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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

Questionario dei sogni tipici, l’In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Qualità del Sonno<br />

<strong>di</strong> Pittsburgh, la Composite Scale of Morningness <strong>di</strong> Natale<br />

& Alzani e l’International Restless Legs Syndrome Rating<br />

Scale (RLSRS).<br />

Risultati: i sogni delle pazienti con AN presentano personaggi<br />

appartenenti maggiormente al gruppo familiare (37%<br />

vs. 19% p < 0,0001) che alle amicizie (26% vs. 46% p <<br />

0,0001), rispetto alle coetanee sane. Le interazioni aggressive<br />

(prevalentemente verbali e soprattutto subite) risultano<br />

aumentate (54% vs. 37% p = 0,005), quelle amichevoli sono<br />

ridotte (43% vs. 61% p = 0,002), mentre quelle a contenuto<br />

sessuale risultano quasi del tutto assenti (2% vs. 13% p<br />

< 0,0001). Tematiche alimentari erano presenti in oltre un<br />

terzo <strong>della</strong> produzione onirica totale delle anoressiche<br />

(34,82% vs. 6%; p < 0,0001). Tra i sogni tipici, il sogno <strong>di</strong><br />

mangiare piatti deliziosi e <strong>di</strong> essere soffocate o incapaci <strong>di</strong><br />

respirare sono risultati più frequenti nella AN che nel campione<br />

<strong>di</strong> controllo (p = 0,01 e p = 0,008 rispettivamente). Le<br />

pazienti anoressiche hanno riportato un più elevato punteggio<br />

totale al PSQI, quale espressione <strong>di</strong> sonno <strong>di</strong>sturbato<br />

(7,7 ± 4,5 vs. 4,4 ± 2,9; p = 0,01), con una ridotta qualità<br />

soggettiva del sonno (1,5 ± 0,9 vs. 0,9 ± 0,6; p = 0,03), un<br />

uso maggiore <strong>di</strong> farmaci ipnoinducenti nel mese precedente<br />

(0,9 ± 1,4 vs. 0,5 ± 0,2; p = 0,01) e una frequenza più elevata<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi del sonno rispetto ai controlli (1,4 ± 0,5 vs.<br />

1,0 ± 0,3; p = 0,01). Il cronotipo delle pazienti con AN si è<br />

rivelato significativamente più mattutino rispetto ai soggetti<br />

<strong>di</strong> controllo (35,5 ± 6,0 vs. 30,6 ± 4,4; p = 0,005). Infine<br />

una aumentata prevalenza <strong>di</strong> RLS è stata osservata nelle pazienti<br />

anoressiche – 5/20 (25%) vs. 2/20 (10%), punteggio<br />

me<strong>di</strong>o IRLSRS: 19,0 ± 8,6 vs. 16,6 ± 9,9).<br />

Conclusioni: il contenuto onirico risulta notevolmente alterato<br />

nella AN. La qualità soggettiva del sonno è significativamente<br />

ridotta nelle pazienti con AN. Il profilo cronotipico osservato<br />

nella AN potrebbe essere l’espressione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

neurobiologiche proprie <strong>della</strong> malattia o secondario ad<br />

un coesistente <strong>di</strong>sturbo depressivo. L’associazione tra RLS e<br />

AN osservata nel presente stu<strong>di</strong>o e il suo meccanismo patogenetico<br />

meritano ulteriori approfon<strong>di</strong>menti. Futuri stu<strong>di</strong> longitu<strong>di</strong>nali<br />

potranno valutare le eventuali trasformazioni del<br />

contenuto onirico associate alle mo<strong>di</strong>ficazioni fisiche e psichiche<br />

indotte dai <strong>di</strong>fferenti interventi terapeutici.<br />

Disturbi del sonno iatrogeni in corso <strong>di</strong><br />

trattamento psichiatrico<br />

R. Manni<br />

U.S. Me<strong>di</strong>cina del Sonno ed Epilessia, IRCCS Neurologico<br />

“C. Mon<strong>di</strong>no”, Pavia<br />

Sono già in parte noti e in via <strong>di</strong> ulteriore sviluppo le conoscenze<br />

sull’effetto positivo <strong>di</strong> vari psicofarmaci (ansiolitici,<br />

antidepressivi <strong>di</strong> I e II generazione, antipsicotici) nell’insonnia<br />

e in altri <strong>di</strong>sturbi del sonno (antidepressivi triciclici e<br />

inibitori <strong>della</strong> MAO nella narco-cataplessia; antidepressivi<br />

triciclici e SSRI nella sleep-apnea sia pure solo in via sperimentale).<br />

Sono invece meno noti possibili effetti negativi sul sonno da<br />

parte degli psicofarmaci, ciò che può essere rilevante sul<br />

piano me<strong>di</strong>co stante l’uso <strong>di</strong>ffuso <strong>di</strong> tali farmaci e il loro impiego,<br />

come già detto, in vari <strong>di</strong>sturbi del sonno o per la comorbilità<br />

psichiatrica in <strong>di</strong>sturbi del sonno.<br />

Prescindendo dai noti effetti da abuso, soprattutto per<br />

quanto riguarda le benzo<strong>di</strong>azepine sedativo-ipnotiche (insonnia<br />

da abuso cronico <strong>di</strong> benzo<strong>di</strong>azepine) vanno ricordati<br />

i seguenti possibili effetti negativi sul sonno da psicofarmaci.<br />

Dopo segnalazioni aneddotiche, alcuni stu<strong>di</strong> sistematici<br />

hanno documentato che vari antidepressivi (<strong>di</strong> I e II generazione)<br />

possono accentuare o slatentizzare la Restless Leg e<br />

il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> Movimenti Perio<strong>di</strong>ci degli arti in sonno<br />

(PMLs), a loro volta entrambi in causa quali potenziali fattori<br />

causanti insonnia <strong>di</strong> addormentamento e mantenimento,<br />

associata o meno a sonnolenza <strong>di</strong>urna.<br />

È segnalato in letteratura che vari antidepressivi <strong>di</strong> I e II generazione<br />

inducono episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> REM Behaviour Disorder,<br />

contribuendo largamente ai casi iatrogeni <strong>di</strong> tale parasonnia.<br />

Analogamente è nota la più alta incidenza <strong>di</strong> arousal confusionali<br />

nell’anziano in trattamento con benzo<strong>di</strong>azepine, che<br />

inoltre, in questa stessa fascia <strong>di</strong> età, possono causare peggioramento<br />

<strong>di</strong> coesistente sleep-apnea o altri <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni respiratori<br />

sonno-relati.<br />

È solo aneddotica e preliminare la segnalazione <strong>di</strong> induzione<br />

<strong>di</strong> REM Behaviour Disorder da parte <strong>di</strong> antipsicotici<br />

atipici.<br />

22 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA LEONARDO<br />

S18 - Teoria, prassi e deontologia in psicoterapia:<br />

libertà e limiti<br />

I limiti nell’ambito <strong>della</strong> formulazione<br />

teorica<br />

P. Migone<br />

Con<strong>di</strong>rettore <strong>della</strong> rivista Psicoterapia e Scienze Umane<br />

Come è noto, vi è <strong>di</strong>fferenza tra morale ed etica. Determinate<br />

leggi, in determinati contesti storici, culturali o geogra-<br />

MODERATORI<br />

N. Lalli, P. Migone<br />

fici, possono essere considerate “sbagliate” da un singolo<br />

in<strong>di</strong>viduo (o da un punto <strong>di</strong> vista “altro”), per cui, appunto<br />

per precisi motivi etici cioè “<strong>di</strong> coscienza”, può infrangerle<br />

responsabilmente pagando a volte un caro prezzo. Un esempio<br />

è quello degli obiettori <strong>di</strong> coscienza.<br />

La questione <strong>della</strong> deontologia in psicoterapia può essere<br />

relativamente semplice, nella misura in cui un organo rappresentativo<br />

e legalmente riconosciuto <strong>della</strong> professione<br />

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