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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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dei familiari, cultura, tempo libero, stabilità geografica, qualità<br />

delle relazioni).<br />

Conclusione: sarebbe opportuno sensibilizzare gli operatori<br />

territoriali al fine <strong>di</strong> poter in<strong>di</strong>viduare già in età evolutiva,<br />

specialmente adolescenziale, soggetti con ciclotimia, che<br />

pare rappresentino il 5,3% <strong>della</strong> popolazione e in<strong>di</strong>rizzarli<br />

ad una forma <strong>di</strong> consapevolezza con l’utilizzazione <strong>di</strong> presi<strong>di</strong><br />

terapeutici nell’interesse dello stesso e <strong>della</strong> collettività.<br />

Ciò però trova ostacoli, in quanto l’indagine e la terapia<br />

spesso sono intesi dall’in<strong>di</strong>viduo come limitazione <strong>della</strong> libertà.<br />

Bibliografia<br />

1 Akiskal HS. Dysthymia and cyclothymia in pratica psychiatric<br />

practice a century after Kraepelin. J Affect Disord 2001;62:17-<br />

31.<br />

2 Deltito J. The effect of valproate on bipolar spectrum temperamental<br />

<strong>di</strong>sorder. J Clin Psychiatry 1993;54:300-304.<br />

347. Il cinema come strumento <strong>di</strong>dattico<br />

nel processo <strong>di</strong> destigmatizzazione<br />

POSTER<br />

C. Callegari, M. Diurni, A. Grecchi, R. Passaro, E. Bolla,<br />

S. Caperna, F. Salvaggio, S. Beraldo, P. Bortolaso,<br />

G. Croci<br />

Università dell’Insubria, Varese<br />

Scopo: la letteratura corrente ha inteso lo stigma nella presentazione<br />

cinematografica soprattutto come raffigurazioni<br />

stereotipe <strong>della</strong> malattia mentale, degli psichiatri, delle <strong>di</strong>pendenze<br />

da alcool e da altre droghe, dei trattamenti terapeutici<br />

spesso <strong>di</strong>pinti in una luce molto negativa. L’intenzione<br />

<strong>di</strong> questo lavoro è quella <strong>di</strong> mettere in evidenza immagini<br />

cinematografiche dello stigma inteso come un concetto<br />

più ampio e relativo a molti ambiti: <strong>di</strong>fferenze etniche,<br />

povertà e <strong>di</strong>suguaglianza sociale, malattie contagiose, <strong>di</strong>sabilità,<br />

omosessualità, malattia mentale e <strong>di</strong> trasformarle in<br />

uno strumento <strong>di</strong>dattico utile ai fini <strong>di</strong> un possibile processo<br />

<strong>di</strong> destigmatizzazione.<br />

Metodologia: la Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in <strong>Psichiatria</strong><br />

dell’Università dell’Insubria ha organizzato da alcuni anni<br />

un gruppo <strong>di</strong> lavoro in cui si scelgono, per la visione, film<br />

<strong>di</strong> argomenti vicini a temi psichiatrici, ma non solo questi,<br />

con successivo commento e <strong>di</strong>scussione. In maniera più selettiva<br />

segue un lavoro <strong>di</strong> estrapolazione <strong>di</strong> immagini e sequenze<br />

cinematografiche, articolate successivamente in collage<br />

su pellicola, sui temi <strong>della</strong> Semiotica psichiatrica <strong>della</strong><br />

<strong>Psicopatologia</strong>, <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> <strong>Psichiatria</strong> e delle relazioni<br />

terapeutiche interpersonali e <strong>di</strong> quant’altro possa rivelarsi<br />

materiale <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione nell’ambito <strong>della</strong> <strong>di</strong>suguaglianza.<br />

Risultati: la riflessione più significativa che è scaturita nel<br />

percorso seguito è quella che, occupandosi <strong>di</strong> immagini offerte<br />

ad occhi sempre <strong>di</strong>fferenti, quanto trattenuto <strong>di</strong>penda<br />

molto da chi osserva che possa altresì esprimere e con<strong>di</strong>videre<br />

con altri proposizioni personali sempre nuove.<br />

Discussione: il cinema è uno strumento qualitativamente<br />

elegante e ricco <strong>di</strong> suggestioni anche nelle scene <strong>della</strong> crudezza<br />

più realistica che si possono rappresentare. L’utilizzo<br />

del cinema ai fini <strong>di</strong>dattici è opportuno e altresì fruttuoso a<br />

patto che si tenga conto <strong>della</strong> necessità <strong>di</strong> una visione guidata<br />

e seguita da momenti <strong>di</strong> riflessione e confronto, a par-<br />

tire anche dalla possibilità che chi osserva trovi nelle immagini<br />

presentate intenzioni personali <strong>di</strong>fferenti da quelle <strong>di</strong><br />

chi le ha scelte per proporle.<br />

Conclusioni: questo lavoro suggerisce che tracciare percorsi<br />

<strong>della</strong> stigmatizzazione nel cinema ed estrapolarne sequenze<br />

dalle pellicole risulti essere un mezzo utile ai fini <strong>di</strong>dattici<br />

e che l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> alcuni concetti possa essere<br />

facilitato da una presentazione preliminare del segmento<br />

cinematografico considerato e dalla successiva <strong>di</strong>scussione.<br />

Bibliografia<br />

Merenghetti P. Il Merenghetti Dizionario dei film 2004. Milano:<br />

Bal<strong>di</strong>ni Castal<strong>di</strong> Dalai e<strong>di</strong>tore 2004.<br />

Pancheri P, Brugnoli R, Tarsitani L. Insegnare con il cinema: un caso<br />

clinico <strong>di</strong>fficile. Int J Psychopathol 2002;8:15.<br />

Roth Edney D. Mass Me<strong>di</strong>a and Mental Illness: A Literature Review.<br />

Can Mental Health Ass Ontario 2004.<br />

Schneider KG. Stereotypes of mental illness as portrayed trough<br />

Hollywood movies. Duke University: Mass me<strong>di</strong>a and Mental Illness<br />

course description 2003, http://www.duke.edu/~/klw/<br />

348. Il contributo <strong>della</strong> risonanza magnetica<br />

per la comprensione <strong>della</strong> patofisiologia<br />

del <strong>di</strong>sturbo bipolare: stato dell’arte<br />

e prospettive future<br />

D. Campanella, D. De Berar<strong>di</strong>s, R. La Rovere, F. Gambi,<br />

G. Sepede, A. Salone, E. Mancini 1 , A. Valchera 2 ,<br />

G.F. Canfora 3 , E. Santilli 3 , L. Core 3 , B. Macinati 3 ,<br />

N. Serroni 4 , D. Piersanti 4 , B. Di Giuseppe 4 , G. Salini,<br />

C. Cotellessa, R.M. Salerno, L. La Rovere 5 , F.S. Moschetta<br />

6 , F.M. Ferro<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia e Neuroscienze, Cattedra <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>,<br />

Università “G. D’Annunzio”, Chieti; 1 Cattedra <strong>di</strong><br />

<strong>Psicopatologia</strong> dello Sviluppo, Università <strong>di</strong> Urbino;<br />

2 ASUR Marche 8, Civitanova Marche; 3 Centro Salute Mentale,<br />

Teramo; 4 Servizio Psichiatrico <strong>di</strong> Diagnosi e Cura, Teramo;<br />

5 Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale, Lanciano; 6 Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Salute Mentale, Teramo<br />

Sebbene la patofisiologia del Disturbo Bipolare (DB) sia ancora<br />

sconosciuta, le recenti tecniche <strong>di</strong> Neuroimaging, tra<br />

cui la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), hanno messo<br />

in evidenza alterazioni neurochimiche, neuroanatomiche<br />

e funzionali del cervello <strong>di</strong> questi pazienti, che hanno consentito<br />

<strong>di</strong> formulare delle ipotesi neurofisiologiche.<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: è stata condotta una ricerca sui seguenti<br />

database: PubMed, Psychinfo, Embase. Gli articoli<br />

sono stati selezionati per rilevanza clinica e la ricerca è stata<br />

condotta per quanto concerne gli ultimi tre anni (2002-<br />

2005).<br />

Risultati: sono stati identificati circa 20 lavori <strong>di</strong> notevole<br />

rilevanza clinica. Sebbene la presenza <strong>di</strong> alterazioni non<br />

specifiche e generalizzate quali lo slargamento dei ventricoli<br />

laterali sia stata rilevata in molti stu<strong>di</strong> e confermata da alcune<br />

meta-analisi, alcuni interessanti trial hanno focalizzato<br />

l’attenzione su alcune aree cerebrali probabilmente coinvolte<br />

nella regolazione dell’umore e delle emozioni, come la<br />

corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPC), la corteccia cingolata<br />

anteriore e le strutture temporali me<strong>di</strong>ali. È stato inoltre<br />

riportato da <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> un’aumento <strong>della</strong> <strong>di</strong>mensione<br />

378

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