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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

gonabile al litio nel trattamento a breve e lungo termine del<br />

Disturbo Bipolare. Tra i più stu<strong>di</strong>ati, la lamotrigina ha <strong>di</strong> recente<br />

ottenuto l’in<strong>di</strong>cazione per il trattamento <strong>della</strong> depressione<br />

bipolare e per la prevenzione delle ricorrenze depressive,<br />

mentre l’olanzapina si è <strong>di</strong>mostrata superiore al litio<br />

nel trattamento e nella prevenzione delle ricorrenze maniacali.<br />

La scelta dello stabilizzatore non può quin<strong>di</strong> prescindere<br />

dalla polarità dell’episo<strong>di</strong>o in corso e da una accurata<br />

ricostruzione <strong>della</strong> storia clinica del paziente. Inoltre, nel caso<br />

del Disturbo Bipolare, in<strong>di</strong>pendentemente dalla terapia<br />

impostata, un aspetto fondamentale resta quello dell’aderenza<br />

al trattamento da parte del paziente. Avere quin<strong>di</strong> a <strong>di</strong>sposizione<br />

<strong>di</strong>versi farmaci efficaci e ben tollerabili, oltre che<br />

un buon rapporto me<strong>di</strong>co-paziente, è in<strong>di</strong>spensabile per favorire<br />

una migliore compliance al trattamento psicofarmacologico.<br />

La scelta dell’antipsicotico nell’emergenza<br />

V. Villari<br />

SCDO <strong>Psichiatria</strong> 2, ASO “S. Giovanni Battista” <strong>di</strong> Torino,<br />

DSM TO I Sud<br />

Gli interventi dello psichiatra in situazioni <strong>di</strong> emergenza-urgenza<br />

sono caratterizzati dalla necessità <strong>di</strong> prendere decisioni<br />

rapide ed efficaci in presenza <strong>di</strong> una situazione clinica<br />

che evolve velocemente e che può comportare alti rischi per<br />

il paziente e per tutti i presenti. Spesso in queste con<strong>di</strong>zioni<br />

le scelte sono influenzate dallo stress e dal forte stato <strong>di</strong> tensione<br />

e <strong>di</strong> allarme del contesto. Particolarmente delicato è il<br />

compito <strong>di</strong> conciliare le necessità cliniche e l’opinione del<br />

paziente, attuando gli interventi che consentano la migliore<br />

riduzione dei rischi senza essere troppo afflittivi per il soggetto,<br />

garantendo il più possibile la sua libertà <strong>di</strong> scelta ed il<br />

rispetto <strong>della</strong> sua libertà in<strong>di</strong>viduale.<br />

Si può ipotizzare che vi siano tre elementi che orientano la<br />

scelta del clinico: 1) lo stato dell’arte e l’insieme delle conoscenze<br />

scientifiche (evidenze <strong>della</strong> letteratura, linee guida<br />

1 , algoritmi terapeutici, ecc.); 2) l’inerzia prescrittiva determinata<br />

dalle abitu<strong>di</strong>ni dei singoli e dalle consuetu<strong>di</strong>ni dei<br />

gruppi e delle istituzioni; 3) il parere dei pazienti, la sua<br />

contrattualità, l’accettazione delle cure ed il consenso informato.<br />

È verosimile che quest’ultimo elemento sia sovente il più<br />

fragile ed il meno stu<strong>di</strong>ato, infatti su tale tema in letteratura<br />

vi sono pochi lavori e non molto recenti. D’altra parte la<br />

motivazione dei pazienti e la loro collaborazione alle cure è<br />

un elemento determinante per il decorso del <strong>di</strong>sturbo e per<br />

la riduzione delle reci<strong>di</strong>ve. Lieberman et al. 2 hanno <strong>di</strong>mostrato<br />

che il 74% dei pazienti schizofrenici inseriti in uno<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> effectiveness degli antipsicotici hanno interrotto la<br />

terapia entro il 18° mese.<br />

Vi sono evidenze che anche le in<strong>di</strong>cazioni derivate dalla letteratura<br />

e dalle linee guida siano poco seguite con prevalenza<br />

<strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni prescrittive poco razionali 3 .<br />

Per tali motivi appare importante l’attuazione <strong>di</strong> programmi<br />

orientati a modulare le terapie farmacologiche prescritte in<br />

situazioni <strong>di</strong> emergenza-urgenza sulla base <strong>di</strong> decisioni razionali<br />

ed aggiornate, valorizzando il più possibile il parere<br />

dei pazienti. Ciò, oltre a migliorare l’aderenza al trattamento,<br />

il decorso e l’esito dei <strong>di</strong>sturbi psicotici, rappresenta an-<br />

che un elemento dei programmi <strong>di</strong> miglioramento continuo<br />

<strong>della</strong> qualità del servizio e del suo orientamento alla sod<strong>di</strong>sfazione<br />

dell’utenza.<br />

Bibliografia<br />

1 Allen MH, Currier GW, Hughes DH, et al. The Expert Consensus<br />

Guideline Series: Treatment of behavioral emergencies.<br />

Postgrad Med 2001;May(Spec No):1-88.<br />

2 Lieberman JA, Stroup TS, McEvoy JP, et al. Effectiveness of Antipsychotic<br />

Drugs in Patients with Chronic Schizophrenia. N<br />

Eng J Med 2005;353:1209-23.<br />

3 Ito H, Koyama A, Higuchi T. Polypharmacy and excessive dosing:<br />

psychiatrists’ perceptions of antipsychotic drug prescription.<br />

Br J Psychiatry 2005;187:243-7.<br />

La scelta del farmaco nel Disturbo<br />

Borderline <strong>di</strong> Personalità<br />

S. Bellino<br />

Sezione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università<br />

<strong>di</strong> Torino<br />

La terapia dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> personalità si basa tra<strong>di</strong>zionalmente<br />

su interventi psicoterapici, in particolare su psicoterapie<br />

ad in<strong>di</strong>rizzo psico<strong>di</strong>namico, che sembrano le più adatte per<br />

promuovere un rimo<strong>della</strong>mento complessivo <strong>della</strong> struttura<br />

<strong>della</strong> personalità.<br />

Per quanto riguarda il Disturbo Borderline <strong>di</strong> Personalità<br />

(DBP), le linee guida in<strong>di</strong>cano che la psicoterapia deve essere<br />

considerata la terapia d’elezione per incidere sul nucleo<br />

psicopatologico del <strong>di</strong>sturbo. Gli Autori (Livesley, 2000;<br />

Stone, 2000) prendono in considerazione <strong>di</strong>versi modelli <strong>di</strong><br />

psicoterapia (psico<strong>di</strong>namica, cognitivo-comportamentale,<br />

interpersonale, supportiva) e propongono un approccio che<br />

combina concetti e tecniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza teorica,<br />

adattando la psicoterapia al singolo paziente e alle manifestazioni<br />

multiformi che caratterizzano l’espressione del<br />

DBP.<br />

Le linee guida dell’APA (2001, 2005) prendono in esame,<br />

nel trattamento del <strong>di</strong>sturbo borderline, anche l’applicazione<br />

<strong>di</strong> terapie farmacologiche mirate sui sintomi che caratterizzano<br />

questo Disturbo <strong>di</strong> Personalità e che spesso sono anche<br />

riconducibili alle frequenti comorbilità <strong>di</strong> Asse I. Sono<br />

stati elaborati tre algoritmi mirati al trattamento <strong>di</strong> tre <strong>di</strong>mensioni<br />

sintomatologiche fondamentali: la sregolazione<br />

dell’affettività, il <strong>di</strong>scontrollo impulsivo-comportamentale, i<br />

sintomi cognitivo-percettivi.<br />

Per quanto riguarda le prime due <strong>di</strong>mensioni, le linee guida<br />

considerano come farmaci <strong>di</strong> prima scelta gli SSRI, ma<br />

attribuiscono un ruolo anche agli stabilizzatori dell’umore<br />

e agli antipsicotici, che possono essere considerati come<br />

farmaci <strong>di</strong> seconda scelta da impiegare da soli o da associare<br />

agli SSRI Per quel che riguarda i sintomi cognitivopercettivi,<br />

l’in<strong>di</strong>cazione è quella <strong>di</strong> impiegare antipsicotici<br />

tra<strong>di</strong>zionali o <strong>di</strong> seconda generazione. Tuttavia, tali in<strong>di</strong>cazioni<br />

sono ancora limitatamente supportate dalla letteratura<br />

e si basano spesso più sull’esperienza clinica e su<br />

case report, piuttosto che su stu<strong>di</strong> controllati. Questo comporta<br />

delle incertezze per la scelta del singolo agente farmacologico<br />

e soprattutto per definire dosi e durata del trattamento.<br />

Negli ultimi anni sono comunque proseguite le ricerche vol-<br />

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