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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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331. Valutazione del DSM tra vincoli<br />

normativi e gestionali: descrizione<br />

preliminare delle strutture e dei processi<br />

A. Acerra, A. Nivone<br />

Dipartimento Salute Mentale, ASL Avellino 1<br />

Introduzione: un approccio valutativo dell’attività e dell’organizzazione<br />

del DSM presuppone un livello <strong>di</strong> analisi<br />

che comprenda contemporaneamente il raggiungimento <strong>di</strong><br />

tre or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> obiettivi: normativi (Progetto Obiettivo Nazionale,<br />

Regionale, Aziendale), gestionali (budget, analisi costi-ricavi),<br />

<strong>di</strong> salute (dati epidemiologici, valutazione <strong>di</strong> esito<br />

e <strong>di</strong> processo).<br />

Metodologia: queste premesse presuppongono l’analisi dei<br />

dati in termini <strong>di</strong> assetto organizzativo raggiunto sia per le<br />

strutture che per i processi; a cui segue un’analisi dei costi<br />

dei servizi e dei risultati <strong>di</strong> gestione, corredata da benchmarking<br />

interno ed esterno nelle aree <strong>di</strong> intervento previste<br />

nell’assistenza psichiatrica: ospedaliera, territoriale e riabilitativa.<br />

Segue, infine, l’analisi degli obiettivi <strong>di</strong> salute attraverso i<br />

rilievi epidemiologici del bacino <strong>di</strong> utenza (tasso <strong>di</strong> incidenza<br />

e <strong>di</strong> prevalenza annuale <strong>di</strong> nuovi casi, casi trattati).<br />

Risultati: è possibile in tal modo <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> parametri valutativi<br />

del DSM nelle tre <strong>di</strong>mensioni prese in esame (norme,<br />

management, esiti), per orientare programmi e obiettivi<br />

<strong>di</strong>partimentali specifici e per raggiungere risultati in aree<br />

determinate.<br />

Conclusione: la metodologia utilizzata per l’analisi dei dati,<br />

ha consentito <strong>di</strong> “pesare” il DSM e la tipologia degli interventi<br />

attuati, aprendo la possibilità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare in<strong>di</strong>catori<br />

specifici <strong>di</strong> qualità e <strong>di</strong> efficienza e <strong>di</strong> avviare la correzione<br />

<strong>di</strong> percorsi “viziosi”, in “virtuosi” che riguardano sia<br />

il processo organizzativo in generale del DSM che l’attività<br />

dei singoli servizi (cost-effectiveness e cost-benefit).<br />

332. Delirio e poesia: l’origine ama<br />

nascondersi<br />

C. Ar<strong>di</strong>a * , A. Mirabella ** , M. Petrosino ***<br />

* Dirigente Me<strong>di</strong>co Psichiatra, ASL SA 1; ** Psichiatra in<br />

formazione, Università <strong>di</strong> Napoli “Federico II”; *** Dirigente<br />

Me<strong>di</strong>co Psichiatra, ASL SA 2<br />

Esperienze deliranti e creazione poetica sembrano allinearsi<br />

nel riscontro dei rispettivi processi fenomenici <strong>di</strong> organizzazione.<br />

Leggendo Binswanger e Benedetti si delinea una prassi <strong>di</strong><br />

ascolto ed attenzione al delirio, orientata all’immedesimazione<br />

e all’empatia, in grado <strong>di</strong> provocarne una trasfigurazione<br />

tesa all’incontro. Tale metodologia consente <strong>di</strong> inglobare<br />

nel materiale allucinatorio elementi <strong>di</strong> progressione comunicativa.<br />

Riprendendo i concetti <strong>di</strong> Heidegger la poesia è concepita<br />

come l’attraversamento e l’ascesa <strong>di</strong> un abbisso, fino al fondo,<br />

un terreno come estremo <strong>di</strong> una profon<strong>di</strong>tà, qualcosa che<br />

pende lungo la pendenza stessa, ove attingere all’essenza<br />

delle cose al fine <strong>della</strong> comunicazione.<br />

La poesia è sapere che tenta l’in<strong>di</strong>cibile del mondo, parola<br />

che nasce per riaffermare la luce nelle tenebre, riconoscen-<br />

373<br />

POSTER<br />

do il καος nel κοσµος. La nascita stessa <strong>della</strong> parola poetica<br />

è intesa come parola che del mondo è intima conoscenza,<br />

attraversamento dell’altro nel proprio mondo.<br />

L’esperienza delirante rimanda a una sostanza archetipale cui<br />

si tenta <strong>di</strong> conferire un or<strong>di</strong>ne, narrando <strong>della</strong> sua <strong>di</strong>namicità<br />

ancestrale <strong>di</strong> riferimento all’or<strong>di</strong>ne delle cose, coinvolgente il<br />

λογος nel suo specchiarsi nel µυτος. La <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />

ascolto al delirio consente reciprocità e con<strong>di</strong>visione, rimandando<br />

al mio sentire e al delirio dell’altro, al mio sentire il delirio<br />

dell’altro, al sentire mio il delirio dell’altro.<br />

333. Stu<strong>di</strong>o critico <strong>della</strong> letteratura<br />

internazionale sulla valutazione<br />

degli effetti collaterali dell’ESK.<br />

Una riflessione sul metodo<br />

C. Ar<strong>di</strong>a * , E.B. De Notaris<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze e Scienze del Comportamento,<br />

Sezione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università <strong>di</strong> Napoli “Federico<br />

II”; * Dirigente Me<strong>di</strong>co Psichiatra, ASL SA 1<br />

Il ritorno all’uso clinico <strong>di</strong> uno strumento terapeutico apparentemente<br />

obsoleto, ma ampliamente praticato nelle realtà<br />

pubbliche e private dell’assistenza psichiatrica, come la terapia<br />

elettroconvulsivante (ECT o ESK), ha dettato la necessità<br />

<strong>di</strong> rivedere gli stu<strong>di</strong> clinici presenti al riguardo nella<br />

letteratura internazionale più recente.<br />

Tali stu<strong>di</strong> sono, nella maggior parte dei casi, focalizzati sulla<br />

presenza <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong>smnesici connessi alla scossa. Ciò<br />

nonostante le ricerche sul lobo frontale e prefrontale attribuiscono<br />

a tale struttura un ruolo centrale in una serie <strong>di</strong><br />

funzioni complesse, quali l’elaborazione <strong>di</strong> strategie originali<br />

per la risoluzione <strong>di</strong> problemi, la percezione sincronica<br />

<strong>di</strong> eventi variamente collocati nel tempo, la percezione <strong>di</strong><br />

nessi temporo-spaziali, in definitiva l’originalità e la creatività<br />

dell’agire.<br />

L’oggetto <strong>della</strong> ricerca, quin<strong>di</strong>, tende ad una riflessione sul<br />

metodo scientifico seguito nella elaborazione dei protocolli<br />

applicativi ed osservativi sugli effetti collaterali provocati<br />

dall’ECT (o ESK), sulla sua coerenza nei confronti dei principi<br />

impliciti accettati e con<strong>di</strong>visi dalla comunità scientifica<br />

internazionale.<br />

In conclusione, gli stu<strong>di</strong> internazionali presi in esame non<br />

contemplano, sufficientemente, tra i possibili effetti collaterali,<br />

altro che quelli relativi ai deficit <strong>della</strong> memoria, determinando,<br />

così, valutazioni parziali e non atten<strong>di</strong>bili.<br />

334. Utilizzo <strong>di</strong> quetiapina ad alti dosaggi<br />

nel trattamento iniziale <strong>di</strong> pazienti affetti<br />

da scompenso psicotico acuto<br />

M. Barisone, S. Orengo, A.M. Ferro<br />

Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura, Ospedale San Paolo,<br />

ASL 2 Savonese<br />

Introduzione: il principale obiettivo nella gestione <strong>di</strong> pazienti<br />

affetti da scompenso psicotico o schizofrenico è il<br />

contenimento <strong>della</strong> sintomatologia acuta, del rischio <strong>di</strong> danno<br />

e la <strong>di</strong>minuzione dell’aggressività del paziente nel lungo

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