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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

problematiche dell’assistenza psichiatrica, ha riaperto la <strong>di</strong>scussione<br />

sui modelli teorici <strong>di</strong> riferimento nell’agire psichiatrico.<br />

Lo sviluppo delle neuroscienze da un lato e l’ampliarsi<br />

<strong>di</strong> una domanda <strong>di</strong> intervento e presa in carico su persone<br />

e comportamenti estremamente <strong>di</strong>versificati impone un<br />

riposizionamento <strong>della</strong> nostra <strong>di</strong>sciplina e <strong>della</strong> stessa identità<br />

dei professionisti.<br />

Metodologia: recenti ed autorevoli contributi 1-3 , partendo<br />

da angoli <strong>di</strong> visuale <strong>di</strong>versi, hanno posto il problema <strong>di</strong> un<br />

forte ripensamento del modello bio-psico-sociale, per renderlo<br />

più idoneo ad integrare, e non solo a giustapporre, le<br />

evidenze scientifiche, ma anche i limiti, <strong>della</strong> ricerca sui fattori<br />

biologici, psicologici e sociali nel determinismo dei <strong>di</strong>sturbi<br />

psichiatrici. Sembra sempre più evidente la necessità<br />

<strong>di</strong> evitare appiattimenti su singoli modelli, che pur fornendo<br />

importanti elementi <strong>di</strong> conoscenza, non possono produrre<br />

spiegazioni lineari esaustive, a fronte <strong>della</strong> multifattorialità<br />

e del multideterminismo delle malattie mentali, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

accettare in pieno la sfida <strong>della</strong> complessità come metodo<br />

scientifico (Morin, 1997).<br />

Risultati: attraverso questa impostazione, assunta coerentemente<br />

nella ricerca e nella clinica, è possibile superare i limiti<br />

<strong>di</strong> approcci riduzionistici conseguenti ad “uno sguardo<br />

da nessun luogo”, reintegrando invece l’osservatore all’interno<br />

dei processi descrittivi e riaffermando il carattere <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>pendenza dei saperi dai punti <strong>di</strong> vista dai quali muove<br />

ogni ricerca scientifica. Il “complexus” rappresenta quin<strong>di</strong><br />

l’or<strong>di</strong>to e l’intreccio necessario per avvicinare una realtà impreve<strong>di</strong>bile<br />

e problematica – come quella oggetto dell’intervento<br />

psichiatrico – con un conseguente riposizionamento<br />

<strong>della</strong> conoscenza e delle pratiche: universale vs. particolare,<br />

teoria vs. pratica, astrazione vs. contesto, ricerca <strong>della</strong> certezza<br />

vs. tolleranza dell’incertezza, unicità vs. molteplicità.<br />

Conclusioni: il modello biopsicosociale richiede oggi un<br />

forte e coerente rilancio dello stu<strong>di</strong>o dei fattori integrativi 4 ,<br />

per evitare il rischio <strong>di</strong> un suo isterilimento teorico-pratico e<br />

<strong>di</strong> una <strong>di</strong>varicazione <strong>della</strong> stessa identità degli operatori.<br />

Bibliografia<br />

1 Materia E, Baglio G. Appropriatezza ed epistemologia <strong>della</strong><br />

complessità. In: Falcitelli N, Trabucchi M, Vanara F, a cura <strong>di</strong>.<br />

Rapporto Sanità 2004. Bologna: <strong>Società</strong> E<strong>di</strong>trice il Mulino<br />

2004.<br />

2 Kendler KS. Toward a philosophical structure for psychiatry.<br />

Am J Psychiatry 2005;162:433-40.<br />

3 Saraceno B. Nuovi para<strong>di</strong>gmi per la salute mentale. <strong>Psichiatria</strong><br />

<strong>di</strong> Comunità 2005;IV:1-4.<br />

4 Angelozzi A, Bassi M, Cappellari L, Favaretto G, Ferrannini L,<br />

Fioritti A, et al. Documento sullo stato e sulle prospettive <strong>della</strong><br />

<strong>Psichiatria</strong> italiana. Psicoterapia e Scienze Umane 2005, in<br />

stampa.<br />

Il rapporto con i poteri<br />

L. Canova<br />

Università <strong>di</strong> Siena<br />

Il problema principale con il quale ci dobbiamo confrontare<br />

è il problema culturale del me<strong>di</strong>atore tra la follia e la città.<br />

C’è una costante.<br />

Ogni società civilizzata pone sempre una figura interme<strong>di</strong>a<br />

tra sé e la follia, prete, stregone, me<strong>di</strong>co che sia, fornita <strong>di</strong><br />

una determinata competenza, avendo del contatto imme<strong>di</strong>ato<br />

con essa lo stesso orrore che ha <strong>della</strong> morte e del sacro.<br />

Questo ha sempre implicato nel tempo la definizione del<br />

ruolo dello psichiatra e dei suoi rapporti con i poteri.<br />

Da quello con il potere politico-ideologico (la follia come<br />

contrad<strong>di</strong>zione socio-politica) a quello più strettamente clinico<br />

e me<strong>di</strong>co (la riscoperta <strong>di</strong> una specifica competenza nel<br />

trattare la follia) a quello ancora <strong>di</strong> una società che chiede<br />

allo psichiatra non più un controllo sociale <strong>di</strong> tipo neomanicomiale,<br />

ma una garanzia.<br />

La società propone dei bisogni <strong>di</strong> salute mentale e chiede<br />

agli specialisti <strong>di</strong> occuparsene dettando spesso le con<strong>di</strong>zioni.<br />

Da qui le varie relazioni e con<strong>di</strong>zionamenti (i mass-me<strong>di</strong>a,<br />

il conflitto <strong>di</strong> interessi, gli aspetti organizzativi <strong>della</strong> sanità<br />

fra l’altro in un sistema <strong>di</strong> reale devolution) che intervengono<br />

sullo psichiatra agli albori del terzo millennio e contribuiscono<br />

a mettere in gioco la sua identità fino ad arrivare a<br />

frammentarla.<br />

23 FEBBRAIO 2005 - ORE 14.15-15.45<br />

SALA CAVALIERI 1<br />

S28 - Decorsi del Disturbo Bipolare:<br />

implicazioni per la terapia<br />

Rischio <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o in pazienti Bipolari I e II<br />

L. Tondo * ** *** ** ****<br />

, M. Pompili<br />

* Dipartimento Psicologia, Università <strong>di</strong> Cagliari;<br />

** McLean-Harvard Me<strong>di</strong>cal School; *** Centro “Bini”, Cagliari;<br />

**** Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Ospedale “S. Andrea”,<br />

Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />

Introduzione: il rischio <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o è particolarmente eleva-<br />

MODERATORI<br />

A. Koukopoulos, M. Raja<br />

to in pazienti con <strong>di</strong>sturbi dell’umore. Si stima che il 40%-<br />

60% dei suici<strong>di</strong> abbiano sofferto <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi dell’umore.<br />

Inoltre, il Rapporto Standar<strong>di</strong>zzato <strong>di</strong> Mortalità (popolazione<br />

osservata/popolazione generale) in<strong>di</strong>ca che il rischio <strong>di</strong><br />

suici<strong>di</strong>o in pazienti bipolari è <strong>di</strong> circa 20 volte superiore rispetto<br />

alla popolazione generale. Circa l’80% dei pazienti<br />

commette il suici<strong>di</strong>o in uno stato <strong>di</strong> depressione o <strong>di</strong>sforicomisto,<br />

in<strong>di</strong>cando che la depressione è una con<strong>di</strong>zione quasi<br />

necessaria per arrivare al suici<strong>di</strong>o, mentre non è sufficiente,<br />

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