Cos'è l'osteoporosi e come trattarla - CNA Pensionati

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30.05.2013 Views

del DOTT. ALESSANDRO DI GRAZIA Specialista in reumatologia, fisiatra - Consulente Tribunale di Roma Cos’è l’osteoporosi e come trattarla La velocità di perdita dell’osso cresce con l’avanzare dell’età, sia per l’effetto dell’invecchiamento, sia perché la quantità globale di ormoni, per lo più femminili (estrogeni) con funzione di agenti antiriassorbitivi ossei, diminuisce con l’età. Tutto ciò si aggiunge al fatto che il patrimonio scheletrico acquisito alla maturità dalla donna è certamente inferiore rispetto all’uomo. Per questi motivi le donne sono esposte ad un rischio maggiore di sviluppare osteoporosi (quattro volte) rispetto agli uomini, e possono incorrere in un episodio di frattura anche in età giovane. Il processo osteoporotico può essere aggravato da una serie di altri disturbi ormonali come ad esempio nella iperfunzione delle paratiroidi, nel diabete mellito e nelle malattie tiroidee. Una causa importante di osteoporosi é anche la presenza di artrite reumatoide, malattia infiammatoria delle articolazioni che comporta se non trattata seriamente gravi menomazioni funzionali. In altri casi, più che una malattia infiammatoria aggiunta, può risultare dannosa per l’osso una terapia protratta per lungo tempo con farmaci come ad esempio gli antiepilettici,gli anticoagulanti specie di tipo eparinico ed in particolare i cortisonici i cui effetti sullo scheletro sono rilevanti specie se assunti per lungo tempo e ad una posologia medio alta. Sono questi agenti proteolitici che sciolgono le proteine dell’osso e antagonizzano l’effetto della vitamina D sull’assorbimento del Salute (seconda parte) calcio dall’intestino, essenziale per la calcificazione della sostanza proteica dell’osso. Ricordo che un altro effetto negativo dei farmaci cortisonici, pur tanto importanti per molte patologie, è quello di determinare una gliconeogenesi, ossia un aumento di glucosio circolante (diabete indotto di secondo tipo) e la deposizione di grasso specie alla faccia e al tronco. L’osteoporosi è anche una conseguenza verdetà 41

del DOTT. ALESSANDRO DI GRAZIA<br />

Specialista in reumatologia, fisiatra - Consulente Tribunale di Roma<br />

Cos’è l’osteoporosi<br />

e <strong>come</strong> <strong>trattarla</strong><br />

La velocità di perdita dell’osso<br />

cresce con l’avanzare dell’età, sia<br />

per l’effetto dell’invecchiamento,<br />

sia perché la quantità globale di<br />

ormoni, per lo più femminili (estrogeni)<br />

con funzione di agenti antiriassorbitivi<br />

ossei, diminuisce con l’età.<br />

Tutto ciò si aggiunge al fatto che il patrimonio<br />

scheletrico acquisito alla maturità<br />

dalla donna è certamente inferiore rispetto<br />

all’uomo.<br />

Per questi motivi le donne sono esposte<br />

ad un rischio maggiore di sviluppare<br />

osteoporosi (quattro volte) rispetto agli<br />

uomini, e possono incorrere in un episodio<br />

di frattura anche in età giovane. Il processo<br />

osteoporotico può essere aggravato<br />

da una serie di altri disturbi ormonali<br />

<strong>come</strong> ad esempio nella iperfunzione delle<br />

paratiroidi, nel diabete mellito e nelle<br />

malattie tiroidee. Una causa importante di<br />

osteoporosi é anche la presenza di artrite<br />

reumatoide, malattia infiammatoria delle<br />

articolazioni che comporta se non trattata<br />

seriamente gravi menomazioni funzionali.<br />

In altri casi, più che una malattia infiammatoria<br />

aggiunta, può risultare dannosa<br />

per l’osso una terapia protratta per lungo<br />

tempo con farmaci <strong>come</strong> ad esempio gli<br />

antiepilettici,gli anticoagulanti specie di<br />

tipo eparinico ed in particolare i cortisonici<br />

i cui effetti sullo scheletro sono rilevanti<br />

specie se assunti per lungo tempo e ad<br />

una posologia medio alta. Sono questi<br />

agenti proteolitici che sciolgono le proteine<br />

dell’osso e antagonizzano l’effetto<br />

della vitamina D sull’assorbimento del<br />

Salute<br />

(seconda parte)<br />

calcio dall’intestino, essenziale per la calcificazione<br />

della sostanza proteica dell’osso.<br />

Ricordo che un altro effetto negativo<br />

dei farmaci cortisonici, pur tanto importanti<br />

per molte patologie, è quello di<br />

determinare una gliconeogenesi, ossia un<br />

aumento di glucosio circolante (diabete<br />

indotto di secondo tipo) e la deposizione<br />

di grasso specie alla faccia e al tronco.<br />

L’osteoporosi è anche una conseguenza<br />

verdetà 41


quasi inevitabile per le persone costrette a letto<br />

per un lungo periodo di tempo.<br />

Sintomi e segni di osteoporosi sono la perdita di<br />

tessuto osseo che avviene lentamente e progressivamente,<br />

senza dare segno di se’, oppure si<br />

accompagna a sintomi di lieve entità. Purtroppo<br />

un numero elevato di soggetti osteoporotici consulta<br />

il medico solo quando avverte un dolore<br />

molto violento alla schiena da ricondurre all’insorgenza<br />

di una frattura.<br />

Le fratture che si associano ad osteoporosi possono<br />

interessare tutte le ossa del nostro corpo,<br />

ma avvengono principalmente a livello delle vertebre,<br />

del femore, del radio e dell’ulna al braccio,<br />

delle coste, dell’omero e del bacino. Le fratture<br />

del femore sono sicuramente le più importanti<br />

in termini di disabilità. Nel 20% di questi<br />

pazienti si può instaurare una<br />

non autosufficienza nonostante<br />

l’intervento di preotesizzazione<br />

dell’anca.<br />

I crolli vertebrali o fratture<br />

delle vertebre compaiono<br />

di solito sollevando un<br />

peso, sottoponendo la<br />

colonna ad uno sforzo anche<br />

modesto o per caduta insaccando<br />

sul coccige, trauma che normalmente<br />

non provoca gravi conseguenze,<br />

ma che nel soggetto osteoporotico<br />

produce una frattura cosiddetta patologica.<br />

Nella maggior parte dei casi il dolore è violentissimo<br />

e richiede il riposo a letto con l’utilizzo di<br />

anti-dolorifici potenti per alcune settimane. In<br />

molti casi, tuttavia, il dolore è più modesto e di<br />

minor durata, e questo viene attribuito all’artrosi<br />

di cui si è già a conoscenza da tempo, specie del<br />

tratto dorso-lombare.<br />

Per questa ragione quasi metà dei pazienti non<br />

sanno di aver avuto una frattura vertebrale. Se la<br />

prima frattura è di gravità lieve o media, l’unico<br />

segno sarà rappresentato da un incurvamento<br />

della colonna in senso longitudinale, con accentuazione<br />

della curvatura dorsale o laterale, e dalla<br />

perdita di 2 o 3 cm di statura (alcune donne riferiscono<br />

di non riuscire più a sistemare i piatti in<br />

alto in cucina <strong>come</strong> una volta).<br />

Questo dovrebbe indurre il medico a chiedere<br />

<strong>come</strong> prima indagine una radiografia della colonna<br />

vertebrale che facilmente identificherà la presenza<br />

di una frattura vertebrale, che per lo più si<br />

associa a dolore marcato e persistente.<br />

Successivamente, eventualmente anche dietro<br />

42verdetà verdetà<br />

parere dello specialista, sarà opportuno eseguire<br />

una risonanza magnetica del tratto interessato.<br />

Tra le persone che hanno avuto una frattura vertebrale<br />

il rischio di averne altre é 5 volte più elevato,<br />

per cui e’ importante la diagnosi e quanto<br />

prima avviare un appropriato trattamento.<br />

Se questo non avverrà in tempi brevi, si avrà un<br />

effetto “domino” con conseguenze drammatiche<br />

sulla qualità e attesa di vita.

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