XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

212. Efficacia e sicurezza della terapia
in pazienti schizofrenici precedentemente
non trattati, nei primi 24 mesi di terapia:
risultati dello studio SOHO (Schizophrenia
Outpatient Health Outcomes)
D. Novick, J.M. Haro * , M. Belger, S. Tzivelekis, J.P. Lepine
** , P. Donda *** , S. Germani *** , A. Rossi *** , S. Frediani
*** and the Soho Study Group ****
Eli Lilly and Company, Windlesham; * Sant Joan De Deu-
SSM, St. Boi de L., Barcelona; ** Hopital Fernand Widal,
Paris; *** Eli Lilly Italia S.p.A., **** Alonso J (ES), Bousoño
MG (ES), Gasquet I (FR), Kristensen H (DK), Jones PB
(UK), Croudace T (UK), Knapp M (UK), Mavreas V (GR),
Murray D (IE), Naber D (DE), Pancheri P (IT), Slooff CJ
(NL), Teixeira JM (PO
Obiettivi: riportare efficacia e sicurezza d’uso di antipsicotici
in pazienti schizofrenici, mai sottoposti a terapie (naïve),
seguiti per 2 anni.
Metodi: SOHO (Schizophrenia Outpatient Health Outcomes)
è uno studio osservazionale, prospettico, su pazienti
ambulatoriali per valutare gli effetti della terapia antipsicotica.
Sono stati inclusi pazienti che non avevano mai ricevuto
né trattamento antipsicotico per la schizofrenia, né terapia
antipsicotica, nei 6 mesi precedenti l’inizio dello studio.
La gravità della malattia è stata valutata con la scala
Clinical Global Impression (CGI). La sicurezza è stata valutata
come incidenza di distonia, acatisia e parkinsonismo.
I pazienti erano definiti responders alla terapia se rimanevano
con lo stesso farmaco per 2 anni, se avevano riduzione
della CGI (di 2 punti nei pazienti con punteggio CGI iniziale
> 4 o di 1 punto nei pazienti con CGI iniziale inferiore) e
se rimanevano responders alla terapia.
Risultati: su 1.038 pazienti naïve arruolati (1.009 in monoterapia),
505 sono rimasti con l’antipsicotico prescritto alla
visita basale. La maggioranza dei pazienti ha iniziato con
olanzapina o risperidone. L’82% dei pazienti in terapia con
olanzapina ed il 76% dei pazienti in terapia con risperidone
rimanevano con l’antipsicotico iniziale per 24 mesi. I responders
erano: il 65% dei pazienti in terapia con olanzapina,
il 51% con risperidone e il 46% con tipici. Il 3% dei pazienti
in terapia con olanzapina ha avuto EPS ed aumento
medio di peso durante i 24 mesi di 4,3 (DS 6,5) kg. Per risperidone,
i pazienti con EPS erano il 18,5% con aumento
medio di 3,6 (DS 5,2) kg.
Conclusioni: i pazienti che avevano ricevuto olanzapina, risperidone
o antipsicotici tipici orali al basale ottenevano un
sostanziale successo della terapia a 24 mesi. Esistono differenze
d’efficacia e tollerabilità tra le diverse terapie.
213. Le condotte parasuicidarie
nel territorio dell’AS n. 4- Cosenza
nel periodo 2003-2004
N. Olivito, A. Ambrosio, M.F. Pantusa
Centro di Salute Mentale, Rogliano, AS n. 4, CS
Le condotte parasuicidarie sono molto più frequenti del suicidio,
in ogni fascia di età, ma le conoscenze sull’incidenza
reale del fenomeno sono caratterizzate dalla mancanza di
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casistiche ufficiali e da una modalità di raccolta dati che avviene
quasi sempre per i casi che si rivolgono a strutture sanitarie
come pronto soccorso, strutture psichiatriche, medici
di base ecc.
Il fenomeno risulta per tale motivo sottostimato, perché non
tutti i tentativi di suicidio sono gravati da conseguenze sanitarie
e perché c’è una forte tendenza a negare l’intenzione
suicidaria e a spiegare le conseguenze dell’atto come accidentali.
Obiettivi: valutare la frequenza delle condotte parasuicidarie,
che si sono verificate nel biennio 2003-2004 nel territorio
di competenza dell’AS 4-Cosenza, ed individuare eventuali
fattori di rischio ad esse correlati.
Metodo: sono stati inclusi nello studio tutti quei soggetti,
provenienti da aree territoriali di pertinenza dell’AS 4-Cosenza,
che nel periodo 2003/2004 si erano rivolti al Pronto
Soccorso dell’Ospedale Civile di Cosenza ed avevano ricevuto
la diagnosi di tentato suicidio.
La valutazione delle variabili socio-demografiche e cliniche
è stata condotta attraverso l’analisi dei referti di pronto soccorso
e delle cartelle cliniche dei pazienti trasferiti ai reparti
di degenza.
Risultati: il campione selezionato risulta costituito da 92
soggetti (M/F: 43/49, età media 41,4 ± 18,9, range 16-92 anni).
La prevalenza di parasuicidi riscontrata è di
15,06/100.000 nel 2003 e 16,43/100.000 nel 2004. Contrariamente
a quanto riportato in letteratura non si rilevano differenze
di prevalenza per sesso.
La ripartizione degli eventi per classi di età evidenzia una
maggiore frequenza di condotte parasuicidarie nei soggetti
di età compresa tra i 20-40 anni e superiore ai 60 anni. I soggetti
più giovani mettono in atto il tentativo suicidario soprattutto
nelle ore pomeridiane, mentre gli anziani preferiscono
le ore del mattino.
L’ingestione incongrua di farmaci rappresenta la modalità
più frequentemente utilizzata. La patologia psichiatrica è rilevabile
nel 28,26%, con una netta prevalenza dei disturbi
dell’umore e si associa in modo significativo con altri due
importanti fattori di rischio: pregressi tentativi di suicidio e
malattie somatiche.
Un dato interessante è l’elevato numero di soggetti, un terzo
circa del campione, che rifiuta, dopo l’osservazione del
PS, gli interventi terapeutici prescritti. Appare, quindi,
molto forte la tendenza a negare l’importanza del gesto; al
contrario una valutazione approfondita di quanto accaduto
riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione del suicidio.
214. Il temperamento affettivo come
substrato comune e dell’abuso di sostanze
legali e “stupefacenti”
M. Pacini *** , M. Ceccanti *** , M.L. Attilia *** , A. Mellini
*** , I. Maremmani *,**
* ** Istituto di Scienze del Comportamento, Pisa; AU-CNS,
onlus, Pietrasanta (LU); *** Policlinico Umberto I, Università
di Roma “La Sapienza”
Scopo dello studio è valutare la relazione dei temperamenti
affettivi con la tipologia di abuso di sostanze rispetto al gra-