XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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Campbell JC. Domestic homicide: risk assessment and professional
duty to warn. Md Med J, 1994;43:885-9.
357. Schizofrenia e abuso di sostanze in età
adolescenziale: doppia diagnosi
o misdiagnosi
M. Coppola * , M. Falco * , R. Mondola*, M. Casiello
* Dipartimento di neuroscienze area funzionale di psichiatria,
Università di Napoli Federico II
Introduzione: l’abuso di sostanze in pazienti con patologie
psichiatriche è frequente ed influenza il decorso e la prognosi
dei disturbi. Oltre a ciò, l’abuso di sostanze può interferire
con l’espressione clinica della malattia inducendo errori
diagnostici. Il caso da noi esposto è a tal proposito indicativo.
Caso clinico: il paziente all’età di 15 anni iniziò ad abusare
di alcool e saltuariamente a fare uso di cannabinoidi. Dal
punto di vista clinico era obiettivabile solo una certa difficoltà
relazionale e una tendenza al ritiro sociale. Dopo un
incidente stradale, avvenuto in stato di ebbrezza, il paziente
fu inviato in un centro di disintossicazione e successivamente
sottoposto ad una psicoterapia con l’obiettivo di disassuefarlo
dall’alcool. Sospesa l’assunzione di sostanze
stupefacenti, si resero manifesti disturbi dispercetttivi ed alterazioni
del contenuto del pensiero. Giunto alla nostra osservazione,
fu fatta diagnosi di psicosi schizofrenica. Anamnesticamente
si evidenziò che durante l’assunzione dell’alcool,
i sintomi schizofrenici erano comunque presenti, ma
attenuati e controllabili, alla sospensione, la trasformazione
psicotica prese il sopravvento modificando il comportamento
e la personalità del paziente. Attualmente il paziente è in
trattamento con risperidone a cui risponde in maniera soddisfacente.
358. Desiderio sessuale maschile e trauma:
osservazione di due casi clinici
G. Corretti, I. Baldi * , S. Pierucci, C. Nisita **
* Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile,
** Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia,
Biotecnologie, Università di Pisa
Introduzione ed oggetto: la comorbidità tra disturbi della
sfera psichica e disfunzioni sessuali è un fenomeno di comune
riscontro nella sessuologia clinica. Il desiderio sessuale
rappresenta quella fase del ciclo di risposta sessuale in
cui molteplici fattori attivatori ed inibitori si integrano, modulandosi
tra di loro. Sebbene alcune tappe fisiopatologiche
siano attualmente ben chiare e delineate, non tutti gli aspetti
sono ad oggi chiariti. Un trauma, secondo una prospettiva
storica (da Esquirol a Freud), sembra influire negativamente
sulla sessualità con frequente esito in un blocco della stessa.
Il presente lavoro si basa sull’osservazione di 2 casi clinici
in cui, a seguito di un evento traumatico, si è presentato
un incremento del desiderio sessuale.
Materiali e metodo: due pazienti maschi, rispettivamente
di 32 e 31 anni, entrambi con uno stabile rapporto di coppia,
giungono alla nostra osservazione a seguito di un evento
stressante di tipo traumatico. Il primo era già seguito per un
disturbo da desiderio sessuale ipoattivo, su base psico-relazionale.
Il secondo ha sviluppato sintomi d’ansia a seguito
dell’evento vitale stressante.
Risultati: entrambi i pazienti, nei giorni seguenti l’evento
traumatico, definendo questo come esperienza che ha comportato
una reale minaccia per la vita propria od altrui, hanno
mostrato un incremento del desiderio sessuale, associato
per lo più ad un aumento della frequenza dei rapporti. Tale
incremento della spinta sessuale si è esaurito nell’arco di
pochi giorni, il desiderio ed i rapporti sessuali hanno spontaneamente
ripreso l’andamento precedente il trauma stesso.
Conclusioni: il desiderio rappresenta la prima tappa del ciclo
di risposta sessuale ed è determinato nei suoi livelli ed
espressioni da innumerevoli fattori biologici, psichici, relazionali
e socio-culturali. Un evento traumatico potrebbe incrementare
la spinta sessuale attraverso differenti meccanismi:
1)secondo un’ottica finalistica, la minaccia alla sopravvivenza
di un individuo può tradursi in un tentativo di riproduzione
(sopravvivenza della specie);
2)la massiva liberazione di catecolamine (stress acuto) potrebbe
essere seguita da un brusco calo del tono simpatico
con effetto rebound ed ipersessualità;
3)si è creata un’alterazione timica reattiva transitoria con
ipomania (erotica).
359. Valutazione delle possibili correlazioni
tra patologie psichiatriche e otoiatriche in
un campione di soggetti affetti da vertigine
A. De Capua * , A. Lombardelli * , F. Fargnoli * , A. Goracci * ,
P. Castrogiovanni * , D. Nuti ** , Lioni ** , Mandalà **
* Dipartimento di Neuroscienze, Sezione Psichiatria; ** Dipartimento
di Scienze Ortopediche Radiologiche e Otorinolaringoiatriche,
Sezione di Otorinolaringoiatria, Università
di Siena
La vertigine è uno dei sintomi più frequenti riscontrabili
nella pratica medica e nelle strutture ospedaliere. Nel 20-
25% dei casi, la contemporanea presenza di disturbi psichiatrici,
sembra avere un’importante influenza sul decorso
della malattia. Studi longitudinali evidenziano infatti come,
in pazienti affetti da vertigine, la contemporanea presenza di
disturbi fisici e psichici costituisca un indice predittivo di
maggiore disabilità. Inoltre, pazienti con disturbi vestibolari,
latenti o clinicamente manifesti, possono manifestare sindromi
psichiatriche reattive a tale problematica. Al contrario,
soggetti affetti da Disturbo di Panico, possono presentare
un quadro clinico caratterizzato da sintomi sovrapponibili
a quelli presenti in soggetti affetti da disordini vestibolari
quali vertigine, ansia e disorientamento spaziale. Tale overlap
sintomatologico rende difficile in prima istanza l’attribuzione
di tali sintomi all’una o all’altra categoria diagnostica.
Recenti studi dimostrano come il tipo di stintomi esperiti
durante il primo attacco di panico possano inoltre indirizzare
il paziente verso diverse figure specialistiche con
importanti ripercussioni sulla tempestività della diagnosi e
sul conseguente intervento terapeutico.
Scopo: tale lavoro si prefigge di valutare, in pazienti con
vertigine, l’incidenza di Disturbi Psichiatrici e la relazione
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