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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

Risultati: oltre al Disturbo Bipolare I classico, caratterizzato<br />

da episo<strong>di</strong> maniacali o misti con o senza Depressione<br />

Maggiore; rientrano in questo ambito nosografico le forme<br />

psicotiche, includendo le varianti schizoaffettive. Il Disturbo<br />

Bipolare II, caratterizzato da Depressione Maggiore ricorrente<br />

associata a ipomania spontanea rappresenta il fenotipo<br />

più comune <strong>di</strong> Disturbo Bipolare. Una variante del Disturbo<br />

Bipolare II è la “depressione ciclotimica”, caratterizzata<br />

da depressioni maggiori (più spesso con caratteristiche<br />

atipiche) insorte su una base temperamentale ciclotimica.<br />

La maggior parte degli Autori è, inoltre, concorde nel ricondurre<br />

nell’ambito dello spettro bipolare le caratterizzate da<br />

depressione associata ad ipomania indotta da antidepressivi.<br />

In alcuni casi, specialmente se la ricorrenza degli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

malattia è elevata ed i perio<strong>di</strong> interepiso<strong>di</strong>ci non sono liberi<br />

da manifestazioni affettive, possono essere sod<strong>di</strong>sfatti i criteri<br />

per i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> personalità del cluster affettivo (borderline,<br />

narcisistico, istrionico). Questo è particolarmente vero<br />

per il Disturbo Bipolare II insorto su una base ciclotimica;<br />

in queste con<strong>di</strong>zioni, spesso, viene posta la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Disturbo<br />

Borderline <strong>di</strong> Personalità. Esistono poi forme depressive<br />

ricorrenti nelle quali l’ipomaniacalità si esprime attraverso<br />

sintomi come irritabilità, agitazione ed accelerazione<br />

ideica presenti durante gli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> depressione. L’esistenza<br />

<strong>di</strong> una continuità tra forme bipolari e unipolari ha rilevanti<br />

implicazioni sul piano delle scelte terapeutiche e <strong>della</strong><br />

valutazione <strong>della</strong> risposta. L’impiego <strong>di</strong> stabilizzanti dell’umore<br />

non deve basarsi esclusivamente sulla presenza <strong>di</strong> una<br />

storia <strong>di</strong> fasi espansive ma anche su altre caratteristiche cliniche<br />

come la presenza <strong>di</strong> stati misti attenuati e ricorrenza<br />

elevata. Inoltre nella valutazione <strong>della</strong> risposta agli antidepressivi<br />

è importante fare attenzione alla comparsa <strong>di</strong> fenomeni<br />

eccitativi in<strong>di</strong>pendentemente dalla presenza <strong>di</strong> viraggi<br />

verso fasi contropolari.<br />

Conclusioni: l’esistenza <strong>di</strong> una continuità sintomatologica e<br />

clinica tra forme bipolari ed unipolari spinge ad una riconsiderazione<br />

delle scelte terapeutiche e <strong>della</strong> valutazione dell’outcome<br />

<strong>della</strong> depressione.<br />

22 FEBBRAIO 2005 - ORE 16.00-17.30<br />

SALA CAVALIERI 2<br />

S14 - La scelta del farmaco: linee guida o casualità?<br />

La scelta <strong>della</strong> farmacoterapia nei Disturbi<br />

del Comportamento Alimentare: contributi<br />

personali<br />

S. Fassino, G. Abbate-Daga, F. Amianto<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Centro Pilota Regionale per<br />

i Disturbi del Comportamento Alimentare, Università <strong>di</strong> Torino<br />

Scopo del lavoro: la <strong>di</strong>fficoltà ad in<strong>di</strong>viduare una efficace<br />

terapia farmacologica dei Disturbi del Comportamento Alimentare<br />

(DCA) è un argomento molto <strong>di</strong>battuto. Inoltre i<br />

farmaci sono generalmente utilizzati unitamente alla psicoterapia.<br />

Il presente contributo ha lo scopo <strong>di</strong> effettuare una<br />

revisione <strong>della</strong> letteratura sull’argomento e <strong>di</strong> presentare alcuni<br />

recenti contributi sperimentali sulla psicofarmacoterapia<br />

dei DCA.<br />

Metodologia: vengono prese in considerazione due review<br />

aggiornate <strong>della</strong> letteratura sull’argomento, una riguardante<br />

la farmacoterapia in tutti i DCA e l’altra gli aspetti clinici e<br />

neuroendocrini <strong>della</strong> farmacoterapia <strong>della</strong> anoressia nervosa.<br />

Sono inoltre presentati i risultati <strong>di</strong> quattro stu<strong>di</strong> farmacologici:<br />

due riguardanti l’applicazione <strong>della</strong> reboxetina e il<br />

confronto <strong>di</strong> efficacia tra la fluoxetina e il citalopram nella<br />

bulimia nervosa, due riguardanti l’applicazione del citalopram<br />

e <strong>della</strong> olanzapina nell’anoressia nervosa.<br />

Risultati: la fluoxetina è stata per molto tempo il golden<br />

standard se non l’unica opzione nel trattamento dei DCA, in<br />

particolare per la sua efficacia nella riduzione delle abbuffate<br />

nella bulimia nervosa ed è tuttora l’unico farmaco <strong>di</strong> cui<br />

si riconosce un effetto a lungo termine sulle ricadute bulimiche.<br />

Tra i farmaci <strong>di</strong> vecchia generazione sperimentati nei<br />

MODERATORI<br />

F. Bogetto, S. Fassino<br />

DCA pochi hanno una chiara efficacia. Tra i nuovi farmaci<br />

impiegati la reboxetina ha evidenziato una riduzione <strong>della</strong><br />

psicopatologia alimentare (bulimia, impulso alla magrezza,<br />

insod<strong>di</strong>sfazione corporea ecc.), depressiva ed un miglioramento<br />

del funzionamento globale. Il citalopram avrebbe una<br />

azione più efficace <strong>della</strong> Fluoxetina nel miglioramento del<br />

tono timico e nella riduzione <strong>di</strong> aspetti correlati all’isolamento<br />

sociale ma non nella riduzione delle abbuffate nelle<br />

pazienti bulimiche. Tra i farmaci applicati nella anoressia<br />

nervosa il citalopram ha ottenuto buoni risultati nella riduzione<br />

dei sentimenti depressivi, dei sintomi ossessivo-compulsivi,<br />

dell’impulsività e <strong>della</strong> rabbia <strong>di</strong> tratto. Nella anoressia<br />

nervosa buoni risultati sono stati ottenuti anche con la<br />

somministrazione <strong>di</strong> olanzapina. In particolare è stato <strong>di</strong>mostrato<br />

che l’associazione <strong>di</strong> olanzapina e CBT permette <strong>di</strong><br />

ottenere un miglioramento psicopatologico maggiore rispetto<br />

alla sola CBT nelle pazienti affette da questo <strong>di</strong>sturbo.<br />

Conclusioni: questi risultati supportano non soltanto l’utilità<br />

dell’impiego <strong>di</strong> alcuni trattamenti farmacologici nei<br />

DCA ma anche la possibilità <strong>di</strong> razionalizzarne la scelta in<br />

base al quadro psicopatologico e allo stile alimentare.<br />

La scelta del farmaco nella Schizofrenia<br />

P. Rocca, A. Monero, R. Rasetti<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Sezione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università<br />

<strong>di</strong> Torino<br />

Introduzione: la Schizofrenia è una malattia cronica che influenza<br />

tutti gli aspetti <strong>della</strong> vita del paziente, per cui la strategia<br />

<strong>di</strong> trattamento prevede tre punti fondamentali: 1) ri-<br />

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