XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

Bibliografia
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307. Alterazioni neuropsicologiche
nell’anoressia nervosa: uno studio
controllato
POSTER
E. Tenconi * , P. Amodio ** , A. Favaro * , L. Caregaro ** ,
M. Bianco ** , D. Degortes * , Santonastaso *
* ** Dipartimento di Neuroscienze, Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale, Università di Padova
Introduzione: gli studi neuropsicologici sull’anoressia nervosa
(AN) hanno rilevato specifiche alterazioni cognitive a
carico di memoria visiva, abilità visuo-spaziali, attenzione e
memoria di lavoro.
Pochi studi hanno indagato l’attività elettroencefalografica
nell’AN e, di questi, la maggior parte ha utilizzato i potenziali
evocati.
Scopi del presente studio sono: indagare la funzionalità cognitiva
nell’AN, valutare la presenza di una sofferenza corticale
nell’AN attraverso l’analisi spettrale dei tracciati elettroencefalografici
ed, infine, valutare un eventuale correlazione
tra performance neuropsicologica e alcune variabili
cliniche.
Materiali e metodi: si sono esaminati 24 pazienti con diagnosi
di AN (DSM-IV-TR) ed altrettanti soggetti di controllo
non affetti.
A pazienti e controlli sono stati somministrati: tempo di
reazione visivo semplice (TR), test di Posner (orientamento
dell’attenzione visiva spaziale) e paradigma di Sternberg
(memoria di lavoro).
Si è misurato inoltre il tracciato elettroencefalografico di
pazienti e controlli.
Risultati: le pazienti AN, rispetto ai controlli, presentano:
TR visivo semplice più lungo e maggiore accuratezza al
paradigma di Sternberg.
Al test di Posner forniscono prestazioni sovrapponibili a
quelle ottenute dai controlli. Complessivamente l’attività
elettroencefalografica delle pazienti AN risulta più rapida
di quella dei controlli (aumento della potenza delle frequenze
beta in area frontale e diminuzione della potenza
delle frequenze delta in area frontale).
Infine, alcuni parametri di gravità risultano significativamente
correlati alla prestazione ai test neuropsicologici.
Discussione: la maggior lentezza delle pazienti anoressiche
rispetto ai controlli potrebbe essere legata al rallentamento
psicomotorio conseguente allo stato di emaciazione.
La migliore prestazione al paradigma di Sternberg, rispetto
ai controlli, potrebbe rispecchiare il tratto di personalità
ossessivo-compulsivo.
Dall’analisi del tracciato EEG delle pazienti non emerge
sofferenza metabolica corticale
308. Depressione in comorbidità
con disturbo ossessivo-compulsivo:
differenze sintomatologiche con il disturbo
depressivo maggiore
M.N. Tiezzi, V. Salvi, U. Albert, G. Maina, F. Bogetto
Servizio per i Disturbi Depressivi e d’Ansia, SCDU Psichiatria,
Dipartimento di Neuroscienze, Università di Torino
Introduzione: la depressione maggiore è una frequente
complicanza del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).
Studi recenti confermano che in circa un terzo dei pazienti
DOC si verifica la presenza di un episodio depressivo maggiore
nell’arco della vita 1 .
Alcune evidenze suggeriscono che la depressione che si
presenta in comorbidità con il DOC si differenzi qualitativamente
dal disturbo depressivo maggiore in assenza di
comorbidità, rafforzando l’ipotesi che si tratti di un fenomeno
integrante o secondario al DOC e non di un’entità
autonoma 2 .
Scopo del presente studio è quello di confrontare il profilo
sintomatologico depressivo di pazienti che presentano un
episodio depressivo maggiore in comorbidità con DOC con
quello di pazienti con un episodio depressivo maggiore, in
assenza di altre comorbidità.
Materiali e metodi: per il gruppo di DOC sono stati selezionati
tutti i pazienti ambulatoriali con diagnosi principale
di DOC ed in comorbidità attuale un episodio depressivo
maggiore, escludendo i pazienti con ulteriori comorbidità.
Nel gruppo dei pazienti depressi si sono inclusi i pazienti
con diagnosi di episodio depressivo maggiore in assenza
di comorbidità. La gravità ed il profilo della sintomatologia
depressiva sono stati valutati tramite la somministrazione
della Hamilton Depression Rating Scale
(HAM-D).
Risultati: nel nostro campione i due gruppi non differiscono
per gravità della sintomatologia depressiva, valutata con
il punteggio totale ottenuto alla HAM-D. Prendendo in considerazione
i singoli item della HAM-D si osserva invece
che il profilo sintomatologico differisce in misura statisticamente
significativa in alcuni aspetti. I pazienti depressi senza
comorbidità presentano infatti una maggior gravità nell’insonnia
e nel calo dell’appetito rispetto ai depressi in comorbidità
con DOC.
Discussione: i nostri risultati confermano le precedenti
evidenze che mostrano la presenza di una differenza qualitativa
tra la sintomatologia del disturbo depressivo maggiore
in comorbidità con DOC e del disturbo depressivo
maggiore in assenza di comorbidità; quest’ultimo sembra
infatti coinvolgere in misura maggiore gli aspetti neurovegetativi
2.
Bibliografia
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