XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

corsi assistenziali, in modo efficiente ed efficace le risorse
sanitarie e socio-ambientali disponibili.
Il progetto prevede:
1)l’istituzione nell’ambito del DEU di un triage psichiatrico
con personale infermieristico specializzato al fine di
discriminare le urgenze sociali da quelle psichiatriche;
2)un approccio integrato pluridisciplinare per una più appropriata
decodifica diagnostica;
3)definizione di percorsi diagnostico-terapeutici per le urgenze
psichiatriche ad elevato impatto;
4)l’analisi del fabbisogno di adeguamento strutturale del
Pronto Soccorso;
5)l’analisi delle risorse necessarie al progetto;
6)il monitoraggio, attraverso la definizione di indicatori
delle procedure e dei risultati.
Bibliografia
La sfida della complessità. Feltrinelli, Milano 1985.
Palermo G, Villanova M. Psichiatria d’emergenza. Ed. Essebiemme
2005.
382. Un anno di valutazione prospettica
degli effetti metabolici degli antipsicotici
di seconda generazione (SGA) in un Centro
di Salute Mentale
D. Grieco, L. Mellini, S. Biagini, B. Berti, M. Casoria,
I. Tarricone, D. Berardi
Istituto di Psichiatria P. Ottonello, Università di Bologna
Introduzione: gli antipsicotici di seconda generazione
(SGA) sono dotati di buona efficacia clinica e causano con
minore propensione effetti extrapiramidali rispetto ai neurolettici
tradizionali; d’altro canto questi farmaci causano effetti
collaterali di ordine metabolico. Per valutare l’incidenza
di tali effetti collaterali, nel CSM di Bologna “Nani” è
stato allestito un protocollo per il monitoraggio dei pazienti
trattati con SGA.
Metodo: l’indagine, di tipo naturalistico, è in atto dal gennaio
2003. In tutti i pazienti che iniziano un SGA si valutano:
BMI, glicemia, colesterolo totale, HDL, LDL e trigliceridi;
vengono inoltre annotate diagnosi, anamnesi familiare
e personale per patologie metaboliche ed eventuale comparsa
di effetti collaterali. Le valutazioni sono effettuate alla
baseline (T0), dopo un mese (T1) e semestralmente (T6,
T12, Tn).
Tab. I. Medie totale campione.
Parametri T0 T1 T6 T12
(N = 65) (N = 65) (N = 40) (N = 31)
BMI 27,3 27,7 28,9 29,2
Glicemia mg/dl 92,3 92 92,8 91,1
Colesterolo mg/dl 205,8 209,8 223,3 209,4
HDL mg/dl 55,6 53 50,6 53,1
LDL mg/dl 125,9 126,5 140 122,1
Trigliceridi mg/dl 139,3 154,6 167,8 166,5
391
POSTER
Risultati: nelle tabelle vengono riportati i risultati dei pazienti
che hanno ricevuto le valutazioni a T0 (N = 65), T1
(N = 65), T6 (N = 40), T12 (N = 31). Dal confronto fra le
medie del campione generale, si rileva un significativo incremento
a T6 di BMI (p = 0,002) e colesterolo (p =
0,013) e un aumento della trigliceridemia che, entro i limiti
della norma a T0, diventa patologica a T1 (p =
0,072).
Conclusione: il nostro studio mette in rilievo la necessità di
monitorare attentamente il peso ed i parametri metabolici
dei pazienti in trattamento con SGA fin dalle prime settimane
di trattamento.
383. Il suicidio nei paesi islamici e in Europa:
un’ipotesi di confronto
S. Gubbini, P. Stefanelli
U.O.C. di Psicoterapia, Dipartimento di Scienze Psichiatriche
e Medicina Psicologica, Università di Roma “La Sapienza”
Introduzione: l’obiettivo di questo studio era di valutare
l’incidenza e le modalità del suicidio nei paesi di religione
islamica, indagare le ragioni di tale andamento, soppesare il
ruolo sostenuto dalla religione nel dissuadere dal pensiero
suicida e apprezzarne le differenze rispetto alle dimensioni
del fenomeno in Europa.
Metodologia: a tal proposito sono stati esaminati i tassi di
mortalità per suicidio pubblicati dalla WHO e la letteratura
scientifica internazionale (studi descrittivi e retrospettivi)
presente sul suicidio in Europa e nei paesi islamici.
Risultati: i dati a nostra disposizione mostrano la presenza
di notevoli differenze, per quel che riguarda incidenza e
modalità del suicidio, tra i paesi islamici e i paesi occidentali.
Mentre infatti in Europa il suicidio costituisce un serio e
prioritario problema di sanità pubblica (tasso di mortalità
17,5/100 000), ponendosi come seconda e in alcuni stati
come prima causa di morte nella classe di età 15-34 anni,
dai dati emerge che nei paesi di religione musulmana si verificano
rare morti per suicidio, con tassi di mortalità che
si distribuiscono tra i più bassi al mondo (Giordania
0,0/100000, Egitto 0,1/100000, Siria 0,2/100000, Kuwait
1,9/100000).
Conclusioni: seppure rari casi di suicidio si possano verificare
nei paesi islamici, non si può non individuare nella religione
un fattore protettivo per la comparsa di un proposito
di suicidio e raramente, in tali paesi, il malessere psichico
imbocca la strada dell’autolesionismo.
Bibliografia
Atighetchi D. Islam, Musulmani e Bioetica. Armando Editore, Roma
2002.
Bertolote JM, Meulenbergs L, Radulescu R. Suicide Prevention.
Conferenza Ministeriale Europea dell’OMS sulla Salute Mentale,
Helsinki, 12-15 gennaio 2005.
Levi F, La Vecchia C, Lucchini F. Trends in mortality from suicide,
1965-1999. Acta Psychiatrica Scandinavica 2003;108.