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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

22 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA NUREYEV<br />

S20 - La libertà è terapeutica? Vecchie e nuove sfide<br />

delle tecniche e dei contesti <strong>di</strong> cura<br />

<strong>Psichiatria</strong> e libertà - un rapporto ambiguo<br />

P.F. Peloso, C. Vecchiato *<br />

DSM dell’ASL 3, Genova; * Azienda Sanitaria Ospedaliera<br />

“S. Croce e Carle”, Cuneo<br />

Plessner sembra in<strong>di</strong>viduare ra<strong>di</strong>ci comuni tra libertà e follia<br />

nell’eccentricità e nell’antagonismo del soggetto rispetto<br />

alla propria posizione nella vita, dalla quale egli deve prendere<br />

ogni volta le <strong>di</strong>stanze per essere se stesso; forse anche<br />

per questo il rapporto triangolare tra libertà, follia e psichiatria<br />

è attraversato da ambiguità, equivoci, opzioni <strong>di</strong>cotomiche<br />

a molteplici livelli.<br />

Libertà <strong>della</strong> follia o libertà dalla follia: a questo passaggio<br />

Foucault riconduce il grande internamento.<br />

Il problema è se la follia “appartiene” al soggetto e ne rappresenta<br />

l’erompere <strong>di</strong> pulsioni, desideri, aspirazioni arcaici<br />

e svincolati da razionalità e regole del vivere insieme (la libertà<br />

quin<strong>di</strong> e la piena verità).<br />

O se essa è invece per lui elemento opprimente e estraneo,<br />

come il microrganismo che infetta o il tumore che invade<br />

dall’interno, dal quale il soggetto deve liberarsi perché la<br />

sua libertà e verità trovino realizzazione.<br />

O se, ancora, follia e ragione concorrono entrambe alla verità<br />

e alla libertà <strong>di</strong> quel soggetto, che deve cercare tra esse,<br />

<strong>di</strong> volta in volta, il punto <strong>di</strong> sintesi e equilibrio capace <strong>di</strong><br />

rendere la sua soggettività e la sua vulnerabilità complementari<br />

(Minkowski).<br />

Libertà come concessione o come <strong>di</strong>ritto: nel sostenere<br />

l’abolizione <strong>della</strong> contenzione meccanica al <strong>XI</strong>I <strong>Congresso</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Società</strong> Freniatrica (1904) E. Belmondo parla con lungimiranza<br />

<strong>della</strong> maggiore libertà da concedersi in futuro al<br />

malato in psichiatria.<br />

Ma dagli anni ’50 la libertà cessa <strong>di</strong> essere la concessione<br />

che psichiatria e società fanno al malato, e <strong>di</strong>venta un <strong>di</strong>ritto<br />

che può andare incontro, eccezionalmente e motivatamente,<br />

semmai a restrizione.<br />

L’assistenza non riguarda allora preferibilmente tutta la<br />

giornata (Fanon), il ricovero è or<strong>di</strong>nariamente volontario, la<br />

terapia consensuale, i reparti e le residenze non hanno porte<br />

chiuse da aprire, ma porte aperte che potranno solo se necessario<br />

essere chiuse.<br />

Libertà come presupposto e obiettivo <strong>della</strong> psichiatria:<br />

l’incontro me<strong>di</strong>co-paziente in me<strong>di</strong>cina, e ancor più in psichiatria,<br />

è immaginato dagli anni ’50 come incontro “tra due<br />

libertà” (Fanon).<br />

A imporlo non è solo una <strong>di</strong>versa sensibilità etica, ma anche<br />

una nuova consapevolezza <strong>di</strong>agnostica (solo nella libertà è<br />

la verità del soggetto), e una <strong>di</strong>versa concezione <strong>della</strong> terapia<br />

(la psichiatria che <strong>di</strong>venta per Basaglia “Pedagogia <strong>della</strong><br />

libertà”).<br />

Libertà nella psichiatria e libertà dalla psichiatria: negli<br />

anni ’50 si pone un’altra questione: il fatto che la libertà del<br />

MODERATORI<br />

L. Ferrannini, F. Scapati<br />

soggetto nella psichiatria, la sua partecipazione a processi <strong>di</strong><br />

cura personali e gruppali, trova senso nella prospettiva <strong>della</strong><br />

sua progressiva libertà dalla psichiatria attraverso la partecipazione<br />

a processi altri, pertinenti alla vita in generale:<br />

per questo, il fine <strong>della</strong> psichiatria è la fine <strong>della</strong> psichiatria<br />

per quel soggetto.<br />

La scelta libera: dal <strong>di</strong>ssenso alle cure<br />

alle <strong>di</strong>rettive anticipate<br />

F. Scapati, D. Suma * , L. Ferrannini **<br />

Direttore DSM AUSL TA/1; * Direttore U.O.P. Distretto 2<br />

AUSL BR/1; ** Direttore DSM ASL3 Genova<br />

Una persona che non è in grado <strong>di</strong> esprimere un valido<br />

consenso verso un trattamento può essere sottoposto comunque<br />

ad un intervento sanitario, se ci sono le con<strong>di</strong>zioni<br />

dello stato <strong>di</strong> necessità (presenza <strong>di</strong> un pericolo attuale,<br />

per scongiurare un pericolo, in mancanza <strong>di</strong> alternative terapeutiche)<br />

ovvero nei casi previsti dalla legge quali TSO<br />

ed ASO.<br />

Nel caso invece <strong>di</strong> un paziente che esprime il proprio valido<br />

<strong>di</strong>ssenso verso un trattamento e non vi sono le con<strong>di</strong>zioni<br />

per un trattamento sanitario obbligatorio, e non si tratta<br />

<strong>di</strong> un minore o interdetto, né si può invocare una con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> necessità, va rispettata la volontà del paziente, limitando<br />

l’intervento terapeutico solo in quei casi previsti dalle<br />

norme.<br />

Per una corretta gestione contrattualistica del rapporto me<strong>di</strong>co-paziente<br />

è <strong>di</strong>scriminante intercettare il consenso al trattamento<br />

informando su tutti i limiti ed i rischi ad esso correlati.<br />

Sicché ogni trattamento effettuato contro l’esplicito<br />

<strong>di</strong>ssenso del paziente potrebbe configurare gli estremi <strong>di</strong><br />

violenza privata.<br />

È evidente che si pongono problemi sotto il profilo etico e<br />

me<strong>di</strong>co-legale, ma anche in tutta l’area del rapporto me<strong>di</strong>copaziente,<br />

dove spesso è arduo orientarsi tra la volontà del<br />

paziente e la tutela <strong>della</strong> salute e <strong>della</strong> vita.<br />

Tuttavia sul piano operativo l’assenza <strong>di</strong> confini giuri<strong>di</strong>ci<br />

certi dell’intervento, lo espone a <strong>di</strong>scrasie: basti pensare alla<br />

determinazione <strong>di</strong> un soggetto al suici<strong>di</strong>o e alla liceità<br />

dell’intervento me<strong>di</strong>co anche quando si può configurare un<br />

rischio concreto per la salute (sciopero <strong>della</strong> fame).<br />

L’esclusione <strong>di</strong> eventuali con<strong>di</strong>zioni che possano viziare la<br />

libertà del <strong>di</strong>ssenso, e la possibilità che sia liberamente<br />

espresso, rappresenta l’area <strong>di</strong> competenza dello psichiatra.<br />

Problematiche simili si pongono nella analisi <strong>della</strong> vali<strong>di</strong>tà<br />

giuri<strong>di</strong>ca ed etica delle <strong>di</strong>rettive anticipate, quando<br />

a causa <strong>della</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza, per cause patologiche,<br />

non è possibile per la persona <strong>di</strong>fendere il proprio<br />

<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> libertà. Le situazioni prospettate sono <strong>di</strong>fferenti<br />

ed investono la possibilità <strong>di</strong> rifiutare un tratta-<br />

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