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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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Risultati e conclusoni: il <strong>di</strong>sturbo dell’immagine corporea risulta<br />

evidente nel confronto tra le me<strong>di</strong>e del totale <strong>della</strong> BUT<br />

A (p = ,000), <strong>della</strong> BUT B e dell’EDI2 del gruppo clinico rispetto<br />

ai controlli.Ciò è particolarmente rilevante circa i domini<br />

<strong>della</strong> fobia del peso, dei controlli compulsivi, delle condotte<br />

<strong>di</strong> evitamento, <strong>della</strong> depersonalizzazione.Inoltre il totale<br />

<strong>della</strong> BUT correla negativamente in modo statisticamente<br />

significativo con le sottoscale dell’EDI-2 nonché col BMI.<br />

Alla sottoscala dell’EDI2 per l’insod<strong>di</strong>sfazione corporea i<br />

soggetti obesi equivalgono ai controlli. La mancanza <strong>di</strong> insight<br />

circa le <strong>di</strong>mensioni corporee e la insod<strong>di</strong>sfazione per il<br />

corpo e il peso è in realtà tanto maggiore quanto meno sono<br />

obesi. Pertanto nel nostro campione <strong>di</strong> obesi è presente una<br />

<strong>di</strong>storsione dell’immagine corporea sia per quanto riguarda le<br />

componenti cognitive affettive che nella stima delle <strong>di</strong>mensioni<br />

corporee.<br />

Bibliografia<br />

Fabian LJ, Thompson JK. Body image and eating <strong>di</strong>sturbance in<br />

young females. Int J Eat Disord 1989;8:63-74.<br />

Gardner RM, Martinez R, Sandoval Y. Obesity and body image: An<br />

evaluation of sensory and no-sensory components. Psychol Med<br />

1987;17:927-32.<br />

302. Quetiapina ad alte dosi nel trattamento<br />

<strong>della</strong> mania acuta: dati <strong>di</strong> efficacia<br />

e tollerabilità<br />

S. Spanarello * , K. Amantini * , S. Manfrinati * , M.C. Di<br />

Meo * , A. Colotto *<br />

* U.O. <strong>Psichiatria</strong>, Aosta<br />

POSTER<br />

Introduzione: gli antipsicotici atipici rappresentano oggi<br />

un’opzione <strong>di</strong> prima scelta <strong>di</strong> trattamento. Quasi tutti hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato una buona efficacia nella mania, ma spesso si<br />

evidenzia un’elevata latenza <strong>di</strong> risposta nelle forme acute.<br />

Scopo del nostro lavoro è stato quello <strong>di</strong> valutare l’efficacia<br />

e la tollerabilità <strong>della</strong> quetiapina in alte dosi nella mania<br />

acuta.<br />

Metodo: pazienti, con <strong>di</strong>agnosi secondo DSM IV TR <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo<br />

bipolare <strong>di</strong> tipo I, sono stati trattati con quetiapina<br />

(800 a 1200 mg/<strong>di</strong>e) per tutto il periodo del ricovero (18 ± 8<br />

giorni) e sottoposti ad ECG, esami ematochimici <strong>di</strong> routine,<br />

alla Young Mania Rating Scale (YMRS) ed alla Simpson-<br />

Angus Scale (SAS) per i segni extrapiramidali, all’inizio ed<br />

alla fine del ricovero.<br />

Risultati: i soggetti (n = 21) esaminati, hanno evidenziato<br />

una riduzione <strong>della</strong> YMRS statisticamente significativa (-<br />

15,34; p < 0,01). L’evento avverso riportato per quetiapina<br />

è stato sonnolenza in 5 pz.<br />

I sintomi extrapiramidali, si sono prestati in 3/21, <strong>di</strong> questi<br />

1 si presntava com <strong>di</strong>scinesia. Nella norma gli ECG e i parametri<br />

ematobiochimici. Il tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> remissione del<br />

quadro acuto è stato ridotto, soprattutto con alti dosaggi (p<br />

< 0,01).<br />

Conclusioni: la quetiapina ad alte dosi si è <strong>di</strong>mostrata, nel<br />

trattamento <strong>della</strong> mania acuta efficace e ben tollerata. I risultati<br />

<strong>di</strong> questa casistica dovranno essere confermati da stu<strong>di</strong><br />

controllati <strong>di</strong> confronto con dosi inferiori.<br />

303. L’impatto <strong>di</strong> esperienze traumatiche<br />

multiple sull’instaurarsi <strong>di</strong> sintomi<br />

depressivi persistenti<br />

P. Stefanelli ** , G. Teori ** , S. Gubbini *<br />

* U.O.C. <strong>di</strong> Psicoterapia, Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong> e Me<strong>di</strong>cina<br />

Psicologica, ** Clinica Ortope<strong>di</strong>ca, Università <strong>di</strong> Roma<br />

“La Sapienza”<br />

Introduzione: l’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> determinare<br />

se le esperienze traumatiche in generale e le esperienze traumatiche<br />

multiple in particolare, fossero associate con il persistere<br />

<strong>di</strong> sintomi depressivi, auto valutati, in soggetti adulti<br />

con un follow-up superiore ai due anni.<br />

Metodologia: sono stati esaminati 56 pazienti ricoverati<br />

presso la Clinica Ortope<strong>di</strong>ca del Policlinico Umberto I nel<br />

2002 con età compresa tra i 25 e i 64 anni. Di questi pazienti<br />

(38) che presentavano sintomi depressivi persistenti sia prima<br />

del trauma che al follow-up, sono stati paragonati all’altro<br />

gruppo <strong>di</strong> pazienti (18) che non presentavano sintomi depressivi<br />

né prima dello stesso né al controllo. L’esperienze<br />

traumatiche sono state sud<strong>di</strong>vise in quattro gran<strong>di</strong> gruppi<br />

(incidenti stradali gravi, traumi domestici, traumi sul lavoro,<br />

traumi da aggressione). I rapporti <strong>di</strong> probabilità registrati<br />

per ottenere valori statisticamente significativi, sono stati<br />

ottenuti tramite l’uso <strong>di</strong> modelli logistici multipli <strong>di</strong> regressione<br />

che hanno valutato la probabilità del persistere dei sintomi<br />

depressivi nelle <strong>di</strong>fferenti categorie traumatiche. I risultati<br />

sono stati elaborati graficamente.<br />

Risultati: l’evidenza <strong>di</strong> sintomi depressivi persistenti ha un<br />

rapporto statisticamente significativo con il numero delle<br />

esperienze traumatiche. Le probabilità <strong>di</strong> rilevare sintomi depressivi<br />

persistenti in pazienti che avevano vissuto tre o più<br />

esperienze traumatiche erano <strong>di</strong> 6,05 (95% CI 1,76-20,7) per<br />

gli uomini e <strong>di</strong> 6,99 (95% CI 2,69-18,2) per le donne.<br />

Conclusioni: le esperienze traumatiche multiple aumentano<br />

sostanzialmente la probabilità dell’insorgenza <strong>di</strong> sintomi depressivi<br />

persistenti, quin<strong>di</strong> a nostro avviso una <strong>di</strong>agnosi precoce<br />

e l’instaurarsi <strong>di</strong> un intervento terapeutico, preferibilmente<br />

<strong>di</strong> tipo psicologico, da attuarsi il prima possibile, può<br />

servire ad impe<strong>di</strong>re l’instaurarsi <strong>di</strong> reazioni depressive ad<br />

andamento cronicizzante fra le vittime <strong>di</strong> eventi traumatici<br />

multipli.<br />

Bibliografia<br />

Use of the Hamilton Depression Scale in general practice. Psychopharmacol<br />

Ser 1990;9:40-7.<br />

Posttraumatic stress <strong>di</strong>sorder (ptsd) and co-morbi<strong>di</strong>ty. Bosn J Basic<br />

Med Sci 2002;2:57-61.<br />

Treatment of acute traumatic stress reactions. J Trauma Dissociation<br />

2005;6:101-8.<br />

304. Il <strong>di</strong>sturbo psichiatrico abbrevia la vita?<br />

15 anni <strong>di</strong> mortalità a Milano<br />

G. Tacchini, O. Fusi, A. Gavarini, M. Giansante, R. Paleari,<br />

G. Spagnolo, F. Castellano, A.C. Altamura<br />

Cattedra <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong>, Università <strong>di</strong> Milano, Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Scienze Cliniche, Ospedale “Luigi Sacco”, Milano<br />

La mortalità e i ricoveri ospedalieri sono tra gli in<strong>di</strong>catori<br />

epidemiologici più importanti dello stato <strong>di</strong> salute <strong>di</strong> una po-<br />

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