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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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<strong>di</strong>co” costituiscono una breve introduzione concettuale per<br />

potere approfon<strong>di</strong>re, attraverso un’ottica epistemologica sistemico-relazionale,<br />

tematiche relative al concetto <strong>di</strong> corpo<br />

e <strong>di</strong> malattia e relative al concreto coinvolgimento <strong>della</strong> famiglia<br />

(nucleare ed allargata) e dei sistemi terapeutici <strong>di</strong><br />

trattamento (me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base, specialista, altre figure professionali,<br />

ecc.) nel creare e nell’attivare con<strong>di</strong>zioni favorenti<br />

e/o sfavorenti la malattia.<br />

Formare l’operatore sanitario all’ottica sistemico-relazionale<br />

significa, quin<strong>di</strong>, sostenerlo nel tentativo <strong>di</strong> spostare il focus<br />

<strong>della</strong> sua “attenzione” clinica e <strong>di</strong>agnostica dall’in<strong>di</strong>viduo<br />

alla relazione e dal paziente alla sua famiglia, che <strong>di</strong>venta<br />

così l’“unità <strong>di</strong> cura” da prendere in considerazione.<br />

65<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

Si evidenziano, inoltre, i passaggi attraverso i quali, sin dal<br />

primo incontro con il paziente, si struttura un triangolo terapeutico<br />

(paziente – famiglia – me<strong>di</strong>co), tale che il paziente,<br />

la sua famiglia ed i suoi sistemi terapeutici <strong>di</strong> trattamento<br />

debbano essere considerati come componenti in<strong>di</strong>ssociabili<br />

e reciprocamente influenzatisi <strong>di</strong> un processo comune.<br />

La parte conclusiva dell’intervento si propone lo scopo <strong>di</strong><br />

mettere in rilievo le delicate e complesse emozioni e sentimenti<br />

che sono necessariamente correlati al proprio ruolo<br />

professionale e <strong>di</strong> proporre possibili modalità <strong>di</strong> gestione<br />

dell’angoscia e dello stress derivanti dalla propria attività<br />

clinica per un miglioramento <strong>della</strong> propria qualità <strong>di</strong> vita sia<br />

in ambito personale che professionale.<br />

22 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA MALTA<br />

S22 - Ruolo dei fattori neurotrofici<br />

e degli psicofarmaci nella plasticità cerebrale<br />

La plasticità cerebrale come punto<br />

<strong>di</strong> incontro tra psicofarmacologia<br />

e psicoterapie: prospettive neurobiologiche<br />

e neurostrutturali<br />

A. Iannitelli, L. Aloe * , M. Fiore * , G. Bersani<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Psichiatriche e Me<strong>di</strong>cina Psicologica,<br />

Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”, * Istituto <strong>di</strong> Neurobiologia<br />

e Me<strong>di</strong>cina Molecolare, NGF Section, CNR-<br />

EBRI, Roma<br />

Negli ultimi anni, grazie all’utilizzo <strong>di</strong> strumenti sempre più<br />

sofisticati e, soprattutto, <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> brain imaging, è stato<br />

possibile indagare i cambiamenti cerebrali strutturali e<br />

funzionali conseguenti alla terapia comportamentale e alla<br />

psicoanalisi. I risultati <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />

il prerequisito per ogni cambiamento duraturo del comportamento,<br />

delle emozioni e <strong>della</strong> cognizione è me<strong>di</strong>ato da<br />

processi neurobiologici che risultano in cambiamenti cerebrali.<br />

Se questi dati sono nuovi per le terapie psicologiche,<br />

lo sono meno per la psicofarmacologia dove abbiamo elementi<br />

a favore <strong>di</strong> una implicazione importante <strong>della</strong> plasticità<br />

cerebrale nel meccanismo d’azione <strong>di</strong> molte classi <strong>di</strong><br />

psicofarmaci.<br />

Alla luce <strong>di</strong> questi dati è possibile ipotizzare che la via finale<br />

comune <strong>della</strong> terapia psicofarmacologica e delle “terapie<br />

<strong>della</strong> parola” sia quella <strong>della</strong> plasticità cerebrale.<br />

Me<strong>di</strong>atori principali <strong>di</strong> questa azione sarebbero, tra gli altri,<br />

le neurotrofine il cui ruolo se è stato ampiamente <strong>di</strong>mostrato<br />

per l’azione <strong>di</strong> molti classi <strong>di</strong> psicofarmaci non<br />

è ancora stato indagato nelle psicoterapie e nella psicoanalisi.<br />

Al <strong>di</strong> là, dunque, <strong>di</strong> una sterile opposizione tra neurochimica<br />

e psicoterapie, i risultati dei recenti stu<strong>di</strong> e il <strong>di</strong>alogo<br />

emergente tra neuroscienze e psicoanalisi si muovono nel<br />

colmare il gap tra neurobiologia e psicoterapie e sembrano<br />

offrire una solida posizione alla teoria psico<strong>di</strong>namica nel<br />

MODERATORI<br />

L. Aloe, G. Bersani<br />

ventaglio degli interventi terapeutici. Inoltre, riconoscere alla<br />

plasticità cerebrale un ruolo centrale nelle due tipologie <strong>di</strong><br />

intervento significa superare la <strong>di</strong>visione tra trattamento psicologico<br />

e somatico e dare un contributo al superamento<br />

<strong>della</strong> <strong>di</strong>visione mente-corpo.<br />

La stimolazione vagale facilita l’espressione<br />

genica <strong>di</strong> fattori neurotrofici<br />

e la proliferazione cellulare nell’ippocampo<br />

<strong>di</strong> ratto<br />

G. Biggio, F. Marrosu, S. Caria, G. Gorini, F. Biggio,<br />

P. Follesa<br />

Università <strong>di</strong> Cagliari, Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Sperimentale,<br />

Sezione <strong>di</strong> Neuroscienze<br />

L’effetto terapeutico dei farmaci antidepressivi si manifesta<br />

solo dopo alcune settimane <strong>di</strong> trattamento. Questa osservazione<br />

ha suggerito l’esistenza <strong>di</strong> meccanismi neurochimici e<br />

molecolari non ancora completamente chiariti che coinvolgono<br />

la plasticità neuronale e il rimo<strong>della</strong>mento sinaptico.<br />

In particolare la fosforilazione <strong>di</strong> specifici fattori <strong>di</strong> trascrizione<br />

che regolano l’espressione <strong>di</strong> numerosi geni, fra cui<br />

quelli che co<strong>di</strong>ficano per <strong>di</strong>verse neurotrofine. L’aumento<br />

dei fattori trofici indotto dagli antidepressivi a sua volta indurrebbe<br />

rimo<strong>della</strong>mento sinaptico, promuovendo la neurogenesi<br />

promuovendo la <strong>di</strong>fferenziazione e prolungando la<br />

sopravvivenza neuronale. In particolare il fenomeno <strong>della</strong><br />

neurogenesi sembra svolgere un ruolo cruciale nei fenomeni<br />

<strong>di</strong> plasticità neuronale.<br />

Recentemente l’FDA ha approvato l’utilizzo <strong>della</strong> stimolazione<br />

vagale (VNS) come mezzo terapeutico per trattare alcune<br />

forme <strong>di</strong> depressione resistenti alla terapia farmacologica.<br />

Scopo del nostro stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> verificare se<br />

VNS fosse in grado <strong>di</strong> indurre la sintesi <strong>di</strong> fattori neurotro-

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