XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

145. Possibile effetto additivo di geni
che regolano l’attività dopaminergica
in corteccia prefrontale di soggetti
con schizofrenia
V. Latorre1 , A. Bertolino1 4 6 , G. Blasi1 4 , V. Rubino1 ,
G. Caforio1 , A. Rampino1 2 , L. Sinibaldi3 6 , S. Dimalta1 2 ,
M.P. De Candia1 , A Pizzuti3 6 , D.R. Weinberger4 , T. Scarabino5
, B. Dallapiccola3 5 6 , M. Nardini1 1 Gruppo di Neuroscienze Psichiatriche, Dipartimento di
Scienze Neurologiche e Psichiatriche, 2 Scuola di specializzazione
in Psichiatria, Dipartimento di Scienze Neurologiche
e Psichiatriche, Università di Bari; 3 Dipartimento di
Medicina Sperimentale e Patologia, Università di Roma
“La Sapienza”; 4 CBDB, NIMH, NIH, Bethesda, MD USA;
5 IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza”, San Giovanni
Rotondo (FG); 6 IRCSS-CSS San Giovanni Rotondo e CSS-
Mendel, Roma
Diversi studi hanno dimostrato il ruolo della Dopamina nella
patogenesi della schizofrenia e nelle disfunzioni prefrontali
associate alla patologia.
L’attività dopaminergica è regolata in parte dall’enzima
COMT e dal trasportatore DAT, modulatori della sua inattivazione
sinaptica ed extrasinaptica. In questo studio ipotizziamo
che polimorfismi conosciuti di questi due geni possano
avere un effetto additivo sulla regolazione dell’attività
dopaminergica prefrontale in soggetti con schizofrenia studiati
con risonanza magnetica funzionale (fMRI) durante un
compito di working memory. Abbiamo studiato con fMRI
30 pazienti con schizofrenia (età media 27,5 ± 6) in terapia
stabile con Olanzapina da almeno 4 settimane. Per l’fMRI
abbiamo utilizzato un magnete GE 3T e un compito cognitivo
che elicita attività neuronale nei circuiti prefrontali. I
pazienti sono stati genotipizzati per COMT val158met e
DAT1 (VNTR).
I risultati hanno mostrato che l’allele COMT-Met (p < 0,01)
e, in modo minore, l’allele DAT-10repeat (p < 0,05) sono indipendentemente
associati ad una maggiore efficienza prefrontale.
Inoltre un’analisi di regressione ha evidenziato che
soggetti omozigoti COMT-Met e DAT-10repeat sono più efficienti
di omozigoti COMT-Val e DAT-9repeat (p = 0,1). I
risultati di questo studio sono in linea con risultati ottenuti
in soggetti sani e suggeriscono il possibile effetto additivo
di questi due geni sulla regolazione dell’attività prefrontale
anche in pazienti con schizofrenia.
146. Mortalità e schizofrenia
POSTER
A. Lepore, A. Borelli, C. Maffulli, M. Lamorgese,
A. Bellomo
D.M.S.M. ASL Fg 3, Università di Foggia
Introduzione: negli schizofrenici la comorbidità per patologie
mediche e la percentuale di mortalità è più elevata
che nella popolazione generale. Condizioni potenzialmente
reversibili (sindrome metabolica) o controllabili
(turbe del ritmo cardiaco) anche sostenute dall’uso degli
antipsicotici possono causarle. Una recente metanalisi,
inoltre, stima il rischio di suicidio negli schizofrenici pari
al 4,9%.
Metodologia: uno studio retrospettivo basato sulla revisione
congiunta dell’archivio del C.S.M. 2 e del registro dei decessi
del S.I.S.P. della ASL FG 3 dal 1981 al 2005. L’analisi
statistica è condotta con il software Analise it.
Risultati: tracciare una mappa del rischio di exitus dei pazienti
psichiatrici è utile per impostare specifici programmi
di prevenzione. I dati disponibili mostrano fra gli schizofrenici
una elevata mortalità per suicidio e morte improvvisa.
Conclusioni: la morte improvvisa ed il suicidio sono fra le
principali cause di morte per gli schizofrenici. Per entrambe
sono possibili programmi di prevenzione. Porre attenzione a
tali possibilità può migliorare la speranza di vita degli schizofrenici.
Bibliografia
Palmer BA, Pankratz VS, Bostwick JM. The lifetime risk of suicide
in schizophrenia: a reexamination. Arch Gen Psychiatry
2005;62:247-53.
Glassman AH. Schizophrenia, antipsychotic drugs, and cardiovascular
disease. Clin Psychiatry 2005;66(Suppl 6):5-10.
Glassman AH, Bigger JT. Antipsychotic Drugs: Prolonged QTc Interval,
Torsade de Pointes, and Sudden Death. Am J Psychiatry
2001;158:1774-78.
147. Titolazione rapida di quetiapina:
efficacia e tollerabilità in pazienti
con episodi psicotici acuti ospedalizzati
M.I. Liotta, A. Spatola
Azienda Civico U.O. SPDC modulo 1 ASL 6 Palermo
Introduzione: evidenze in letteratura indicano che la titolazione
rapida di quetiapina è efficace, sicura, e consente di
raggiungere la dose ottimale in tempi brevi, primo passo per
una reale effectiveness nel lungo termine.
Obiettivo del seguente lavoro è valutare efficacia, sicurezza
e tollerabilità di quetiapina in monoterapia, introdotta con
schema di titolazione rapida (900 mg/die in 3 giorni) in pz.
psicotici in fase acuta in regime di ricovero.
Metodologia: pz. con diagnosi di Disturbo Schizofrenico,
Schizoaffettivo, Bipolare, CGI 5, ricovero minimo di 7 giorni,
monoterapia con quetiapina 900 mg/die (300, 600, 900
mg/die dal 1 al 3 giorno). Efficacia valutata con BPRS, CGI,
PANSS, YMRS (al basale T0 e alla dimissione TD); sicurezza
e tollerabilità mediante la rilevazione di eventi avversi
e dei segni vitali.
Risultati: da marzo a luglio 2005 sono stati individuati 20
pz.; durata media del ricovero 7,2 giorni; al TD si rilevano i
seguenti valori: CGI = 2,8 vs. 5 (% miglior. 43,2), totale
BPRS = 35,6 vs. 66,9 (% miglior. 46,7), PANSS tot = 56,6
vs. 120 (% miglior. 52,8). Parametri vitali (PAD, PAS e Fc
nella norma.
Conclusioni: i dati confermano che una titolazione rapida
di quetiapina è efficace e sicura; emerge rapidità d’azione,
sostenuta dall’alta percentuale di miglioramento (intorno al
50%) alla dimissione e da una durata media del ricovero di
7,2 giorni.
Bibliografia
Smith MA, et al. Rapid Dose Escalation With Quetiapine:A Pilot
Study. J Clin Psychopharmacol 2005;4.
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