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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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zioni sono effettuate all’inizio del trattamento (T0), dopo un<br />

mese (T1) e semestralmente.<br />

Risultati: 20 pazienti (10 maschi e 10 femmine) mai trattati<br />

precedentemente con SGA o FGA (drug naive) sono stati<br />

valutati alla baseline e dopo un mese. Nel primo mese (Tab.<br />

I) si verifica un incremento <strong>di</strong> tutti i parametri analizzati che<br />

è significativo per il BMI (p = 0,007); la glicemia rimane invariata.<br />

Analizzando le mo<strong>di</strong>ficazioni dei parametri metabolici<br />

per maschi e femmine, si evidenzia che le femmine subiscono<br />

gli incrementi maggiori, partendo da valori basali<br />

più bassi.<br />

Conclusioni: i risultati confermano la comparsa precoce <strong>di</strong><br />

alterazioni metaboliche nei pazienti trattati con SGA e in<strong>di</strong>cano<br />

l’importanza <strong>di</strong> uno stretto monitoraggio per identificare<br />

precocemente la comparsa <strong>di</strong> effetti collaterali rendendo<br />

possibile un intervento terapeutico adeguato.<br />

Tab. I. Valori me<strong>di</strong> alla baseline e dopo 1 mese <strong>di</strong> trattamento.<br />

Maschi Femmine Totale<br />

BMI T0 25,05 26,60 25,78<br />

BMI T1 25,53 27,62 26,59*<br />

CT T0 205,66 174,66 193,18<br />

CT T1 202,66 183,00 195,04<br />

TG T0 142,22 80,83 117,61<br />

TG T1 172,33 98,50 142,97<br />

Glicemia T0 86,22 90,97 88,45<br />

Glicemia T1 91,55 84,62 88,29<br />

* Variazione tra t0 e t1 significativa (p = 0,007).<br />

111. Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> confronto tra depressione<br />

primaria e depressione secondaria a terapia<br />

con IFN-α in un campione <strong>di</strong> 130 pazienti<br />

G. Ferri, S. Zoccarato, M. Ortolan, C. Pavan, S. Zanone<br />

Poma, G.I. Perini<br />

Clinica Psichiatrica, Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università<br />

<strong>di</strong> Padova<br />

Scopo: analisi delle caratteristiche <strong>della</strong> depressione organica<br />

indotta da terapia con IFNα in pazienti con epatite cronica<br />

da HCV.<br />

Metodologia: sono stati confrontati 69 pazienti in terapia<br />

con IFN e 62 con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Depressione Maggiore. Sono<br />

state utilizzate la BDI e la Ham-D, sia nei loro totali che nei<br />

subtotali somatici, affettivi e cognitivi.<br />

Risultati: i pazienti trattati con IFN raggiungono l’acme<br />

<strong>della</strong> sintomatologia depressiva a 2 mesi dall’inizio <strong>della</strong><br />

cura. L’aspetto somatico <strong>della</strong> depressione, in particolare<br />

l’astenia, è la caratteristica predominante. Dal confronto col<br />

gruppo <strong>di</strong> controllo emerge che i sintomi indotti dall’IFN,<br />

pur caratterizzando una vera sindrome depressiva, sono significativamente<br />

meno intensi <strong>di</strong> quelli riscontrati nel caso<br />

<strong>della</strong> Depressione Maggiore. Un’anamnesi psichiatrica positiva<br />

per pregressi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> depressione maggiore o tossico<strong>di</strong>pendenza<br />

sembra pre<strong>di</strong>sporre all’insorgenza <strong>della</strong> sinto-<br />

275<br />

POSTER<br />

matologia depressiva. La BDI, rispetto alla Ham-D, ha una<br />

maggior consistenza interna in questa popolazione; la correlazione<br />

più significativa è quella tra i suoi Totale e Subtotale<br />

somatico.<br />

Conclusioni: sebbene meno grave <strong>della</strong> Depressione Maggiore,<br />

la Depressione indotta da IFN necessita <strong>di</strong> un monitoraggio<br />

nel tempo. Un adeguato sostegno psichiatrico è<br />

considerato un utile ausilio terapeutico. I sintomi somatici<br />

sono un buon in<strong>di</strong>catore <strong>della</strong> gravità <strong>della</strong> Depressione Secondaria.<br />

La scala che si presta in modo migliore a tale valutazione<br />

è la BDI.<br />

112. Autoefficacia e aspetti psicologici<br />

legati all’alimentazione<br />

G.M. Festa, F. Cibelli, C. Saraceni<br />

Istituto <strong>di</strong> <strong>Psichiatria</strong> e Psicologia, Università “Cattolica<br />

del Sacro Cuore” <strong>di</strong> Roma<br />

Introduzione: la percezione <strong>della</strong> propria efficacia è importante<br />

nella gestione dei comportamenti e nell’organizzazione<br />

<strong>di</strong> aspetti relativi al funzionamento psicologico. Si ipotizza<br />

che la convinzione <strong>di</strong> non essere adeguatamente efficaci<br />

nella gestione delle proprie emozioni e delle relazioni<br />

interpersonali favorisca l’adozione <strong>di</strong> condotte <strong>di</strong>sfunzionali<br />

relative alla sfera dell’alimentazione e <strong>di</strong> percezioni <strong>di</strong>storte<br />

del proprio schema corporeo.<br />

Metodologia: a 50 studenti universitari (25 maschi e 25<br />

femmine) sono stati somministrati i seguenti test: Autoefficacia<br />

Percepita nella Gestione delle Emozioni Negative<br />

(APEN), Autoefficacia Percepita nell’Espressione delle<br />

Emozioni Positive (APEP), Autoefficacia Empatica Percepita<br />

(AEP), Autoefficacia Sociale Percepita (ASP), Eating<br />

Disorders Inventory-2 (EDI-2). L’analisi dei dati è stata effettuata<br />

tramite il software Statistica per Windows versione<br />

5,1.<br />

Risultati: sono risultate significative rispettivamente le correlazioni<br />

<strong>di</strong> Pearson (p < ,05) fra: APEN e IM (R = -,49),<br />

APEN e BU (R = -,40), APEN e IC (R = -,30), APEN e CE<br />

(R = -,37); ASP e IM (R = -,31), ASP e BU (R = -,34), ASP<br />

e IC (R = -,37), ASP e CE (R = -,38).<br />

Conclusioni: tali risultati, in accordo con l’ipotesi iniziale,<br />

in<strong>di</strong>cano come un’adeguata capacità nella gestione delle<br />

emozioni negative e dei rapporti interpersonali riduca la<br />

preoccupazione rispetto al peso corporeo, la tendenza ad<br />

episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> assunzione eccessiva <strong>di</strong> cibo, il senso <strong>di</strong> insod<strong>di</strong>sfazione<br />

per le forme del corpo e l’incertezza nell’identificare<br />

le sensazioni viscerali collegate alla fame e alla sazietà.<br />

Bibliografia<br />

Watkins JA, Sargent RG, Miller PM, Ureda JR, Drane WJ, Richler<br />

DL. A study of attribution style, self-efficacy, and <strong>di</strong>etary restraint<br />

in female binge and non-binge eaters. Eat Weight Disord<br />

2001;6:188-96.<br />

Cargill BR, Clark MM, Pera V, Niaura RS, Abrams DB. Binge eating,<br />

body image, depression, and self-efficacy in an obese clinical<br />

population. Obes Res 1999;7:379-86.<br />

Lind JA, Jeffery RW, Levy RL, Sherwood NE, Utter J, Pronk NP,<br />

et al. Binge eating <strong>di</strong>sorder, weight control self-efficacy, and depression<br />

in overweight men and women. Int J Obes Relat Metab<br />

Disord 2004;28:418-25.

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