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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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stabilisce delle regole da seguire, e chi le infrange incorre<br />

in determinate sanzioni.<br />

Esistono però <strong>di</strong>versi approcci psicoterapeutici, ciascuno<br />

con una sua filosofia o visione del mondo che hanno <strong>di</strong>rette<br />

ripercussioni sulla tecnica.<br />

Per quanto riguarda la psicoanalisi, ad esempio, la questione<br />

<strong>della</strong> deontologia è complessa, perché la psicoanalisi<br />

consiste proprio nel domandarsi il senso che può avere<br />

una determinata regola, a livello anche inconscio, per entrambi<br />

i partner analitici (ad esempio una regola deontologica<br />

potrebbe assumere un ruolo <strong>di</strong>fensivo).<br />

La psicoanalisi quin<strong>di</strong> non sottostà, per così <strong>di</strong>re, a nessun<br />

padrone, nel senso è per sua natura potenzialmente ribelle<br />

a qualsiasi conformismo o regola sociale.<br />

La sua etica consiste nella conoscenza, nell’esplorazione<br />

analitica, appunto, <strong>di</strong> qualunque oggetto (la religione, l’ideologia,<br />

la deontologia stessa, insomma la natura umana<br />

in tutte le sue manifestazioni).<br />

In questo senso, molti analisti ritengono <strong>di</strong> praticare essenzialmente<br />

l’analisi (intesa come <strong>di</strong>svelamento dell’inconscio)<br />

senza necessariamente prendere in considerazione<br />

altre variabili (ad esempio il benessere soggettivo del<br />

paziente).<br />

Questa logica assume che il lavoro analitico sia <strong>di</strong> per sé<br />

curativo, cioè nell’interesse del paziente, e quin<strong>di</strong> etico. I<br />

limiti <strong>di</strong> questa posizione teorica (sposata ad esempio da<br />

certi analisti lacaniani, e anche kleiniani prima maniera)<br />

sono stati mostrati dalla Psicologia dell’Io (non a caso invisa<br />

a Lacan), che ha sottolineato l’importanza delle <strong>di</strong>fese<br />

e <strong>della</strong> soggettività nell’equilibrio psichico.<br />

È curioso (e forse non casuale) che siano proprio molti<br />

analisti lacaniani oggi a sottolineare con forza la tematica<br />

dell’etica. È possibile che questo richiamo all’etica corrisponda<br />

a dei limiti nella loro teoria, mentre l’impianto teorico<br />

<strong>della</strong> Psicologia dell’Io non sentirebbe questo bisogno<br />

dato che include un maggior numero <strong>di</strong> variabili.<br />

La tematica dell’etica, peraltro, ora è entrata prepotentemente<br />

anche nel <strong>di</strong>battito psicoanalitico in generale, e ciò<br />

può essere un segno <strong>di</strong> crisi, nel senso che una mal compresa<br />

teoria <strong>della</strong> tecnica ha finalmente mostrato la corda.<br />

Si pensi al crollo <strong>di</strong> precedenti concetti “forti” quali la verità<br />

dell’interpretazione, la neutralità, l’astinenza, ecc., o<br />

all’ingenua idea che l’analista possa non trasmettere valori:<br />

crollando queste precedenti certezze, molti recuperano<br />

concetti prima ritenuti deboli (quali quelli <strong>di</strong> setting, delle<br />

regole analitiche, ecc.), o si aggrappano all’etica nel tentativo<br />

<strong>di</strong> ritrovare la via smarrita.<br />

Bibliografia<br />

Migone P. Terapia o ricerca <strong>della</strong> verità? Ancora sulla <strong>di</strong>fferenza<br />

tra psicoanalisi e psicoterapia. Il Ruolo Terapeutico<br />

1995;69:28-33. E<strong>di</strong>zione su Internet: http://www.psychome<strong>di</strong>a.it/pm/modther/probpsiter/ruoloter/rt69-95.htm.<br />

Migone P. La psicoanalisi, la legge, il pubblico, 2004 (Intervento<br />

alla tavola rotonda “Psychoanalysis and the law”, organizzata il<br />

14 marzo 2004 dal Journal of European Psychoanalysis):<br />

http://www.psychome<strong>di</strong>a.it/pm/indther/psan/migone.htm.<br />

55<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

La prassi e le violazioni del setting.<br />

Il problema contemporaneo delle<br />

cosiddette cure multi<strong>di</strong>mensionali integrate<br />

M. Cuzzolaro, S. Ingretolli, F. Temperilli<br />

Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze<br />

Neurologiche Psichiatriche e Riabilitative dell’Età Evolutiva<br />

– SSIM<br />

L’intervento è de<strong>di</strong>cato a qualche riflessione sul concetto <strong>di</strong><br />

setting <strong>di</strong> fronte ad un fenomeno molto <strong>di</strong>ffuso nella psichiatria<br />

e nella me<strong>di</strong>cina contemporanee: le cure multi<strong>di</strong>mensionali<br />

integrate.<br />

In campo terapeutico il concetto <strong>di</strong> setting è legato prima <strong>di</strong><br />

tutto alla psicoanalisi per la quale il setting è la cornice tecnica<br />

all’interno <strong>della</strong> quale si svolge il processo analitico.<br />

In psicoanalisi l’idea <strong>di</strong> setting è stata sempre sospesa fra<br />

una irrinunciabile esigenza <strong>di</strong> rigore teorico, e quin<strong>di</strong> etico,<br />

ed il rischio <strong>di</strong> una rigi<strong>di</strong>tà convenzionale, non giustificata<br />

da ragioni <strong>di</strong> coerenza teorica né da <strong>di</strong>mostrazioni empiriche<br />

<strong>di</strong> utilità terapeutica.<br />

Può essere utile ricordare che setting è una parola inglese<br />

che raccoglie molti significati <strong>di</strong>versi fra loro. Ne ricor<strong>di</strong>amo<br />

qualcuno più evocativo:<br />

– la posizione, la collocazione, l’ambiente, lo scenario;<br />

– il tempo e il luogo in cui l’azione (per esempio in un libro<br />

o in un lavoro teatrale) accade;<br />

– la musica composta perché un particolare testo sia cantato;<br />

– le posizioni possibili dell’interruttore che consente <strong>di</strong> scegliere<br />

fra mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> funzionamento <strong>di</strong> un meccanismo;<br />

– il castone <strong>di</strong> un gioiello che accoglie e tiene ferma la gemma.<br />

Pensando ai <strong>di</strong>versi significati, si possono forse rintracciare<br />

un paio <strong>di</strong> denominatori generali. Il setting è ciò che colloca,<br />

fissa, tiene fermo, dà stabilità. Ma è anche altro e <strong>di</strong> più:<br />

è ciò che costituisce, che fa essere.<br />

Bene. Che ne è dell’idea <strong>di</strong> setting nell’universo delle terapie<br />

cosiddette multi<strong>di</strong>mensionali integrate che sempre più<br />

spesso chiamano in causa, nel trattamento <strong>di</strong> uno stesso caso,<br />

associati o in successione, meto<strong>di</strong> d’intervento profondamente<br />

<strong>di</strong>versi sul piano teorico e tecnico e figure professionali<br />

plurime? Al tempo d’oggi la competizione delle cure<br />

è pressante ed il ruolo possibile <strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> esse, in un<br />

panorama affollato, è materia controversa. Un trattamento<br />

analitico non può ignorare il pullulare <strong>di</strong> risorse me<strong>di</strong>che,<br />

ospedaliere, psicofarmacologiche in cui s’immettono i suoi<br />

atti, siano essi riusciti che mancati. La cura dell’anoressia<br />

nervosa è un’illustrazione esemplare. Psicoterapie e psicofarmaci;<br />

psicoanalisi e interventi me<strong>di</strong>ci e psicoterapeutici<br />

in<strong>di</strong>viduali, familiari, <strong>di</strong> gruppo, cognitivo-comportamentali,<br />

psico-educativi. Pensiamo <strong>di</strong> mettere più buoi al giogo<br />

<strong>della</strong> cura: la potenza dell’aratro terapeutico aumenta davvero?<br />

Interventi che partono da premesse teoriche lontane, a<br />

volte contrapposte, e che mettono in gioco stili <strong>della</strong> relazione<br />

<strong>di</strong> cura e processi <strong>di</strong>versi possono accordarsi facilmente<br />

nella pratica empirica e contribuire senza frizioni alla<br />

guarigione? E chi decide e come che è giunto il momento<br />

<strong>di</strong> associare due o più cure? E poi, come gestire il problema?<br />

Il buon governo delle <strong>di</strong>versità è un’arte <strong>di</strong>fficile.<br />

Soprattutto, è <strong>di</strong>fficile la sintonia dei processi inconsci <strong>di</strong><br />

tanti attori. Certo, una collaborazione efficace richiede che

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