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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

riprodursi/perdurare <strong>di</strong> relazioni <strong>di</strong> attaccamento/<strong>di</strong>pendenza<br />

<strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>sfunzionale, con una conseguente scarsa capacità<br />

in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> regolazione emotiva. In alcuni in<strong>di</strong>vidui<br />

la psicoterapia assume la funzione <strong>di</strong> regolare dall’esterno il<br />

flusso emotivo che coinvolge il mondo interno e relazionale<br />

del paziente e la relazione può assumere caratteristiche <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>pendenza quando <strong>di</strong>viene l’unico sistema che permette <strong>di</strong><br />

modulare, attraverso un riferimento esterno, i propri vissuti<br />

emotivi, senza possibilità <strong>di</strong> riferirli a sé o al proprio ciclo <strong>di</strong><br />

vita, determinando una situazione in cui l’attivazione <strong>di</strong> alcuni<br />

pattern emozionali e la loro mancata regolazione innescano<br />

un nuovo ciclo <strong>di</strong> ricerca <strong>della</strong> relazione e la <strong>di</strong>pendenza<br />

da quest’ultima.<br />

Per quanto riguarda il terapeuta risulta ovvia la <strong>di</strong>pendenza<br />

economica dal paziente, esistono comunque altre forme <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>pendenza che, seppure in modo meno evidente, sono connesse<br />

allo svolgimento <strong>della</strong> propria professione.<br />

Per ogni persona l’orientamento interno/esterno, l’attribuzione<br />

<strong>di</strong> causalità e la campo-<strong>di</strong>pendenza/in<strong>di</strong>pendenza rappresentano<br />

<strong>di</strong>mensioni rilevanti nelle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> regolazione<br />

emotiva, l’organizzazione del dominio emotivo è basata<br />

sulla percezione e sull’interpretazione <strong>di</strong> stimoli affettivamente<br />

rilevanti.<br />

Alcuni Autori 2 3 hanno richiamato l’attenzione sull’importanza<br />

<strong>della</strong> “campo-<strong>di</strong>pendenza”, ossia <strong>della</strong> tendenza o meno<br />

a ricercare nel campo percettivo esterno o interno informazioni,<br />

segnali sociali, punti <strong>di</strong> vista, atteggiamenti propri<br />

e degli altri. Partendo da questi stu<strong>di</strong>, più recentemente, altri<br />

Autori 4-10 hanno descritto due stili relazionali, che si<br />

strutturano a partire dalle modalità d’attaccamento, legati<br />

all’attenzione data o meno ai segnali emotivamente significativi<br />

che appartengono al contesto relazionale e che cambiano<br />

attimo dopo attimo: quello “campo <strong>di</strong>pendente”<br />

(“field dependent”) e quello “campo in<strong>di</strong>pendente” (“field<br />

independent”). Lo stile relazionale “campo <strong>di</strong>pendente” si<br />

riscontra nei soggetti che privilegiano il campo percettivo<br />

esterno rispetto alle sensazioni corporee 10 11 ; nei terapeuti<br />

con una prevalenza <strong>di</strong> tale struttura l’approvazione, il successo,<br />

il guadagno possono limitare la libertà e strutturare<br />

una vera e propria <strong>di</strong>pendenza rispetto ai segnali esterni <strong>di</strong><br />

conferma relativi alla propria professione.<br />

Lo stile relazionale “campo in<strong>di</strong>pendente” si osserva nei<br />

soggetti che utilizzano prevalentemente le sensazioni corporee<br />

rispetto al campo percettivo esterno. In questo caso<br />

emerge la tendenza a fare affidamento perlopiù su idee,<br />

principi, ipotesi e spiegazioni personali; la spinta all’accu<strong>di</strong>mento<br />

compulsivo, l’eccessiva partecipazione alle <strong>di</strong>namiche<br />

affettive del paziente possono limitare in modo sensibile<br />

la libertà del terapeuta rispetto a tali relazioni e configurarsi<br />

come una vera e propria <strong>di</strong>pendenza dalla relazione<br />

<strong>di</strong> aiuto.<br />

Bibliografia<br />

1 Liotti G, Ceccarelli M, Chouhy A. Regole e rappresentazioni<br />

<strong>della</strong> relazione. Un confronto tra prospettive cognitivo-evoluzioniste<br />

e relazionali. Terapia Familiare 1993;41:19-34.<br />

2 Witkin HA. Cognitive styles in personal and cultural adaptation.<br />

Worcester, Mass.: The 1977 Heinz Werner Lectures, Clark<br />

University Press 1978.<br />

3 Witkin HA, Goodenough DR. Field dependence and interpersonal<br />

behavior. Psychol Bull 1977;84:661-89.<br />

4 Guidano VF. The self as a me<strong>di</strong>ator of cognitive change in psychotherapy.<br />

In: Hartman LM, Blankstein KR, eds. Perception of<br />

self in emotional <strong>di</strong>sorders and psychotherapy. New York:<br />

Plenum Press 1986.<br />

5 Guidano VF. A system, process-oriented approach cognitive<br />

therapy. In: Dobson KS, ed. Handbook of cognitive-behavioral<br />

therapies. New York: Guilford 1986a.<br />

6 Guidano VF. Il Sé nel suo <strong>di</strong>venire. Torino: Bollati Boringhieri<br />

1992.<br />

7 Guidano VF. La complessità del Sé. Torino: Bollati Boringhieri<br />

1988.<br />

8 Guidano VF. Lo sviluppo del Sé. In: Bara B, ed. Manuale <strong>di</strong> psicologia<br />

cognitiva. Torino: Bollati Boringhieri 1996.<br />

9 Reda MA. Sistemi cognitivi complessi e psicoterapia. Roma:<br />

Carocci 2001.<br />

10 Arciero G. Stu<strong>di</strong> e <strong>di</strong>aloghi sull’identità personale. Torino: Boringhieri<br />

2002.<br />

11 Blanco S, Canestri L, Reda MA. Un approccio costruttivista ai<br />

Disturbi del Comportamento alimentare. In: Bara B, ed. Nuovo<br />

Manuale <strong>di</strong> Psicoterapia Cognitiva, Bollati Boringhieri, in corso<br />

<strong>di</strong> stampa.<br />

La psicoterapia <strong>della</strong> famiglia<br />

tra autonomia e <strong>di</strong>pendenza<br />

C. Loriedo<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Psichiatriche e Me<strong>di</strong>cina Psicologica,<br />

Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />

La psicoterapia <strong>della</strong> famiglia si è tra<strong>di</strong>zionalmente confrontata<br />

con il tema dell’autonomia e con quello <strong>della</strong> <strong>di</strong>pendenza,<br />

in quanto tali problematiche costituiscono altrettanti<br />

aspetti cruciali delle relazioni familiari. Il continuo<br />

oscillare dei singoli componenti del sistema familiare tra<br />

vincolo e svincolo non riguarda soltanto le relazioni interne<br />

alla famiglia, ma anche le altre relazioni e soprattutto quella<br />

terapeutica. Le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> un terapeuta sistemico sono,<br />

infatti, racchiuse nel continuo <strong>di</strong>lemma imposto da un modello<br />

terapeutico che richiede interventi attivi e una posizione<br />

sempre propositiva piuttosto che ricettiva.<br />

Da tale posizione deriva la conseguenza <strong>della</strong> relazione paradossale<br />

che, <strong>di</strong> fatto, viene prodotta da chi si propone <strong>di</strong><br />

intervenire attivamente e al tempo stesso <strong>di</strong> rendere autonomo<br />

l’altro.<br />

Piuttosto che dalla tra<strong>di</strong>zionale tendenza dei terapeuti familiari<br />

a sud<strong>di</strong>vidersi nei due gruppi antitetici dei conductors e<br />

dei reactors, la risposta all’inquietante interrogativo se si<br />

debbano spingere l’in<strong>di</strong>viduo e la famiglia verso l’in<strong>di</strong>pendenza<br />

o se si debba attendere una loro spontanea, ma incerta<br />

risoluzione del vincolo, sembra provenire soprattutto dalla<br />

duplice soluzione in<strong>di</strong>cata da Carl Whitaker, il pioniere<br />

<strong>della</strong> terapia familiare simbolico-esperienziale.<br />

Whitaker sud<strong>di</strong>vide il processo terapeutico in due <strong>di</strong>stinte<br />

componenti verso le quali muove quello che viene da lui definito<br />

il vettore terapeutico. La componente amministrativa<br />

<strong>della</strong> relazione terapeutica riguarda soprattutto le regole del<br />

setting e la definizione del contesto terapeutico, mentre la<br />

componente simbolico-esperienziale riguarda i contenuti e<br />

le esperienze propri del processo terapeutico con la famiglia.<br />

Queste due componenti devono ricevere <strong>di</strong>verse risposte da<br />

parte del terapeuta che deve vincere la cosiddetta “battaglia<br />

per la struttura”, mentre deve lasciare nelle mani <strong>della</strong> famiglia<br />

e dei suoi componenti “la battaglia per l’iniziativa”.<br />

Inoltre, il terapeuta può consentire lo sviluppo <strong>di</strong> relazioni<br />

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