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P.N.E.I. E HEALTHY AGING - Maria Corgna

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RIASSUNTO<br />

LECTURE<br />

La P.N.E.I. è attinente ai processi biologici<br />

e psicologici e a quelle condizioni<br />

che tendono ad essere associate ai fenomeni<br />

di aging.<br />

Una ridotta “riserva organica” può essere<br />

definita come insufficiente capacità<br />

di adattamento allo stress; la “riserva<br />

organica” si rapporta all’età biologica.<br />

Alterazione della funzionalità mitocondriale,<br />

stress ossidativo, sindrome X, infiammazione,<br />

stress psicologico e rallentamento<br />

dei processi di disintossicazione<br />

caratterizzano l’invecchiamento.<br />

L’immunosenescenza coinvolge vari<br />

aspetti della funzione immunitaria, tra<br />

cui diminuzione della popolazione di cellule<br />

T naive, diminuzione della funzione<br />

delle cellule T, aumento degli autoanticorpi<br />

e modificazione delle citochine.<br />

Gli anziani “sani”, inclusi i centenari, mostrano<br />

differenze poco significative nel<br />

profilo immunitario rispetto ai giovani.<br />

Gli anziani “sani” mostrano totale integrità<br />

dei processi cognitivi e un reale benessere<br />

psicologico, suggerendo che<br />

l’invecchiamento riflette processi paralleli<br />

nei sistemi immunitari e nel sistema<br />

nervoso centrale. L’attivazione immunitaria<br />

associata sia all’invecchiamento<br />

(aumento dei recettori alle IL 2) che alla<br />

depressione (aumentata produzione di IL<br />

1) può essere implicata nella degenerazione<br />

dei fenomeni cognitivi nell’anziano.<br />

I linfociti dei centenari sani mostrano<br />

maggiore resistenza allo stress ossidativo<br />

e maggiore stabilità genomica. Gli<br />

immunologi che hanno studiato questi<br />

dati nei centenari hanno osservato, in via<br />

informale, che i centenari sani facevano<br />

progetti per il futuro, tolleravano bene<br />

le perdite ed erano anche leggermente<br />

narcisisti!<br />

Le medicine biologiche integrate, così<br />

come le tecniche di rilassamento e specifici<br />

atteggiamenti mentali, costituiscono<br />

la migliore strategia antiage per<br />

le attuali e future generazioni.<br />

PAROLE CHIAVE INVECCHIA-<br />

MENTO, IMMUNOSENESCENZA, SIN-<br />

DROME X<br />

M. <strong>Corgna</strong><br />

ATTI DEL XIX CONGRESSO NAZIONALE DI OMEOPATIA,<br />

OMOTOSSICOLOGIA E MEDICINA BIOLOGICA<br />

Milano, 29 maggio – Roma, 5 giugno 2004<br />

LA MEDICINA BIOLOGICA OTTOBRE - DICEMBRE 2004<br />

P.N.E.I. E <strong>HEALTHY</strong> <strong>AGING</strong><br />

P.N.E.I. AND <strong>HEALTHY</strong> <strong>AGING</strong><br />

Invecchiamento e senescenza sono legati,<br />

oltre alla componente genetica,<br />

alla somma di stressori cognitivi e non<br />

cognitivi cui il soggetto è esposto nel<br />

corso della vita (FIG. 1).<br />

La risposta immunitaria si modifica con<br />

l’età. Anche la sintesi di citochine, modulante<br />

lo scambio di informazioni tra<br />

Sistema Immunitario e Sistema Nervoso<br />

Centrale/Autonomo, si modifica nel<br />

corso degli anni [1].<br />

L’invecchiamento dipende anche da fattori<br />

psicosociali e biologici che incidono<br />

in modo variabile sul terreno di un<br />

individuo.<br />

Mi sembra opportuno sottolineare che<br />

l’aging inizi dalla nascita e “affondi” le<br />

sue radici tanto nella sfera cognitivoemozionale<br />

quanto in quella non co-<br />

SUMMARY: P.N.E.I. is relevant to the psychological<br />

and biological processes and conditions<br />

that tend to be associated with aging.<br />

A reduced “organic reserve” could be defined<br />

as an impaired stress adaptation; the organic<br />

reserve correlates well with the biological<br />

age. Altered mytochondrial function, oxidative<br />

stress, X syndrome, inflammation, psychological<br />

stress and slow detoxication<br />

processes characterize aging.<br />

Immunosenescence involves various aspects<br />

of immune function such as decrease in naive<br />

T cell population and T cell functioning, increases<br />

in autoantibodies and modification of<br />

cytokines.<br />

Healthy old people, including centenarians,<br />

show a remarkably little difference in immunity<br />

from young persons. Such healthy old<br />

people are likely to be cognitively intact and<br />

demonstrate psychological wellbeing suggesting<br />

that aging reflects parallel processes<br />

gnitiva (ad esempio, terapie retossiche,<br />

vaccinazioni, antibiotici, cortisonici,<br />

anestesie, impropria assunzione di alcool,<br />

tabacco, cibo, droghe, etc.).<br />

L’immunosenescenza, che è legata ai fenomeni<br />

di aging, si rapporta alla funzione<br />

e alla struttura cerebrale.<br />

Essa rappresenta un fenomeno in cui<br />

possono essere isolati alcuni aspetti fondamentali:<br />

– ridotta proliferazione dei linfociti T<br />

in risposta a mitogeni,<br />

– aumentata apoptosi cellulare,<br />

– aumento della popolazione di linfociti<br />

T con memoria rispetto alla popolazione<br />

dei linfociti T naive con<br />

minore potenzialità di attivazione<br />

della risposta immunitaria [2].<br />

Alla progressiva involuzione timica si<br />

in the Immune and Central Nervous System.<br />

Immune activation associated both with<br />

aging (increased IL 2 receptors) and depression<br />

(increased IL 1 production) may contribute<br />

to cognitive problems in elderly persons.<br />

Healthy centenarians’ lymphocytes have increased<br />

resistance to oxidative stress and<br />

high genomic stability.<br />

The immunologists reporting these findings<br />

in centenarians informally did some psychological<br />

observations. They observed healthy<br />

centenarians to be future-oriented, tolerant<br />

of losses and a bit narcissistic!<br />

Integrated biological therapies, relaxation<br />

techniques and specific mental attitudes represent<br />

the ideal antiage strategy for present<br />

and future generations.<br />

KEY WORDS: <strong>AGING</strong>, IMMUNOSENESCENCE,<br />

X SYNDROME<br />

49


LA MEDICINA BIOLOGICA OTTOBRE - DICEMBRE 2004<br />

accompagna aumentata sintesi di citochine<br />

proinfiammatorie, come la IL-6<br />

che, secondo un numero crescente di<br />

Autori, può rappresentare un marker indiretto<br />

di alcuni fenomeni di degenerazione<br />

cognitiva.<br />

La ridotta sintesi di immunoglobuline si<br />

accompagna anche ad aumento della<br />

risposta autoimmune.<br />

Il Sistema Endocrino si adatta ai fenomeni<br />

di immunosenescenza con risposte<br />

integrate: alla riduzione della sintesi<br />

di GH, T3, DHEA, DHEAS, pregnenolone,<br />

testosterone, estradiolo ed<br />

IGF1 (la cui diminuzione sembra avere<br />

un ruolo protettivo nei confronti del<br />

ca. mammario e prostatico) si accompagna<br />

un fenomeno di crescita proporzionale<br />

di FSH, LH, ACTH, prolattina,<br />

cortisolo, NA ed insulina. L’aumentata<br />

sintesi di questi ultimi sembrerebbe attribuibile<br />

ad un aumento dei fenomeni<br />

di resistenza recettoriale [3],[4].<br />

I ricercatori si sono da sempre interro-<br />

50<br />

Stress<br />

cognitivo<br />

Stress<br />

non cognitivo<br />

STRESS<br />

FIG. 2<br />

Breve<br />

termine<br />

Lungo<br />

termine<br />

Breve<br />

termine<br />

Lungo<br />

termine<br />

gati sull’ormone della giovinezza.<br />

Questa ricerca si è rivelata futile: il GH<br />

produceva una lunga lista di effetti collaterali<br />

e minimi effetti positivi [5]; Il<br />

DHEA ad alti dosaggi migliorava la forza<br />

degli uomini ma non delle donne<br />

[6]. Anche il ruolo della melatonina è<br />

stato ridimensionato [7], così come gli<br />

effetti sulla memoria dell’ormone madre<br />

o pregnenolone che sembrano essere limitati<br />

all’animale da esperimento [8].<br />

La sindrome da iperinsulinismo-insulino<br />

resistenza è diffusa nelle persone anziane.<br />

Aumentati livelli di cortisolo nell’anziano<br />

antagonizzano l’azione dell’insulina,<br />

deprimono la funzione immunitaria<br />

e sono legati ai fenomeni di perdita della<br />

memoria tipici dell’anziano.<br />

L’invecchiamento altera anche alcuni<br />

circuiti feedback; ad esempio la regolazione<br />

dell’asse HPA viene ad indebolirsi<br />

con l’età provocando un aumento<br />

della spinta autoimmune, come dimostrato<br />

da alcuni studi su animali nei quali<br />

l’infusione di interleuchina 1 non in-<br />

Salute<br />

Malattia<br />

Salute<br />

Malattia<br />

FIG. 1<br />

Stressori cognitivi e<br />

non cognitivi in<br />

rapporto all’aging.<br />

duce significativa risposta CRH, ACTH,<br />

cortisolo [9].<br />

Alcuni Autori considerano la depressione<br />

una patologia infiammatoria: infatti i<br />

pazienti depressi presentano aumentate<br />

concentrazioni plasmatiche di IL-1,<br />

IL-2, IL-6, TNF, INF gamma, PCR e complemento<br />

[10]. È possibile che i deficit<br />

cognitivi reversibili associati alla pseudodemenza<br />

indotta da depressione nell’anziano<br />

siano legati alle citochine<br />

proinfiammatorie.<br />

La privazione di sonno, così tipica nell’anziano,<br />

si accompagna a fenomeni<br />

infiammatori e di immunodepressione,<br />

come l’aumento della sintesi di IL-1 e la<br />

diminuzione dell’attività NK [11], [12].<br />

– Quali sono gli antidoti naturali alla senescenza<br />

del Sistema Immunitario?<br />

La risposta è in parte rappresentata dallo<br />

stile di vita: infatti, l’attività fisica da<br />

un lato, e la pratica costante di tecniche<br />

di rilassamento e respirazione dall’altra,<br />

garantirebbero una migliore risposta<br />

NK, un’aumentata sintesi di linfociti<br />

CD8 e un meno rapido declino di attività<br />

delle cellule T.<br />

Alcuni studi hanno rilevato che la religiosità<br />

può far diminuire la sintesi di IL-<br />

6 e citochine proinfiammatorie.<br />

Alcuni immunologi hanno constatato<br />

che il profilo immunitario di centenari<br />

sani somiglia molto a quello di giovani<br />

adulti in buona salute: in particolare<br />

mostra un aumento dei linfociti T naive,<br />

aumentata proliferazione dei linfociti T,<br />

decremento dei fenomeni di autoimmunità,<br />

maggiore resistenza allo stress<br />

ossidativo e maggiore globale stabilità<br />

genomica [13], [14].<br />

Osservano inoltre, quantunque in modo<br />

informale, che alcune caratteristiche<br />

psicologiche sembrano essere alla base<br />

della migliore immunocompetenza<br />

e, cioè, la capacità di guardare al futuro,<br />

di tollerare le perdite e conservare<br />

un pizzico di sano narcisismo.<br />

Si delinea il ruolo fondamentale di due<br />

gruppi di farmaci omotossicologici nell’aging<br />

: gli organoterapici Suis come<br />

GLANDULA THYMI, GLANDULA SU-<br />

PRARENALIS, CORPUS PINEALE, TESTIS,<br />

OVARIUM, HYPOPHYSIS, da un lato, e i<br />

catalizzatori del ciclo di Krebs, dall’altro.


Da tempo immemorabile, alcuni saggi<br />

indiani praticano segrete tecniche di Pranayama<br />

che conducono all’arresto volontario<br />

dell’attività cardiaca e della funzione<br />

respiratoria cui consegue la cessazione<br />

temporanea dei fenomeni metabolici<br />

e di invecchiamento cellulare.<br />

Si moltiplicano le evidenze cliniche sul<br />

ruolo terapeutico della respirazione.<br />

James Gordon, psichiatra della Georgetown<br />

University, afferma: “ La tecnica<br />

più semplice e più efficace per proteggere<br />

la vostra salute è rappresentata dal<br />

respiro”. Il respiro non ha aziende produttrici<br />

che debbano sponsorizzare studi<br />

per diffonderne l’utilizzazione. E ancora<br />

aggiunge: “guardati intorno nel tuo<br />

ufficio e noterai così poco movimento<br />

nell’addome delle persone che non potrai<br />

non chiederti come facciano a rimanere<br />

in vita!!”…<br />

Secondo Peeke del National Institute of<br />

Health, la risposta di attivazione ad<br />

eventi stressanti, sintetizzata nell’aforisma<br />

fight or flight, che ha consentito ai<br />

nostri antenati di sopravvivere, si è trasformata<br />

in una reazione “stew and<br />

chew” che letteralmente significa “ribolli<br />

e mastica” (FIG. 2).<br />

Franklin Roosevelt era solito affermare:<br />

“l’immagine della vittoria è talmente<br />

forte che so che succederà così”.<br />

Coué, farmacista e studioso francese dei<br />

primi del ‘900, affermava: “ogni idea<br />

presente nella mente tende a diventare<br />

realtà. L’intensità di una suggestione è<br />

proporzionale all’emozione che l’accompagna”.<br />

Numerose prove sperimentali hanno<br />

evidenziato il rapporto tra salute e cervello<br />

vigile e quieto, in particolare [15]:<br />

– regolazione della cortisolemia<br />

– miglioramento della memoria<br />

– aumentata sintesi di melatonina<br />

– diminuzione della sintesi di catecolamine<br />

– aumento della sintesi di serotonina,<br />

DHEA, testosterone.<br />

In altre parole, il cervello vigile e quieto<br />

salvaguarda la funzione dei principali<br />

bersagli endocrini dello stress: il surrene<br />

e l’epifisi.<br />

Il British Medical Journal ha pubblicato,<br />

alla fine del 2001, i risultati di un interessante<br />

esperimento interuniversitario<br />

PSICHE<br />

SISTEMA<br />

ENDOCRINO<br />

Sindrome X<br />

o dismetabolica.<br />

FIG. 4<br />

SNC<br />

IPOTALAMO<br />

ORGANO ADIPOSO<br />

TRATTO GI<br />

Ossidazione Resistina<br />

dei gruppi di Pavia e Firenze diretti da<br />

Luciano Bernardi [16], [17].<br />

– 23 giovani adulti in buona salute sono<br />

stati studiati dal punto di vista cardiovascolare<br />

e respiratorio mentre recitavano<br />

per alcuni minuti l’Avemaria in<br />

latino o un mantra famoso come “om<br />

mani padme om” che posseggono un’identica<br />

struttura recitativa.<br />

La respirazione dei partecipanti si è sincronizzata<br />

sulla frequenza di 6 atti/minuto,<br />

mentre la frequenza respiratoria<br />

fisiologica è di 14 atti/minuto.<br />

Tale frequenza respiratoria coincide con<br />

il ritmo endogeno della pressione sanguigna<br />

caratterizzato dalla fluttuazione<br />

dei valori pressori in alto e in basso ogni<br />

10 secondi circa. L’onda di Mayer, dal<br />

nome del fisiologo che per primo la descrisse,<br />

deriva dal controllo del SNA sulla<br />

pressione arteriosa.<br />

L’appiattimento dei ritmi endogeni risulta<br />

essere predittivo di un rischio futuro<br />

anche dopo infarto miocardico,<br />

mentre la sincronizzazione del ritmo re-<br />

LA MEDICINA BIOLOGICA OTTOBRE - DICEMBRE 2004<br />

SISTEMA<br />

NEUROIMMUNO-<br />

ENDOCRINO<br />

ENTERICO<br />

SISTEMA<br />

IMMUNITARIO<br />

IL 1<br />

IL 6<br />

TNF α<br />

FIG. 3<br />

DHEA<br />

androgeni<br />

PAI 1<br />

Fibrogeno<br />

spiratorio su una frequenza di 6 atti/minuto<br />

ha effetti positivi anche sull’attività<br />

cardiaca.<br />

RISERVA ORGANICA<br />

Ruolo del tratto GI e<br />

dell’organo adiposo a<br />

ponte tra Sistema<br />

endocrino ed<br />

Immunità. Per gentile<br />

concessione della<br />

Prof.ssa C. Lubrano.<br />

Obesità<br />

centripeta<br />

FFA, TNF α Insulino resistenza<br />

Tolleranza<br />

al glucosio<br />

NASH<br />

Dislipidemia<br />

Il concetto di riserva organica riassume<br />

la capacità di adattamento a situazioni<br />

stressanti. L’aumento dell’età biologica<br />

si rapporta alla riduzione della riserva<br />

organica.<br />

I recenti studi P.N.E.I. hanno evidenziato<br />

il ruolo “ponte” dell’organo adiposo<br />

e del tratto GI nei confronti del Sistema<br />

Endocrino e Sistema Immunitario (FIG.<br />

3). Il tratto GI esprime la massima concentrazione<br />

di matrice interstiziale,<br />

mentre l’organo adiposo rappresenta<br />

un’importante chiave di regolazione<br />

neuroendocrina.<br />

Per quanto riguarda il primo aspetto, ricordo<br />

che l’intestino nella propria componente<br />

NEI rappresenta un fattore di<br />

modulazione della funzione cerebrale e<br />

51


LA MEDICINA BIOLOGICA OTTOBRE - DICEMBRE 2004<br />

Ruolo fisiopatologico<br />

della Resistina.<br />

da Berger A., BMJ 2001;<br />

322:193.<br />

neurovegetativa. L’Agopuntura, alcuni<br />

millenni fa, metteva in luce il rapporto tra<br />

Intestino e depressione! Disbiosi, alimentazione<br />

inadeguata e stress cognitivo<br />

possono fare dell’intestino un gigantesco<br />

campo di disturbo per l’intera Regolazione<br />

di Base. Poichè l’intestino è ricco<br />

di paraneuroni e sostanza fondamentale,<br />

da esso parte lo stimolo (immunitario)<br />

che consente di trasformare i fenomeni<br />

vegetativi in fenomeni coscienti.<br />

– Tipica della senescenza è la sindrome<br />

X o sindrome dismetabolica (FIG. 4).<br />

Tutti gli animali, uomo incluso, presentano<br />

una minore capacità di regolazione<br />

del metabolismo glucidico e ciò rappresenta<br />

uno dei elementi principali<br />

dell’invecchiamento biologico.<br />

La sindrome X riconosce come momento<br />

etiopatogenetico fondamentale<br />

lo stato di iperinsulinismo e di insulinoresistenza.<br />

Reaven, nel 1980, riconobbe la presenza<br />

di una resistenza all’insulina nella<br />

maggioranza dei pazienti affetti da al-<br />

52<br />

FIG. 5<br />

FIG. 6<br />

Profilo analitico della<br />

disglicemia.<br />

terata tolleranza al glucosio, nei diabetici<br />

non insulinodipendenti e in un’alta<br />

percentuale di individui non obesi con<br />

normale tolleranza al glucosio.<br />

L’insulina è ormone anabolico che regola<br />

l’espressione di numerosi geni codificanti<br />

gli ormoni steroidei (DHEA,<br />

pregnenolone, androgeni, estrogeni) ed<br />

i sistemi enzimatici di disintossicazione.<br />

Attiva le citochine proinfiammatorie<br />

come IL-1, IL-6, TNF alfa ed interferone<br />

gamma.<br />

Inoltre, si ritiene possa alterare l’espressione<br />

del DNA mitocondriale, provocando<br />

difetti della fosforilazione ossidativa<br />

in soggetti predisposti.<br />

Nel complesso sindromico rappresentato<br />

dalla sindrome X, si osservano obesità<br />

centripeta, steatosi epatica non alcolica<br />

(NASH) [18,19], dislipidemia<br />

(ipetrigliceridemia, riduzione del colesterolo<br />

HDL, aumento delle LDL piccole<br />

e dense), aumento dei fattori protrombotici<br />

ed antifibrinolitici (aumento<br />

del PAI 1 e fibrinogeno).<br />

Nel topo e nell’uomo è stata isolata una<br />

famiglia di molecole RELMs simili ad un<br />

ormone recentemente isolato dal tessuto<br />

adiposo definito resistina (20) (FIG. 5).<br />

Questo peptide viene secreto dagli adipociti<br />

in relazione al grasso di deposito<br />

ed è in grado di indurre insulinoresistenza:<br />

la sua sintesi è stimolata anche<br />

dagli acidi grassi liberi (FFA) e dal TNF<br />

alfa [21, 22].<br />

Recentemente è stato ipotizzato che l’iperleptinemia<br />

caratteristica dell’obesità<br />

e dell’insulinoresistenza possa, da sola<br />

o in sinergia con l’iperinsulinemia, causare<br />

le modificazioni caratteristiche della<br />

sindrome (23).<br />

Il GLP1 prodotto dalle cellule L intestinali,<br />

in associazione al proglucagone,<br />

sembra essere responsabile dell’iperplasia<br />

delle cellule beta insulari e<br />

della ridotta clearance epatica dell’insulina.<br />

La sindrome metabolica potrebbe essere<br />

interpretata come una malattia da civilizzazione:<br />

ne è stata proposta, infatti,<br />

una patogenesi neuroendocrina mediata<br />

da un’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-corticosurrene,<br />

causata da<br />

stress cronico: in Letteratura sono riportati<br />

sia casi di esaltata responsività al<br />

CRF ed alla VP che esaurimento corticosurrenalico<br />

da stress prolungato.<br />

La sindrome metabolica si accompagna<br />

ad ipercortisolismo ed aumentata conversione<br />

periferica del cortisolo in cortisone<br />

con alterazione del feed-back associata<br />

ad aumento del metabolismo<br />

dei glicocorticoidi nel tessuto adiposo<br />

addominale con iperproduzione locale<br />

di cortisolo [24,25].<br />

E’ consigliabile, pertanto, effettuare periodicamente<br />

il profilo analitico della<br />

disglicemia (FIG. 6): in particolare glucosio<br />

ed insulina basali e postprandiali,<br />

HbA1c che misura lo zucchero in grado<br />

di legarsi a proteine dei globuli rossi,<br />

fruttosamina, DHEA, cortisolo, IGF1<br />

i cui livelli aumentati sono stati correlati<br />

a maggiore incidenza di ca. prostatico<br />

e mammario.<br />

Resistenza insulinica ed iperinsulinismo<br />

sono coinvolti nei processi di deplezione<br />

del DHEA surrenalico attraverso l’attivazione<br />

della via biochimica del cortisolo.


La terapia omotossicologica della sindrome<br />

metabolica verterà, pertanto, sull’utilizzazione<br />

di alcuni organoterapici<br />

come Pankreas suis -Injeel e nosodi come<br />

Adeps suillus -Injeel, Glandula suprarenalis<br />

suis -Injeel e composti tissutali<br />

specifici come Lycopodium compositum<br />

fiale.<br />

Tra i farmaci composti, particolarmente<br />

utile è Syzygium compositum gocce<br />

(10 gocce tre volte al giorno prima dei<br />

pasti principali) nei soggetti che presentino<br />

insulinoresistenza di grado elevato<br />

(insulina a digiuno >25 µU/ml e<br />

dopo stimolo > 200 µ/U ml) e/o ridotta<br />

tolleranza al glucosio.<br />

In conclusione l’aging è un fenomeno<br />

complesso e multifattoriale le cui basi<br />

si pongono sin dal concepimento. Le<br />

terapie biologiche si rivelano di grande<br />

interesse ai fini della regolazione della<br />

matrice, mentre appare chiaro che un<br />

armonico equilibrio psicoemozionale<br />

rappresenti un presupposto fondamentale<br />

di giovinezza. <br />

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Indirizzo dell’Autore:<br />

Prof.ssa <strong>Maria</strong> <strong>Corgna</strong><br />

– Specialista in Endocrinologia<br />

e Malattie Dismetaboliche<br />

C/o European Hospital<br />

Via Portuense, 700<br />

00148 - Roma<br />

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