XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

POSTER
Grunfeld E, Whelan TJ, Zitzelsberger L, William A, Montesanto B,
Evans WK. Cancer care workers in Ontario: prevalence of
burnout, job stress and job satisfaction. CMAJ 2000;163:166-9.
Ramirez A, Graham J, Richards M. Mental health of hospital consultants:
the effects of stress and satisfaction at work. Lancet
1996;347:724-8.
164. Risultati di una indagine
epidemiologica a due fasi sui disturbi
bipolari nel setting della medicina generale:
implicazioni cliniche e problematiche
in tema di sanità pubblica
F.A. Mannu, M.C. Hardoy, G. Istilla, G. Mellino, F. Zairo,
C. Cardia, A. Murru, B. Carpiniello, M.G. Carta
Università di Cagliari
Introduzione/scopo: la frequenza dei disturbi bipolari in
setting non psichiatrici è probabilmente sottostimata. Si ritiene
che le metodologie adottate dalle principali indagini
epidemiologiche possano essere inadeguate per la stima della
frequenza di questo tipo di patologie.
Lo scopo della ricerca è la misura della prevalenza dei disturbi
bipolari nel setting della medicina generale attraverso
strumenti di screening. Lo studio si propone inoltre di
verificare l’adeguatezza dei trattamenti in relazione alla
diagnosi.
Metodologia: a una serie consecutiva di 520 pazienti (352
donne, età media 58 ± 12 anni) afferente a 8 medici di medicina
generale sono stati somministrati 2 strumenti di
screening: il General Health Questionnaire (GHQ) versione
12-items e il Mood Disorder Questionnaire (MDQ). Un sottocampione
random di 120 soggetti è stato valutato da uno
psichiatra tramite intervista SCID-IV versione NP, l’algoritmo
collegato allo strumento ha permesso l’attribuzione di
una diagnosi psichiatrica secondo il DSM-IV. L’incrocio
della diagnosi con i risultati al GHQ e al MDQ ha consentito
la standardizzazione degli strumenti e il calcolo delle stime
di prevalenza.
Risultati: il miglior cut-off del MDQ per il calcolo della frequenza
dei disturbi bipolari risultava il punteggio 4 (4 item
positivi + impairment medio/grave).
Il 19% dei pazienti del campione totale risultava positivo al
MDQ. Una elevata quota dei “positivi” era negativa al
GHQ, inoltre una percentuale elevata di positivi assumeva o
aveva assunto antidepressivi in assenza di stabilizzanti dell’umore.
Discussione: lo studio sembra confermare che i disturbi bipolari
sono sottostimati nei pazienti afferenti alla medicina
generale e che, di conseguenza, non sono infrequenti i trattamenti
farmacologici impropri.
Conclusioni: i dati suggeriscono la necessità di un miglioramento
della identificazione diagnostica e delle cure ai pazienti
sofferenti di disturbi dell’umore nel setting della medicina
generale.
Bibliografia
Carta MG, Angst J. Clin Pract Epidemiol Mental Health 2005;1:3.
Hardoy MC, et al. Clin Pract Epidemiol Mental Health 2005;1:8
(www.cpementalhealth.com).
165. Schizofrenia e patologie organiche:
studio comparativo dell’Expressed Emotion
familiare
C. Manoussakis, C. Bressi, M. Bonfiglio, I. Iandoli,
M. Porcellana, G. Invernizzi
Clinica Psichiatrica Università di Milano, Fondazione
IRCCS, Ospedale Maggiore Policlinico “Mangiagalli e Regina
Elena”, Milano
Obiettivi: scopo principale della ricerca è la valutazione e il
confronto dell’expressed Emotion familiare (EE) in diverse
patologie organiche (Epilessia, Trapianto di Midollo, Cardiopatia,
Carcinoma della mammella, Trapianto di rene,
Dialisi) e nei disturbi psichiatrici.
Materiali e metodi: il campione è costituito da 261 pazienti
che presentano un contatto face to face di 35 ore/settimanali
con i rispettivi familiari: 216 affetti da differenti patologie
organiche e 45 affetti da disturbi psichiatrici. Per ciascuno
di essi viene reclutato il familiare con valori di EE
maggiori (familiare chiave). I dati clinici e anamnestici vengono
raccolti con una scheda standardizzata, mentre la EE
viene rilevata con la Camberwell Family Interview (Vaughn
e Leff, 1976). I pazienti vengono suddivisi in due gruppi, in
base al nucleo familiare di provenienza, in famiglie d’origine
e acquisite.
Risultati e conclusione: i familiari di schizofrenici risultano
caratterizzati da livelli significativamente più elevati di
Critica (C) e Ostilità (H) nelle famiglie d’origine (p < 0,05)
e di EE, C e H nelle acquisite (p < 0,05) rispetto alle patologie
organiche. Queste ultime presentano invece livelli significativamente
più elevati nelle scale di Empatia (p <
0,05) e Commenti positivi (p < 0,05). I valori di Ipercoinvolgimento
Emotivo (EOI) sono sovrapponibili nelle casistiche,
ma nella schizofrenia è presente un EOI non empatico
che rappresenta un tratto personologico del familiare
piuttosto che una reazione dovuta allo “stato” di malattia.
Dallo studio emerge uno spartiacque nei pattern emotivi familiari
tra schizofrenia e patologie organiche, le quali presentano
la medesima tendenza, pur manifestando consistenti
differenze tra i vari gruppi diagnostici.
Bibliografia
Vaughn C, Leff J. The measurement of expressed emotion in the
families of psychiatric patients. Br J Soc Clin Psychol
1976;15:157-65.
Bressi C. Research on family expressed emotion and schizophrenia:
convergent and discordant theoretical and clinical aspects. New
Trends Exp Clin Psychiatry 1993;9:4.
166. Aspetti di comorbilità psichiatrica
nei pazienti con Binge Eating Disorder (BED)
E. Manzato, M. Leoni, M. Poppi, T. Zanetti
Centro Multidisciplinare DCA, Azienda Ospedaliera Universitaria
di Ferrara
Numerosi studi hanno evidenziato aspetti di comorbilità psichiatrica
nei pazienti obesi con BED. Considerato il BED
stesso una comorbilità dell’obesità, elevati gradi di comorbilità,
sia in asse I sia in asse II, differenziano pazienti obesi
con BED da pazienti con obesità semplice.
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