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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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Metodologia: sono stati valutati 30 <strong>di</strong>ari alimentari compilati<br />

da pazienti seguite da 1 anno in trattamento integrato. Le<br />

pazienti <strong>di</strong> età compresa tra 17 e 48 anni, sud<strong>di</strong>vise secondo<br />

la <strong>di</strong>agnosi in AN: 6, BN: 5, BED: 11, DA Nas: 8. I <strong>di</strong>ari alimentari<br />

sono stati analizzati a 3 e a 6 mesi dall’inizio del<br />

trattamento. I parametri tenuti in considerazione sono stati i<br />

seguenti: 1) accettazione dello strumento; 2) adesione al<br />

compito; 3) identificazione ed espressione delle valenze<br />

emotive; 4) atteggiamento prevalente nell’uso dello strumento.<br />

Risultati: è emersa una stretta inter<strong>di</strong>pendenza tra i parametri<br />

proposti e lo sviluppo dell’alleanza terapeutica nelle<br />

fasi iniziali del trattamento. I parametri 1 e 2 risultano in<strong>di</strong>catori<br />

precoci dell’alleanza terapeutica. Unitamente si è potuto<br />

osservare come il parametro 3 sia stato soggetto, nella<br />

valutazione a 3 ed a 6 mesi, a variazioni correlabili allo sviluppo<br />

<strong>di</strong> una buona alleanza terapeutica. Il parametro 4 aggiunge<br />

informazioni “non verbali” utili al terapeuta.<br />

Conclusioni: dal confronto <strong>di</strong> tutti i parametri valutativi<br />

elencati è emerso che le caratteristiche qualitative prese in<br />

esame sono in<strong>di</strong>catori del livello <strong>di</strong> sviluppo e mantenimento<br />

dell’alleanza terapeutica.<br />

Bibliografia<br />

1 Bruch H. Patologia del comportamento alimentare. Obesità,<br />

anoressia mentale e personalità. Feltrinelli 1977.<br />

2 Abramson E. Emozioni e cibo. Come controllare la fame nervosa.<br />

Positive press 2000.<br />

3 Miller W, Rollnick S. Il colloquio <strong>di</strong> motivazione. Trento: Erikson<br />

1997.<br />

4 Garner DM, Dalle Grave R. Terapia cognitivo comportamentale<br />

dei <strong>di</strong>sturbi dell’alimentazione. Verona Positive Press 1999.<br />

104. Antipsicotici atipici e ricadute<br />

G. Ducci, S. Buffo, A. De Stefano<br />

SPDC “San Filippo Neri”, DSM ASL Roma E<br />

POSTER<br />

Gli antipsicotici atipici sono oggi largamente utilizzati, in<br />

quanto considerati più efficaci e meglio tollerati degli antipsicotici<br />

tra<strong>di</strong>zionali rispetto ai quali sembrano presentare<br />

un miglior profilo rischio-beneficio.<br />

In questo stu<strong>di</strong>o sono stati presi in considerazione i ricoveri<br />

degli anni 2003 e 2004 presso il Servizio Psichiatrico <strong>di</strong><br />

Diagnosi e Cura dell’Ospedale S. Filippo Neri. Nel 2003 si<br />

sono avuti 461 ricoveri con 336 ricoverati. Nel 2004 526 ricoveri<br />

con 384 ricoverati.<br />

Dei pazienti ricoverati, abbiamo preso in considerazione<br />

quelli in terapia farmacologica con antipsicotico atipico al<br />

momento <strong>della</strong> <strong>di</strong>missione del primo ricovero, e li abbiamo<br />

<strong>di</strong>visi in quattro gruppi, in base al tipo <strong>di</strong> farmaco somministrato.<br />

È stata valutata la percentuale <strong>di</strong> ricadute osservate<br />

nel 2004, sempre <strong>di</strong>vise per gruppi. È stata valutata l’efficacia<br />

dei quattro antipsicotici atipici e la presenza <strong>di</strong> eventuali<br />

fattori che possono incidere sulla possibilità <strong>di</strong> ricaduta,<br />

come eventi <strong>di</strong> vita stressanti, quali lutto, licenziamento,<br />

cambiamento <strong>di</strong> abitazione e eventuali interruzioni <strong>della</strong> terapia<br />

farmacologica. La raccolta dei dati è avvenuta attraverso<br />

la consultazione delle cartelle cliniche del Sistema<br />

Informativo del SPDC.<br />

La popolazione osservata è composta da 226 pazienti, per<br />

un totale <strong>di</strong> 273 ricoveri, <strong>di</strong> cui 71 in terapia con olanzapi-<br />

na, 58 con quetiapina, 81 con risperidone, 16 con clozapina.<br />

È stato analizzato il tasso <strong>di</strong> ricadute per le sottopopolazioni<br />

considerate.<br />

Per la costruzione del database sono state prese in considerazione,<br />

per ciascun ricovero, le seguenti variabili cliniche e<br />

sociodemografiche: età, sesso, <strong>di</strong>agnosi, durata del ricovero,<br />

terapia farmacologica, punteggi ottenuti con la scala BPRS,<br />

glicemia, PRL e conta leucocitaria, presenza <strong>di</strong> eventi <strong>di</strong> vita<br />

stressanti, malattie somatiche concomitanti, eventuali interruzioni<br />

<strong>della</strong> terapia.<br />

Per la valutazione <strong>di</strong> esito sono stati confrontati i punteggi<br />

BPRS ottenuti al momento del ricovero e al momento <strong>della</strong><br />

<strong>di</strong>missione. Per la valutazione degli effetti collaterali o <strong>di</strong><br />

eventuali patologie somatiche concomitanti abbiamo considerato<br />

i valori <strong>della</strong> glicemia, <strong>della</strong> prolattina e <strong>della</strong> conta<br />

leucocitaria, oltre che la scala DOTES.<br />

I risultati mostrano <strong>di</strong>fferenze staticamente significative nel<br />

tasso <strong>di</strong> ricaduta delle sottopopolazioni considerate.<br />

105. La sensibilità all’ansia nell’ipocondria:<br />

risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o controllato<br />

S. Fabbri, L. Sirri, E. Tossani, M. Bernar<strong>di</strong> * , S. Gran<strong>di</strong><br />

Dipartimento <strong>di</strong> Psicologia, Università <strong>di</strong> Bologna; * Centro<br />

<strong>di</strong> Salute Mentale, AUSL <strong>di</strong> Rimini<br />

Introduzione: la convinzione e la paura che i propri sintomi<br />

ansiosi abbiano conseguenze dannose a livello somatico,<br />

psicologico e sociale – sensibilità all’ansia (SA) – è<br />

<strong>di</strong> frequente riscontro nell’ipocondria.<br />

Scopo: valutare il cambiamento nella SA <strong>di</strong> pazienti ipocondriaci<br />

in seguito a Psicoterapia Esplicativa (TE) <strong>di</strong> R.<br />

Kellner.<br />

Metodologia: 20 soggetti con ipocondria secondo il DSM-<br />

IV e 20 sani, bilanciati per variabili socio-demografiche,<br />

sono stati valutati con: Intervista Clinica per la Depressione<br />

<strong>di</strong> Paykel (CID), Rating Scale of Somatic Symptoms <strong>di</strong><br />

Kellner (RSSS), Illness Attitude Scales <strong>di</strong> Kellner (IAS) e<br />

Anxiety Sensitivity Index <strong>di</strong> Reiss et al. (ASI) in 3 fasi: baseline<br />

(fase I), dopo 8 sedute <strong>di</strong> TE (fase II) e ad un followup<br />

<strong>di</strong> 6 mesi (fase III).<br />

Risultati: in fase I i pz. riportano una maggiore SA. In fase<br />

II e III si rileva una <strong>di</strong>minuzione significativa <strong>di</strong> preoccupazioni<br />

ipocondriache, sensibilità all’ansia e sintomi somatici.<br />

Nei pz. persistono tuttavia punteggi all’ASI significativamente<br />

superiori rispetto ai controlli sia in fase II<br />

che in fase III.<br />

Discussione: la persistenza <strong>di</strong> SA si configura come una<br />

sintomatologia subclinica residua, pre<strong>di</strong>sponente la ricaduta.<br />

Conclusioni: la SA rappresenta una componente psicopatologica<br />

che gioca un ruolo nel mantenimento del quadro<br />

ipocondriaco e necessita <strong>di</strong> uno specifico approccio terapeutico.<br />

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