XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

Bibliografia
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Kolotkin RL, et al. Development of a brief measure to assess quality
of life in obesity. Obes Res 2001;9:102-11.
135. Correlati psicopatologici
della depressione resistente: uno studio
controllato
S. Grandi, E. Tossani, S. Conti * , L. Sirri, A. Pezzoli **
Dipartimento di Psicologia, Università di Bologna; * Centro
Salute Mentale, Azienda USL Bologna Sud; ** Centro Salute
Mentale di Casalecchio, Azienda USL Città di Bologna
Introduzione: la depressione resistente (DR) si palesa come
un episodio depressivo con una risposta mancata o scarsa
ad almeno 2 differenti trial farmacologici successivi, condotti
per almeno 6 settimane a dosi terapeutiche.
Scopo: esaminare i correlati psicopatologici della DR.
Metodologia: 15 pz. ambulatoriali con DR e 15 con disturbo
depressivo maggiore (DM) secondo il DSM-IV, in corso
di trattamento farmacologico, sono stati sottoposti ad auto
ed eterovalutazione con: Attitude Toward Self (ATS) di Kellner
e Fava, Illness Attitude Scales (IAS) di Kellner e Grandi,
Anxiety Sensitivity Index (ASI) di Reiss et al., e Brief
Psychiatric Rating Scale (BPRS) di Overhall e Gorman.
Risultati: i pz. con DR, rispetto alla DM, si caratterizzano
per la presenza di ansia somatica, ostilità, sintomi psicotici
(BPRS), scarsa valutazione dell’adeguatezza personale
(ATS), convinzioni ipocondriache (IAS) e sensibilità all’ansia
(ASI).
Discussione: i pz. con DR presentano una “contrazione”,
cioè una riduzione qualitativa e quantitativa in diverse aree
personali e sociali: il senso di inadeguatezza personale, la
bassa approvazione di sé, la tendenza all’autocolpevolizzazione
e gli atteggiamenti dismorfofobici potrebbero aumentarne
le distorsioni cognitive nell’interpretare ogni evento
come segno di fallimento.
Conclusioni: un approccio clinico integrato psicofarmacologico-psicoterapeutico
può aiutare il pz. ad adottare nuovi
modelli di pensiero che contrastino le distorsioni cognitive
che sottendono la DR.
136. L’uso congiunto di parametri medici
e psichiatrici nel trapianto di cuore: uno
studio prospettico, longitudinale
POSTER
S. Grandi, E. Tossani, L. Sirri, L. Golfieri, C. Magelli * ,
F. Grigioni *
Dipartimento di Psicologia, Università di Bologna; * Istituto
di Cardiologia, Policlinico “S. Orsola-Malpighi” di Bologna
Scopo: questa ricerca prospettica e longitudinale valuta la
relazione tra disturbi psichiatrici ed esito cardiologico nel
corso di un programma di trapianto cardiaco.
Metodologia: 127 pazienti (112 M; età media 52 ± 11 anni)
con cardiomiopatia dilatativa, classe funzionale NYHF
III e IV, sono stati valutati secondo i criteri del DSM-IV-
TR. L’assessment psichiatrico, congiuntamente al monitoraggio
di parametri clinici ecocardiografici ed emodinamici,
è stato effettuato in lista d’attesa per il trapianto cardiaco
(fase I) e ad un follow-up di 12 ± 4 mesi dopo il trapianto
(fase II).
Risultati: in fase I il 22% (N = 27) dei pz. presenta almeno
una diagnosi DSM-IV-TR (in prevalenza disturbi d’ansia e
dell’umore). In fase II i parametri clinico-strumentali evidenziano
un oggettivo miglioramento della condizione cardiologica.
Tuttavia, aumenta significativamente il numero di
soggetti con almeno una diagnosi DSM-IV-TR (N = 34). Sia
in fase I che in fase II non emergono differenze sostanziali
negli indici clinico-strumentali tra i soggetti con o senza
diagnosi psichiatrica.
Discussione: il trapianto cardiaco determina un miglioramento
dei parametri clinico-strumentali, ma la sofferenza
psichiatrica identificata in fase I si mantiene in fase II.
Conclusioni: i soggetti sottoposti a trapianto cardiaco necessitano
di un approccio clinico integrato, cardiologicostrumentale
e psicologico clinico-psichiatrico.
137. Aumento delle concentrazioni
degli steroidi neuroattivi in donne con
disturbo bipolare o disturbo depressivo
maggiore
M.C. Hardoy, M. Serra, M.G. Carta, P. Contu, M.G. Pisu,
C. Sardu, I. Floris, E. Berutti, R. Muzzetto, A. Pirastu,
G. Biggio
Università di Cagliari
Introduzione/scopo: sono state rilevate alterazioni delle
concentrazioni plasmatiche degli steroidi neuroattivi in molti
disturbi psichiatrici, tuttavia è ancora sconosciuto il ruolo
degli steroidi neuroattivi nei disturbi pibolari (BD). Il nostro
studio si propone di determinare i livelli plasmatici degli
steroidi neuroattivi in donne con BD o disturbo depressivo
maggiore (MDD).
Metodologia: sono state misurate le concentrazioni plasmatiche
di 3α-idrossi-5α-pregnan-20-one (3 α,5 α-THPROG),
3 α,21-diidrossi-5 α-pregnan-20-one, progesterone e cortisolo,
in 17 pazienti ambulatoriali con BD, 14 pazienti ambulatoriali
con MDD e 16 controlli sani. Tutti i pazienti erano
in fase di compenso e senza ricadute o recidive negli ultimi
3 mesi.
Risultati: le concentrazioni plasmatiche di progesterone e
3α,5α-THPROG risultavano significativamente più grandi
nei pazienti rispetto ai controlli e nei BD rispetto ai
MDDD. I pazienti drug-free BD o MDD mostravano concentrazioni
superiori ai controlli in misura simile ai pazienti
non drug-free. La comorbidità con il disturbo di panico,
i disturbi ossessivi-compulsivi o i disturbi alimentari
non aveva effetto sulla associazione fra disturbi dell’umore
e steroidi.
Conclusioni: le donne con BD o MDD in stato di benessere
mostravano in fase luteinica più elevati livelli plasmatici
di progesterone e 3α,5α-THPROG rispetto ai controlli.
Queste differenze non sembrano potersi attribuire al tratta-
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