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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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309. Antipsicotici atipici nel “mondo reale”:<br />

uno stu<strong>di</strong>o comparativo e qualità <strong>di</strong> vita<br />

in pazienti schizofrenici (QoL)<br />

A. Tomasetti * , M. Gallo ** , F. Franza ***<br />

* Direttore UOSM Atripalda ASL AV2; ** Educatore Professionale<br />

D.S. UOSM Atripalda AV2; *** Primario CdC “Villa<br />

dei Pini”, Avellino<br />

Introduzione: i pochi stu<strong>di</strong> comparativi naturalistici (nel<br />

mondo reale) tra gli antipsicotici atipici conosciuti suggeriscono<br />

che veramente essi sono efficaci nella pratica clinica<br />

quoti<strong>di</strong>ana. Inoltre, stu<strong>di</strong> sull’effetto <strong>di</strong> alcuni atipici versus<br />

antipsicotici tipici sulla qualità <strong>della</strong> vita (QOL), sono controversi.<br />

Metodo: abbiano effettuato uno stu<strong>di</strong>o prospettico naturalistico<br />

sull’efficacia clinica degli antipsicotici atipici e su alcuni<br />

fattori correlati alla qualità <strong>della</strong> vita dei soggetti analizzati.<br />

Ai pazienti osservati (clozapina, risperidone, quetiapina,<br />

aripiprazolo e amisulpiride) con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Disturbo<br />

Schizofrenico secondo i criteri <strong>di</strong>agnostici del DSM IV-TR)<br />

sono stati somministrati ae raccolto i dati clinici in termine<br />

<strong>di</strong> efficacia, <strong>di</strong> tollerabilità e <strong>di</strong> incidenza sulla qualità <strong>della</strong><br />

vita attraverso l’osservazione clinica all’inizio del trattamento,<br />

dopo sei mesi, un anno, due anni usando cinque misure<br />

<strong>di</strong>agnostiche: Clinical Global Impressions (CGI); SA-<br />

PS; SANS, QoL Index, Extrapiramidal Symptom Rating<br />

Scale (ESRS).<br />

Risultati: 121 pazienti sono stati osservati in questo stu<strong>di</strong>o,<br />

trattati con clozapina, risperidone, quetiapina, aripiprazolo e<br />

amisulpiride. Tutti hanno presentato complessivamente un<br />

significativo miglioramento rispetto ai valori basali. Per<br />

quanto riguarda la QoL i risultati migliori (osservati, tuttavia<br />

con tutte le molecole) sono stati ottenuti con l’aripiprazolo,<br />

l’amisulpiride, soprattutto per quanto riguarda gli<br />

items <strong>della</strong> QoL Index corrispondenti ad un miglioramento<br />

dei rapporti sociali, ad una maggiore capacità <strong>di</strong> provvedere<br />

alla proprie esigenza <strong>della</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Conclusioni: gli antipsicotici atipici si sono <strong>di</strong>mostrati efficaci<br />

nel trattamento dei sintomi psicotici, con lieve prevalenza<br />

degli ultimi antipsicotici atipici principalmente su<br />

alcuni fattori correlati alla qualità <strong>della</strong> vita. I risultati significativamente<br />

positivi in termini <strong>di</strong> efficacia clinica e <strong>di</strong><br />

miglioramento <strong>della</strong> sintomatologia ottenuti con le specifiche<br />

scale <strong>di</strong>agnostiche nei pazienti trattati con la clozapina<br />

si sono mostrati essere contrastati dalla <strong>di</strong>fficoltà <strong>della</strong> gestione<br />

del trattamento e dal numero <strong>di</strong> drop-out ad essi associati.<br />

310. Signaling transinaptico dopaminaglutammato:<br />

nuovo crocevia per la<br />

fisiopatologia e il trattamento delle psicosi?<br />

C. Tomasetti, C. Dell’Aversano, F. Iasevoli, G. Muscettola,<br />

A. De Bartolomeis<br />

Laboratorio <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong> Molecolare, Dipartimento <strong>di</strong><br />

Neuroscienze, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università<br />

<strong>di</strong> Napoli “Federico II”<br />

Introduzione: una <strong>di</strong>sregolazione dell’interazione dopamino-glutammatergica<br />

è stata suggerita nella fisiopatologia<br />

361<br />

POSTER<br />

delle psicosi, inclusa la schizofrenia. I determinanti molecolari<br />

<strong>di</strong> tale interazione rimangono tuttavia elusivi.<br />

Homer (H1a) è una proteina <strong>della</strong> densità postsinaptica, potenzialmente<br />

rilevante nella schizofrenia, che funge da adattatore<br />

multifunzionale tra recettori glutammatergici metabotropi<br />

e molteplici sistemi trasduzionali, tra cui quelli <strong>della</strong><br />

dopamina e del calcio intracellulare. Viene qui testato il ruolo<br />

<strong>della</strong> modulazione <strong>della</strong> funzione dopaminergica sull’espressione<br />

<strong>di</strong> Homer.<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: ratti maschi Sprague-Dawley sono stati<br />

trattati con Aloperidolo 0,8 mg/kg (ALO), Aripiprazolo 12<br />

e 30 mg/kg (ARI), Clozapina 15 mg/kg (CLO), GBR12909<br />

30mg/kg o Salina e sacrificati a 90’ dall’iniezione. Sezioni<br />

cerebrali sono state ibri<strong>di</strong>zzate con sonde per H1a e Ania3,<br />

sua variante <strong>di</strong> splicing.<br />

Risultati: induzione significativa <strong>di</strong> H1a e Ania3 in Caudato-Putamen<br />

in ratti trattati con ALO e ARI 12 mg/kg vs. Salina,<br />

CLO e ARI 30 mg/kg (p < 0,001). Incremento significativo<br />

in Corteccia Prefrontale dei due trascritti in ratti trattati<br />

con ARI 12 mg/kg vs. Salina e con GBR12909 vs. tutti<br />

i trattamenti (p < 0,005).<br />

Conclusioni: 1) Espressione regione-specifica <strong>di</strong> H1a in base<br />

alla <strong>di</strong>fferente modulazione dopaminergica; 2) Induzione<br />

<strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> H1a da parte <strong>di</strong> farmaci agenti con <strong>di</strong>verso<br />

meccanismo sulla funzione dopaminergica; 3) Effetto dose<strong>di</strong>pendente<br />

<strong>di</strong> Aripiprazolo sull’espressione <strong>di</strong> H1a<br />

311. Stu<strong>di</strong>o esplorativo in una popolazione<br />

<strong>di</strong> studenti universitari per lo screening<br />

<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni psicologiche svantaggiose<br />

A. Tomassini, S. Di Mauro, E. Di Giovambattista,<br />

W. Roberto, M. Mazza * , R. Pollice *<br />

Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in <strong>Psichiatria</strong>; * Clinica Psichiatrica,<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sperimentale, Università<br />

de L’Aquila<br />

Introduzione: il termine “personalità ipomaniacale” o<br />

“ipertimia” denota in<strong>di</strong>vidui particolarmente ‘allegri’, esuberanti,<br />

ottimisti, estroversi, instancabili e con buoni livelli<br />

<strong>di</strong> autostima e, nello stesso tempo, irritabili, in<strong>di</strong>sciplinati,<br />

spericolati e irresponsabili. La prevalenza <strong>di</strong> personalità<br />

ipomaniacale in giovani studenti è stimata tra l’1% (Wicki<br />

et Angst, 1991) ed il 2% (Depue et al., 1989). Un <strong>di</strong>screto<br />

numero <strong>di</strong> soggetti con una personalità ipomaniacale rimane<br />

stabilmente ipomaniacale senza sperimentare un <strong>di</strong>sturbo<br />

dell’umore maggiore. Eckblad e Chapman (1986), tuttavia,<br />

hanno descritto, in un gruppo <strong>di</strong> studenti del college che presentavano<br />

alti punteggi ad una valutazione auto-riportata <strong>di</strong><br />

stile <strong>di</strong> personalità ipomaniacale, tassi significativamente<br />

più alti, rispetto ai controlli, per episo<strong>di</strong> ipomaniacali e depressivi,<br />

abuso <strong>di</strong> sostanze, caratteristiche psicotiche ed uno<br />

scarso funzionamento sociale. Lewinsohn et al. (1995) hanno<br />

riportato una prevalenza del <strong>di</strong>sturbo bipolare sottosoglia<br />

(umore, irritabile elevato ed espansivo) del 5,4% in una popolazione<br />

<strong>di</strong> studenti. Una personalità ipomaniacale, inoltre,<br />

nell’età giovane adulta può confondersi con un quadro che<br />

rispecchia una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ADHD per tale età. L’esito più<br />

frequente dell’ADHD infantile, infatti, è la normalità clinica,<br />

ma aspetti <strong>di</strong> impulsività e <strong>di</strong>sattenzione persistono nell’adolescenza<br />

nel 70% dei casi e nell’età adulta nel 30-50%

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