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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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Risultati: 1.279 pazienti sono entrati in terapia. Di questi,<br />

520 sono stati trattati con duloxetina per almeno 360 giorni,<br />

per un totale <strong>di</strong> esposizione <strong>di</strong> circa 808 pazienti/anno. Hanno<br />

mostrato miglioramenti significativi (p < 0,001) a tutte le<br />

rilevazioni, le variazioni me<strong>di</strong>e del punteggio <strong>della</strong> scala<br />

Clinical Global Impressions-Severity (CGI-S), <strong>della</strong> Hamilton<br />

Depression Scale-17 (HAMD-17) e delle sue sottoscale<br />

(ansia, core, Maier, rallentamento, sonno), <strong>della</strong> Beck Depression<br />

Inventory-II (BDI-II), <strong>della</strong> Sheehan Disability<br />

Scale e <strong>della</strong> Patient Global Impression-Improvement Scale<br />

(PGI-I). 218 pazienti (17,0%) hanno interrotto la terapia per<br />

eventi avversi. Gli eventi più frequenti causa <strong>di</strong> interruzione<br />

dello stu<strong>di</strong>o sono stati: nausea (1,5%), sonnolenza (1,4%),<br />

vomito (0,9%), ipomania (0,8%), gravidanza (0,8%), vertigini<br />

(0,6%), insonnia (0,6%) e ipertensione (0,5%). Inoltre,<br />

gli eventi avversi riferiti da più del 10% dei pazienti sono<br />

stati nausea, insonnia, mal <strong>di</strong> testa, sonnolenza, secchezza<br />

delle fauci, vertigini, stipsi, aumento <strong>della</strong> sudorazione, ansia,<br />

<strong>di</strong>arrea e stanchezza. La maggior parte degli eventi è avvenuta<br />

nelle fasi iniziali dello stu<strong>di</strong>o. Le vertigini (8,3%) sono<br />

l’unico evento che insorgeva o peggiorava dopo l’interruzione<br />

<strong>della</strong> terapia in più del 5% dei pazienti. Le variazioni<br />

osservate dal baseline all’ultima osservazione nella frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca, pressione sanguigna, intervallo QT e peso<br />

corporeo non sono risultate clinicamente significative. Le<br />

analisi <strong>di</strong> laboratorio nel corso dello stu<strong>di</strong>o hanno mostrato<br />

variazioni prossime allo zero. L’incidenza <strong>di</strong> valori <strong>di</strong> laboratorio<br />

al <strong>di</strong> fuori dei limiti <strong>di</strong> normalità è stata bassa.<br />

Conclusioni: duloxetina è risultata efficace, sicura e ben<br />

tollerata nella terapia a lungo termine <strong>della</strong> depressione<br />

maggiore ad una dose tra 80 e 120 mg/<strong>di</strong>e.<br />

162. Il nuovo antidepressivo duloxetina:<br />

effetti car<strong>di</strong>ovascolari<br />

M. Mancini, A. Barraco, A. Rossi<br />

Ely Lilly Italia S.p.A.<br />

Obiettivi: duloxetina è un inibitore potente e bilanciato <strong>della</strong><br />

ricaptazione sia <strong>della</strong> serotonina che <strong>della</strong> noradrenalina.<br />

Questa analisi si propone <strong>di</strong> valutare la sicurezza car<strong>di</strong>ovascolare<br />

<strong>di</strong> duloxetina, in termini <strong>di</strong> effetti sulla frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca, pressione arteriosa e tracciato elettrocar<strong>di</strong>ografico.<br />

Meto<strong>di</strong>: sono stati analizzati i dati raccolti in 8 stu<strong>di</strong> randomizzati,<br />

in doppio cieco, controllati vs. placebo e/o vs. comparatore<br />

attivo, che hanno coinvolto un totale <strong>di</strong> 777 pazienti.<br />

I pazienti in terapia con duloxetina assumevano una<br />

dose variabile tra 40 e 120 mg/<strong>di</strong>e (n = 1.139), quelli che<br />

utilizzavano fluoxetina (n = 70) o paroxetina (n = 359) una<br />

dose <strong>di</strong> 20 mg/<strong>di</strong>e.<br />

La durata degli stu<strong>di</strong> era <strong>di</strong> 8 o 9 settimane.<br />

Risultati: i pazienti in terapia con duloxetina mostravano<br />

una variazione statisticamente significativa nella frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca vs. placebo (1,6 vs. 0,6 battiti/minuto) e nella pressione<br />

sistolica (1,0 vs. 1,2 mm Hg). Non sono emerse <strong>di</strong>fferenze<br />

statisticamente significative nella pressione <strong>di</strong>astolica<br />

vs. placebo (duloxetina 1,1 vs. placebo 0,3 mm Hg) né nell’incidenza<br />

<strong>di</strong> incrementi pressori (sistolici, <strong>di</strong>astolici, totali)<br />

per almeno 3 visite consecutive. Inoltre non sono state riscontrate<br />

<strong>di</strong>fferenze statisticamente significative nella pressione<br />

(<strong>di</strong>astolica e sistolica) vs. fluoxetina o paroxetina. Le<br />

297<br />

POSTER<br />

<strong>di</strong>fferenze riscontrate tra farmaco e placebo nelle variazioni<br />

me<strong>di</strong>e dell’elettrocar<strong>di</strong>ogramma (intervalli QT, PR e QRS)<br />

non sono risultate né statisticamente né clinicamente significative,<br />

con l’eccezione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione significativa<br />

degli intervalli PR e QRS nei pazienti in terapia con duloxetina<br />

120 mg/<strong>di</strong>e vs. placebo.<br />

Conclusioni: questi risultati <strong>di</strong>mostrano che duloxetina, ha<br />

effetti modesti sulla frequenza car<strong>di</strong>aca e sulla pressione, oltre<br />

a non avere effetti clinicamente rilevanti sul profilo elettrocar<strong>di</strong>ografico<br />

in una coorte <strong>di</strong> pazienti inclusi nei trials<br />

clinici. Gli effetti a livello car<strong>di</strong>ovascolare <strong>di</strong> duloxetina risultano<br />

comparabili a quelli dei farmaci che, ad oggi, sono<br />

considerati <strong>di</strong> prima scelta per la terapia <strong>della</strong> depressione.<br />

163. Burnout e oncologia: una ricerca<br />

multicentrica<br />

S. Manenti, C. Bressi, N. Cilia, G. Lambertenghi-Deliliers,<br />

M. Porcellana, E. Razzoli, G. Invernizzi<br />

Clinica Psichiatrica Università Di Milano, Fondazione<br />

IRCCS, Ospedale Maggiore Policlinico “Mangiagalli e Regina<br />

Elena”, Milano<br />

Obiettivi: si presentano i risultati preliminari <strong>di</strong> una ricerca<br />

multicentrica per lo stu<strong>di</strong>o del burnout <strong>della</strong> morbilità<br />

psichiatrica in personale ospedaliero, effettuata nel 2005, a<br />

cui hanno aderito 11 strutture <strong>di</strong> oncoematologia in tutta<br />

Italia.<br />

Materiali: hanno partecipato allo stu<strong>di</strong>o 412 soggetti,<br />

70,1% femmine e 29,9% maschi, <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 38,8 anni.<br />

Le professioni rappresentate sono state: me<strong>di</strong>ci 29,4%;<br />

infermieri 58,7%, ausiliari 8,3%, altri 6,8%. La prevalenza<br />

del burnout è stata valutata attraverso il Maslach Burnout<br />

Inventory (MBI), la morbilità psichiatrica attraverso il General<br />

Health Questionnaire (GHQ-12). La valutazione<br />

dello stress e <strong>della</strong> sod<strong>di</strong>sfazione lavorativa è stata effettuata<br />

attraverso un questionario autosomministrato da noi<br />

ideato.<br />

Risultati: la prevalenza <strong>di</strong> burnout nelle tre sottoscale del<br />

MBI è stata la seguente: Esaurimento Emotivo alto nel<br />

26,7% del campione, Depersonalizzazione alta nel 13,1%,<br />

Realizzazione personale bassa nel 49%. Un <strong>di</strong>sturbo psichiatrico<br />

era presente nel 23,3% dei casi (GHQ-12 soglia 5).<br />

Il 53,2% dei soggetti si sente stressato dal lavoro soprattutto<br />

per un eccessivo carico professionale e inadeguatezza<br />

delle strutture sanitarie. L’89% del campione è sod<strong>di</strong>sfatto<br />

del proprio lavoro, che nell’85% dei casi sceglierebbe <strong>di</strong><br />

nuovo. Il contatto interpersonale con i pazienti è lo stimolo<br />

in assoluto più gratificante del lavoro (78%).<br />

Discussione: la prevalenza <strong>di</strong> burnout e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi psichiatrici<br />

in questa popolazione è simile a quella riscontrata in<br />

molti stu<strong>di</strong> in letteratura. Il dato che più si <strong>di</strong>scosta è la rilevante<br />

presenza <strong>di</strong> bassa realizzazione personale; emerge il<br />

quadro <strong>di</strong> professionisti sod<strong>di</strong>sfatti <strong>della</strong> propria scelta professionale,<br />

soprattutto nella peculiarità del rapporto con il<br />

paziente, ma sottoposti a stress ambientale.<br />

Bibliografia<br />

Grassi L, Magnani K. Psychiatric morbi<strong>di</strong>ty and burnout in the me<strong>di</strong>cal<br />

professions: an italian study of general practiotioners and<br />

hospital physicians. Psychother Psychosom 2000;69:329-34.

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