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XI Congresso della Società Italiana di Psicopatologia Psichiatria ...

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partecipanti allo stu<strong>di</strong>o avevano interrotto l’assunzione <strong>di</strong><br />

BDZ, continuando ad assumere i soli SSRI.<br />

Discussione e conclusioni: le persone con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Disturbo<br />

<strong>di</strong> Panico sembrano aver tratto vantaggi significativi,<br />

sul piano clinico, dall’intervento integrato effettuato che, oltre<br />

a rappresentare una strategia psicoterapica evidence-based,<br />

è caratterizzata da una facile applicabilità nei Servizi<br />

Pubblici <strong>di</strong> Salute mentale anche nella pratica clinica routinaria.<br />

(Leveni et al., 1999). Inoltre il trattamento cognitivocomportamentale<br />

<strong>di</strong> gruppo secondo il metodo Andrews ha<br />

mostrato un’efficacia anche nel favorire l’acquisizione <strong>di</strong><br />

nuove strategie <strong>di</strong> coping che hanno contribuito al miglioramento<br />

sintomatologico.<br />

Bibliografia<br />

Andrews G, Crino R, Hunt C, Lampe L, Page A. The treatment of<br />

anxiety <strong>di</strong>sorders. New York: Cambridge University Press 1994.<br />

Fava GA, Rafanelli C, Gran<strong>di</strong> S, Conti S, Ruini C, Mangelli L, et<br />

al. Long-term outcome of panic <strong>di</strong>sorder with agoraphobia<br />

treated by exposure. Psychol Med 2001;31:891-8.<br />

Hino T, Takeuchi T, Yamanouchi N. A 1-year follow-up study of<br />

coping in patients with panic <strong>di</strong>sorder. Compr Psychiatry 2002.<br />

Otto MW, Deveney C. Cognitive-behvioral therapy and the treatment<br />

of panic <strong>di</strong>sorder: efficacy and stategies. J Clin Psychiatry<br />

2005;66(Suppl 4):28-32.<br />

Ramage-Moring PL. Panic <strong>di</strong>sorder and coping. Health Rep<br />

2004;15(Suppl):31-43.<br />

Rubino IA, Romeo D, Siracusano A. Styles of adaptation in panic<br />

<strong>di</strong>sorder with and without agoraphobia. Percept Mot Skills<br />

2003;97:1223-30.<br />

93. Obesità e Binge Eating Disorder (BED):<br />

valutazione psicometrica<br />

POSTER<br />

A. Di Genova, R. Basso, A. Della Volpe, A. Iandolo,<br />

C. De Caprio * , C. Finelli * , F. Pasanisi * , F. Micanti<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze e Comportamento Unità <strong>di</strong><br />

Psicoterapia, * Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Clinica e Sperimentale,<br />

Università “Federico II” <strong>di</strong> Napoli<br />

Introduzione: scopo del nostro stu<strong>di</strong>o è l’analisi psicometrica<br />

dell’attitu<strong>di</strong>ne alimentare <strong>di</strong> soggetti obesi affetti da<br />

Binge Eating Disorder (BED) in relazione all’In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

Massa Corporea (IMC).<br />

Metodo: sono stati valutati 60 pazienti obesi con una intervista<br />

semi-strutturata per i <strong>di</strong>sturbi del comportamento alimentare<br />

secondo i criteri DSM-IV (APA, 1994), con la Binge<br />

Eating Scale (BES) (Gormally et al., 1982) e con l’Eating<br />

Disorder Inventory-II (EDI-II) (Garner et al., 1984).<br />

Sulla base del colloquio clinico e dei punteggi alla BES<br />

(score > 18: binge eaters; score < 18: non binge eaters) sono<br />

state selezionate due popolazioni: 30 pazienti obesi BED<br />

e 30 pazienti obesi non BED appaiati per età e IMC.<br />

Risultati: gli obesi BED presentano punteggi a tutte le sottoscale<br />

dell’EDI-II significativamente più alte rispetto agli<br />

obesi non BED. Alcune sottoscale dell’EDI-II correlano con<br />

la BES nel campione <strong>di</strong> obesi BED.<br />

L’IMC e la variabili demografiche non correlano in nessun<br />

caso con le variabili psicometriche.<br />

Conclusioni: il comportamento alimentare dei Binge Eaters<br />

risulta maggiormente <strong>di</strong>sfunzionale rispetto a quello <strong>di</strong> altre<br />

popolazioni <strong>di</strong> obesi. Ciò riflette una maggiore compromis-<br />

sione psicopatologica dei Binge Eaters non correlabile al<br />

grado <strong>di</strong> obesità.<br />

Bibliografia<br />

American Psychiatric Association (APA). DSM-IV Diagnostical<br />

and Statistical manual of Mental Disorders. 4 th Ed. Washington,<br />

DC, 1994.<br />

Gormally J, Black S, Danon S, Ray<strong>di</strong>n D. The assessment of Binge<br />

Eating severity among obese persons. Ad<strong>di</strong>ctive Behav<br />

1982;7:47-55.<br />

Garner DM. Eating Disorder Inventory-II Professional Manual.<br />

Odessa, Fl: Psychological Assessment Measure 1984.<br />

94. Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> confronto dei precursori psicocomportamentali<br />

tra soggetti affetti<br />

da Disturbo Schizofrenico e da Disturbo<br />

Bipolare<br />

E. Di Giovambattista, A. Di Pucchio, A. Tomassini,<br />

M. Mazza * , V. Di Michele * , L. Sangiovanni, E. Fragkou,<br />

R. Pollice *<br />

Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in <strong>Psichiatria</strong>; * Cattedra <strong>di</strong> Clinica<br />

Psichiatrica, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sperimentale,<br />

Università de L’Aquila<br />

Introduzione. la maggior parte delle persone affette da<br />

schizofrenia e, più in generale, da un <strong>di</strong>sturbo psicotico ha<br />

uno scarso funzionamento sociale molto prima dell’esor<strong>di</strong>o<br />

clinico <strong>della</strong> malattia (Rabinowitz et al., 2002). Stu<strong>di</strong><br />

retrospettivi effettuati durante le fasi precoci <strong>di</strong> malattia,<br />

infatti, evidenziano che circa un terzo delle persone affette<br />

da schizofrenia presenta chiare anomalie del comportamento<br />

già nella fase premorbosa, mentre ci sono pochi dati<br />

riguardo il funzionamento premorboso delle persone che<br />

svilupperanno una psicosi affettiva (McClellan et al.,<br />

2003). Valutazioni <strong>di</strong> confronto del funzionamento premorboso<br />

<strong>di</strong> persone affette da schizofrenia e <strong>di</strong> persone affette<br />

da una psicosi affettiva hanno mostrato una maggior<br />

compromissione dei soggetti schizofrenici (McClellan et<br />

al.,1999).<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte, prospettici e retrospettivi, hanno mostrato<br />

<strong>di</strong>fferenze nel funzionamento sociale e scolastico, durante<br />

l’età infantile, tra bambini che svilupperanno una psicosi<br />

schizofrenica in età adulta e la popolazione generale,<br />

ma non hanno evidenziato simili <strong>di</strong>fferenze per i bambini<br />

che svilupperanno una psicosi affettiva (Cannon et al.,<br />

1997). In due precedenti stu<strong>di</strong>, abbiamo evidenziato che<br />

pazienti affetti da Disturbo Schizofrenico (Pollice et al.,<br />

1999) e pazienti affetti da Disturbo Bipolare (Di Giovambattista<br />

et al., 2005) presentano chiare anomalie neuropsico-comportamentali<br />

premorbose rispetto al gruppo <strong>di</strong><br />

controllo costituito dai loro fratelli sani. Lo scopo del nostro<br />

stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> confermare la presenza <strong>di</strong><br />

eventuali anomalie neuro-psico-comportamentali durante<br />

l’infanzia e l’adolescenza, confrontando le due popolazioni<br />

<strong>di</strong> pazienti con <strong>di</strong>sturbo schizofrenico e pazienti con <strong>di</strong>sturbo<br />

bipolare.<br />

Materiali e Metodo: sono stati arruolati 15 soggetti (gruppo<br />

B, con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> Disturbo Bipolare dell’Umore in accordo<br />

con i criteri <strong>di</strong>agnostici del DSM IV, APA, 1994), 5<br />

maschi e 10 femmine, età me<strong>di</strong>a 25,7 anni (ds ± 7,6), e 15<br />

soggetti (gruppo S, affetti da Disturbo Schizofrenico), 9 ma-<br />

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