XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

Tohen M, Stoll AL, Strakowski SM, Faedda GL, et al. The McLean
First-Episode Psychosis Project: six-month Recovery and Recurrence
Outcome. Schizoph Bull 1992;18:273-82.
Tohen M, Zarate CA, Henner J, et al. The McLean First-Episode
Mania Study: Prediction of Recovery and First Recurrence. Am
J Psychiatry 2003;160:2099-107.
119. Atteggiamenti verso l’eutanasia
e suicidio assistito in specializzandi
in medicina e chirurgia
G.F. Frivoli, E. Rossi, S. Sabato, L. Grassi
Univestà di Ferrara, Dipartimento Discipline Medico Chirurgiche
della Comunicazione e del Comportamento, Sezione
di Psichiatria
Scopi della ricerca: verificare: le opinioni dei medici specializzandi
rispetto ad eutanasia e suicidio assistito; la correlazione
tra le opinioni dei medici e alcune variabili sociodemografiche
(sesso, età) e professionali (specializzazione).
Confronto con i medici generici e ospedalieri.
Soggetti e metodi: campione: 136 medici afferenti alle
scuole di specializzazione medico-chirugica dell’Università
di Ferrara; centrale la relazione medico-paziente.
Al campione è stato somministrato un booklet contenente:
Euthanasia Attitude Questionnaire (EAQ) (Doukas et al.,
1995) per valutare l’opinione verso E e SAItems specifici su
esperienze dirette ed opinioni generali.
Risultati: bassa richieste di eutanasia (9,48) e suicidio assistito:
(1,74%), 19,34% ha avuto richieste di interruzione di
cure.bassa conoscenza della terminalità (64,8%) ha visto
morire meno di 10 pazienti. Disaccordo sulla pratica diretta
dell’eutanasia,accordo maggiore (58%) sulla libera scelta
dell’individuo. 60% ha indicato la necessità di un potenziamento
delle cure palliative nella didattica medica e nella
pratica clinica, l’80% ritiene inadeguata la preparazione dei
medici nella gestione dei malati terminali. Dal confronto
con medici generici e ospedalieri è emerso: lieve maggior
tendenza a favore di E e SA.
Maggior tendenza al proseguimento delle cure, minor percezione
del significato esatto di alcuni eventi inerenti la medicina
palliativa (duplice effetto, slippery slope, sedazione
terminale).
120. Indicatori di cambiamento in pazienti
con disturbi da eventi stressanti: impiego
della Heart Rate Variability
POSTER
A. Frustaci, G. Pozzi, C. Aurigemma * , C. La Rosa * ,
G. Lanza * , I. Fernandez ** , G. Ruggeri
Istituto di Psichiatria e Psicologia, Centro Studi e Ricerche
Avanzate in Psicoterapia; * Istituto di Cardiologia. Università
“Cattolica S. Cuore” di Roma; ** Associazione EMDR
Italia, Milano
Introduzione: i pazienti traumatizzati presentano alterazioni
sintomatiche quali intrusività, evitamento ed aumentato
arousal, che ostacolerebbe la possibilità di elaborazione/integrazione
delle tracce mnesiche, oltre ad esprimersi a livello
periferico.
Tecniche specifiche di trattamento sembrano promuovere
l’elaborazione/integrazione delle memorie traumatiche, tra
cui la Eye Movement Desensitization and Reprocessing
(EMDR). Nella ricerca valutativa è quindi necessario affiancare
alle scale psicologiche un appropriato indicatore
biologico di attivazione neurovegetativa. La variabilità della
frequenza cardiaca (Heart Rate Variability – HRV) esprime
l’integrità funzionale del sistema neurovegetativo in risposta
allo stress e può essere misurata nei domini di tempo
o di frequenza.
Lo studio della HRV è stato applicato in psichiatria ai disturbi
d’ansia (panico, DOC, PTSD) e dell’umore (depressione
unipolare) in ricerche trasversali (confronto con controlli
sani) e longitudinali di trattamento farmacologico (triciclici,
SSRIs) ma in pochi casi a trattamenti psicoterapici.
Gli AA. valutano l’impiego della HRV come indicatore biologico
nel trattamento psicoterapeutico di pazienti con Disturbo
dell’adattamento perdurante da oltre un mese dopo
l’esposizione ad eventi vitali stressanti (EVS).
Metodi: sono stati reclutati 6 soggetti (M/F = 1/5, età 40,5
± 11,0) esposti ad EVS ed avviati a ciclo di trattamento psicoterapico
breve (4-6 sedute a cadenza settimanale) di tipo
specifico (EMDR) o generico (colloqui supportivi). Costituivano
criteri di esclusione: età < 18 o > 65 anni; comorbilità
psichiatrica, neurologica e cardiologica; uso di farmaci
interferenti.
Le valutazioni psicopatologiche sono state eseguite al reclutamento
(TBASE: colloquio anamnestico, MINI, Brief
COPE), a inizio e fine ciclo di trattamento (TINI, TFINE:
IES, SCL-90-R), a uno e tre mesi di follow-up (T30, T90:
IES, SCL-90-R, Brief COPE). Le registrazioni Holter sono
state effettuate ad ogni intervallo valutativo coprendo:
60 min. attività libera, 10 min. tilt-test, 3-5 min. ascolto
dell’evento traumatico, 30-45 min. seduta psicoterapica.
Sono stati impiegati test statistici non parametrici per l’analisi
delle correlazioni (Spearman) e delle differenze
(Wilcoxon).
Risultati preliminari: vengono valutate le correlazioni a
TINI e le variazioni T90 vs. TINI. Sono significative le
seguenti correlazioni: ansia fobica SCL e SDNN (dev.
standard intervalli R-R) [r = + 0,9; p = ,037]; collera-ostilità
SCL e SDNN [r = -0,95; p =.014]; depressione SCL e
r-MSSD (radice media somma quadrati diff. R-R) [r = +
0,9; p = ,037]; sint. intrusivi IES e LF (basse frequenze) [r
= -0,9; p = ,037].
Sono risultate statisticamente significative le seguenti variazioni:
IES totale [Z = -1,99; p = ,046], sintomi intrusivi
IES [Z = -2,21; p = ,027], sintomi di evitamento IES [Z
= -1,99; p = ,046], ideazione paranoide SCL [Z = -2,21; p
= ,027]; R-R, LF e LF/HF (rapporto basse/alte frequenze)
durante ascolto evento [Z = -2,02; p = ,043].
Discussione: a livello basale gli indicatori HRV di distress
vegetativo correlano positivamente con collera-ostilità e
sintomi intrusivi, negativamente con ansia e depressione.
Anche dopo tre mesi dalla fine del trattamento gli interventi
psicoterapeutici tendono a ridurre i punteggi sintomatici,
e migliorano il bilancio simpato-vagale durante il riascolto
dell’evento traumatico.
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