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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

tra gravità dell’alterazione del Funzionamento Sociale e<br />

gravità dell’alterazione <strong>della</strong> Qualità <strong>della</strong> Comunicazione,<br />

del Sistema Simbolico <strong>di</strong> Riferimento, <strong>della</strong> Finalizzazione<br />

e <strong>della</strong> Capacità <strong>di</strong> astrazione, mentre non risultano significativamente<br />

correlati gli item che esplorano la Logica <strong>di</strong> riferimento<br />

e la Ridondanza Procedurale.<br />

L’analisi <strong>della</strong> varianza dei punteggi <strong>della</strong> PANSS, <strong>della</strong><br />

Sca.Dis e <strong>della</strong> 3TRE del nostro campione, sud<strong>di</strong>viso in due<br />

gruppi rispetto al funzionamento sociale (soggetti con funzionamento<br />

sociale moderatamente e gravemente alterato e<br />

soggetti con incapacità a funzionare in quasi tutte le aree) ha<br />

evidenziato una significativa <strong>di</strong>fferenza nei due gruppi, eccetto<br />

che per i cluster “attivazione” e “depressione” <strong>della</strong><br />

sottoscala PANSS.<br />

Conclusioni: il nostro stu<strong>di</strong>o sembra confermare i dati <strong>di</strong> letteratura<br />

che evidenziano che un deficitario funzionamento<br />

sociale è strettamente correlato alla gravità del quadro psicopatologico,<br />

in particolare alla <strong>di</strong>sorganizzazione ideativa.<br />

Bibliografia<br />

1 Hardy-Bayle MC, Sarfati Y, Passerieux C. The cognitive basis of<br />

<strong>di</strong>sorganization symptomatology in schizophrenia and its clinical<br />

correlates: toward a pathogenetic approach to <strong>di</strong>sorganization.<br />

Schizophr Bull 2003;29:459-71.<br />

2 Pancheri P, Marconi PL, Brugnoli R. SCADIS: una nuova scala<br />

per la valutazione <strong>della</strong> <strong>di</strong>sorganizzazione. 1. Costrutti Teorici,<br />

principi organizzatori, descrizione <strong>della</strong> scala. Giorn Ital Psicopat<br />

1996;3:216-31.<br />

3 Pancheri P, Marconi PL. Le <strong>di</strong>mensioni <strong>della</strong> Schizofrenia. Giorn<br />

Ital Psicopat 1996,2:112-9.<br />

4 Goldman-Rakic PS, Selemon LD. Functional and anatomical<br />

aspects of prefrontal pathology in schizophrenia. Schizophr Bull<br />

1997;23:437-58.<br />

5 Bressler SL. Cortical coor<strong>di</strong>nation dynamics and the <strong>di</strong>sorganization<br />

syndrome in schizophrenia. Neuropsychopharmacology<br />

2003;28(Suppl 1):S35-9.<br />

6 Norman RM, Malla AK, Cortese L, Cheng S, Diaz K, McIntosh<br />

E, et al. Symptoms and cognition as pre<strong>di</strong>ctors of community functioning:<br />

a prospective analysis. Am J Psychiatry 1999;156:400-5.<br />

22 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA MONTEMARIO<br />

S17 - Sonno e patologie psichiatriche<br />

Struttura del sonno: valutazione<br />

microstrutturale<br />

M.G. Terzano<br />

Università <strong>di</strong> Parma<br />

Il sonno è una struttura funzionale del cervello <strong>di</strong>fficile da<br />

rappresentare perché non può essere derivata dalle strutture<br />

neuronali che lo generano.<br />

Fino ad ora la struttura del sonno è stata interpretata sulla<br />

base dei criteri <strong>di</strong> RECHTSCHAFFEN e KALES che permettono<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere nel sonno 4 sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> sonno NREM ed<br />

il sonno REM.<br />

Il profilo del sonno notturno è però tempestato da una quantità<br />

consistente <strong>di</strong> “microsta<strong>di</strong>” <strong>della</strong> durata <strong>di</strong> pochi secon<strong>di</strong><br />

corrispondenti a processi transitori <strong>di</strong> attivazione che<br />

coinvolgono la struttura cerebrale a vari livelli.<br />

I più noti sono i microrisvegli che interessano la corteccia<br />

cerebrale e producono una frammentazione <strong>della</strong> struttura<br />

ipnica.<br />

Altri sono presumibilmente generati da strutture sottocorticali.<br />

Le caratteristiche <strong>di</strong> queste fasi <strong>di</strong> attivazione transitoria durante<br />

il sonno sono:<br />

1)la loro <strong>di</strong>stribuzione pseudoperio<strong>di</strong>ca che si manifesta con<br />

un tracciato EEG tipico che prende il nome <strong>di</strong> “Cyclic Alternating<br />

Pattern”;<br />

2)la gerarchia <strong>di</strong> arousal che permette la <strong>di</strong>stribuzione in fasi<br />

A1, A2, A3.<br />

Le fasi A del CAP contribuiscono allo svolgimento del sonno<br />

notturno.<br />

Le fasi A1 sono generatori del sonno non REM e correlano<br />

con il processo omeostatico che regola l’intensità del sonno.<br />

MODERATORI<br />

L. Ferini Strambi, M. Guazzelli<br />

Le fasi A2 ed A3 sono generatori del sonno REM e correlano<br />

con il processo ultra<strong>di</strong>ano che determina l’alternanza fra<br />

sonno NREM e sonno REM.<br />

Insonnia e <strong>di</strong>sturbi affettivi: oltre<br />

il concetto <strong>di</strong> comorbi<strong>di</strong>tà<br />

C. Gentili, L. Palagini, A. Del Carlo, M. Guazzelli<br />

Cattedra <strong>di</strong> Psicologia Generale, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e<br />

Chirurgia, Università <strong>di</strong> Pisa<br />

Il concetto <strong>di</strong> comorbi<strong>di</strong>tà, impostosi con l’affermazione<br />

<strong>della</strong> scuola psichiatrica nordamericana, che descrive la<br />

contemporanea presenza <strong>di</strong> due o più <strong>di</strong>sturbi nello stesso<br />

in<strong>di</strong>viduo sulla base <strong>della</strong> semplice registrazione dei fenomeni<br />

clinici rilevabili all’esame trasversale esprime bene<br />

l’intenzione <strong>della</strong> tassonomia attuale che è stata opportunamente<br />

definita come “etiologicamente neutrale”.<br />

I vantaggi insiti in un para<strong>di</strong>gma classificativo che è strumento<br />

<strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzazione <strong>della</strong> <strong>di</strong>agnosi psichiatrica non<br />

devono tuttavia far <strong>di</strong>menticare l’oblio in cui sono cadute da<br />

un lato la ricerca dei nessi tra i <strong>di</strong>sturbi psicopatologici e<br />

dall’altro la prospettiva <strong>di</strong>mensionale <strong>della</strong> nosografia psichiatrica.<br />

A risentire <strong>di</strong> questo approccio è stata anche la riflessione<br />

sui rapporti tra <strong>di</strong>sturbi dell’umore e <strong>di</strong>sturbi del sonno ed in<br />

particolare l’insonnia. L’attenzione <strong>della</strong> psichiatria italiana<br />

fino ai primi anni del Novecento per le relazioni tra <strong>di</strong>sturbi<br />

del sonno ed eventi psicopatologici del versante ansioso-depressivo<br />

1 si è infatti fortemente attenuata con il para<strong>di</strong>gma<br />

<strong>della</strong> comorbi<strong>di</strong>tà, anche se la psicometria <strong>di</strong> stampo nordamericano<br />

nel contempo annoverava l’insonnia tra gli ele-<br />

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