XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

205. Interventi di Psichiatria di Liaison
con pazienti paraplegici
POSTER
D. Munno, G.L. Arescaldino, P.F. Macario, A. Malfatto,
G. Zullo
Dipartimento di Neuroscienze, Sezione Psichiatria, Università
di Torino
Introduzione: l’obiettivo dello studio è la valutazione degli
aspetti psicologici e clinici di pazienti paraplegici per individuare
strategie di intervento mirate.
Metodologia: a 28 pazienti maschi afferenti all’Unità Spinale
Unipolare di Pietra Ligure è stata somministrata una
batteria di test per indagare personalità (TCI), strategie di
coping (COPE), livelli di rabbia (STAXI), qualità di vita
(QL-Spitzer), ansia (Ham-A) e depressione (Ham-D).
Risultati: l’89% dei pz supera il cut-off per la depressione
lieve all’Ham-D e il 93% il cut-off per l’ansia lieve all’Ham-
A. I paraplegici da più di un anno hanno una migliore qualità
di vita e punteggi più elevati alla dimensione di Accettazione
(COPE). La Rabbia di Tratto Temp. correla positivamente
con il coping Disfunzionale, in particolare con la
Negazione, e correla negativamente, come la Rabbia di Stato,
con l’Accettazione. L’Autodirettività al TCI correla negativamente
con Rabbia di Stato e Tratto. Autodirettività e
Cooperatività (TCI) correlano positivamente con l’Accettazione.
Conclusioni: un intervento psicoterapico volto all’incremento
di Accettazione, Autodirettività e Cooperatività potrebbe
ridurre i livelli di rabbia.
Bibliografia
Bonavita J, Menarini M, Pillastrini P. La riabilitazione nelle
mielolesioni. Milano: Masson 2004.
Kennedy P, Lude P, Taylor N. Quality of life, social participation,
appraisals and coping post spinal cord injury: a review of four
community samples. Spinal Cord 2005, Aug 30.
206. La standardizzazione di strumenti
diagnostici brevi nel setting della medicina
generale, dati preliminari nell’ambito
della indagine europea MINDFUL
A. Murru, F.A. Mannu, M.C. Hardoy, A. Garofalo, A. Pilu,
D. Primavera, A.R. Collu, M. Cadeddu, C. Balzano,
V. Kovess, M.G. Carta
Università di Cagliari, Divisione di Psichiatria
Introduzione/scopo: nella fase preparatoria di una vasta indagine
europea multicentrica si è condotta in 5 paesi europei
(Italia, Belgio, Spagna, Regno Unito e Romania) una
standardizzazione preliminare, nel setting della medicina
generale, di alcuni strumenti diagnostici psichiatrici. Lo studio
riporta i dati preliminari relativi al gruppo collaborativi
italiano.
Metodologia: a una serie consecutiva di 120 pazienti (74
donne età media 55 ± 8 anni) afferente a 8 medici di medicina
generale sono state somministrate le interviste brevi
CIDI-SF, CIS-R e i questionari MHI-5 e SF36-Vitality. Lo
stesso campione è stato valutato da uno psichiatra tramite
intervista SCID-IV versione NP, l’algoritmo collegato allo
strumento ha permesso l’attribuzione di una diagnosi psichiatrica
secondo il DSM-IV. L’incrocio della diagnosi
(gold standard) con i risultati alle interviste e ai questionari
ha consentito la misura della accuratezza degli strumenti in
termini di Sensibilità, Specificità, Valore Predittivo dei Positivi
e Negativi.
Risultati: i risultati preliminari sembrano indicare una accettabile
accuratezza delle due interviste brevi CIDI-SF e
CIS-R (Sensibilità e Specificità > 0,60 per la maggior parte
delle diagnosi di disturbi ansiosi e depressivi). L’MHI-5
sembra possedere una accuratezza accettabile quale strumento
di screening per i disturbi dell’umore.
Discussione: a differenza che in precedenti ricerche inglesi
le intervista CIDI-SF e CIS-R sembrano evidenziare performance
diagnostiche accettabili, anche se l’ultima risente
dell’essere stata costruita con riferimento ad un sistema diagnostico
differente dal DSM-IV. L’accuratezza del MHI-5
come strumento di screening apre la possibilità all’utilizzo
delle indagini condotte con questo strumento per la stima
della frequenza dei disturbi dell’umore. L’estrema variabilità
nei positivi alle risposte del questionario sulla vitalità lascia
aperti alcuni interrogativi rispetto al possibile misconoscimento
dei disturbi dello spettro bipolare.
Conclusioni: se i risultati verranno confermati dalle parallele
ricerche internazionali, gli strumenti valutati potrebbero
essere dei validi candidati alla conduzione di una indagine
multicentrica.
Bibliografia
Balestrieri M, et al. Soc Psychiatry Psychiatr Epidemiol
2004;39:171-6.
Carta MG, et al. Acta Psychiatrica Scandinavica 1993;87:343-4.
207. Amenza: incidenza e fattori di rischio
in una popolazione di anziani ospedalizzati
L. Nastri, R. Lo Baido, A. Li Puma, A. Landi
Clinica Psichiatrica, Università di Palermo
Introduzione: l’amenza è uno stato confusionale acuto che
insorge con elevata frequenza negli anziani ospedalizzati,
spesso misconosciuta e quindi non diagnosticata né portata
all’attenzione dello psichiatra. La revisione della letteratura
segnala molteplici fattori di rischio quasi tutti di tipo organico.
Ci proponiamo l’individuazione e l’analisi di ogni fattore
di rischio, non solo di natura fisica, coinvolti nell’insorgenza
dell’Amenza.
Metodo: la popolazione è costituita da 185 pazienti over 65
anni, ricoverati presso i reparti di Medicina Interna, Chirurgia,
Ortopedia e Geriatria. Sono stati sottoposti a raccolta
anamnestica mediante compilazione di una scheda dei dati
generali, clinici e a somministrazione dei test Mini-Mental
State Examination (MMSE) e Delirium Rating Scale-R-98
(DRS-R-98). La diagnosi è posta in base ai criteri del DSM-
IV-TR per il Delirium.
Risultati: l’Amenza è stata diagnosticata in 44 pazienti
(24%). I principali fattori di rischio includono: declino cognitivo
(presente nel 100% dei pazienti con Amenza), età
superiore a 80 anni, frattura di femore, immobilità, istituzionalizzazione
in casa di riposo precedente al ricovero, degenza
protratta. Non sembrano costituire fattori di rischio:
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