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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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te a confermare le in<strong>di</strong>cazioni riguardanti farmaci da tempo<br />

impiegati nei pazienti borderline e ad esplorare efficacia e<br />

tollerabilità <strong>di</strong> nuovi agenti psicotropi, in particolare nuovi<br />

stabilizzatori e antipsicotici atipici. Si tratta in molti casi <strong>di</strong><br />

piccole casistiche in aperto e solo per alcuni farmaci<br />

(fluoxetina, fluvoxamina, acido valproico, olanzapina) sono<br />

<strong>di</strong>sponibili trial controllati in doppio cieco. Tuttavia, queste<br />

indagini hanno fornito un supporto significativo alla pratica<br />

clinica e hanno permesso <strong>di</strong> estendere le possibilità <strong>di</strong> scelta<br />

a farmaci recenti con nuovi meccanismi d’azione e migliore<br />

profilo <strong>di</strong> tollerabilità.<br />

47<br />

SIMPOSI TEMATICI<br />

Presso la Struttura Complessa <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong> dell’Università <strong>di</strong><br />

Torino, ci siamo occupati <strong>di</strong> valutare in stu<strong>di</strong> pilota in aperto<br />

efficacia e tollerabilità nel DBP <strong>di</strong> un nuovo stabilizzatore<br />

dell’umore, l’oxcarbazepina, e <strong>di</strong> un recente farmaco antipsicotico<br />

con spiccata attività serotoninergica, la quetiapina.<br />

I risultati ottenuti nei due stu<strong>di</strong> e soprattutto i <strong>di</strong>versi profili<br />

<strong>di</strong> azione terapeutica osservati per i due farmaci sono descritti<br />

e confrontati con i dati <strong>di</strong>sponibili in letteratura. Vengono<br />

inoltre prospettati ulteriori sviluppi <strong>della</strong> ricerca, fra<br />

cui la realizzazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> follow-up per valutare la stabilità<br />

degli effetti terapeutici.<br />

22 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA CAVALIERI 3<br />

S15 - La riabilitazione psichiatrica:<br />

dal problem-solving alla reme<strong>di</strong>ation<br />

Correlati neuropsicologici delle abilità<br />

<strong>di</strong> problem-solving<br />

M. Mazza, R. Roncone, M. Casacchia<br />

Clinica Psichiatrica, Università de L’Aquila<br />

Le persone affette da Schizofrenia presentano gravi e persistenti<br />

deficit delle funzioni cognitive (Green, 1998) e deficit<br />

delle funzioni esecutive, maggiormente implicate nella<br />

formazione dei concetti, <strong>della</strong> flessibilità cognitiva, <strong>della</strong><br />

working memory e nel problem-solving (Medalia, 2001). Le<br />

abilità <strong>di</strong> problem-solving (PS) coinvolgono, in particolare,<br />

la capacità <strong>di</strong> programmare ed eseguire un’azione complessa<br />

e la capacità <strong>di</strong> produrre strategie efficaci per la risoluzione<br />

<strong>di</strong> problemi.<br />

Tali abilità nei soggetti con Schizofrenia non sembrano,<br />

tuttavia, migliorare dopo il trattamento farmacologico dei<br />

sintomi psicotici che sembra, inoltre, a volte interferire negativamente<br />

con gli interventi riabilitativi <strong>di</strong> provata efficacia.<br />

Nel corso degli anni sono stati compiuti numerosi sforzi mirati<br />

al fine <strong>di</strong> migliorare il deficit <strong>di</strong> PS, attraverso interventi<br />

<strong>di</strong> “reme<strong>di</strong>ation cognitiva”, che non sembrano aver assicurato<br />

un recupero adeguato <strong>di</strong> tale abilità (Stratta, 1997) a<br />

causa dei limiti sia nell’utilizzo delle strategie cognitive<br />

proposte, sia nei compiti utilizzati per la misura <strong>di</strong> questa<br />

abilità <strong>di</strong> PS (Wisconsin Card Sorting Test).<br />

Recentemente è stato <strong>di</strong>mostrato dal nostro gruppo <strong>di</strong> ricerca<br />

che le strategie <strong>di</strong> PS, incentrate sul raggiungimento <strong>di</strong><br />

obiettivi <strong>di</strong> vita personali (Falloon, 1993), sono considerate<br />

evidence-based (Cicerone, 2005) e producono un sostanziale<br />

miglioramento sia nella vita quoti<strong>di</strong>ana del paziente che<br />

sulle funzioni neurocognitive (Roncone et al., 2002). Nel<br />

presente lavoro verranno <strong>di</strong>scussi i risultati delle più recenti<br />

ricerche sull’efficacia dell’utilizzo <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> PS e la<br />

loro ricaduta sui deficit neurocognitivi rilevabili nei principali<br />

<strong>di</strong>sturbi psichiatrici.<br />

MODERATORI<br />

R. Roncone, I.R.F. Falloon<br />

Problem Solving Training: uno stu<strong>di</strong>o<br />

controllato<br />

I.R.H. Falloon, P. Morosini, M. Casacchia, R. Roncone<br />

e il gruppo PSTdoc<br />

Università de L’Aquila<br />

Il Problem solving strutturato rappresenta una strategia <strong>di</strong><br />

base <strong>di</strong> molti interventi cognitivo-comportamentali nei <strong>di</strong>sturbi<br />

depressivi, schizofrenici, bipolari, nell’ansia generalizzata,<br />

nei <strong>di</strong>sturbi alimentari, applicati nella gestione dello<br />

stress, nel social skills training e nei trattamenti <strong>di</strong><br />

coppia/familiari. Recentemente molti stu<strong>di</strong> hanno correlato<br />

la compromissione delle capacità neurocognitive alla ripresa<br />

dai <strong>di</strong>sturbi mentali, in particolare nelle psicosi. Quattro<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Problem Solving Training, PST, in Italia hanno evidenziato<br />

una riduzione nei sintomi e una reme<strong>di</strong>ation cognitiva.<br />

Scopo del nostro lavoro è quello <strong>di</strong> verificare il ruolo<br />

specifico <strong>di</strong> PST con uno stu<strong>di</strong>o controllato che è stato appena<br />

avviato.<br />

Metodologia: Barbieri, Boggian, Lamonaca 1 hanno sviluppato<br />

un approccio manualizzato <strong>di</strong> Problem Solving Training,<br />

PST, nei gruppi. Tale approccio è sud<strong>di</strong>viso in 4 fasi <strong>di</strong><br />

crescente <strong>di</strong>fficoltà dal punto <strong>di</strong> vista cognitivo ed emotivo:<br />

1) problemi pratici; 2) problemi interpersonali; 3) problemi<br />

intrapersonali; 4) problemi <strong>di</strong> gestione <strong>della</strong> sofferenza.<br />

I pazienti con Disturbo Schizofrenico sono randomizzati ed<br />

assegnati a due gruppi PST o PSD = Problem Solving Discussion<br />

(un approccio identico, ma i gruppi effettuano solo<br />

una <strong>di</strong>scussione dei problemi, senza uno specifico addestramento<br />

all’impiego <strong>di</strong> un metodo strutturato).<br />

La valutazione pre, post e dopo 6-mesi <strong>di</strong> follow-up include<br />

le misure psicopatologiche, delle abilità <strong>di</strong> problem-solving,<br />

del funzionamento sociale ed una batteria neuropsicologica.<br />

Risultati: quattro centri hanno cominciato lo stu<strong>di</strong>o: L’Aquila,<br />

Como-Appiano Gentile, Campobasso e Treviso. Un<br />

stu<strong>di</strong>o parallelo <strong>di</strong> PST “effectiveness” nei centri <strong>di</strong>urni è<br />

stato avviato in 15 Centri Diurni in Veneto ed in Alto A<strong>di</strong>ge.<br />

Non ci sono ancora risultati al livello sperimentale.

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