XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

pendenti, omogenei (per età, sesso, uso esclusivo di eroina,
QI, estrazione sociale, sistema familiare), inseriti in una comunità
ed in attesa di prendere una decisione risolutiva e liberatoria
per quanto riguarda la terapia riabilitativa.
Risultati: il test di Rorschach somministrato a tutti i soggetti
da inserire nel programma riabilitativo ha evidenziato
una netta modificazione del rapporto con la realtà, come risulta
dall’alterazione di alcuni indici formali tesi a valutare
il controllo delle emozioni, alterazioni di ordine psico-organico,
predisposizione al suicidio.
Conclusioni: i risultati hanno dunque confermato quanto rilevato
da alcuni autori 2 3 , che hanno descritto il soggetto tossicomane
come caratterizzato da alcuni tratti personologici,
quali: infantilismo e suggestionabilità, disarmonica integrazione
delle componenti della personalità, instabilità emotiva,
protocolli coartati nella fenomenologia di alcune risposte.
Bibliografia
1 Corfiati L. Psicopatologia Rorschachiana. Bari: Levante Editore
1995.
2 Corfiati L, D’Introno N, Maggiolino O, Rosito M, Storelli M. Il
desiderio di non esserci. Bari: Levante Editore 1994.
3 Nielsen NP, Nava V. L’impiego del test di Rorschach in un gruppo
di eroinomani. In: Nizzoli U, ed. Prendersi cura dei tossicodipendenti.
Milano: Masson 1996.
155. Prevalenza e differenze di genere
del Disturbo da Deficit
dell’Attenzione/Iperattività (DSM-III-R)
in un ampio campione di preadolescenti
italiani
POSTER
F. Madeddu, S. Dazzi, A. Prunas, A. Barzaghi, C. Ripamonti,
H. Schadee
Dipartimento di Psicologia, Università di Milano “Bicocca”;
Gruppo di Ricerca SLAP (Studio Longitudinale degli
Adolescenti di Parma)
Introduzione: obiettivo del presente studio è la valutazione
della prevalenza del disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività
(DSM-III-R) e delle differenze di genere nelle sue
manifestazioni sintomatologiche in un ampio campione di
preadolescenti italiani.
Metodologia: il campione è risultato composto da 581 soggetti
reclutati volontariamente tra gli studenti frequentanti
11 scuole medie inferiori del comune di Parma. Il reclutamento
del campione è avvenuto nel contesto di uno studio
longitudinale della durata complessiva di otto anni, finalizzato
ad indagare gli antecedenti evolutivi della devianza.
All’interno del campione, i soggetti sono risultati equamente
distribuiti per genere [308 femmine (53%) e 273 maschi
(47%); età media = 11,97 ± 0,49 anni]. A tutti i soggetti
coinvolti nella ricerca sono state somministrate, ad opera di
personale adeguatamente addestrato, alcune sezioni della
Diagnostic Interview for Children and Adolescents (DICA-
R), un’intervista strutturata che permette la formulazione
della diagnosi dei principali disturbi con esordio in età evolutiva,
compatibilmente con i criteri DSM-III-R.
Risultati: la prevalenza di ADHD rilevata nel nostro campione
risulta inferiore al 2%; inoltre, le differenze tra maschi
e femmine non raggiungono la significatività statistica né in
termini di prevalenza né rispetto al numero medio o al tipo
di criteri soddisfatti nell’arco della vita o nell’attualità.
Discussione: i nostri dati, che si riferiscono ad un campione
estratto dalla popolazione generale e non reclutato in
contesti clinici, mostrano pieno accordo con recenti contributi
che riconducono ad un referral bias le differenze di genere
nella prevalenza e nella manifestazioni sintomatologiche
dell’ADHD (Biederman et al., 2005).
Bibliografia
Biederman J, Kwon A, Aleardi M, Chouinard V-A, Marino T, Cole
H, et al. Absence of gender effects on Attention Deficit Hyperactivity
Disorder: findings in nonreferred subjects. Am J Psychiatry
2005;162:1083-9.
156. Meccanismi di difesa e disagio psichico
in adolescenza
F. Madeddu, A. Prunas
Dipartimento di Psicologia, Università di Milano “Bicocca”
Introduzione: obiettivo del presente studio è quello di esaminare
la relazione tra disagio psicopatologico e meccanismi
di difesa in un ampio campione school-based di adolescenti.
Metodologia: a 745 studenti [di cui 462 maschi (62,3%) e 279
femmine (37,7%); età media: 16,09 ± 1,36 anni; range: 13-21
anni] di tre istituti secondari della provincia di Milano, è stata
richiesta la compilazione di un nuovo strumento autosomministrato
per la valutazione dell’assetto difensivo (REM-71,
Steiner et al., 2001) e di SCL-90-R (Derogatis, 1983).
Risultati: attraverso il ricorso a tecniche di regressione
multipla, è emerso che il 35% della varianza totale del Global
Severity Index (GSI) è spiegato dallo stile difensivo individuale;
in particolare, dei tre stili di difesa, quello immaturo
spiega la maggior quota di varianza sia del GSI che dei
nove domini psicopatologici valutati da SCL-90-R. Alcune
evidenze supportano l’esistenza di specifiche connessioni
fra sintomi e difese, in particolare per quanto riguarda la
proiezione (associata significativamente all’ideazione paranoide
e allo psicoticismo), la somatizzazione (associata all’omonima
scala di SCL-90-R) e l’acting out (associato all’ostilità/rabbia).
Alti punteggi nel fattore immaturo hanno
inoltre permesso di discriminare gli adolescenti il cui punteggio
GSI si collocava oltre una deviazione standard dai
valori medi e i soggetti con anamnesi positiva per interventi
psicologici, psicoterapeutici o psichiatrici.
Discussione: i risultati appaiono in linea con altri contributi
relativi ad ampi campioni community-based di adulti (Holi
et al., 1999) e supportano l’utilizzo clinico di REM-71
quale strumento di screening del disagio psichico in adolescenza.
Bibliografia
Derogatis LR. SCL-90-R. Administration, scoring and procedures
manual. Baltimore: Clin Psychometr Res 1983.
Holi MM, Sammallahti PR, Aalberg VA. Defense styles explain
psychiatric symptoms: an empirical study. J Nerv Mental Dis
1999;187:654-60.
Steiner H, Araujo KB, Koopman C. The Response Evaluation Measure
(REM-71): a new instrument for the measurement of defenses
in adult and adolescent. Am J Psychiatry 2001;158:467-73.
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