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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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SIMPOSI TEMATICI<br />

L’informazione passa all’ipotalamo laterale da cui si <strong>di</strong>partono<br />

le fibre efferenti <strong>di</strong>rette al midollo toracico, dove<br />

originano le fibre che terminano nei neuroni pre-gangliari<br />

del nucleo cervicale superiore che proiettano alla pineale,<br />

inibendo (la luce) o non inibendo (assenza <strong>di</strong> luce) la produzione<br />

<strong>della</strong> Melatonina in maniera dose-<strong>di</strong>pendente dalla<br />

luce: ridotta da illuminazione <strong>di</strong> 200 lux e bloccata da illuminazione<br />

> 2.500 lux.<br />

Nel SNC dei mammiferi i nuclei soprachiasmatici dell’ipotalamo<br />

e la ghiandola pineale fungono da pacemakers, che<br />

sanno sincronizzarsi al periodo <strong>di</strong> 24 h del ciclo buio/luce,<br />

utilizzando le informazioni veicolate lungo il tratto retinicoipotalamico,<br />

ma posseggono anche una loro specifica ritmicità<br />

endogena, geneticamente determinata. La sintesi e la secrezione<br />

<strong>della</strong> melatonina sono controllate da un orologio<br />

circa<strong>di</strong>ano situato nell’ipotalamo anteriore, posto nei nuclei<br />

soprachiasmatici, a sua volta sincronizzato dal ciclo<br />

luce/buio.<br />

I livelli plasmatici <strong>di</strong> melatonina cominciano ad aumentare<br />

dopo il tramonto con un picco intorno alle 2.00 a.m. e declinano<br />

marcatamente al mattino 1 .<br />

È evidente, adesso, che la ghiandola pineale influenza molti<br />

organi e funzioni e secondo recenti ricerche è capace <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>zionare il cervello e il comportamento. Esistono, infatti,<br />

stu<strong>di</strong> secondo cui alterazioni del ritmo <strong>di</strong> secrezione <strong>della</strong><br />

melatonina possono essere implicate in molte malattie<br />

dalle neoplasie all’Alzheimer. Da quando un’alterazione del<br />

ritmo <strong>della</strong> melatonina è stata <strong>di</strong>mostrata nel Seasonal Affective<br />

Disorder (SAD), simili reperti sono stati riportati in<br />

<strong>di</strong>versi <strong>di</strong>sturbi psichiatrici: la luce (solare) sia in termini <strong>di</strong><br />

intensità che <strong>di</strong> durata del fotoperiodo, sembra essere il me<strong>di</strong>atore<br />

principale del rapporto umore/stagionalità e umore/variazioni<br />

circa<strong>di</strong>ane tramite la sua azione in<strong>di</strong>retta sulla<br />

produzione <strong>della</strong> melatonina da parte dell’epifisi; ma la luce<br />

potrebbe avere anche un ruolo più <strong>di</strong>retto sul SNC tramite<br />

la retina e l’attivazione o inibizione <strong>di</strong> altri neurotrasmettitori.<br />

Il ruolo <strong>della</strong> sensibilità alla luce nell’eziopatogenesi <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong>sturbo si può evincere da fenomeni anche molto <strong>di</strong>versi tra<br />

loro, come per esempio comportamenti che denotano un’alterata<br />

fotosensibilità, l’alterazione dei ritmi circa<strong>di</strong>ani, governati<br />

dal ciclo giorno/notte, l’influenza <strong>della</strong> luce ambientale<br />

sul decorso, che si esplica in un andamento stagionale<br />

del <strong>di</strong>sturbo stesso, l’alterazione <strong>della</strong> secrezione <strong>della</strong> melatonina,<br />

ormone che presenta un pattern circa<strong>di</strong>ano sincronizzato<br />

con il ciclo giorno/notte.<br />

Se per quanto riguarda i Disturbi dell’Umore gli stu<strong>di</strong> riguardanti<br />

quella che possiamo definire “<strong>di</strong>mensione cronobiologica”<br />

sono molti, per quanto riguarda i Disturbi<br />

d’Ansia tale <strong>di</strong>mensione è stata molto meno indagata. Unica<br />

eccezione sembra essere rappresentata da DP. Alcuni<br />

stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato che la maggior parte dei soggetti<br />

con Disturbo <strong>di</strong> Panico (DP) sono sensibili ad un incremento<br />

<strong>della</strong> luce ambientale e che presentano una specifica<br />

stagionalità <strong>di</strong> insorgenza e/o ricorrenza in primaveraestate<br />

2 . La stimolazione visiva sembra essere maggiormente<br />

potente <strong>della</strong> stimolazione non visiva nell’indurre<br />

sintomi come depersonalizzazione e derealizzazione; questi<br />

effetti non sono stati riscontrati in pazienti con altri <strong>di</strong>sturbi<br />

d’ansia 3 . Nel DP, come nello stato maniacale, sarebbe<br />

amplificata la normale risposta comportamentale alla<br />

grande durata e intensità <strong>della</strong> luce durante l’estate.<br />

Questo processo può esprimersi in una esacerbazione dei<br />

sintomi ansiosi per i DP, come in un’attivazione affettiva<br />

con agitazione psicomotoria nel Disturbo Bipolare. Questa<br />

eccessiva sensibilità sembra correlarsi anche quando il <strong>di</strong>sturbo<br />

è sottosoglia o in soggetti con alti punteggi allo<br />

SCI-PAS 4 .<br />

Possono essere formulate alcune ipotesi per spiegare i meccanismi<br />

dell’aumento <strong>della</strong> sensibilità alla luce nel DP:<br />

– <strong>di</strong>sfunzione <strong>della</strong> ghiandola pineale: McIntyre 5 ha trovato<br />

livelli <strong>di</strong> melatonina significativamente maggiori nei pazienti<br />

con DP senza terapia farmacologica rispetto a soggetti<br />

sani nella seconda parte <strong>della</strong> notte (dalle 4 alle 7 del<br />

mattino) e un ritardo <strong>di</strong> fase <strong>di</strong> circa due ore. Secondo gli<br />

Autori l’eccesso <strong>di</strong> melatonina nei pazienti con DP potrebbe<br />

rappresentare un tentativo <strong>di</strong> ridurre lo stato <strong>di</strong> ansietà;<br />

– primaria <strong>di</strong>sfunzione neurotrasmettitoriale: il sistema serotoninergico,<br />

per esempio, potrebbe essere coinvolto dal<br />

momento che stu<strong>di</strong> clinici hanno <strong>di</strong>mostrato che la serotonina<br />

ha uno specifico ritmo annuale correlato al fotoperiodo<br />

6 ;<br />

– primaria <strong>di</strong>sfunzione retinica 7 .<br />

Verranno presentati dati relativi ad uno stu<strong>di</strong>o da noi effettuato<br />

nel tentativo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re i rapporti fra luce e Disturbo<br />

<strong>di</strong> Panico.<br />

Metodologia:<br />

– valutazione delle <strong>di</strong>fferenze nelle <strong>di</strong>mensioni Fotofobia e<br />

Fotofilia del Questionario per la fotosensibilità (QVF) fra<br />

46 soggetti con DP, 46 soggetti con Disturbo Bipolare e<br />

200 soggetti sani;<br />

– valutazione <strong>della</strong> riposta retinica alla stimolazione luminosa<br />

tramite indagine elettroretinografica in 30 soggetti<br />

con DP e 20 controlli sani;<br />

– rivalutazione <strong>della</strong> fotosensibilità e del tracciato ERG in<br />

20 soggetti con DP dopo terapia farmacologica specifica.<br />

I risultati hanno mostrato significative <strong>di</strong>fferenze dei punteggi<br />

al QVF fra i tre gruppi: la <strong>di</strong>mensione Fotofilia è risultata<br />

significativamente maggiore nei DB sia rispetto ai<br />

controlli che rispetto ai DP; la <strong>di</strong>mensione fotofilia era, al<br />

contrario, significativamente minore nei soggetti con DP rispetto<br />

ai controlli sani e ai soggetti con DB.<br />

Dalla valutazione elettroretinografica sono emerse significative<br />

<strong>di</strong>fferenze relative all’onda b fra DP e controlli sani:<br />

l’onda b era significativamente minore ed aveva una minor<br />

variabilità intrasoggettiva nel campione dei soggetti con DP.<br />

Dopo terapia farmacologica non abbiamo riscontrato alcuna<br />

<strong>di</strong>fferenza relativamente all’ampiezza b ERG, mentre era<br />

aumentata in maniera significativa la <strong>di</strong>mensione fotofilia al<br />

QVF.<br />

Conclusioni: dal nostro stu<strong>di</strong>o sembra emergere una marcata<br />

sensibilità alla luce nei soggetti con DP verosimilmente<br />

sottesa da una primaria <strong>di</strong>sfunzione retinica (forse me<strong>di</strong>ata<br />

dal sistema Dopaminergico), che potrebbe rappresentare<br />

un marker <strong>di</strong> tratto del <strong>di</strong>sturbo vista la sua immo<strong>di</strong>ficabilità<br />

dopo terapia farmacologica.<br />

Il reperto relativo alle mo<strong>di</strong>ficazioni dei parametri <strong>di</strong> fotonsensibilità<br />

dopo trattamento, nel senso <strong>di</strong> un “miglioramento”<br />

nei soggetti con DP, potrebbe far supporre che esistano<br />

altre vie <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione del rapporto luce/panico, prima fra<br />

tutte quella relativa alla ghiandola pineale, che potrebbero<br />

essere influenzate dalla terapia, a <strong>di</strong>fferenza <strong>della</strong> via retinica<br />

<strong>di</strong>retta.<br />

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