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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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Teoria <strong>della</strong> mente e riconoscimento<br />

delle emozioni facciali nella Schizofrenia<br />

A. Troisi, G. Di Lorenzo, A. Siracusano<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Roma “Tor<br />

Vergata”<br />

Con il termine “teoria <strong>della</strong> mente” si intende la capacità <strong>di</strong><br />

attribuire ad un’altra persona degli stati mentali. Questa capacità,<br />

che include sia aspetti cognitivi (ad esempio, capire<br />

che una persona che si assenta per qualche minuto, quando<br />

torna cercherà un oggetto lì dove lo ha lasciato, anche se in<br />

realtà l’oggetto in sua assenza è stato spostato) che emotivi<br />

(ad esempio, attribuire un’emozione <strong>di</strong> imbarazzo ad una<br />

persona che incorre in una gaffe) emerge progressivamente<br />

dai 4 anni <strong>di</strong> età in poi ed è fondamentale per il buon funzionamento<br />

<strong>di</strong> interazioni sociali complesse. Un deficit <strong>della</strong><br />

teoria <strong>della</strong> mente sembra essere presente in un numero rilevante<br />

<strong>di</strong> pazienti dello spettro schizofrenico. Tale deficit potrebbe<br />

essere responsabile, almeno in parte, <strong>della</strong> <strong>di</strong>sabilità<br />

sociale che si associa ai <strong>di</strong>sturbi dello spettro schizofrenico.<br />

In una specie in cui la comunicazione visiva e il riconoscimento<br />

in<strong>di</strong>viduale rivestono un ruolo fondamentale, la deco<strong>di</strong>fica<br />

delle espressioni facciali è una capacità <strong>di</strong> grande<br />

rilevanza evolutiva. In linea con questa previsione, recenti<br />

stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato l’esistenza <strong>di</strong> un circuito neurale de<strong>di</strong>cato<br />

al riconoscimento dei volti e delle emozioni espresse<br />

me<strong>di</strong>ante la mimica facciale. Questo circuito comprende il<br />

giro fusiforme e le regioni più anteriori e dorsali del lobo<br />

temporale (giro e solco temporali superiori). La capacità <strong>di</strong><br />

deco<strong>di</strong>ficare le espressioni facciali e <strong>di</strong> riconoscere le emozioni<br />

nel volto <strong>di</strong> un’altra persona sembra essere deficitaria<br />

in alcuni pazienti con Schizofrenia mentre sembra transitoriamente<br />

mo<strong>di</strong>ficarsi nel corso <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> depressivi gravi,<br />

con tendenza a non percepire le emozioni facciali positive.<br />

Sulla base <strong>di</strong> queste premesse teoriche, in questa relazione<br />

saranno presentati dati concernenti la relazione tra capacità<br />

<strong>di</strong> risolvere test <strong>di</strong> teoria <strong>della</strong> mente, capacità <strong>di</strong> riconoscere<br />

emozioni facciali e livello <strong>di</strong> funzionamento sociale in un<br />

campione <strong>di</strong> pazienti schizofrenici ricoverati presso il dayhospital<br />

dell’U.O. <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong> del Policlinico “Tor Vergata”<br />

<strong>di</strong> Roma. I dati <strong>della</strong> ricerca confermano l’ipotesi che ha<br />

ispirato lo stu<strong>di</strong>o e cioè che, nella Schizofrenia, i deficit <strong>di</strong><br />

queste <strong>di</strong>fferenti capacità sociali sono correlati.<br />

Dimensione <strong>di</strong>sorganizzazione<br />

e funzionamento sociale in corso<br />

<strong>di</strong> Schizofrenia<br />

R. Brugnoli, F. Pacitti 1 , L. Tarsitani 2 , A. Troisi 3 , A. Rossi<br />

4 , S. <strong>di</strong> Tommaso 4 , M.G. Malvezzi 3 , D. Gianfelice 3 ,<br />

P. Pancheri 2<br />

Fondazione <strong>Italiana</strong> per lo stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> Schizofrenia (FIS);<br />

1 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna e Sanità Pubblica, Università<br />

de L’Aquila; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Psichiatriche<br />

e Me<strong>di</strong>cina Psicologica, Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”;<br />

3 Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Roma<br />

“Tor Vergata”; 4 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sperimentale,<br />

Università de L’Aquila<br />

Introduzione: la “sindrome da <strong>di</strong>sorganizzazione” è stata<br />

51<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

descritta per la prima volta da Bleuler che utilizzava il termine<br />

“<strong>di</strong>ssociazione”, attribuendogli una funzione core nella<br />

Schizofrenia 1 .<br />

La “<strong>di</strong>sorganizzazione” è caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> tre<br />

elementi fondamentali: a) <strong>di</strong>sgregazione delle caratteristiche<br />

fondamentali <strong>della</strong> comunicazione; b) per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> nessi<br />

logici <strong>di</strong> collegamento fra concetti <strong>della</strong> comunicazione; c)<br />

sconnessione tra comunicazione verbale e non verbale a<br />

connotazione emozionale 2 3 .<br />

Questi sintomi potrebbero rappresentare un esofenotipo a<br />

cui dovrebbe corrispondere un correlato fisiopatologico che<br />

sembrerebbe coinvolgere in via primaria il lobo frontale 4 5 .<br />

Da un’analisi degli stu<strong>di</strong> effettuati su pazienti schizofrenici,<br />

la compromissione cognitiva sembra associata ad un peggiore<br />

funzionamento sociale e vocazionale, e ad una più <strong>di</strong>fficile<br />

acquisizione <strong>di</strong> abilità psicosociali 6 . Alcuni stu<strong>di</strong> sembrano<br />

tuttavia <strong>di</strong>mostrare che alcuni sintomi sono maggiormente<br />

pre<strong>di</strong>ttivi rispetto alle misure cognitive, del funzionamento<br />

nella comunità.<br />

Norman et al., nel 1999 affermano, <strong>di</strong>scutendo la letteratura<br />

sull’argomento e i dati provenienti da uno stu<strong>di</strong>o su 50 pazienti<br />

schizofrenici, che la <strong>di</strong>sorganizzazione è la <strong>di</strong>mensione<br />

maggiormente pre<strong>di</strong>ttiva <strong>di</strong> scarso funzionamento.<br />

L’obiettivo principale <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è rappresentato dalla<br />

valutazione <strong>della</strong> <strong>di</strong>sorganizzazione e <strong>della</strong> eventuale correlazione<br />

<strong>di</strong> questa <strong>di</strong>mensione con il funzionamento sociale<br />

nei pazienti schizofrenici.<br />

Normalmente soltanto un item (<strong>di</strong>sorganizzazione concettuale<br />

<strong>della</strong> PANSS e <strong>della</strong> BPRS, <strong>di</strong>sorganizzazione ideativa<br />

<strong>della</strong> 3TRE, <strong>di</strong>sturbi formali del pensiero <strong>della</strong> SAPS) è<br />

de<strong>di</strong>cato allo stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> <strong>di</strong>sorganizzazione nelle scale <strong>di</strong><br />

valutazione normalmente usate e questo può inficiare un’analisi<br />

attenta <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>mensione.<br />

L’utilizzo <strong>di</strong> una scala specificamente realizzata per lo stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>della</strong> sola <strong>di</strong>mensione “<strong>di</strong>sorganizzazione” e già validata<br />

su una popolazione <strong>di</strong> pazienti schizofrenici dovrebbe<br />

permettere <strong>di</strong> avere nuove e forse definitive risposte.<br />

L’utilizzo contemporaneo <strong>di</strong> scale de<strong>di</strong>cate alla valutazione<br />

<strong>della</strong> sintomatologia schizofrenica (PANSS e 3TRE) permette<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are anche il rapporto fra il funzionamento sociale<br />

e altre <strong>di</strong>mensioni (positiva, affettiva, negativa) che<br />

pur escluse dall’ipotesi del nostro lavoro, rappresentano ovviamente<br />

<strong>di</strong>mensioni fondamentali <strong>della</strong> patologia schizofrenica.<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: il nostro campione era costituito da 60<br />

pazienti, 21 maschi e 39 femmine, <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a 41,9 anni<br />

(DS 11,3). Tutti i pazienti sod<strong>di</strong>sfacevano i criteri <strong>di</strong>agnostici<br />

del Disturbo Schizofrenico (DSM-IV, APA 1998). È stata<br />

effettuata una valutazione clinica standar<strong>di</strong>zzata tramite i<br />

seguenti strumenti <strong>di</strong> valutazione: Scala per la misura <strong>della</strong><br />

Disorganizzazione (Sca.Dis.), Positive and Negative Syndrome<br />

Scale (PANSS), 3TRE. Il livello <strong>di</strong> funzionamento è<br />

stato valutato con la Scala <strong>di</strong> Valutazione Globale del Funzionamento<br />

(GAF).<br />

Risultati: l’analisi <strong>della</strong> correlazione tra i punteggi totali<br />

<strong>della</strong> Sca.Dis., i punteggi del cluster Distorsione del Pensiero,<br />

l’item del Disorganizzazione <strong>della</strong> PANSS e i punteggi<br />

totali <strong>della</strong> GAF ha evidenziato una significativa correlazione<br />

negativa tra la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>sorganizzazione e il funzionamento<br />

sociale.<br />

Dall’analisi <strong>della</strong> correlazione tra gli item <strong>della</strong> Sca.Dis. e la<br />

GAF emerge una correlazione statisticamente significativa

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