XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

Fig. 1. Effetti della memoria di esperienze traumatiche.
un modello esplicativo secondo cui i processi di elaborazione
delle esperienze traumatiche e i meccanismi dissociativi
strutturano Modelli Operativi Interni (MOI) Dissociati
che influenzano la regolazione affettiva.
Il campione è composto da 149 soggetti di età media 13,11
anni (ds = 0,57) appartenenti alla popolazione normale. Gli
strumenti utilizzati sono stati: A-DES (Armstrong et al,
1997), che misura la dissociazione; TSCC-A (Briere, 1996),
che valuta stress post-traumatico e sintomatologia psicologica
connessa.
I dati sono stati elaborati statisticamente. Sia A-DES che
TSCC-A e relative sottoscale presentano una buona attendibilità
(alpha > 0,75). La correlazione tra i punteggi alle
scale risulta significativa (rho di Spearman p < 0,00). La regressione
multipla indica che la relazione tra le variabili va
nella direzione da noi ipotizzata.
Attraverso le equazioni strutturali è stato verificato il modello,
secondo cui:
a) le “memorie traumatiche” tendono ad organizzarsi anche
in ambiti mentali non in connessione tra loro;
b) gli stati emotivi percepiti sono attivamente costruiti e organizzati
attraverso attività mentali volte a mantenere forme
di coerenza nei MOI. L’elaborazione del trauma e i processi
dissociativi, volti a costruire MOI che permettano l’integrazione
degli eventi nella vita psichica, influenzano,
dunque, la regolazione affettiva (Fig. 1).
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POSTER
296. Un questionario di screening
autosomministrato per il distress
psicologico (K10 Self): il protocollo
di validazione
P. Sciarini * , F. Stramesi, V. Martinelli * , F. Dal Canton * ,
A. Karavia, K. Petrouska, G. Segagni Lusignani * ,
G. Carrà * , C. Montomoli ** , F. Barale * , A. Marinoni **
* Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali,
Sezione di Psichiatria; ** Dipartimento di
Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali, Sezione
di Statistica Medica, Università di Pavia
Introduzione: la prevalenza di disturbi mentali nella popolazione
generale, secondo i criteri DSM IV, è circa il 30%.
Distinguere i casi in base alla gravità rende necessari strumenti
di screening dimensionali.
Obiettivi: realizzazione della versione italiana del K10
Self, strumento di screening per il rilevamento del distress
psicologico, e valutazione di sensibilità e specificità.
Metodologia: traduzione in lingua italiana del K10 Self secondo
le WHO World Mental Health Initiative Interview
Translation Guidelines. Validazione mediante reclutamento
di 500 soggetti residenti nella provincia di Pavia. Raccolta
di variabili sociodemografiche e score al K10. Somministrazione
di SCID I a 100 soggetti con K10 score oltre range
clinico e 50 subclinico. Stima di sensibilità e specificità
del K10 in riferimento alla variabile avere/non avere una Severe
Mental Illness (SMI: almeno un disturbo DSM/GAF <
60).
Risultati: realizzazione della traduzione in collaborazione
con il Department of Health Care Policy (Harvard Medical
School) e sua approvazione da parte della WHO. Il K10 Self
in italiano è ora disponibile per il pubblico utilizzo all’indirizzo
http://www.hcp.med.harvard.edu/ncs/k6_scales.php.
Lo studio di validazione è tuttora in corso.
Conclusioni: la necessità di distinguere i casi in base alla
gravità per ottimizzare i trattamenti supporta l’impiego del
K10 come idoneo strumento dimensionale di screening,
sensibile e di agile impiego, anche nella popolazione generale
italiana.
297. Tolleranza e dipendenza da BDZ
in pazienti affetti da disturbi d’ansia
C. Segura García, E.Corace
Università Magna Graecia, Catanzaro, Facoltà di Medicina
e Chirurgia, Cattedra e Scuola di Specializzazione in
Psichiatria
Introduzione: il trattamento attuale dei disturbi d’ansia prevede
l’utilizzazione delle BDZ secondo procedure in grado di
limitare al minimo lo sviluppo di fenomeni di tolleranza e di
dipendenza. Nonostante ciò, nella pratica clinica corrente è
frequente riscontrare questi fenomeni in alcuni pazienti.
Obiettivo del presente studio è la quantificazione diagnostica,
l’identificazione dei pattern di trattamento e la rilevazione
clinica dei fenomeni di tolleranza e dipendenza da BDZ in
soggetti che ricevono trattamento per disturbi d’ansia.
Materiale e metodi: sono stati presi in esame i casi clinici
di pazienti afferrati ad un CSM della Regione Calabria nei