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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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<strong>di</strong> personalità predominanti nei pazienti stu<strong>di</strong>ati (Fig. 1),<br />

mettendo in evidenza sintomi e tratti isterici non identificati<br />

dalla <strong>di</strong>agnosi del DSM.<br />

Concludendo, attraverso una ricerca clinica trasversale sono<br />

stati evidenziati sintomi e tratti isterici nei pazienti stu<strong>di</strong>ati.<br />

L’analisi SWAP-200 ha, infatti, permesso <strong>di</strong> mettere in luce<br />

la presenza <strong>di</strong> una significativa espressività psicopatologica<br />

dell’isteria nelle pieghe dei <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> personalità<br />

dei pazienti.<br />

Questo lavoro sottolinea l’opportunità <strong>di</strong> privilegiare una<br />

<strong>di</strong>agnosi strutturale (SWAP-200) ad una <strong>di</strong>agnosi puramente<br />

descrittiva (DSM).<br />

Bibliografia<br />

Ferro FM, Refolo G, a cura <strong>di</strong>. Stu<strong>di</strong> dell’isteria. Chieti: Metis<br />

1996.<br />

Scalzone F, Zontini G, a cura <strong>di</strong>. Perché l’isteria? Attualità <strong>di</strong> una<br />

malattia ontologica. Liguori Napoli: 1999.<br />

Westen D, Shedler J, Lingiar<strong>di</strong> V. La valutazione <strong>della</strong> personalità<br />

con la SWAP-200. Tr it. Milano: Raffaello Cortina E<strong>di</strong>tore 2003.<br />

365. Il trattamento dello Spettro<br />

Schizofrenico presso i CC.SS.MM. dell’ASL 20:<br />

analisi <strong>di</strong> efficacia ed esito in un gruppo<br />

<strong>di</strong> pazienti trattati con quetiapina<br />

M. Di Lella, V. Saracino, L. Sartore<br />

Dipartimento Salute Mentale ASL 20 Alessandria, S.C. Salute<br />

Mentale<br />

Introduzione: esistono in letteratura numerose evidenze<br />

dell’efficacia <strong>della</strong> quetiapina nel controllo dei sintomi positivi<br />

dei <strong>di</strong>sturbi schizofrenici e un numero crescente <strong>di</strong><br />

lavori segnala un’efficacia anche sui sintomi negativi. Il<br />

presente stu<strong>di</strong>o propone una valutazione prospettica in<br />

aperto <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> pazienti in trattamento ambulatoriale<br />

con quetiapina presso i Centri <strong>di</strong> Salute Mentale dell’A-<br />

SL 20 con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Schizofrenia e Disturbo Schizoaffettivo<br />

con l’intento <strong>di</strong> esaminare l’impatto del farmaco su<br />

una popolazione che vive nella propria famiglia e/o in un<br />

contesto ambientale territoriale attraverso la misurazione<br />

<strong>di</strong> parametri clinici, <strong>di</strong> qualità <strong>della</strong> vita e <strong>di</strong> funzionamento<br />

sociale.<br />

Materiale i meto<strong>di</strong>: sono stati presi in esame tutti i pazienti<br />

afferenti ai Centri <strong>di</strong> Salute Mentale dell’ASL 20 nel periodo<br />

giugno luglio 2005 e in trattamento continuativo con<br />

quetiapina da almeno sei mesi (e che non abbiano effettuato<br />

ricoveri).<br />

Tutti i pazienti arruolati per lo stu<strong>di</strong>o sono stati sottoposti a<br />

scale <strong>di</strong> valutazione clinica (CGI), <strong>di</strong> funzionamento sociale<br />

(DAS II) e <strong>di</strong> qualità <strong>della</strong> vita (SF 36) e <strong>di</strong> compliance<br />

(DAI 10).<br />

La valutazione è stata effettuata al momento dell’arruolamento<br />

nello stu<strong>di</strong>o e a sei mesi.<br />

Risultati: in base ai dati preliminari desunti dai pazienti<br />

monitorati nei primi mesi dello stu<strong>di</strong>o, trattamento con farmaci<br />

atipici quale la quetiapina sembra avere un impatto positivo<br />

sia per quanto attiene agli esiti clinici che <strong>di</strong> qualità<br />

<strong>della</strong> vita e <strong>di</strong> funzionamento sociale dei pazienti.<br />

385<br />

POSTER<br />

366. Revelatio e rivelazione<br />

D. Di Matteo, D. Campanella, V. Matera, L. Pelusi,<br />

D. De Berar<strong>di</strong>s, A. Carano, R. La Rovere, F. Gambi,<br />

M. Castrovilli, C. Cotellessa, R.M. Salerno, F.M. Ferro<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia e Neuroscienze, Cattedra <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>,<br />

Università “G. D’Annunzio”, Chieti<br />

Il <strong>di</strong>spositivo antropologico <strong>della</strong> rivelazione ci aiuta molto<br />

a comprendere l’insorgere del delirio e la sua funzione psicopatologica.<br />

Del resto è frequente osservare che, dopo<br />

l’“èureka” delirante, il paziente appaia almeno momentaneamente<br />

un po’ meno angosciato. E, a proposito dell’ingresso<br />

nei mon<strong>di</strong> schizofrenici “produttivi”, è noto che ai<br />

vissuti <strong>di</strong> fine del mondo, allo stato d’animo predelirante e<br />

alla perplessità segua sovente l’intuizione delirante.<br />

Il delirio, però, presenta in genere numerose zone d’ombra<br />

e pone al soggetto problemi e interrogativi talora ancora più<br />

angoscianti dei precedenti. Stando alla definizione corrente<br />

<strong>di</strong> rivelazione, ciò potrebbe ri<strong>di</strong>mensionare il valore euristico<br />

<strong>di</strong> tale <strong>di</strong>spositivo antropologico. Per lo Zingarelli, ad<br />

esempio, rivelare significa “svelare, <strong>di</strong>re apertamente ciò<br />

che non è noto, è poco chiaro o nascosto”. Ma uno stu<strong>di</strong>o filologico<br />

attento ci mostra ben altro. La parola latina revelatio,<br />

come quella ebraica equivalente (presente nell’Antico<br />

Testamento), ha un duplice significato: “<strong>di</strong>svelamento” (il<br />

prefisso re- vuol <strong>di</strong>re in tal caso “togliere”, come in reprobo);<br />

e “veli resi ancora più opachi” (come in revolutio, dove<br />

il re- intensifica il concetto espresso dalla parola <strong>di</strong> cui è<br />

prefisso). La rivelazione, dunque, “<strong>di</strong>ce tacendo e svela velando”;<br />

“quando questa <strong>di</strong>alettica <strong>della</strong> rivelazione sarà<br />

obliata, si imporrà sempre più l’idea – <strong>di</strong>storta – <strong>di</strong> rivelazione<br />

come apertura totale”. Così possiamo continuare a<br />

usare senza remore l’immagine <strong>della</strong> rivelazione per gettare<br />

una luce sui mon<strong>di</strong> deliranti, e siamo sollecitati anzi a riflettere<br />

ulteriormente su altri temi contigui: per esempio sui<br />

rapporti fra il dubbio dell’ossessivo e la revelatio.<br />

367. Storia dell’intervento sulla crisi<br />

emozionale<br />

A. Drago, M. Benetazzo, P. La Scala, L. Pavan<br />

Università <strong>di</strong> Padova, Clinica Psichiatrica<br />

La psicoterapia <strong>della</strong> crisi emozionale si inscrive nel contesto<br />

delle psicoterapie <strong>di</strong>namiche brevi le cui ra<strong>di</strong>ci storiche<br />

vanno ricercate fin dal 1920 (Ferenczi, Rank) quando la psicoanalisi<br />

era ormai affermata, e forse anche prima nel lavoro<br />

<strong>di</strong> Freud sia in alcuni famosi casi curati in poche sedute<br />

(B. Walter 1906, G. Mahler, 1908), sia nei casi degli Stu<strong>di</strong><br />

sull’Isteria appartenenti alla “preistoria” <strong>della</strong> psicoanalisi.<br />

La presenza <strong>di</strong> un focus <strong>di</strong> lavoro, l’atteggiamento attivo del<br />

terapeuta e il numero limitato <strong>di</strong> sedute rappresentano alcune<br />

delle caratteristiche tipiche <strong>di</strong> queste tecniche.<br />

Il contesto storico intorno al quale prende avvio il nostro lavoro,<br />

parte da una prassi operativa iniziata nel 1991 nel settore<br />

d’urgenza in <strong>Psichiatria</strong>. La struttura universitaria denominata<br />

Servizio <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong> d’Urgenza collocata nel Pronto<br />

Soccorso Ospedaliero e operante 24 ore su 24, metteva gli<br />

operatori <strong>di</strong> fronte a richieste <strong>di</strong>versificate: da quadri nosograficamente<br />

definiti, ad altri più sfumati, tali da sfuggire,

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