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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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in fase depressiva al basale, 20 in trattamento in monoterapia<br />

con quetiapina al dosaggio <strong>di</strong> 600 mg/<strong>di</strong>e e 20 con Litio<br />

900 mg/<strong>di</strong>e. Sono state somministrate, ogni mese, le seguenti<br />

scale: Hamilton-D, SAD, YMRS e CGI.<br />

Risultati: non sono state rilevate <strong>di</strong>fferenze statisticamente<br />

significative al Test <strong>di</strong> Student per gruppi appaiati, sia per<br />

l’insorgenza <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> depressivi ed ipomaniacali che per<br />

miglioramento clinico complessivo. In entrambi i gruppi <strong>di</strong><br />

trattamento, 4 pazienti, due per ciascun gruppo, hanno avuto<br />

un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ricaduta depressiva; tre pazienti, nel gruppo<br />

litio, hanno sospeso il trattamento per tossicità renale e<br />

tiroidea.<br />

Conclusioni: quetiapina al dosaggio <strong>di</strong> 600 mg/<strong>di</strong>e, ha mostrato<br />

un’efficacia sovrapponibile al litio nella prevenzione<br />

degli episo<strong>di</strong> depressivi nel Disturbo Bipolare II, in assenza<br />

<strong>di</strong> drop-out e <strong>di</strong> effetti collaterali significativi.<br />

Bibliografia<br />

American Psychiatric Association. Practice guideline for the treatment<br />

of patients with bipolar <strong>di</strong>sorder (revision). Am J Psychiatry<br />

2002.<br />

324. La quetiapina nel trattamento a me<strong>di</strong>o<br />

termine <strong>della</strong> Depressione Maggiore<br />

in anziani con danno cerebrovascolare<br />

F. Zairo, M.C. Hardoy, G. Mellino, C. Car<strong>di</strong>a, B. Carpiniello,<br />

M.G. Carta *<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Sanità Pubblica, Divisione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>,<br />

Università <strong>di</strong> Cagliari<br />

Introduzione: gli episo<strong>di</strong> depressivi nella terza età, in in<strong>di</strong>vidui<br />

con danno cerebrovascolare, presentano quadri clinici<br />

peculiari e sono caratterizzati da una bassa risposta agli antidepressivi.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o valuta l’efficacia <strong>della</strong> quetiapina in<br />

add-on therapy in questa con<strong>di</strong>zione clinica.<br />

Metodologia: follow-up in aperto a 6 mesi su 9 soggetti <strong>di</strong><br />

72,8 ± 9,4 anni <strong>di</strong> età, affetti da Episo<strong>di</strong>o Depressivo Maggiore,<br />

con danno cerebrovascolare documentato (RM), senza<br />

deterioramento cognitivo e non rispondenti ai normali<br />

antidepressivi. Terapia con quetiapina (300 ± 111 mg/<strong>di</strong>e) in<br />

aggiunta ai comuni antidepressivi. Diagnosi secondo DSM-<br />

IV, valutazione al t0, 1mese (t1), 3 mesi (t3) e 6 mesi (t6)<br />

con CGI-S e HAM Depression Scale.<br />

Risultati: i 9 soggetti hanno presentato i seguenti punteggi<br />

GGI gravità: t0: 5,8 ± 0,7; t1: 5,4 ± 0,7; t3: 5,0 ± 0,8; t6: 4,5<br />

± 1,0 (F = 5,6, MANOVA 2 vie, GL 3,32,35, p = 0,03).La <strong>di</strong>fferenza<br />

ai punteggi CGI tra t0 e t6 risultava statisticamente significativa<br />

(F = 10,21, GL 1,16,17, P = 0,006); così come la<br />

<strong>di</strong>fferenza al punteggio <strong>della</strong> scala HAM (t0 = 27,2 ± 4,0, t6<br />

= 14,8 ± 3,8, F = 34,4, GL 1,16,17, p < 0,0001).<br />

Discussione: lo stu<strong>di</strong>o pur, con un <strong>di</strong>segno in aperto ed esiguo<br />

campione, sembra suggerire una possibile opzione terapeutica<br />

per questo tipo <strong>di</strong> paziente. I dati riportati sono coerenti<br />

con recenti acquisizioni che suggeriscono un’azione<br />

antidepressiva <strong>di</strong> quetiapina a dosaggi me<strong>di</strong>o-bass.<br />

Conclusioni: questi risultati dovrebbero essere confermati<br />

da stu<strong>di</strong> randomizzati controllati in doppio cieco.<br />

Bibliografia<br />

Alexopulus, et al. Am J Psych 1997;154:562-5.<br />

369<br />

POSTER<br />

Calabrese JR, et al. Am J Psych 2005;162:1351-60.<br />

Hardoy MC, et al. Clinical Prac & Epid in Mental Health 2005;1:7.<br />

325. Il trattamento cognitivocomportamentale<br />

per la bulimia nervosa:<br />

setting <strong>di</strong> gruppo o in<strong>di</strong>viduale?<br />

T. Zanetti, E. Tenconi, A. Favaro, A. Camporese, R. Ferranti,<br />

P. Santonastaso<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Padova<br />

Introduzione: la terapia cognitivo comportamentale (CBT)<br />

è considerata il trattamento elettivo per la bulimia nervosa<br />

(BN). Con il presente lavoro si intende valutare l’outcome a<br />

breve termine <strong>della</strong> CBT in due <strong>di</strong>fferenti setting: in<strong>di</strong>viduale<br />

e <strong>di</strong> gruppo.<br />

Meto<strong>di</strong>: il campione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o consiste in 41 pazienti ambulatoriali<br />

afferite al Centro Regionale per i Disturbi Comportamento<br />

Alimentari <strong>di</strong> Padova con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> BN. Di queste,<br />

20 sono state assegnate ad una CBT <strong>di</strong> gruppo (GCBT)<br />

e 21 ad una CBT in<strong>di</strong>viduale (ICBT). Le pazienti sono state<br />

valutate in fase <strong>di</strong>agnostica, al termine del trattamento e<br />

al follow-up a tre mesi con la SCID per DSM IV (sezione<br />

DCA), un’intervista semistrutturata per la raccolta <strong>di</strong> dati<br />

anamnestici e clinici, l’Eating Disorders Inventory e<br />

l’Hopkins Symptom Check-List.<br />

Risultati: in entrambi i sottogruppi si osservano miglioramenti<br />

al termine del trattamento con una riduzione significativa<br />

<strong>della</strong> frequenza delle crisi bulimiche e degli episo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> vomito, risultati confermati anche al follow-up: 48% dei<br />

pazienti che hanno seguito una GCBT presentano una completa<br />

remissione dei sintomi così come il 25% dei pazienti<br />

che ha seguito una ICBT. In entrambi i setting <strong>di</strong> trattamento<br />

si evidenziano miglioramenti nella sintomatologia specifica,<br />

negli atteggiamenti verso cibo e corpo e nella psicopatologia<br />

generale. In particolare, nella GCBT la <strong>di</strong>minuzione<br />

dell’insod<strong>di</strong>sfazione corporea, del senso <strong>di</strong> inadeguatezza e<br />

<strong>della</strong> sfiducia interpersonale è significativamente maggiore<br />

rispetto alla ICBT.<br />

Conclusione: entrambe le forme <strong>di</strong> trattamento risultano efficaci<br />

nella BN. Il confronto con gli altri nel contesto <strong>di</strong><br />

gruppo permette cambiamenti più rapi<strong>di</strong> ed incisivi rispetto<br />

ad alcune aree interpersonali e ai vissuti corporei.<br />

326. Open trial sulla psicoterapia <strong>della</strong> crisi<br />

emozionale<br />

L. Zaninotto, M. Spinelli, A. Drago, L. Pavan<br />

Università <strong>di</strong> Padova, Clinica Psichiatrica<br />

Introduzione: il modello <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> Crisi proposto<br />

(PCE) dalla Clinica Psichiatrica <strong>di</strong> Padova è una psicoterapia<br />

breve <strong>di</strong> sostegno, in<strong>di</strong>cata per pazienti che presentano<br />

sintomatologia ansioso-depressiva in reazione ad un evento<br />

stressante verificatosi nei 6/8 mesi precedenti l’invio. La<br />

PCE ha come obiettivo quello <strong>di</strong> prevenire lo sviluppo <strong>di</strong> soluzioni<br />

psicopatologiche e riportare il paziente al livello <strong>di</strong><br />

funzionamento precedente. Lo stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> rivalutare<br />

alcuni risultati preliminari attraverso l’osservazione <strong>di</strong> un<br />

campione più ampio rispetto a dati già pubblicati.

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