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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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DOC, anche se i pattern <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tà fanno propendere per un<br />

modello misto <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tarietà.<br />

Descrizione del caso clinico: il nostro contributo è a conferma<br />

<strong>di</strong> tali dati e riguarda il caso <strong>di</strong> B.G., un paziente <strong>di</strong> 38<br />

anni, seguito nel nostro ambulatorio dal 2001 con <strong>di</strong>agnosi<br />

<strong>di</strong> DOC.<br />

Anamnesticamente emergono elementi ossessivi già a partire<br />

dall’età <strong>di</strong> 10 anni.<br />

Secondo i più recenti stu<strong>di</strong> clinici vi è una correlazione tra<br />

l’esor<strong>di</strong>o precoce del DOC (al <strong>di</strong> sotto dei 16 anni o degli 11<br />

anni) e la familiarità.<br />

Nel nostro caso anche la sorella del paziente, affetta da<br />

DOC, presentò i primi sintomi in età precoce. Inoltre la<br />

mamma dei due pazienti risponde ad un quadro subsindromico<br />

in accordo con quanto riportato in letteratura.<br />

Bibliografia<br />

1 Conceicao do Rosario-Campos M, et al. A family study of earlyonset<br />

obsessive-compulsive <strong>di</strong>sorder. Am J of Med Gen Part B<br />

2005;136B:92-97.<br />

2 Chabane N, et al. Early-onset obsessive-compulsive <strong>di</strong>sorder: a<br />

subgrouo with specific clinical and familial pattern? J Child<br />

Psychol Psychiatry 2005;46:881-7.<br />

410. Impiego <strong>di</strong> quetiapina in pazienti<br />

schizofenici e schizoaffettivi: due modalità<br />

<strong>di</strong> titolazione rapida a confronto<br />

D. Montanaro<br />

CSM Lanzani, Lanciano<br />

POSTER<br />

Introduzione: in letteratura è descritta la possibilità <strong>di</strong> titolare<br />

rapidamente la quetiapina nei pazienti acuti 1 . Nel presente<br />

stu<strong>di</strong>o sono state confrontate due modalità <strong>di</strong> titolazione<br />

rapida <strong>della</strong> quetiapina.<br />

Metodo: stu<strong>di</strong>o in aperto su pazienti acuti, affetti da schizofrenia<br />

o <strong>di</strong>sturbo schizoaffettivo, <strong>di</strong> confronto tra titolazione<br />

200, 400, 600, 800 mg/<strong>di</strong>e (titolazione A) vs. 300, 600, 900<br />

mg/<strong>di</strong>e (titolazione B). L’efficacia è stata rilevata (basale e<br />

dopo 1 e 2 settimane) me<strong>di</strong>ante BPRS e CGI, la tollerabilità<br />

me<strong>di</strong>ante i segni vitali (stessi tempi) e l’insorgenza <strong>di</strong> eventi<br />

avversi.<br />

Risultati: sono stati arruolati 15 pazienti (10 M, 5 F; età<br />

me<strong>di</strong>a 53,6 ± 10,7 anni), affetti da schizofrenia (9) e <strong>di</strong>sturbo<br />

schizoaffettivo (6).<br />

Sei pazienti hanno ricevuto la titolazione A e nove la B. Non<br />

sono state rilevate <strong>di</strong>fferenze significative tra le due titolazioni<br />

in termini <strong>di</strong> efficacia e tollerabilità.<br />

Conclusioni: i risultati dello stu<strong>di</strong>o, pur preliminari, lasciano<br />

intravedere una sovrapponibilità tra le due modalità <strong>di</strong> titolazione<br />

rapida che quin<strong>di</strong> vanno opzionate caso per caso.<br />

Bibliografia<br />

1 Smith MA, et al. Rapid dose escalation with quetiapine. J Clin<br />

Psychopharmacol 2005;25:331-5.<br />

411. Aspetti funzionali dei recettori D1<br />

mesocorticali<br />

M.R. Muscatello, A. Bruno, A. Paterniti, L. Cortese,<br />

R. Car<strong>di</strong>a, R. Cambria, G. Pandolfo, R. Zoccali, M. Meduri<br />

U.O.C. <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università <strong>di</strong> Messina<br />

I Recettori Dopaminergici vengono classificati in due <strong>di</strong>fferenti<br />

famiglie: il gruppo del recettore D1-simile costituito dai sottotipi<br />

D1 e D5, e il gruppo del recettore D2-simile a cui appartengono<br />

i sottotipi D2, D3 e D4. Stu<strong>di</strong> recenti sugli effetti funzionali<br />

<strong>della</strong> neurotrasmissione dopaminergica nei circuiti corticali<br />

hanno focalizzato l’attenzione sul ruolo svolto dai recettori<br />

D1: Goldman-Rakic et al. (2000) hanno <strong>di</strong>mostrato che la<br />

fine regolazione dei neuroni <strong>della</strong> Corteccia Prefrontale (PFC)<br />

implicati nel funzionamento ottimale <strong>della</strong> memoria spaziale e<br />

<strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>pende da adeguati livelli <strong>di</strong> occupazione dei recettori<br />

D1, e che livelli <strong>di</strong> occupazione recettoriale sia più elevati<br />

che più bassi determinano una riduzione delle performance.<br />

Inoltre attraverso lo stu<strong>di</strong>o PET si è potuto rilevare che i recettori<br />

D1 <strong>di</strong>minuiscono nella PFC dei pazienti schizofrenici in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dal trattamento farmacologico. Alla luce <strong>di</strong><br />

queste osservazioni è possibile ipotizzare che nei pazienti schizofrenici,<br />

un anomalo funzionamento dei D1 potrebbe sottendere<br />

la scarsa risposta dei sintomi negativi e cognitivi al trattamento<br />

con neurolettici. Come evidenziato in modelli animali è<br />

ipotizzabile che il trattamento cronico con NL induca una<br />

down-regulation dell’RNA messaggero e <strong>della</strong> proteina D <strong>della</strong><br />

corteccia prefrontale e abbassi i livelli <strong>di</strong> recettori D1 riducendo<br />

le prestazioni <strong>della</strong> memoria <strong>di</strong> lavoro. Tali evidenze <strong>di</strong><br />

laboratorio e cliniche, avvalorano il potenziale ruolo dei recettori<br />

D1 nei processi cognitivi in soggetti normali, schizofrenici<br />

e depressi con importanti deficit cognitivi ed aprono nuove<br />

prospettive terapeutiche (inibitori delle COMT).<br />

412. Il ricorso alle me<strong>di</strong>cine non<br />

convenzionali in psichiatria: trattamento<br />

con agopuntura nelle sindromi ansioso<br />

depressive<br />

D. Nonnato * , A. Castagna **<br />

* ** <strong>Psichiatria</strong>, Bassano del Grappa (VI); <strong>Psichiatria</strong>, Dolo<br />

(VE)<br />

Il ricorso alle cosiddette me<strong>di</strong>cine non convenzionali in Italia<br />

oggi riguarda un numero sempre più crescente <strong>di</strong> pazienti.<br />

Per quanto riguarda l’ambito psichiatrico, <strong>di</strong>verse esperienze<br />

negli ultimi anni suggeriscono l’utilizzo dell’agopuntura<br />

per il trattamento dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> natura nevrotica (in<br />

particolare i <strong>di</strong>sturbi d’ansia, psicosomatici e del sonno) anche<br />

se mancano stu<strong>di</strong> controllati su ampie popolazioni.<br />

Scopo <strong>di</strong> questo lavoro è il confronto tra due gruppi <strong>di</strong> pazienti<br />

(gruppo A costituito da 14 pazienti e gruppo B da 11)<br />

che presentano una sintomatologia reattiva ad un fattore<br />

stressante facilmente identificabile, inquadrabile come “Disturbo<br />

dell’adattamento”.<br />

Criteri <strong>di</strong> inclusione sono: età maggiore <strong>di</strong> 18 anni, primo<br />

contatto psichiatrico, assenza <strong>di</strong> ideazione suicidarla e/o sintomi<br />

psicotici, presenza <strong>di</strong> un fattore stressante entro i 3 mesi<br />

precedenti.<br />

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