Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle ...

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30.05.2013 Views

Tesi di dottorato in Scienze della Governance e Sistemi complessi - XXI ciclo - Dott. Anna Bussu Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle dichiarazioni probatorie. partecipanti, possa incidere su una percezione sociale negativa, in merito alla loro funzione come tutori della sicurezza pubblica. 140

Tesi di dottorato in Scienze della Governance e Sistemi complessi - XXI ciclo - Dott. Anna Bussu Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle dichiarazioni probatorie. 3. Dichiarazioni probatorie Il nostro Psicologo del Ministero, in un corso fatto a Brescia, ci ha proposto di vedere un filmato dove venivano riportati e raccontati dalla mamma di Giuliani i fatti di Genova. Lui la mattina ha fatto una premessa dicendo che non esiste una verità oggettiva, ma la verità è sempre soggettiva anche nel riportare le immagini…nelle immagini uno vede quello che vuole vedere. Dopo la proiezione di questo filmato è successo un macello. Nessuno aveva capito che voleva dimostrare, che non esiste la verità oggettiva. Nel senso che quella aveva il suo stato d’animo da raccontare e il poliziotto aveva il suo stato d’animo nel raccogliere il suo racconto. 141 Focus group - Polizia di Stato II E riprendendo le parole dei partecipanti evidenziamo come questo approccio critico e autoriflessivo sull’“ingannevole illusione che esista una verità oggettiva”, dovrebbe accompagnare sempre l’operatività delle Forze dell’Ordine. Spesso durante le indagini si cerca di dimostrare quello che ci si “costruisce” nella propria mente, aspetto che trova una simbolica e naturale espressione nella funzione della gestione dell’interrogatorio e dell’assunzione di sommarie informazioni, quando la manipolazione e la suggestione, ad essa conseguenti ne diventano, come vedremo durante l’analisi, un “devastante” e spesso “incontrollato” effetto. “Spesso succede che noi magari interveniamo, ci facciamo già un'idea di quella che è stata la dinamica dei fatti.. tutto quanto...e quando si va a sentire la persona si rischia quasi di indirizzarla verso quello che noi vogliamo fare” Magari noi abbiamo già un’idea e quando tu lo senti purtroppo rischi di portarlo dove vuoi per avvalorare le tue ipotesi. Noi mettiamo certo un confine però alle volte è un rischio che commetti (Focus group –I Arma dei Carabinieri). Avere comunque la consapevolezza degli effetti delle proprie scelte e delle modalità agite è un’opportunità importante di tutela e di gestione del rischio. In considerazione delle precedenti definizioni tecnico-giuridiche date nel primo capitolo e nella premessa della ricerca, ci soffermeremo direttamente sulla gestione delle “dichiarazioni probatorie” e sulle difficoltà ad esse legate.

Tesi di dottorato in Scienze <strong>della</strong> Governance e Sistemi complessi - XXI ciclo - Dott. Anna Bussu<br />

<strong>Funzioni</strong> e <strong>competenze</strong> <strong>della</strong> <strong>Polizia</strong> <strong>Giudiziaria</strong> <strong>nella</strong> <strong>raccolta</strong> <strong>delle</strong> dichiarazioni probatorie.<br />

3. Dichiarazioni probatorie<br />

Il nostro Psicologo del Ministero, in un corso fatto a Brescia, ci ha proposto di vedere un filmato<br />

dove venivano riportati e raccontati dalla mamma di Giuliani i fatti di Genova. Lui la mattina ha<br />

fatto una premessa dicendo che non esiste una verità oggettiva, ma la verità è sempre soggettiva<br />

anche nel riportare le immagini…nelle immagini uno vede quello che vuole vedere. Dopo la<br />

proiezione di questo filmato è successo un macello.<br />

Nessuno aveva capito che voleva dimostrare, che non esiste la verità oggettiva. Nel senso che<br />

quella aveva il suo stato d’animo da raccontare e il poliziotto aveva il suo stato d’animo nel<br />

raccogliere il suo racconto.<br />

141<br />

Focus group - <strong>Polizia</strong> di Stato II<br />

E riprendendo le parole dei partecipanti evidenziamo come questo approccio<br />

critico e autoriflessivo sull’“ingannevole illusione che esista una verità oggettiva”,<br />

dovrebbe accompagnare sempre l’operatività <strong>delle</strong> Forze dell’Ordine.<br />

Spesso durante le indagini si cerca di dimostrare quello che ci si “costruisce”<br />

<strong>nella</strong> propria mente, aspetto che trova una simbolica e naturale espressione <strong>nella</strong><br />

funzione <strong>della</strong> gestione dell’interrogatorio e dell’assunzione di sommarie<br />

informazioni, quando la manipolazione e la suggestione, ad essa conseguenti ne<br />

diventano, come vedremo durante l’analisi, un “devastante” e spesso<br />

“incontrollato” effetto.<br />

“Spesso succede che noi magari interveniamo, ci facciamo già un'idea di quella che è stata la<br />

dinamica dei fatti.. tutto quanto...e quando si va a sentire la persona si rischia quasi di indirizzarla<br />

verso quello che noi vogliamo fare” Magari noi abbiamo già un’idea e quando tu lo senti purtroppo<br />

rischi di portarlo dove vuoi per avvalorare le tue ipotesi. Noi mettiamo certo un confine però alle<br />

volte è un rischio che commetti (Focus group –I Arma dei Carabinieri).<br />

Avere comunque la consapevolezza degli effetti <strong>delle</strong> proprie scelte e <strong>delle</strong><br />

modalità agite è un’opportunità importante di tutela e di gestione del rischio.<br />

In considerazione <strong>delle</strong> precedenti definizioni tecnico-giuridiche date nel primo<br />

capitolo e <strong>nella</strong> premessa <strong>della</strong> ricerca, ci soffermeremo direttamente sulla gestione<br />

<strong>delle</strong> “dichiarazioni probatorie” e sulle difficoltà ad esse legate.

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