br />
confronto con <strong>Polizia</strong> di Stato, <strong>Polizia</strong> Penitenziaria, doganieri, investigatori e<br />
studenti, risultano la categoria maggiormente consapevole rispetto ai<br />
comportamenti esperiti e di aver un più elevato autocontrollo degli stessi in<br />
situazione di “menzogna”. Aspetto che potrebbe essere spiegato con l’aver ottenuto<br />
grazie alla strutturazione di “strategie dell’ inganno”, acquisite durante l’evoluzione<br />
<strong>della</strong> propria carriera deviante, diversi rinforzi positivi, in termini di obiettivo<br />
raggiunto, riconoscimento altrui etc., messe in atto nel corso <strong>della</strong> propria vita.<br />
In relazione a studi specifici sulle caratteristiche del profilo criminale e <strong>della</strong><br />
carriera deviante del deviante, in seno ad una ricerca regionale coordinata dalla<br />
Prof. Antonietta Mazzette, Responsabile del Centro Studi Urbani (Dipartimento di<br />
Economia Istituzioni e Società dell'Università di Sassari), la Prof. Patrizi e la<br />
sottoscritta si sono occupate in una prima fase degli stalkers (Patrizi, Bussu, 2006a;<br />
2006b) e, <strong>nella</strong> seconda fase, del profilo del sex offender.<br />
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