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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

Metodo: sono stati raccolti dati durante un periodo <strong>di</strong> 12<br />

mesi riguardanti ogni incidente violento o aggressivo che ha<br />

richiesto un intervento clinico avvenuto all’interno delle 4<br />

PICU dell’area territoriale sud <strong>di</strong> Londra (South London and<br />

Maudsley Trust, SLaM). I dati comprendono informazioni<br />

sul tipo <strong>di</strong> incidente, il tipo <strong>di</strong> intervento e il suo esito. Lo<br />

staff del reparto ha completato le seguenti scale <strong>di</strong> valutazione:<br />

PANSS-EC, CGI-I, CGI-S al momento dell’incidente<br />

e 2, 4, 12, 24, 72 ore dall’intervento. Il consenso informato<br />

è stato chiesto retrospettivamente. Verranno qui riportati<br />

i dati preliminari dei primi pazienti che hanno dato il<br />

consenso. L’analisi statistica include frequenze e confronti<br />

tra gruppi usando l’ANOVA e il test post-hoc.<br />

Risultati: 30 pazienti hanno dato il loro consenso, 87 incidenti<br />

aggressivi e interventi clinici farmacologici e non farmacologici<br />

sono stati raccolti.<br />

Il 60% degli interventi clinici al bisogno sono stati motivati<br />

22 FEBBRAIO 2005 - ORE 14.15-15.45<br />

SALA SAN GIOVANNI<br />

da: “Aumento dei livelli <strong>di</strong> ansia/agitazione/tensione”, il<br />

25,5% da “Minaccia <strong>di</strong> comportamento violento verso il<br />

personale/altri pazienti/parenti/oggetti”, mentre solo il 5%<br />

degli interventi sono stati motivati da effettivi “Episo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

violenza agita contro il personale/altri pazienti/parenti/oggetti”.<br />

Il 65,5% degli interventi clinici sono non farmacologici, includono<br />

procedure <strong>di</strong> de-escalation oltre che isolamento del<br />

paziente in ambiente controllato dal personale (esclusion ),<br />

il 26,7% degli interventi include terapia al bisogno per via<br />

orale, mentre la terapia per via intramuscolare rappresenta<br />

solo il 7,7% degli interventi.<br />

I pazienti, <strong>di</strong>visi in 3 gruppi a seconda degli interventi clinici<br />

ricevuti (non farmacologici, terapia orale, terapia intramuscolare),<br />

<strong>di</strong>fferiscono significativamente per i punteggi<br />

<strong>della</strong> PANSS-EC e CGI-I al momento dell’incidente e mostrano<br />

un miglioramento simile nel tempo.<br />

S9 - Me<strong>di</strong>cal management nel trattamento<br />

con antipsicotici<br />

Sindrome metabolica: epidemia del nuovo<br />

millennio. Aspetti fisiopatologici<br />

M. Cignarelli, O. Lamacchia, S. Piemontese<br />

Università <strong>di</strong> Foggia, Cattedra <strong>di</strong> Endocrinologia e Malattie<br />

del Ricambio<br />

La necessità <strong>di</strong> definire la Sindrome Metabolica (SM) nasce<br />

dall’osservazione clinica <strong>della</strong> frequente aggregazione<br />

<strong>di</strong> alterazioni del metabolismo gluci<strong>di</strong>co, lipi<strong>di</strong>co ed energetico<br />

in uno stesso in<strong>di</strong>viduo.<br />

L’associazione tra i <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni metabolici in varie<br />

combinazioni è nota da anni.<br />

Vari stu<strong>di</strong>, condotti in <strong>di</strong>fferenti aree geografiche, hanno<br />

messo in evidenza come la prevalenza <strong>della</strong> Sindrome Metabolica<br />

aumenti progressivamente con l’età e con il BMI,<br />

con minori <strong>di</strong>fferenze per quanto riguarda il sesso. Per quanto<br />

riguarda la popolazione degli Stati Uniti, basandosi su dati<br />

del censimento <strong>di</strong> popolazione dell’anno 2000, circa 47<br />

milioni <strong>di</strong> residenti negli Stati Uniti sono portatori <strong>di</strong> Sindrome<br />

Metabolica.<br />

La prevalenza cresce dal 6,7% nella fascia <strong>di</strong> età compresa<br />

tra 20 e 29 anni al 43% nella fascia <strong>di</strong> età tra 60 e 69 anni.<br />

Secondo le più recenti linee guida <strong>della</strong> IDF (International<br />

Diabetes Federation) la presenza <strong>di</strong> una circonferenza vita<br />

≥ 94 cm nell’uomo e ≥ 80 cm nella donna per gli europei associata<br />

ad almeno due fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare (trigliceri<strong>di</strong><br />

≥ 150 mg/dl; colesterolo HDL < 40 mg/dl nell’uomo<br />

e < 50 mg/dl nella donna; valori pressori ≥ 130/85<br />

mmHg; glicemia a <strong>di</strong>giuno ≥ 100 mg/dl) è sufficiente per<br />

porre <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Sindrome Metabolica.<br />

MODERATORI<br />

M. Nar<strong>di</strong>ni, G. Di Sciascio<br />

L’obesità viscerale sembra costituire la causa principale <strong>della</strong><br />

Sindrome Metabolica. L’accumulo <strong>di</strong> grasso a livello viscerale<br />

si associa infatti ad insulino-resistenza epatica e periferica.<br />

Tale effetto sembra me<strong>di</strong>ato dalla produzione <strong>di</strong> glicerolo e<br />

FFA. È stato recentemente ipotizzato che la relazione tra insulino-resistenza<br />

e <strong>di</strong> incremento del tessuto a<strong>di</strong>poso viscerale<br />

possa trovare fondamento anche in altre funzioni endocrine<br />

e metaboliche degli a<strong>di</strong>pociti.<br />

Alle a<strong>di</strong>pochine è stato attribuito anche un ruolo <strong>di</strong> rilievo<br />

non solo nella regolazione del metabolismo gluci<strong>di</strong>co e lipi<strong>di</strong>co,<br />

ma anche nel controllo dello stress ossidativo e nel<br />

mantenimento dell’integrità strutturale e funzionale <strong>della</strong><br />

parete vascolare, meccanismi che globalmente sono responsabili<br />

<strong>di</strong> molte delle manifestazioni cliniche <strong>della</strong> Sindrome<br />

Metabolica.<br />

In conclusione la Sindrome Metabolica rappresenta un insieme<br />

<strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare legati tra loro attraverso<br />

l’associazione con l’insulino-resistenza.<br />

Dal momento che l’insulino-resistenza rappresenta un fattore<br />

<strong>di</strong> rischio in<strong>di</strong>pendente per lo sviluppo <strong>di</strong> patologie car<strong>di</strong>ovascolari,<br />

la sua presenza può condurre a complicanze<br />

macrovascolari anche molto tempo prima che altre caratteristiche<br />

<strong>della</strong> Sindrome Metabolica <strong>di</strong>ventino evidenti. Pertanto<br />

interventi tempestivi <strong>di</strong> correzione dell’accumulo del<br />

grasso viscerale sembrano il mezzo più efficace per trattare<br />

la Sindrome Metabolica.<br />

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