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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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148. Valutazione ed implicazioni cliniche<br />

dei triggers attivanti il binge eating in<br />

pazienti affetti da <strong>di</strong>sturbi<br />

dell’alimentazione<br />

C. Loriedo, L. Monaco, M.C. Torti, E. Costa<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Psichiatriche e Me<strong>di</strong>cina Psicologica,<br />

Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />

Introduzione: l’obiettivo dello stu<strong>di</strong>o è l’analisi dei <strong>di</strong>versi<br />

stimoli (esterni, emozionali, cognitivi e fisiologici) che possono<br />

innescare la crisi <strong>di</strong> binge eating in pazienti affetti da<br />

DCA. Si è attuato anche un confronto fra triggers in gruppi<br />

<strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong>versi (AN, BN e BED).<br />

Metodologia: l’analisi è stata condotta attraverso la somministrazione,<br />

in un campione <strong>di</strong> 42 pazienti, del Binge Eating<br />

Trigger Checklist (BETCH), un questionario <strong>di</strong> recente formulazione<br />

che fornisce informazioni sull’abbuffata valutando<br />

la prospettiva del paziente.<br />

Risultati: i pazienti riportano soprattutto triggers emozionali<br />

(riferibili ad ansia e depressione) come antecedenti delle<br />

loro abbuffate. In or<strong>di</strong>ne decrescente <strong>di</strong> frequenza e <strong>di</strong>sagio,<br />

dopo le emozioni negative, sono riferiti triggers esterni<br />

(stimoli ambientali come la visione dei cibi proibiti) e fisiologici<br />

(urgenza ad alimentarsi per la fame indotta dal <strong>di</strong>giuno).<br />

Il confronto tra gruppi <strong>di</strong>agnostici ha mostrato poche<br />

<strong>di</strong>fferenze significative.<br />

Conclusioni: il binge eating, come percepito da pazienti<br />

con DCA, sembra essere provocato da una combinazione <strong>di</strong><br />

triggers, emozionali, esterni e fisiologici, che non <strong>di</strong>fferiscono<br />

significativamente tra gruppi <strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong>versi.<br />

Il BETCH si è rivelato un valido strumento <strong>di</strong> screening e <strong>di</strong><br />

riferimento per la terapia.<br />

Bibliografia<br />

Vanderlinden J, Dalle Grave R, Vandereycken W, Noorduin C.<br />

Which factors do provoke binge-eating? An exploratory study in<br />

female students. Eating Behaviors 2001;2:79-83.<br />

Waters A, Hill A, Waller G. Bulimics’responses to food cravings: Is<br />

binge eating a product of hunger or emotional state? Behav Res<br />

Ther 1999;39:877-86.<br />

Fig. 1. Frequenza percentuale <strong>di</strong> triggers <strong>di</strong>stinti per<br />

sottoscale<br />

291<br />

POSTER<br />

149. Utilità dello screening psicopatologico:<br />

dati preliminari <strong>di</strong> un follow-up a 15 anni<br />

su una coorte <strong>di</strong> soggetti reclutati durante<br />

la visita <strong>di</strong> leva<br />

P. Lorusso, E. Barbieri, G. Segagli Lusignani, P.L. Politi,<br />

F. Barale<br />

Università <strong>di</strong> Pavia, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Sanitarie Applicate<br />

e Psicocomportamentali, Sezione <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong><br />

Introduzione: alla visita <strong>di</strong> leva (Pavia ’87) 363 maschi sono<br />

stati sottoposti a MMPI, GHQ-12 e visita psichiatrica. Si<br />

presentano dati preliminari del follow-up a 15 anni, attuato<br />

per valutare l’utilità dello screening psicopatologico e monitorare<br />

l’outcome dei quadri patologici.<br />

Metodo: stu<strong>di</strong>o osservazionale longitu<strong>di</strong>nale. Controlli anagrafici,<br />

I spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> lettera, scheda socio-demografica,<br />

GHQ-12, consenso informato, analisi delle prime risposte (3<br />

mesi).<br />

Lo stu<strong>di</strong>o prosegue prevedendo contatti telefonici, II spe<strong>di</strong>zione<br />

e colloquio psichiatrico.<br />

Risultati: 51 soggetti hanno risposto. C’è una riduzione significativa<br />

(p < 0,05) negli scores del GHQ dal 1987 al 2005<br />

nei responders, non c’è <strong>di</strong>fferenza nel GHQ (’87) tra responders<br />

e rifiuti. I responders sono <strong>di</strong> ceto sociale me<strong>di</strong>obasso,<br />

1/3 fuma, il 60% assume alcolici. Non ci sono <strong>di</strong>fferenze<br />

significative nel GHQ (’05) tra fumatori e non fumatori,<br />

è al limite <strong>della</strong> significatività la <strong>di</strong>fferenza tra chi assume<br />

o meno alcolici.<br />

Discussione: il tasso <strong>di</strong> risposte è basso, in linea con la giovane<br />

età, lo scarso livello socio-educativo e la mancanza <strong>di</strong><br />

incentivi economici; lo stato psicopatologico non influenza<br />

la risposta al follow-up; lo score del GHQ nell’87 era probabilmente<br />

con<strong>di</strong>zionato dalla visita <strong>di</strong> leva; l’uso <strong>di</strong> alcolici<br />

sembra associato a profili psicopatologici.<br />

Conclusioni: si conferma l’utilità del GHQ come strumento<br />

<strong>di</strong> screening psicopatologico; sono necessari investimenti<br />

economici per promuovere stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo tipo.<br />

150. Gestione degli esor<strong>di</strong> psicotici presso<br />

un CSM <strong>di</strong> Bologna: risultati preliminari<br />

A. Lova<strong>di</strong>na, N. Cevenini, R. Michetti, E. Rossi, S. Scaini,<br />

P.D. Turilli, D. Berar<strong>di</strong><br />

Istituto <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong> “P. Ottonello”, Università <strong>di</strong> Bologna<br />

Introduzione: secondo la letteratura un intervento precoce<br />

per i pazienti con esor<strong>di</strong>o psicotico porta ad un miglioramento<br />

del decorso <strong>della</strong> malattia. Pertanto presso un C.S.M.<br />

<strong>di</strong> Bologna è in atto da Marzo 2003 un protocollo <strong>di</strong> gestione<br />

degli esor<strong>di</strong> psicotici nei giovani: un’équipe specializzata<br />

effettua un intervento fase specifico ed intensivo finalizzato<br />

alla gestione territoriale del paziente.<br />

Metodologia: per valutare l’efficacia del protocollo abbiamo<br />

condotto uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo considerando tutti i<br />

pazienti <strong>di</strong> età inferiore ai 31 anni a cui è stata effettuata <strong>di</strong>agnosi<br />

I.C.D.10 F2 (schizofrenia, sindrome schizotipica e <strong>di</strong>sturbi<br />

deliranti), venuti in contatto col servizio tra il Gennaio<br />

2001 ed il Giugno 2005. Di questi 8 sono stati trattati<br />

secondo il protocollo (Gruppo A) e 17 con usual care (Gruppo<br />

B). Abbiamo valutato il numero <strong>di</strong> ricoveri, il tasso <strong>di</strong>

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