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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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le aree <strong>di</strong> competenza siano <strong>di</strong>stinte con chiarezza, che gli<br />

atteggiamenti, sia espliciti che latenti, siano <strong>di</strong>alettici e flessibili<br />

e che gli interventi siano coor<strong>di</strong>nati. Conflitti eccessivi<br />

nel team curante, soprattutto se mascherati e inespressi,<br />

consentono alle resistenze al cambiamento del paziente e<br />

<strong>della</strong> sua famiglia <strong>di</strong> creare, sulla scena <strong>della</strong> cura, processi<br />

<strong>di</strong> scissione, frammentazione, confusione analoghi a quelli<br />

propri <strong>della</strong> patologia. Queste misure <strong>di</strong> buon senso sono in<strong>di</strong>spensabili,<br />

ma non sempre sufficienti. Un team, una rete<br />

<strong>di</strong> professionisti che collabora deve aver ben presente la<br />

complessità del processo terapeutico che si sta svolgendo e<br />

una certa temerarietà dell’impresa. E, per tornare al nostro<br />

tema, è essenziale l’attenzione al setting inteso nel senso <strong>di</strong><br />

ciò che colloca nello spazio e nel tempo e tiene insieme, ma<br />

anche e soprattutto nel senso <strong>di</strong> ciò che costituisce e fa essere<br />

il processo <strong>della</strong> cura attraverso una coerenza teorica e,<br />

quin<strong>di</strong>, etica.<br />

La variabile Soggetto<br />

G. Meneguz<br />

Pratica privata, Gravellona Toce, VB<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

In questo contributo l’autore si propone <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care alcuni<br />

aspetti problematici inerenti la relazione tra etica, deontologia<br />

e psicoterapia. Molti psicoterapeuti tenderebbero a bypassare<br />

l’importanza <strong>della</strong> <strong>di</strong>mensione etica soggettiva dell’agire<br />

professionale, generalmente considerata un’implicita<br />

ovvietà.<br />

La mancanza <strong>di</strong> una ponderata e costante consapevolezza<br />

critica circa alcune variabili personali, soprattutto preconsce,<br />

inevitabilmente implicate nell’agire terapeutico, porta a<br />

velare l’esperienza del dubbio etico soggettivo che ogni terapeuta<br />

inevitabilmente incontra nello svolgimento del suo<br />

lavoro.<br />

Ne consegue un pacificante <strong>di</strong>sciplinarsi al co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> condotta<br />

del proprio Or<strong>di</strong>ne professionale che rischia il formalismo<br />

oggettivante.<br />

Di fatto, l’obbe<strong>di</strong>enza alle regole deontologiche non può<br />

coincidere con la sensibilità e la responsabilità etica dello<br />

psicoterapeuta – essendo questi, a tutti gli effetti, un soggetto<br />

implicato in una particolarissima relazione mirata al cambiamento<br />

(com’è quella terapeutica) con un altro soggetto.<br />

Se l’obbe<strong>di</strong>enza al dettato del co<strong>di</strong>ce deontologico, e alla<br />

legge <strong>di</strong> riferimento, può essere usata <strong>di</strong>fensivamente dallo<br />

psicoterapeuta contro la sensibilità etica <strong>di</strong> farsi carico delle<br />

proprie responsabilità <strong>di</strong> fronte agli specifici <strong>di</strong>lemmi professionali,<br />

l’irreprensibile fedeltà ai propri valori etici può<br />

esprimersi come scorrettezza deontologica.<br />

I problemi <strong>di</strong> collisione tra etica e deontologia sono <strong>di</strong> non<br />

facile soluzione, in quanto rimandano alla complessa e non<br />

risolvibile questione <strong>della</strong> funzione responsabile dello psicoterapeuta,<br />

embricato tra i valori (teorici) <strong>della</strong> psicoterapia<br />

e i valori (effettivi) <strong>della</strong> società in cui, col suo paziente,<br />

è inserito.<br />

Bibliografia<br />

Meneguz G. La psicoanalisi dello Zeitgeist aderente alla prospettiva<br />

postmoderna. Psicoterapia e Scienze Umane 2003;2:5-33.<br />

Meneguz G. Psicoanalisi ed etica. Appunti <strong>di</strong> critica storico-sociale.<br />

Torino: Bollati Boringhieri 2005.<br />

Limiti e possibilità <strong>della</strong> psicoterapia:<br />

una lettura critica<br />

N. Lalli<br />

Attività privata, D.R. Centro <strong>di</strong> Psicoterapia Dinamica,<br />

Roma<br />

Ai fini <strong>di</strong> una corretta valutazione dei limiti e delle possibilità<br />

delle varie psicoterapie o se<strong>di</strong>centi tali, è necessaria una<br />

riflessione su alcune problematiche basilari come la definizione<br />

degli scopi e delle finalità, la corretta valutazione degli<br />

esiti, l’esplicitazione <strong>della</strong> complessa <strong>di</strong>namica <strong>della</strong> richiesta<br />

e <strong>della</strong> risposta e soprattutto la valutazione degli<br />

aspetti ideologici nell’universo “psicoterapia”.<br />

Cominciamo con il definire le finalità <strong>di</strong> una psicoterapia.<br />

Certamente una conoscenza <strong>di</strong> se stessi, emotiva e cognitiva,<br />

il più approfon<strong>di</strong>ta possibile, un superamento strutturale<br />

e non puramente sintomatico delle problematiche <strong>di</strong>sfunzionali,<br />

anche se egosintoniche, la capacità – alla fine del lavoro<br />

– <strong>di</strong> uno svincolo completo dal terapeuta. Quin<strong>di</strong> acquisizione<br />

da parte del paziente <strong>di</strong> una sempre maggiore autonomia,<br />

responsabilità, capacità <strong>di</strong> critica e <strong>di</strong> separazione.<br />

Facendone una lettura al contrario, possiamo affermare che<br />

una terapia che rinforza le <strong>di</strong>fese, basandosi esclusivamente<br />

sul transfert positivo, che rende il paziente passivo perché la<br />

psicoterapia si fonda su un atteggiamento ideologico o che<br />

lo rende succube perché non c’è un termine alla terapia, può<br />

considerarsi come un intervento fallimentare. Passiamo a<br />

valutare la necessità <strong>di</strong> una corretta valutazione dei risultati.<br />

Se si può essere critici per le procedure <strong>di</strong> tipo EST (che derivano<br />

dalle pratiche <strong>di</strong> Evidence Based <strong>della</strong> me<strong>di</strong>cina) non<br />

si può passare alla sponda opposta proponendo l’inutilità <strong>di</strong><br />

qualsiasi valutazione e lasciando quin<strong>di</strong> come unico referente<br />

il giu<strong>di</strong>zio del terapeuta. È evidente che una psicoterapia<br />

che fonda la propria validazione solo sui casi positivi,<br />

eliminando tutti i casi non risolti (sia per fallimento <strong>della</strong> terapia<br />

o per drop-out) non può pretendere <strong>di</strong> porsi come un<br />

modello accettabile <strong>di</strong> psicoterapia. Ancora più inaccettabile<br />

è la proposizione <strong>di</strong> “guarigioni” senza alcun fondamento<br />

e senza alcuna prova (se non la cieca osservanza degli<br />

adepti): comunque ben poca cosa rispetto alle “guarigioni”<br />

ottenute da alcuni telepre<strong>di</strong>catori americani. Di fronte ad un<br />

Benny Hill o ad un Milingo <strong>di</strong> qualche anno fa, alcuni psicoterapeuti<br />

morirebbero <strong>di</strong> invi<strong>di</strong>a. Un ulteriore punto è il<br />

complesso problema <strong>della</strong> richiesta e <strong>della</strong> offerta nel campo<br />

<strong>della</strong> psicoterapia.<br />

Sicuramente la domanda <strong>di</strong> cura psichica è aumentata negli<br />

ultimi anni ed ovviamente – come risulta dalla ben nota regola<br />

del mercato – è aumentata anche l’offerta: offerta che<br />

spesso non corrisponde ai criteri sopra descritti ai fini <strong>di</strong> ritenere<br />

valida una psicoterapia. La domanda <strong>di</strong> aiuto, per chi<br />

soffre <strong>di</strong> un malessere psichico o <strong>di</strong> una psicopatologia, è<br />

come ben sappiamo, una domanda mascherata, elusiva, ambivalente:<br />

ma questa è la caratteristica del paziente con una<br />

psicopatologia. Purtroppo queste stesse <strong>di</strong>namiche possono<br />

essere utilizzate o essere presenti in molte delle offerte che<br />

propongono la psicoterapia o attività similari come risposta,<br />

risposta che è speculare a quella del paziente ovvero elusiva,<br />

mascherata, ambigua e che finisce per manipolare il paziente<br />

utilizzando la suggestione o la collusione. Dal momento<br />

che casi del genere (malpractice o empairment del terapeuta)<br />

sono stu<strong>di</strong>ati nell’ambito <strong>della</strong> terapia duale mi sof-<br />

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