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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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samento corporeo, allo scopo <strong>di</strong> consentire in tempi più brevi<br />

delle microvariazioni dello stato <strong>di</strong> coscienza del gruppo<br />

che favorissero una riduzione degli aspetti <strong>di</strong>fensivi, e nuove<br />

aperture espressive ed emozionali. Sono stati scelti pazienti<br />

che potevano trarre giovamento da un trattamento psicoterapico<br />

<strong>di</strong> breve durata, collocabili <strong>di</strong>agnosticamene nell’Area<br />

dei Disturbi d’Ansia. I pazienti con Disturbo <strong>di</strong> Panico<br />

(DAP) avevano sviluppato un’ansia anticipatoria che li<br />

limitava nel quoti<strong>di</strong>ano, <strong>di</strong>minuendo così i propri spostamenti,<br />

sia <strong>di</strong> breve che <strong>di</strong> lunga durata, e, quin<strong>di</strong>, la possibilità<br />

<strong>di</strong> socializzare, <strong>di</strong>vertirsi, e lavorare con serenità. Al termine<br />

<strong>della</strong> psicoterapia <strong>di</strong> gruppo i pazienti presentavano un<br />

evidente progresso nella loro capacità <strong>di</strong> insight. Essi stessi<br />

<strong>di</strong>chiaravano che, anche se ancora timorosi per l’eventuale<br />

insorgenza <strong>di</strong> attacchi <strong>di</strong> panico, la maggiore coscienza <strong>di</strong> sè<br />

raggiunta, permetteva loro <strong>di</strong> gestire ed affrontare l’ansia<br />

superando tali limiti.<br />

425. Migrazione e psicosi<br />

A.M. Pizzorno, N. Serroni * , N. D’Eugenio, L. Serroni<br />

* Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura, Teramo<br />

Il nostro lavoro riporta i risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o osservativo basato<br />

su un campione <strong>di</strong> 64 immigrati ricoverati presso i servizi<br />

psichiatrici <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi del nostro territorio nel biennio<br />

2003-2004. Nella Tabella I sono stati raggruppati i <strong>di</strong>sturbi<br />

psicopatologici riscontrati nella popolazione <strong>di</strong> immigrati.<br />

Come si può notare, prevalgono i <strong>di</strong>sturbi schizofrenici e<br />

gli altri <strong>di</strong>sturbi psicotici che insieme costituiscono le psicosi<br />

maggiori, con il 40,62%, con prevalenza maschile<br />

(26,56%) su quella femminile (14,06%). La migrazione,<br />

quale esperienza <strong>di</strong> crisi, porta alla rottura dell’equilibrio<br />

tra i conflitti e le <strong>di</strong>fese, e può scatenare meccanismi psicotici<br />

latenti e far emergere vari stati psicotici. A far emergere<br />

le parti psicotiche <strong>della</strong> personalità del migrante è<br />

quin<strong>di</strong>, la separazione dagli oggetti contenitori conosciuti,<br />

come la cultura e il proprio nucleo familiare e la mancanza<br />

<strong>di</strong> comunicazione che limita al soggetto quello “spazio<br />

transizionale” che svolge la funzione <strong>di</strong> facilitare l’integrazione<br />

fra mondo interno e la vita esterna. La psicosi così<br />

intesa non è altro che la risposta del soggetto a quel nuovo<br />

contesto non comunicativo, costituito dal paese ospite<br />

che non si è in grado <strong>di</strong> affrontare perché ci si sente intrappolati<br />

in un sistema <strong>di</strong> paradossi, che porta ad una “co-<br />

Tab. I.<br />

407<br />

POSTER<br />

municazione paradossale” considerata come un fattore<br />

etiologico <strong>della</strong> schizofrenia. In conclusione, è possibile<br />

considerare la psicosi nella migrazione sia come un mezzo<br />

<strong>di</strong> fuga ovvero, una fuga nella malattia, che permette al<br />

soggetto <strong>di</strong> sottrarsi dalla realtà vissuta come troppo frustrante,<br />

che come il risultato <strong>di</strong> un percorso migratorio particolarmente<br />

traumatizzante e perturbante.<br />

426. Il sangue, la vita e la morte: civiltà<br />

a confronto<br />

S. Po, S. Ferrari, M. Rigatelli<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Testa e Collo, Riabilitazione,<br />

Sezione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università <strong>di</strong> Modena e Reggio<br />

Emilia<br />

Malgrado tutti i progressi raggiunti in ambito tecnologico e<br />

scientifico, me<strong>di</strong>co in particolare, determinati comportamenti<br />

umani rimangono inspiegabili e si manifestano invariati<br />

da secoli pur in contesti culturali <strong>di</strong>fferenti.<br />

Per meglio comprendere questo concetto è stata presa in<br />

esame la visione <strong>della</strong> vita e <strong>della</strong> morte nei popoli autoctoni<br />

dell’America centrale ai tempi precedenti la conquista<br />

spagnola, e paragonata alla concezione psichiatrica o<strong>di</strong>erna.<br />

Le antiche civiltà erano ossessionate dallo scorrere del tempo,<br />

dalla religione e dalle <strong>di</strong>vinità; le forze <strong>della</strong> natura avevano<br />

bisogno <strong>di</strong> sangue e sacrifici per rinnovarsi. Le vittime<br />

non rappresentavano soltanto il <strong>di</strong>o, ma anche il suo tramite<br />

<strong>di</strong> comunicazione con l’umanità, così come gli dei avevano<br />

sacrificato se stessi durante la creazione del sole e <strong>della</strong> luna,<br />

anche l’uomo doveva fare altrettanto 1 .<br />

Dall’esame sopra riportato si può comprendere la <strong>di</strong>fferenza<br />

valutativa tra i comportamenti che venivano spesso considerati<br />

come espressioni <strong>di</strong> carattere religioso e comunque<br />

rituale e la civiltà occidentale che ne ha definito i limiti e ne<br />

ha evidenziato gli aspetti psicopatologici.<br />

È evidente la tendenza ad interpretare determinati comportamenti<br />

come <strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong> patologia psichiatrica, basandosi<br />

su una concezione occidentale che non tiene conto delle<br />

<strong>di</strong>fferenze culturali.<br />

Bibliografia<br />

1 Cavatrunci C et al. Maya Inca Atzechi. Splendori delle civiltà<br />

precolombiane. Istituto Geografico DeAgostini, Novara, 1998.<br />

Gruppo <strong>di</strong>agnostico Uomo % Donna % Totali %<br />

Gruppo 1 - Disturbi schizofrenici<br />

con altri <strong>di</strong>sturbi psicotici 17 26,56 9 14,06 26 40,62<br />

Gruppo 2 - Disturbi <strong>di</strong> personalità 5 7,81 4 6,25 9 14,06<br />

Gruppo 3 - Comportamenti psiconeurotici 5 7,81 13 20,32 18 28,13<br />

Gruppo 4 - Disturbi mentali organici 0 - 1 1,56 1 1,56<br />

Gruppo 5 - Dipendenza da alcool 7 10,94 2 3,12 9 14,06<br />

Gruppo 6- Condotte tossicomaniche 0 - 1 1,56 1 1,56<br />

Totali 34,00 53,12 30,00 46,88 64,00 100,00

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