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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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struttura inviante, luogo <strong>di</strong> provenienza, ecc., si documenta<br />

per tabulas la miscellanea <strong>di</strong> richieste e <strong>di</strong> bisogni che<br />

tendenzialmente avrebbero necessità <strong>di</strong> spazi, tempi e modalità<br />

<strong>di</strong> intervento non coincidenti con le caratteristiche <strong>di</strong><br />

un reparto psichiatrico inserito nella rete dell’emergenza<br />

sanitaria.<br />

Conclusioni: il SPDC modula la propria identità <strong>di</strong> luogo <strong>di</strong><br />

accoglienza e cura, con necessità <strong>di</strong> rapi<strong>di</strong> adattamenti tecnico-funzionali<br />

tra azioni <strong>di</strong> supplenza e specificità <strong>di</strong> competenze,<br />

tra immagine <strong>di</strong> hospice pietistico-caritativo e <strong>di</strong><br />

astanteria in urgenza, tra presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico e<br />

avamposto assistenziale prevalentemente orientato sulla clinica.<br />

L’apparente contrasto tra le aspettative e la resa può essere<br />

letto dall’interno come fattore <strong>di</strong> inappropriatezza, o come<br />

occasione <strong>di</strong> revisione critica per deco<strong>di</strong>ficare e reimpostare<br />

correttamente la domanda <strong>di</strong> aiuto.<br />

379. Percezione <strong>di</strong> libertà dai sintomi<br />

e <strong>di</strong> costrizione alla cura rispetto<br />

all’assunzione <strong>di</strong> stabilizzatori dell’umore<br />

POSTER<br />

C. Fizzotti, G. Fornaro, E. Zanelli, A. Berti<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica,<br />

Sezione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università <strong>di</strong> Genova<br />

Nella farmacoterapia è progressivamente decaduto un modello<br />

“reaction”, che in<strong>di</strong>ca i pazienti come destinatari<br />

passivi <strong>di</strong> una terapia, a favore <strong>di</strong> un modello “proaction”,<br />

per il quale il paziente collabora al processo terapeutico<br />

stesso.<br />

Occorre quin<strong>di</strong> che il terapeuta, senza assumere un atteggiamento<br />

troppo <strong>di</strong>rettivo od organicistico-farmacologico,<br />

conosca gli effetti fisici e cognitivi dei farmaci, non trascuri<br />

danni simbolici legati a un trattamento cronico e interpreti<br />

movimenti transferali corrispondenti all’uso del<br />

farmaco.<br />

Gli stabilizzatori dell’umore (sali <strong>di</strong> litio, carbamazepina,<br />

acido valproico, gabapentina, topiramato, oxcarbazepina,<br />

lamotrigina) permettono ai pazienti “responders” <strong>di</strong> non essere<br />

in balia delle oscillazioni del proprio umore.<br />

In effetti, non <strong>di</strong>versamente da altri farmaci, essi possono<br />

essere concepiti come “filtri d’amore”, giocare intenti seduttivi,<br />

suscitare fantasie <strong>di</strong> sottomissione a un potente oggetto<br />

esterno e in certi casi allentare il controllo sulle pulsioni<br />

istintuali facendo assumere al farmaco il ruolo <strong>di</strong> capro<br />

espiatorio.<br />

Inoltre, non avendo gli stabilizzatori effetti <strong>di</strong>rettamente sintomatici<br />

come gli antidepressivi, i neurolettici e le benzo<strong>di</strong>azepine,<br />

<strong>di</strong>minuiscono il rischio che il paziente mo<strong>di</strong>fichi<br />

arbitrariamente i dosaggi secondo l’equivalenza gravità sintomo-me<strong>di</strong>cina<br />

e meno <strong>di</strong> altri tendono a innescare il problema<br />

dell’esaurimento dell’effetto.<br />

Attraverso un test autosomministrato ai pazienti ricoverati<br />

presso la Clinica Psichiatrica Universitaria dell’Ospedale<br />

San Martino <strong>di</strong> Genova e ai pazienti che afferiscono agli<br />

Ambulatori <strong>della</strong> stessa, si è voluto valutare la percezione<br />

<strong>della</strong> terapia farmacologia con stabilizzatori dell’umore, indagando<br />

il livello <strong>di</strong> accettazione rispetto al farmaco e rispetto<br />

alla sensazione <strong>di</strong> libertà dai sintomi.<br />

380. Riabilitazione neurocognitiva<br />

nella schizofrenia: risultati preliminari<br />

<strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o clinico-terapeutico<br />

F. Fresi * , M. Bechi * , G. Cauli *** , F. Pinna, G. Pillai, F. Pili,<br />

E. Pisano, D. Mura, D. Sitzia, M. Casale ** , A.C. Loi,<br />

S. Adamo ** , B. Carpiniello<br />

Clinica Psichiatrica, Università <strong>di</strong> Cagliari; * Dipartimento<br />

Scienze Neuropsichiche, Ospedale Universitario San Raffaele,<br />

Milano; ** Centro Ippocrate, Struttura Sanitaria Cura<br />

e Riabilitazione Disturbi Psichici, Cagliari; *** Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Filosofia, Università Cà Foscari <strong>di</strong> Venezia<br />

Introduzione: molti pensatori, a partire da Kraepelin e<br />

Bleuler, hanno considerato la schizofrenia come un <strong>di</strong>sturbo<br />

i cui vari segni e sintomi riflettono gli effetti <strong>di</strong> un fondamentale<br />

deficit cognitivo. Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse<br />

per i deficit cognitivi nella schizofrenia, in gran parte<br />

responsabili dei deficit funzionali, per lo più alla base <strong>della</strong><br />

<strong>di</strong>sabilità e dei costi in<strong>di</strong>retti <strong>della</strong> malattia. Lo scopo del<br />

presente stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> valutare l’efficacia <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong><br />

riabilitazione neurocognitiva nella schizofrenia, basato sull’identificazione<br />

e il trattamento specifico delle <strong>di</strong>sfunzioni<br />

neurocognitive.<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: è stato reclutato un campione <strong>di</strong> 8 pazienti,<br />

6 maschi e 2 femmine, <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a pari a 36,6 ± 9,2<br />

anni, e scolarità me<strong>di</strong>a pari a 11,3 ± 4,1 anni. I pazienti, al<br />

t0 e al terzo mese, sono stati sottoposti a valutazione neurocognitiva,<br />

tramite la BACS, volta a identificare i deficit specifici<br />

in<strong>di</strong>viduali, valutazione clinica, tramite la PANSS, e<br />

<strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita, tramite la QLS. Il trattamento, <strong>della</strong><br />

durata <strong>di</strong> tre mesi, prevedeva tre sedute settimanali <strong>di</strong> terapia<br />

neurocognitiva su Personal Computer, utilizzando un<br />

programma, il Cogpack, che si compone <strong>di</strong> esercizi <strong>di</strong>versificati<br />

a seconda <strong>della</strong> funzione cognitiva a cui sono rivolti.<br />

Il trattamento è stato applicato in aggiunta a un intervento <strong>di</strong><br />

tipo cognitivo-comportamentale.<br />

Risultati: è risultato un miglioramento significativo al test<br />

“Torre <strong>di</strong> Londra”, misura <strong>della</strong> funzione esecutiva <strong>di</strong> planning,<br />

e al test <strong>di</strong> “Memoria Verbale”, misura <strong>della</strong> memoria<br />

secondaria a lungo termine. È inoltre emerso un trend per il<br />

miglioramento al test <strong>di</strong> “Working Memory”.<br />

Conclusioni: il nostro stu<strong>di</strong>o, pur nella limitatezza del campione,<br />

sembra confermare l’efficacia del Cogpack nella riabilitazione<br />

<strong>di</strong> specifiche funzioni neurocognitive.<br />

381. Riprogettazione <strong>della</strong> gestione<br />

dell’emergenza psichiatrica nell’ambito<br />

del DEU <strong>di</strong> una Azienda Ospedaliera<br />

L. Gandolfo, V. Agliata, A. De Natale, E. Gulisano,<br />

F. Luppa<br />

ASL 3, Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale CT 2, Catania<br />

Il progetto si propone <strong>di</strong> rimodulare l’organizzazione <strong>della</strong><br />

gestione delle urgenze psichiatriche afferenti al Pronto Soccorso<br />

<strong>di</strong> un Ospedale Generale con l’obiettivo, a breve termine,<br />

<strong>di</strong> analizzare in maniera appropriata “il <strong>di</strong>sagio psichico”<br />

al fine <strong>di</strong> realizzare una corretta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale<br />

rispetto a problematiche cliniche e/o sociali, e a lungo<br />

termine, <strong>di</strong> utilizzare attraverso la definizione <strong>di</strong> precisi per-<br />

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