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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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za car<strong>di</strong>aca (VFC) 2 che pre<strong>di</strong>spone allo sviluppo <strong>di</strong> aritmie<br />

potenzialmente fatali e sarebbe responsabile <strong>della</strong> maggiore<br />

mortalità osservata nei pazienti depressi rispetto ai non depressi<br />

dopo IMA.<br />

Scopo: indagare la relazione tra funzione autonomica e depressione<br />

durante il ricovero e dopo 4 mesi in 52 pazienti<br />

con prima <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> IMA, senza gravi patologie croniche<br />

associate e senza precedenti malattie psichiatriche, eliminando<br />

così alcuni fattori confondenti presenti in molti stu<strong>di</strong><br />

su questo argomento.<br />

Meto<strong>di</strong>: la misurazione <strong>della</strong> VFC, eseguita su registrazione<br />

Holter, è stata usata come marker <strong>della</strong> funzione autonomica;<br />

la sintomatologia depressiva è stata valutata con la<br />

Beck Depression Inventory e con l’Hamilton Rating Scale<br />

for Depression; la presenza <strong>di</strong> fattori stressanti nei 6 mesi<br />

antecedenti l’IMA è stata rilevata con la Recent Life Events<br />

Interview.<br />

Risultati: il 29% del campione è depresso e mostra una<br />

VFC minore rispetto ai controlli.<br />

Conclusioni: nei pazienti depressi dopo IMA si osserva uno<br />

sbilanciamento autonomico a favore del SS che pre<strong>di</strong>sporrebbe<br />

il cuore a gravi aritmie.<br />

Bibliografia<br />

1 Van Melle et al. Psychosom Med 2004;66:814-22.<br />

2 Carney et al. Circulation 2001;104:2024-8.<br />

389. Riduzione del peso corporeo<br />

nei pazienti in trattamento con AP-atipici<br />

POSTER<br />

A. Mangano, G. Dattola, P. Romeo, F.C. Suraci, C. Tripo<strong>di</strong>,<br />

A. Nucera<br />

Regione Calabria, Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale, AST 11<br />

Reggio Calabria, Servizio Semiresidenziale, (Day Hospital,<br />

Centro Diurno, Centro UVA)<br />

A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un decennio dell’entrata in uso degli AP-atipici,<br />

tra gli effetti collaterali indotti da questi farmaci, una notevole<br />

importanza riveste l’aumento del peso corporeo. Tale<br />

effetto indesiderato oltre a contribuire ad elevare il rischio<br />

<strong>di</strong> comorbilità sul piano organico (<strong>di</strong>abete,- ipertensione- alterazioni<br />

del metabolismo lipi<strong>di</strong>co) induce un ulteriore <strong>di</strong>sagio<br />

sociale per i problemi legati all’immagine corporea e all’autostima.<br />

Scopo dello stu<strong>di</strong>o: valutazione <strong>della</strong> riduzione del peso<br />

corporeo <strong>di</strong> pazienti in trattamento con AP-atipici cui è stato<br />

aggiunto (attraverso consenso informato) un farmaco potenzialmente<br />

“anoressizzante” (Topiramato). Ad un altro<br />

gruppo <strong>di</strong> pazienti, con caratteristiche omogenee, è stato<br />

somministrato invece un placebo.<br />

Metodo: lo stu<strong>di</strong>o in aperto, tuttora in corso, prevede la<br />

somministrazione a pazienti in trattamento con AP-atipici,<br />

<strong>di</strong> una dose me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 300 mg <strong>di</strong> Topiramato. La scelta <strong>di</strong><br />

questa molecola è motivata da dati provenienti dalla letteratura<br />

internazionale sulla consistente per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso corporeo.<br />

Tutti i pazienti hanno mantenuto l’abituale dosaggio antipsicotico<br />

mentre il TPR è stato somministrato a dosi crescenti<br />

in add-on.<br />

A un gruppo <strong>di</strong> pazienti con caratteristiche omogenee, costituito<br />

da 20 pazienti in trattamento con atipici, è stato somministrato<br />

un placebo (gruppo <strong>di</strong> controllo). I due gruppi so-<br />

no stati confrontati attraverso una valutazione longitu<strong>di</strong>nale<br />

a tre e a sei e mesi dall’inizio del trattamento.<br />

Criteri d’inclusione:<br />

– trattamento da almeno 1 anno con AP-atipico (anche in<br />

politerapia);<br />

– aumento del peso corporeo > a 10 kg (annotazione del peso<br />

antecedente all’inizio del trattamento);<br />

– consenso informato da parte del paziente che accetta la<br />

somministrazione del TPR allo scopo <strong>di</strong> promuovere una<br />

riduzione del proprio peso corporeo;<br />

– pazienti psicotici dove l’uso <strong>di</strong> un anticonvulsivante può<br />

contribuire ad una efficace stabilizzazione dell’umore;<br />

– pazienti in compenso psicotico;<br />

– assenza <strong>di</strong> trattamenti <strong>di</strong>etetici concomitanti.<br />

Criteri <strong>di</strong> esclusione:<br />

– pazienti in politerapia con Neurolettici-TIPICI;<br />

– glaucoma.<br />

Sono stati praticati prima dell’introduzione del TPR i seguenti<br />

esami:<br />

– routine ematica + PRL;<br />

– emoglobina glicosilata;<br />

– emocromo;<br />

– registrazione del peso pre-trattamento;<br />

– visita oculistica.<br />

Risultati: la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso corporeo dei pazienti trattati<br />

con TPR si è attestata me<strong>di</strong>amente intorno ai 4 kg già entro<br />

i primi tre mesi. Solo in una piccola percentuale (8%) il peso<br />

è ulteriormente sceso fino a 6 kg. Tutti i pazienti che, in<br />

assenza <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tarietà per il <strong>di</strong>abete, avevano subito un incremento<br />

dei valori <strong>della</strong> glicemia, sono rientrati nel range<br />

fisiologico. Nessuna mo<strong>di</strong>fica si è verificata sui livelli <strong>di</strong><br />

prolattina (alterati valori nei pazienti in trattamento con Risperidone).<br />

Conclusioni: la <strong>di</strong>minuzione del peso corporeo appare<br />

senz’altro correlata all’utilizzo del TPR. L’assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ete<br />

<strong>di</strong>magranti concomitanti fa supporre che l’eventuale adesione<br />

del paziente a specifici trattamenti <strong>di</strong>etetici e/o attività fisico-sportive<br />

potrebbe contribuire alla restitutio dell’abituale<br />

peso corporeo. Tale aspetto ha già favorito in numerosi<br />

nostri pazienti scelte orientate in tal senso.<br />

390. Effetti del lavoro supportato<br />

sulle caratteristiche cliniche, cognitive<br />

e <strong>di</strong> funzionamento sociale <strong>di</strong> soggetti<br />

con schizofrenia<br />

L. Marchiaro * , P. Rocca ** , C. Vecchiato * , F. Risso *<br />

* Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>di</strong> Cuneo, ASL 15 Cuneo;<br />

** Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Torino<br />

I programmi <strong>di</strong> riabilitazione vocazionale sono una parte essenziale<br />

del trattamento dei pazienti con schizofrenia. A <strong>di</strong>fferenza<br />

<strong>di</strong> altre attività riabilitative, per le quali non sono<br />

state condotte valutazioni sistematiche <strong>di</strong> risultato, il lavoro<br />

supportato (SE) è una pratica “evidence-based”. Alcuni autori<br />

hanno evidenziato che il SE può avere effetti benefici<br />

sulla sintomatologia globale ed attenuare gli effetti dell’impairment<br />

cognitivo. I dati <strong>della</strong> letteratura concordano nell’affermare<br />

che i deficit cognitivi costituiscono un aspetto<br />

nucleare <strong>della</strong> schizofrenia. La compromissione interessa<br />

svariati domini cognitivi, quali le funzioni esecutive, l’at-<br />

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