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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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432. Avvenimenti <strong>della</strong> vita e personalità:<br />

una corrispondenza biunivoca<br />

C. Sarappa **** , S. Magara **** , A. Mirabella **** , G. Fiore<br />

*** , A. Russo ** , E.M. Troisi ** , F. Fiore *<br />

* ** Direttore DSM ASL AV 2; Dirigente Me<strong>di</strong>co SPDC Solofra<br />

ASL AV 2; *** Dirigente Me<strong>di</strong>co <strong>Psichiatria</strong> ASL SA 2;<br />

**** Psichiatra in formazione, Università <strong>di</strong> Napoli “Federico<br />

II”<br />

L’osservazione utilmente protratta dei pazienti ricoverati<br />

presso un Servizio Psichiatrico <strong>di</strong> Diagnosi e Cura consente<br />

agli operatori <strong>di</strong> inscrivere le fasi <strong>di</strong> acuzie nell’ambito <strong>della</strong><br />

patografia esistenziale.<br />

Alcuni casi descritti in questo lavoro tendono a verificare<br />

come l’insorgenza <strong>di</strong> eventi vitali possa specificamente incidere<br />

sullo sviluppo <strong>della</strong> personalità, in particolare quando<br />

questa si connota come inscrivibile in cluster categoriali<br />

specifici. Altri casi consentono <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare come quadri <strong>di</strong><br />

personalità abnormi possano avere ricadute in ambito esistenziale<br />

tanto da generare fatti ed eventi che sostengono e<br />

alimentano il quadro stesso <strong>di</strong> personalità, fino a determinare<br />

acuzie psichiatriche.<br />

Le nostre osservazioni confermano il rapporto problematico<br />

tra avvenimenti vitali e personalità. La possibilità <strong>di</strong> interpretare<br />

in maniera biunivoca la relazione ripropone la centralità<br />

del vissuto dell’Io quale elemento <strong>di</strong> filtro nella trasformazione<br />

del “fatto” in “evento” e <strong>di</strong> quest’ultimo in situazioni<br />

psicopatologicamente rilevanti.<br />

433. Esperienze <strong>di</strong> Social Dreaming<br />

POSTER<br />

N. Serroni * , L. Serroni, N. D’Eugenio, A.M. Pizzorno<br />

* Servizio Psichiatrico <strong>di</strong> Diagnosi e Cura ASL <strong>di</strong> Teramo;<br />

** Comunità “Fonte <strong>della</strong> Noce”, ASL Teramo<br />

Il Social Dreaming è una tecnica <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> gruppo che valorizza<br />

“il contributo che i sogni possono offrire alla comprensione<br />

non del mondo interno dei sognatori, ma <strong>della</strong><br />

realtà sociale ed istituzionale in cui vivono”. Dal punto <strong>di</strong><br />

vista implementativo, si sviluppa in una serie <strong>di</strong> incontri, in<br />

genere da 3 a 5 sedute <strong>di</strong> gruppo, ciascuna <strong>della</strong> durata <strong>di</strong><br />

un’ora e mezza, coor<strong>di</strong>nate da uno o più conduttori. Il setting<br />

circolare o a fiocco <strong>di</strong> neve che i gruppi <strong>di</strong> 20-50 partecipanti<br />

compongono, non governato al centro dal conduttore<br />

ma lasciato vuoto e libero per ospitare idealmente le immagini<br />

e i vissuti, per posare al centro, consente <strong>di</strong> far sviluppare<br />

e comporre la così detta matrice <strong>di</strong> Social Dreaming,<br />

ovvero, secondo la definizione dello stesso Lawrence,<br />

il luogo da cui nasce qualcosa (Lawrence, 2001). La matrice<br />

si apre con l’invito ai partecipanti (che possono appartenere<br />

a una sola organizzazione o provenire da <strong>di</strong>verse realtà)<br />

a rendere <strong>di</strong>sponibile un sogno, a raccontarlo, partendo dal<br />

presupposto che non sarà considerato nella sua <strong>di</strong>mensione<br />

personale, come una traccia del vissuto privato del parlante,<br />

ma come innesco associativo messo a <strong>di</strong>sposizione del gruppo<br />

per tirar fuori, attraverso la tecnica delle libere associazioni,<br />

i fantasmi, le fantasie e i vissuti conosciuti ma non<br />

pensati che derivano e si connettono alla realtà esperienziale<br />

con<strong>di</strong>visa con gli altri a livello sociale e nelle organizzazioni.<br />

L’analisi collettiva dei sogni, intesi come patrimonio<br />

del gruppo offerto al suo interno, consente <strong>di</strong> avvicinarsi all’organizzazione<br />

come luogo in cui “anche” si sogna e come<br />

entità che è spesso sognata (Neri, 2001), con modalità<br />

che gli ambiti <strong>di</strong> consulenza organizzativa e sviluppo professionale<br />

spesso <strong>di</strong>sattendono e ignorano.<br />

L’apporto del Social Dreaming va nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una<br />

analisi delle persone nella loro interezza, del loro tessuto <strong>di</strong><br />

fantasticherie, percezioni inconsce e socializzazioni inconsapevoli,<br />

che andrebbe a completare, nella pratica <strong>di</strong> intervento,<br />

il lavoro e le esperienze progettate e sviluppate a partire<br />

dal lato “cosciente” delle realtà <strong>di</strong> lavoro.<br />

Vengono riportate in questo lavoro 2 esperienze <strong>di</strong> Social<br />

Dreaming,una con un gruppo <strong>di</strong> studenti universitari e una<br />

con un gruppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> una industria metalmeccanica.<br />

434. Un questionario per la sod<strong>di</strong>sfazione<br />

degli utenti <strong>di</strong> un SPDC: la costruzione<br />

del QUESOD<br />

F. Sessa * , C. Cremonese ** , V. Franzoi * , G. Perini *<br />

* Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienza, Clinica Pscichiatrica, ** III<br />

SPDCD, Azienda Ospedaliera-Univerità <strong>di</strong> Padova<br />

La sod<strong>di</strong>sfazione è un importante in<strong>di</strong>catore d’esito ed un<br />

modo utile <strong>di</strong> valutare i servizi, specie in psichiatria dove<br />

il cambiamento dovuto alla terapia è <strong>di</strong>fficile da identificare<br />

e quantificare 1 2 .<br />

Questo dato si può utilizzare per migliorare il servizio, venendo<br />

in contro alle attese realistiche dell’utenza e cercando<br />

<strong>di</strong> ri<strong>di</strong>mensionare quelle irrealistiche con interventi psicoeducativi<br />

circa le possibilità effettive del servizio. In Italia<br />

esistono pochi strumenti validati per gli SPDC, dove la<br />

libertà dell’utente subisce le maggiori restrizioni. Analizzando<br />

i lavori più recenti in ambito internazionale, tutti<br />

con struttura multi<strong>di</strong>mensionale, abbiamo in<strong>di</strong>viduato 4 <strong>di</strong>mensioni,<br />

che sembrano correlare con la realtà del nostro<br />

SPDC.<br />

Tali <strong>di</strong>mensioni sono state indagate me<strong>di</strong>ante focus group<br />

costituiti da 6 pazienti <strong>di</strong>messi da 14 gg., la caposala, un<br />

me<strong>di</strong>co, un conduttore ed un osservatore. Sono stati esclusi<br />

pazienti con grave compromissione cognitiva (schizofrenia<br />

<strong>di</strong>sorganizzata, ritardo mentale, demenza). Ai partecipanti<br />

è stata fornita al momento <strong>della</strong> <strong>di</strong>missione una<br />

scheda esplicativa per il consenso informato.<br />

Abbiamo quin<strong>di</strong> costruito il QUESOD: un questionario<br />

formato da 47 item in 4 <strong>di</strong>mensioni. Ciascuna <strong>di</strong>mensione<br />

si apre con un item che indaga il valore che l’utente le attribuisce<br />

e si chiude con un item aperto dove l’utente può<br />

esprimere le sue impressioni: questo per verificare ulteriormente<br />

la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> contenuto dello strumento. I dati<br />

<strong>della</strong> validazione in atto verranno presentati in un prossimo<br />

stu<strong>di</strong>o.<br />

Bibliografia<br />

1 Fitzpatrick R. Surveys of patient satisfaction - Important general<br />

consideration. Br Med J Psychiatry 1991;151:660-7.<br />

2 Stallard P. The role and use of consumer satisfaction surveys<br />

in mental health services. Journal of Mental Health<br />

1996;5:333-49.<br />

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