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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

possibili risposte assistenziali e organizzative, <strong>di</strong>pendono<br />

anche da fattori al <strong>di</strong> fuori <strong>della</strong> MG, per un Governo Clinico<br />

che viene deciso altrove.<br />

Questa ricerca ha avuto lo scopo <strong>di</strong> ottenere una valutazione<br />

<strong>della</strong> prevalenza del fenomeno del burn-out. L’interesse<br />

per questa sindrome è dato dal riscontro <strong>di</strong> un aumento <strong>di</strong><br />

casi <strong>di</strong>agnosticati tra le cosiddette “help professions”, professioni<br />

basate sulla “relazione d’aiuto” tra operatore e utente,<br />

professioni nelle quali le responsabilità morali dell’operatore,<br />

lo stress a cui è sottoposto e il suo coinvolgimento<br />

emotivo sono elevatissimi. Proprio tali con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro,<br />

se non sussistono le adeguate misure <strong>di</strong> prevenzione, portano<br />

inevitabilmente alla “fusione”, al breakdown dell’operatore.<br />

Metodologia: si è valutata la prevalenza del burn-out fra i<br />

MMG <strong>di</strong> Modena e si sono identificate alcune variabili associate<br />

al fenomeno.<br />

È stato selezionato in modo casuale un campione <strong>di</strong> 80<br />

MMG (15%) fra tutti i 535 MMG modenesi. Ai me<strong>di</strong>ci del<br />

campione è stato autosomministrato un questionario anonimo<br />

contenente dati demografico-organizzativi ed il Maslach<br />

Burnout Inventory (MBI). Per l’analisi statistica dell’associazione<br />

tra variabili e burn-out è stato utilizzato l’In<strong>di</strong>ce<br />

Tau <strong>di</strong> Kendall.<br />

Risultati: hanno risposto 56 MMG (tasso <strong>di</strong> risposta del<br />

70%).<br />

Rispetto alle 3 sottoscale del MBI, è stato rilevato che:<br />

– il 37,5% degli intervistati presenta alti livelli <strong>di</strong> esaurimento<br />

emotivo;<br />

– il 26,8% presenta alti livelli <strong>di</strong> depersonalizzazione;<br />

– l’8,9% presenta alti livelli <strong>di</strong> scarsa realizzazione personale.<br />

Sono risultati fattori protettivi nei confronti dell’esaurimento<br />

emotivo: l’esercizio esclusivo <strong>della</strong> MG, lo svolgere attività<br />

<strong>di</strong> docente e/o tutor, l’avere più <strong>di</strong> 1.000 assistiti.<br />

Sono risultati fattori protettivi nei confronti <strong>della</strong> depersonalizzazione:<br />

lo svolgere attività <strong>di</strong> docente e/o tutor, il non<br />

essere coniugato, l’avere 2 o più figli.<br />

Sono risultati fattori che favoriscono una buona realizzazione<br />

personale: il collaborare con segretaria e/o infermiera e/o<br />

gruppo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci nell’esercizio <strong>della</strong> professione <strong>di</strong> MMG,<br />

il non essere coniugato.<br />

Conclusioni: la prevalenza del burn-out riscontrata è simile<br />

a quella <strong>di</strong> altri stu<strong>di</strong> italiani ed europei, in particolare per<br />

gli aspetti <strong>di</strong> esaurimento emotivo, mentre le altre variabili<br />

indagate dal MG risultano lievemente sotto-rappresentate.<br />

Alcuni elementi appaiono essere protettivi, tra cui l’avere figli,<br />

essere implicati in attività formative, avere rapporti <strong>di</strong><br />

collaborazione con altri colleghi o personale <strong>di</strong> supporto e<br />

paradossalmente avere un alto numero <strong>di</strong> assistiti. Questo<br />

dato, assieme al valore negativo dell’essere coniugati e <strong>di</strong><br />

svolgere altre attività cliniche vengono commentati secondo<br />

ipotesi che è necessario approfon<strong>di</strong>re.<br />

Il burn-out fra i MMG è una realtà, verso la quale è necessario<br />

prendere provve<strong>di</strong>menti mirati, in considerazione delle<br />

conseguenze che ha sul me<strong>di</strong>co stesso, sul paziente e sul<br />

sistema sanitario.<br />

Bibliografia<br />

Cherniss C. Staff burnout, Job stress in the Human Service. Sage<br />

Publications Inc., Beverly Hills 1980. Trad. it. La sindrome del<br />

burn-out. Torino: Centro Scientifico E<strong>di</strong>tore 1983.<br />

Maslach C. Burned-out. Hum Behav 1976;5:16-22.<br />

Pellegrino F. La sindrome del burn-out. Torino: Centro Scientifico<br />

E<strong>di</strong>tore 2000.<br />

23 FEBBRAIO 2005 - ORE 14.15-15.45<br />

SALA NUREYEV<br />

S35 - I <strong>di</strong>sturbi psichiatrici in età <strong>di</strong> confine: fattori<br />

<strong>di</strong> rischio pre-clinici, aspetti evolutivi e prognostici<br />

La prevalenza dei <strong>di</strong>sturbi mentali in preadolescenza<br />

M. Molteni, A. Frigerio<br />

Istituto Scientifico “E. Medea”, Bosisio Parini (LC)<br />

Introduzione: il progetto PrISMA (Progetto Italiano Salute<br />

Mentale Adolescenti) è il primo stu<strong>di</strong>o italiano volto a stimare<br />

la prevalenza dei <strong>di</strong>sturbi mentali nei preadolescenti<br />

(10-14 anni) che vivono in aree urbane. Scopi <strong>della</strong> presente<br />

relazione sono: 1) valutare la prevalenza dei problemi<br />

emotivo-comportamentali e dei <strong>di</strong>sturbi mentali attraverso<br />

due <strong>di</strong>versi strumenti <strong>di</strong> misurazione: la Child Behavior<br />

Checklist (Achenbach & Rescorla, 2001) e la DAWBA<br />

(Goodman, Ford & Richards, 2000); 2) esaminare l’associazione<br />

tra alcuni fattori <strong>di</strong> rischio - sia <strong>di</strong> tipo in<strong>di</strong>viduale sia<br />

famigliare – e la presenza <strong>di</strong> problemi comportamentali e <strong>di</strong>-<br />

MODERATORI<br />

M. Casacchia, G. De Girolamo<br />

sturbi mentali <strong>di</strong> tipo internalizzato (<strong>di</strong>sturbi d’ansia e dell’umore)<br />

ed esternalizzato (<strong>di</strong>sturbi <strong>della</strong> condotta –<br />

ADHD).<br />

Metodologia: il <strong>di</strong>segno dello stu<strong>di</strong>o ha utilizzato una<br />

classica procedura <strong>di</strong> campionamento a due fasi: a) una<br />

prima fase <strong>di</strong> screening dei problemi comportamentali, attraverso<br />

la CBCL/6-18, in un ampio campione <strong>di</strong> soggetti<br />

(N = 5.627) che frequentavano le scuole me<strong>di</strong>e (pubbliche<br />

e private) e b) una seconda fase <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong>agnostica,<br />

attraverso la DAWBA, in un campione più piccolo <strong>di</strong><br />

partecipanti (N = 972) formato da tutti i soggetti “sopra<br />

soglia” e dal 10% dei soggetti “sotto-soglia” alla CBCL.<br />

Per una descrizione più dettagliata rispetto al <strong>di</strong>segno e alla<br />

metodologia dello stu<strong>di</strong>o, si rimanda ad una pubblicazione<br />

in corso <strong>di</strong> stampa sulla rivista International Journal<br />

of Methods in Psychiatric Research (Frigerio et al., in<br />

press).<br />

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